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mercoledì 10 dicembre 2014

GRECO DI TUFO 2012 - D.O.C.G. - Pietracupa


Tra le migliori interpretazioni del vitigno... quando in un sorso dal prezzo "pop" troviamo terroir, complessità e bevibilità, pollice all'insù sempre. 




Ero un po’ indeciso se scrivere o meno di questo vino e per un semplice motivo… negli ultimi anni si è già parlato e scritto talmente tanto di Pietracupa, che ogni winelovers ormai conosce a memoria i loro vini. Detto questo, mi rendo perfettamente conto che questo post per molti di voi non rappresenta un inno alla novità e alla scoperta, ma senza alcun tipo di pregiudizio, mi diletto a scrivere le mie eno-esperienze, anzi, a volte è interessante parlare di vini arcinoti, per capire se fama e gloria sono meritate anche da chi (come il sottoscritto) non sempre si affida ai giudizi di alcuni blasonati eno-giornalisti. E poi diciamocelo… in tempi duri (vedi il post dei vini sotto le 20 euro) è sempre bene consigliare ai bevitori meno informati, bottiglie che danno sicurezza, che si possono comprare a scatola chiusa, certi del loro ottimo e costante rapporto qualità/prezzo. 

E allora da oggi, senza troppi giri di parole, il Fiano e il Greco prodotti da Sabino Loffredo, entrano di diritto nella classifica dei vini imperdibili sotto le 20 euro… e poi ora che il job act, va a togliere garanzie a tutti, meglio tenersi strette certezze come queste. I vini di Pietracupa, mettono d’accordo tutti… sia i fanatici dello Slow Food che quelli di Bibenda, così come non può lasciare indifferenti, anche chi bazzica nei Critical Wine o va alla ricerca dei più garagisti ed estremi vini in circolazione. Qualcuno potrà dire che nella categoria si può trovar di meglio… (anche perché si entra nel soggettivo), ma qui nessuno può dire… non è buono…

Ho iniziato con i vini di Pietracupa un paio di anni fa… durante un’occasione speciale, da Alice a Milano, appena presa la stella e ancora nel vecchio e raccolto ristorantino, prima che le due socie campane (Viviana Varese e Sandra Ciciriello) diventassero delle stelle televisive su Real Time e aprissero un nuovo modernissimo ristorante proprio sopra Eataly. In quella occasione scelsi (anche per il prezzo abbordabile) il Fiano e rimasi piacevolmente colpito dalle sue capacità espressive… mi ripromisi di acquistarne alcune bottiglie e così oggi sopra una spaghettata con la bottarga mi sgargarozzo il Greco.

Pietracupa é una cantina relativamente piccola (circa 50.000 bottiglie e 7 ha vitati) situata a Montefredano in provincia di Avellino, in contrada Vadiaperti, dove  con lo stesso nome, risiede un'altra delle più interessanti aziende vitivinicole di questa zona. L'attuale proprietà sulla collina é rilevata ad inizio anni settanta da Peppino Loffredo, che inizia, senza troppe pretese a produrre vino. Solo nel '99 con il figlio Sabino si inizia a fare sul serio e prende forma il progetto Pietracupa. Tappe bruciate e in poco più di dieci anni eccoci a raccontare di una delle cantine "bianchiste" più interessanti e decantate in circolazione. Greco e Fiano sono i due vini di punta,  ma in quantità minore produce anche Falanghina, Taurasi e Aglianico. 

La qualità delle uve coltivate sulla collina di Montefredano é baciata da dio Bacco, ma impressiona vedere la tenacia, la caparbietà e l'energia con cui  Sabino, autentico personaggio - non personaggio, é riuscito a vestire i panni di vignaiolo rigorosso e fedele interprete del territorio di cui dispone.

Il Fiano che vado a stappare é del 2012,  13.5%vol. e prezzo di acquisto di 14 euro, cifra adeguata per la tipologia, quanto irrisoria per quanto riscontrato nel bicchiere. Vino giovane, ma con grande propensione all'invecchiamento.

Giallo paglierino piuttosto carico, brillante nelle sfumature oro… vino e naso di grande complessità, e con questo termine non vado ad indicare un vino difficile da scoprire, nel suo intreccio di sensazioni sussurrate e quasi impercettibili, come può capitare nei vini più fini ed eleganti. Questo è un vino “contenitore” se mi passate il termine un po’ sgraziato, perché al suo interno ci trovate tutto quello che vorreste trovare un in un vino bianco, ricco, pieno, variegato ed intenso. Facendo ordine… il vino si rileva subito… parla e non sussurra… sa essere carico e solare, maturo e materico, come ti aspetteresti da un vino del sud... il frutto é pieno e ricco, agrumi in predominanza, frutta candita, note dolci... il tutto bilanciato da una ventata nordista (non dimentichiamo che Montefrdane é una collina a quasi 600 metri), quindi tensione, mineralità, acidità rinfrescante, note floreali ed erbacee, sapidità marina e aromi mediterranei (timo, rosmarino, salvia, alloro). Vino di grande bevibilità, verticale, fluido ma anche di grande piacere gustativo, croccante e masticabile. E’ un continuo susseguirsi di suggestioni dolci/amare di bella intensità e profondità. Piacevole, pulito, appagante, preciso, incisivo e a tratti rinfrescante.


Ad ognuno il suo, ma mai come in questo caso, un vino può convincere gli eno-appassionati dai gusti più disparati. Se qualcuno ve ne parla male... beh... diffidate dal suo buon gusto... Come sempre lasciamo le valutazioni tecniche ai signori dell'Ais e godiamoci questo bianco glu-glu come pochi. Tra le migliori interpretazioni del vitigno... quando in un sorso dal prezzo "pop" troviamo terroir, complessità e bevibilità, pollice all'insù sempre. Irpinia terra di grandi vini.

1 commento:

  1. Hai detto tutto sei un grande!!!!
    Un vino contenitivo dove la sfaccettata spigolosità speziata e tostata prevale e si palesa senza mezzi termini rispetto alla maturità fruttata di Summonte (Picariello, Marsella), alla vegetale espressività di Cesinali (I Favati) all'eleganza senza tempo di Lapio (Colli di Lapio di Marisa Cuomo)...

    Claudio Tenuta

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