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lunedì 15 ottobre 2012

COSTA DEL VENTO 2010 - Timorasso - Vigneti Massa

...Un tradizionalista-reazionario. Carismatico e passionale, un po' genio e sregolatezza, é lui l'uomo del rinascimento dei colli Tortonesi. Un vignerons vero senza compromessi. Quindi per associazione di idee se mi dici Timorasso... ti rispondo Walter Massa!!



Esiste una ristretta cerchia di produttori che rappresentano una garanzia per il consumatore. Bottiglie che compreresti a scatola chiusa, bottiglie che compri senza neanche stare a guardare il prezzo (se puoi permetterti di non guardare il prezzo ovvio… ma anche i meno “possibilisti” per queste bottiglie, uno strappo alla regola lo fanno...), basta nominare il produttore e sei sicuro di ritrovarti in cantina un grande vino, anche nelle annate meno convincenti non ti deluderà. Basta saperlo aspettare, prima o poi il suo carattere verrà fuori. 
Sto parlando di vignaioli che hanno saputo diventare un punto di riferimento indiscutibile per una determinata tipologia di vini. Se facciamo il gioco delle "associazioni di idee" in campo enologico, ecco che ti dico Bartolo (e oggi Teresa) Mascarello o Beppe Rinaldi, appena sento dire Barolo, se mi dici Brunello, tac, in automatico dico Biondi Santi, per l’Amarone della Valpolicella dico Quintarelli etc…etc… Tre nomi scritti di getto, i primi che mi sono venuti in mente. Provate voi adesso ad aggiungerne altri… pensate a uomini e cantine, diventate l’emblema di un vitigno… che hanno saputo guadagnarsi rispetto e stima (anche internazionale), perché sono loro i primi a nutrine per quel vitigno, quel terroir e la sua storia. Rendere grande un vino, finire sulle guide di mezzo mondo, rimanendo sempre fedeli a se stessi e alla propria idea “culturale” di vino. Non hanno bisogno di farsi pubblicità o inventarsi strane diavolerie (tipo blend super-qualcosa) per attirare l’attenzione e aumentare i fatturati… per loro parla la storia, il rispetto guadagnato sul campo, la devozione degli appassionati, le emozioni che riescono a trasmetterci con un bicchiere di vino. Vignaioli eretti a simbolo di una cultura vinicola di cui ne sono coraggiosamente custodi.

Ecco a voler aggiungere qualche nome ai 3 menzionati sopra, sicuramente ci metto il sign. Walter Massa, forse meno "famoso" e vignaiolo di un terroir meno nobile e rinomato rispetto alle Langhe, Montalcino ecc..., ma che sicuramente é custode della tradizione e delle cultura vinicola del suo territorio (i colli Tortonesi), fino a diventare il produttore simbolo di un vitigno storico e straordinario come il Timorasso, realizzando un vino di altissimo livello, che nel corso degli anni ha saputo guadagnarsi la stima e il rispetto degli appassionati di mezzo mondo. I suoi vini bianchi non sfigurano al fianco dei grandi produttori di Borgogna, sono elogiati dalle guide e decantati dagli eno-critici, siano essi tradizionalisti tutti d’un pezzo, o amanti dei vini più moderni. Una cosa è certa… di fronte ad una bottiglia di Timorasso dei vigneti Massa si è tutti d’accordo. Come é riportato in etichetta.. "un territorio, un vino, un vitigno" e io ci aggiungo "un vignaiolo", perché senza il passionale e coraggioso lavoro di Walter, probabilmente oggi non saremo qui a parlare del Timorasso. Un tradizionalista-reazionario. Carismatico e passionale, un po' genio e sregolatezza, é lui l'uomo del rinascimento dei colli Tortonesi. Un vignerons vero senza compromessi. Quindi per associazione di idee se mi dici Timorasso... ti rispondo Walter Massa!!

Ecco a questo punto caro amico lettore, hai 2 possibilità: 
A) Spendere altri 5 minuti del tuo prezioso tempo e leggerti tutto quello che scriverò su questo "numero uno" dei colli Tortonesi. Ne vale la pena se non conosci questo produttore e il suo Timorasso.
B) Tieni stretto il tuo prezioso tempo, grazie per l’attenzione e arrivederci. Walter Massa lo conosci bene e sai tutto sul suo Timorasso. O magari non sai nulla, ma ti è bastato scoprire che produce un bianco “made in Italy” che se la gioca alla pari con i più importanti bianchi di Borgogna e Alsazia per convincerti che questo è un vino da provare almeno una volta nella vita.

Per tutti quelli che hanno scelto la proposta A ecco un veloce riassunto sulla storia dei vigneti Massa, così capirete perché Walter Massa e Timorasso sono due nomi imprescindibili. La famiglia Massa coltiva la vite in quel di Monleale dalla fine dell'ottocento, la svolta però ha inizio sul finire degli anni '70 con l'arrivo di Walter ai comandi. Terra di classici rossi come Barbera e Croatina, fin dall'antichità esiste anche un'autoctona uva bianca chiamata Timorasso, poco considerata dai viticoltori locali, alla quale hanno preferito il Cortese, altro vitigno a bacca bianca tipico di queste zona. A metà degli anni 80 il Timorasso é in via di estinzione, si conta giusto un ettaro vitato con questa tipologia di uva, contando anche le vigne incustodite e le piante dei giardini privati.

E' qui che entra in gioco Walter. Crede nel Timorasso, é convinto che sia un' uva dal grande potenziale. Con grande testardaggine inizia a coltivarla e a fare esperimenti in cantina, ottenendo i primi risultati incoraggianti. Il punto di svolta nel 1996, quando Walter passa alla macerazione sulle fecce nobili per periodi piuttosto lunghi, tecnica già adottata da alcuni viticoltori friulani, che permette al Timorasso di esprimersi al meglio. Da allora ad oggi é un susseguirsi di successi e attestati di stima. Si passa da 1.5 ettari di vigneto a Timorasso agli attuali 9, mentre in tutta l'area dei colli Tortonesi si arriva ad un totale di circa 50 ettari e una trentina scarsa di produttori. In totale sommando anche i rossi, ai Vigneti Massa si coltivano 22 ettari di vigna per una produzione di circa 100.000 bottiglie.
Il Timorasso, che come avete capito, é l'emblema di questa cantina, viene prodotto in 3 versioni, il Derthona (che potremmo definire il Timorasso base di Massa), e due versioni cru come il Derthona Sterpi e il Derthona Costa del Vento, il primo ad essere commercializzato e prodotto in sole 2.000 unità. Il vino che vado ad assaggiare é proprio il Costa del Vento 2010. Realizzato con uve Timorasso in purezza vendemmiate da una vigna di 2 ettari su suolo argilloso-calcareo, con una resa di circa 70 ql/ha.

La caratteristica che contraddistingue i vini di Walter é la scelta di puntare su una lunga fase di macerazione sulle bucce (circa un anno), seguita da altri 12 mesi di affinamento direttamente in bottiglia. Ne deriva un vino unico e con un grande potenziale di invecchiamento. Come i grandi bianchi di Borgogna, il Costa del Vento non si offende se viene dimenticato in cantina.

Prima indicazione da non sottovalutare è l’annata. Come ho scritto questo vino non fa legno e l’affinamento in bottiglia gioca un ruolo importante nella fase di maturazione. E’ un vino di grandissima longevità che meriterebbe di essere stappato non prima dei 4 o 5 anni. Io invece vado ad assaggiare l’ultima annata, quindi non ancora pronto al 100%. Fatta la dovuta precisazione sulla giovane età di questa bottiglia, ecco cosa mi sono ritrovato nel bicchiere.

Alla vista già notiamo la "diversità" di questo vino. Un giallo oro di rara brillantezza e luminosità. Fluido, pulito, tecnicamente ineccepibile. Al naso é come prendere tutti i sentori e gli aromi tipici dei vini bianchi, frullarli insieme, et voilà... un incredibile bouquet che sa essere esplosivo ed intenso, di grande persistenza ma al contempo qualitativamente fine, mai aggressivo, in grado di sfoggiare una gamma olfattiva variegata e ricca di sfaccettature. E' salino e minerale, con la frutta in secondo piano, dove a spiccare sono le note più pungenti di limone e mela verde. Non mancano i sentori erbaceo-floreali, ma soprattutto una più calda e coinvolgente sensazione mielosa. Un naso in continua progressione, che ad ogni "sniffata" sa regalare nuove sensazioni aromatiche. Esuberante e dinamico, complesso ed emozionante. Da notare la grande potenza alcolica di questo vino (14.5%vol.), in grado di sostenere il bouquet lavorando sottotraccia, senza mai pungere o saturare. Al palato prosegue quanto iniziato al naso, attacca minerale e sapido, un bel sapore amarognolo che dona freschezza, prima di "ingrassare" ed esplodere croccante e polposo, dolce e caldo, denso e concentrato. Ci abbandonerà lentamente con retrogusto di mandorle tra il dolce e l'amarognolo.

Corpo e grande struttura. L'unico appunto fattibile é dovuto alla giovane età di questa bottiglia. Come ho scritto sopra deve maturare e attualmente risulta ancora un po' scomposto, leggermente nervoso. Ma il bello é anche provarlo giovane e scoprire quanto sia già incredibilmente amabile e godibile. Quasi emoziona immaginare l'evoluzione futura di questo Costa del Vento. Personalmente sono un amante dei bianchi leggeri, freschi, beverini, estivi e ben adattabili ad una funzione alimentare. Ma per la prima volta anche al cospetto di un vino così strutturato, ricco e "autunnale", la beva é risultata incredibilmente piacevole e mai austera.

Impressiona ancora una volta questo vitigno (avevo già parlato con entusiasmo del Timorasso San Vito dei compagni di Valli Unite) capace di dare grandi risultati, ma impressiona altrettanto la capacità di Walter Massa nel regalarci un vino degno rappresentante del carattere "esuberante" e "tenace" del suo vignaiolo. 
Che altro aggiungere, fate l’investimento perché ne vale la pena. Il prezzo di questo cru Costa del Vento è piuttosto impegnativo, siamo sulle 35 euro, che per un bianco non è poco. Comunque li vale tutti, dovete solo avere la pazienza di saperlo aspettare qualche annetto. Diciamo quindi che si tratta di un investimento per il futuro, oppure se proprio non resistete o non avete possibilità di conservare il vino a lungo in un luogo idoneo, provate a recuperare qualche annata più vecchia.

A differenza dei bianchi più beverini, che spesso utilizziamo in abbinata al pesce, il Timorasso per struttura e carattere è un vino che ben si sposa con i sapori più rustici dell’autunno. Formaggi anche saporiti, carni bianche agli aromi ecc…

Musicalmente pensando al vino e al suo produttore mi vengono in mente i Dinosaur Jr. Anche loro arrivano dalla metà degli anni 80 from Massachusetts, con un sound che sa regalarci ballate indie-rock che prendono il cuore e pezzi più sonici e trascinanti. J. Mascis ne é il mentore, con quel timbro vocale un po’ stonato e un po’ scazzato, ma in grado di disegnare melodie accattivanti e mai banali. Ecco un nerd, uno che non se la tira, ma che ci regala alcune tra le più “bellissime” perle dell’indie rock americano. Un po’ come il nostro scapigliato Walter, che da un terroir un po’ nerd, riesce a tirar fuori delle gemme senza paragoni, vini che hanno cuore e grinta come le songs dei dinosauri.

Un vino che non si discute, un uomo che è vignaiolo nel dna. Uno di quei vini da provare almeno una volta nella vita mentre ascoltate Where you been dei Dinosaur Jr. Fatte attenzione però... troppe emozioni tutte insieme potrebbero essere pericolose.

2 commenti:

  1. effettivamente il prezzo e' molto impegnativo
    almeno per le mie tasche
    credo che optero' per la versione base derthona
    almeno per cominciare :-)
    grazie per la recensione
    deve essere veramente un grande vino !!

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  2. Vedrai ti piacerà un sacco anche il derthona base... anzi.. da molte guide, oggi che non vanno più di moda i vini di grande struttura, assegnano punteggi migliori al derthona che non ai due cru...

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