Uno sguardo al passato per affrontare il
futuro. Il 2016 enoico a Simo diVino parte da qui, con i doverosi auguri di
buon anno. Come ho già fatto negli anni passati, mi diverto a riassumere in un
piccolo "The best of....", le più interessanti "stappate"
dell'anno appena trascorso prendendo in considerazione solo le bottiglie
recensite su questo blog. Non si tratta di una classifica e non ha pretese
esaustive, non ho tenuto conto di assaggi volanti, fiere mercato e tavolate
gogliardiche. Diciamo che si tratta di una selezione dei vini assaggiati dalla
prima all'ultima goccia, vini di cui ho potuto farmi un'idea precisa e per
molti di essi parlarne anche con i produttori. Probabilmente non si tratta
nemmeno dei più buoni in assoluto (diciamo a livello organolettico), ma quelli
che per un'insieme di motivazioni mi hanno maggiormente convinto e coinvolto.
Eccovi la top ten dei migliori che hanno segnato l'anno appena trascorso. Alcuni di voi li
conoscono molto bene, per tutti gli altri qualche buon consiglio per gli
eno-acquisti del 2016 !!. (clicca sul nome del vino per leggere la
recensione completa!!)
Uno sguardo al passato per affrontare il
futuro. Il 2016 enoico a Simo diVino parte da qui, con i doverosi auguri di
buon anno. Come ho già fatto negli anni passati, mi diverto a riassumere in un
piccolo "The best of....", le più interessanti "stappate"
dell'anno appena trascorso prendendo in considerazione solo le bottiglie
recensite su questo blog. Non si tratta di una classifica e non ha pretese
esaustive, non ho tenuto conto di assaggi volanti, fiere mercato e tavolate
gogliardiche. Diciamo che si tratta di una selezione dei vini assaggiati dalla
prima all'ultima goccia, vini di cui ho potuto farmi un'idea precisa e per
molti di essi parlarne anche con i produttori. Probabilmente non si tratta
nemmeno dei più buoni in assoluto (diciamo a livello organolettico), ma quelli
che per un'insieme di motivazioni mi hanno maggiormente convinto e coinvolto.
Eccovi la top ten dei migliori che hanno segnato l'anno appena trascorso. Alcuni di voi li
conoscono molto bene, per tutti gli altri qualche buon consiglio per gli
eno-acquisti del 2016 !!. (clicca sul nome del vino per leggere la
recensione completa!!)
> VB1 VERMENTINO 2010 - Riviera Ligure di Ponente D.O.C. - Tenuta Selvadolce
Parto da una considerazione piuttosto banale e poco significativa,
assolutamente soggettiva, ma altrettanto sincera e veritiera… credetemi sulla
parola e datemi fiducia… i vini di Tenuta Selvadolce sono buonissimi,
punto. Ok siete diffidenti... E allora sappiate che questo Vermentino
Ligure in purezza, nasce da vigneti di 40 anni affacciati sul mare e
condotti con metodo biodinamico. Nessun "imbroglio" in cantina e solo
1800 bottiglie prodotte. Aris Blancardi "imbottiglia"
la Liguria che profuma di macchia mediterranea, aromi come timo e
salvia, pini marittimi, con salinità e sentori salmastri, note
ossidative. La macerazione ne condiziona lo stile, ma senza forzature ed
estremismi, senza snaturarne la forte identità territoriale. Ne esce un vino
tridimensionale, originale e piacevole al sorso, ricco di sfumature e
sfaccettature che si intrecciano e si scambiano di ruolo, mantenendo il tutto
in un equilibrio perfetto che ne esalta il sorso. Un grande vino bianco...
Un salto in Slovenia per incontrare un poeta del vino, o ancor più
semplicemente, un contadino innamorato del suo lavoro e del territorio su cui
affonda radici robuste... Marko Fon dimostra ancora una volta, che i
vini buoni sono fatti dalle belle persone. Cuore-Carso-Mani. La sintesi
perfetta. Come la sua Malvazija, classe
cristallina pura, eccellente nella complessità di un sorso senza troppe
sovrastrutture, di un equilibrio perfetto tra fluidità e succosità, tanto buon nettare profumato da
goderne dal primo all’ultimo sorso… E' il Carso delle giornate invernali, teso,
verticale, che non fa mai mancare il suo apporto minerale, roccioso, salino,
che profuma di agrumi, lime, salvia... ma è
anche il Carso gentile e generoso che
mostra il suo lato più solare, carico e profumato, estivo nei fiori di campo e
il fieno, il miele e le albicocche.
Per la serie
"ti piace vincere facile??" questo vino lo conoscete tutti e quasi tutti
lo amate. Una di quelle etichette che non tradiscono mai, una garanzia. Niente
enologo, niente concimi, approccio artigianale e tanta semplicità affinché il
vino possa esprimere al meglio il territorio. Questo è il credo di Ciro Picariello da Summonte,
un punto di riferimento assoluto per il Fiano. Non si discute. Colpito a freddo da una
nota citrina piuttosto netta. Scorza di limone, lime, pompelmo, citronella,
accompagnate da una vena minerale che rendono il vino affilato ed incisivo. Non
mancano ad ogni "sniffata" le note dolci della frutta bianca e quelle
più amarognole degli agrumi, il profumo dei fiori di campo e della macchia
mediterranea. E ancora frutta secca tostata, suggestioni balsamiche e fumè. Vigoroso
ma con eleganza, chiude lungo su note che sanno di agrumi e sale. Una beva
precisa che gioca sull' equilibrio tra piacevole aromaticità e vibrante
mineralità.
Nel comune di Prepotto, Benjamin Zidarich senza scendere a
compromessi e sposando la filosofia “naturale”, sforna
vini dal carattere distintivo che esprimono il legame tra l’uomo e il
territorio, che raccontano un luogo, la sua storia, le sue tradizioni, la sua
bellezza e il suo “grigio” fascino est-europeo. Il
Prulke, assemblaggio di vitovska 20%, malvasia 20% e sauvignon 60% é vino intrigante e ricco di
sfaccettature, originale… Naso e palato in simbiosi, conquistano a ritmo di
rock… dimenticatevi le rotondità solari a base di frutti in salsa
tropicalista... da queste parti il latino-americano risulta molto più che
insopportabile… Qui il vino viaggia su ritmi tesi e sostenuti, chitarre
elettriche, amplificatori valvolari, suoni dalla texture sgranata e dalle
suggestioni vintage. Stoner sound, perché il Prulke suona letteralmente rock.
Vino più che mai figlio delle pietre, della roccia carsica, del vento e
anche del mare.
Non
ho mai avuto un buon rapporto con i Rosè. Beata ignoranza e il momento in cui
qualcuno mettendoci anima e cuore, riesce a farti aprire gli occhi, mettere nero
su bianco e fa saltare il banco, dimostrando che eri solo un eno-snobbista
traviato da bevute insignificanti e spaccastomaco, scaraffamenti vari da
pizzeria e rosati da GDO. Ecco invece un rosè con i controcoglioni,
cuore-sudore-natura, così come deve essere fatto un signor vino. Il Rosè da uve
Gaglioppo di Sergio
Arcuri è "semplicemente" splendido. Pulito, luminoso, fluido,
estivo, fresco, fragrante, tonico e di spigliata acidità, di quella giusta, mai
fastidiosa e ben integrata con la struttura di un vino che dimostra carattere e
personalità, oltre ad una beva piacevole e rinfrescante. Teso ma soprattutto
vivo ed energico, un sorso "gagliardo" che rincuora e gratifica, che
lascia al suo passaggio una "dissetante" sensazione di freschezza e
pulizia.
A
Gattinara la famiglia Iaretti produce vino da generazioni, e Paride con
sacrifici e tenacia, ma soprattutto tanta passione, riesce a realizzare il
proprio sogno, diventando a tutti gli effetti un artigiano del vino. Al
resto pensa il territorio unico dell'alto Piemonte e il suo
"supervulcano" per un sorso che non tradisce i "tradizionalisti"…
il colore granato scarico, tenue e magro, snello e leggero, i profumi fini e
delicati ma persistenti, la struttura importante, il tannino affilato e
un’acidità sostenuta, per un vino che avrà vita più lunga della mia. Un
Gattinara autentico… il collegamento imprescindibile di vigna, uomo e terra.
I
grandi dischi li metti su e ti emozioni dal primo all’ultimo pezzo… Il Montevertine è perfetto
così, dal primo all’ultimo sorso, inconfondibile nello stile. Alcune infelici
uscite di Martino Manetti, non valgono punti simpatia qui a Simo diVino, ma di
certo non scalfiscono il "mito" dei suoi vini. Bisognerebbe citare
tutte le etichette, ma punto su questo Montevertine che è tra i migliori Chianti Classico in circolazione pur non essendo un Chianti Classico. Un Sangiovese nella sua forma più nobile. Un sorso
impeccabile per fluidità, pulizia, equilibrio, finezza, senza esagerare in
scarnificazione e sottrazione, mantenendo quei profumi e quel carattere
verticale che punta l’ago della bussola dritto su Radda. Semplicemente un
grande vino, senza bisogno di esplicitarne il motivo, stoffa e personalità,
emblema di sensualità, sa brillare di luce propria. Vino del cuore.
Elisabetta Dalzocchio è
sicura delle sue scelte, sa di aver intrapreso la strada giusta, é soddisfatta
e orgogliosa del suo lavoro, del suo vino... ma non é stato facile per lei,
entrare in sintonia con il territorio, acquisire quella sensibilità contadina
che permette di interpretare la natura, assecondarla e viverla senza la pretesa
di dominarla. Il suo Pint Nero è figlio delle sinergie tra uomo e natura...
vino delicato, fine, elegante, grazioso. Un vino "semplicemente" complesso, dal carattere marcatamente femminile, che non nasconde
nella sua naturalità, il territorio di provenienza e il suo animo contadino. I profumi della montagna sono qui concentrati... il calore umido di un bosco
autunnale, una rinfrescante ventata invernale, i profumi dei campi in
primavera, la solare dolcezza di un giorno d'estate. In continua evoluzione.
MassimoPenna viticoltore in Cascina Casanova, frazione Como comune di Alba, è produttore
non conosciutissimo e mediaticamente sulla cresta dell'onda. Eppure con questo Barolo "La Serra" è un piacere
perdersi dentro al bicchiere, in un'esplosione caleidoscopica “multicolor” in
continua evoluzione, per niente timida e molto intrigante. Immaginate il vostro
naso nel bicchiere come il vostro occhio che scruta il forellino del
caleidoscopio… passate il tempo facendo roteare il tubo per lasciarvi
coinvolgere ed emozionare dalla continua sequenza di colori mutanti che sfumano
e si intrecciano l’uno dentro l’altro. Colori pieni, vivi, brillanti, carichi… Intenso, lungo, persistente… vigoroso. Vinoso, pungente, acuto, riscaldante… e poi via ad un “trip” tra frutti rossi, spezie
piccanti, viole appassite, fino a quelli più eterei
e balsamici, coinvolgente tra sensazioni “mentolate” e richiami
autunnali. Vino piacevole,
pulito, scivoloso, lungo, verticale, senza rinunciare ad una “textur”
leggermente sgranata, un sussulto terroso e un po’ ruvido, per completare una
bevuta degna del nome che porta.
Perché raccomandarvi
questo village, al cospetto
dei più blasonati
Gran Cru ? Perchè qui i conti
si fanno anche con il portafogli
e l’impronta
stilistica di questo Domaine, che
sposa l'agricoltura biodinamica, fa il caso nostro, con uno
stile classico, che rappresenta
esattamente quello
che molti di noi amano
del Borgogna-style,
ovvero vini esili, eleganti,
scoloriti, cristallini,
altamente bevili
e godibili, mantenendo quella grande espressività territoriale che ci si attente. Indubbiamente "stiloso",
fine e scarico
ma ricco al naso e al palato…
liscio e setoso va giù che
è una meraviglia, con un’acidità
spiccata ma naturalmente
integrata, quanto basta
per rendere il vino lineare,
un sorso che lascia il palato pulito e fresco, che disseta e soddisfa
anche nelle calde
giornate estive. Come giustamente riportato
in etichetta, va
servito a 14°C. Vino bibita con classe.
OUTSIDER 2015
Concludo menzionando una paio di vini che per i più svariati motivi
hanno saputo convincere il mio palato, ma che ho dovuto escludere dalla lista,
per non sforare... Devo partire come l'anno scorso da Alfiano Natta, dove ha
sede Crealto, che mi ha convinto
pienamente con quella bomba di Barbera che è la Vis 2011, la prima, unica ed inimitabile Barbera
d'Asti affinata in anfora. Dolcemente morbida, tonda e calda, avvolgente,
potente, profonda e ricca di richiami minerali. Grande stoffa. Rimango in
Piemonte anche per il secondo vino escluso, spostandomi però da quegli eroi dei Produttori di Carema con la loro Riserva del 2009. Così ne scriveva Mario Soldati... "il vino di Carema, col suo
gusto inimitabile di sole e di pietra, che si infila nella dolcezza amarognola
del Nebbiolo". Beva
struggente e nostalgica, mai piegata alle mode nella sua dinamica spigolosità,
nel nerbo acido, nella trama tannica adolescenziale, nella freschezza del
sorso. Rigoroso ma equilibrato, quasi saggio, a ricordare i gentiluomini
piemontesi di una volta. Semplicemente una bontà.
Ora se ne avete le forze... riavvolgete il nastro e sfoderate la vostra playlist....
Leggi la top ten dell'anno scorso: