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venerdì 27 dicembre 2013

BAROLO GINESTRA CASA MATE' - D.O.C.G. - Elio Grasso

Vino nobile e di razza é la perfetta espressione di una giornata tardo autunnale passata tra i filari di Monforte... é la perfetta espressione del carattere schivo, tenace e fiero dei contadini di Langa. 


Non sono propriamente una persona religiosa, lascio quindi che sia il lato "festaiolo" del Natale a mandarmi "su di giri" e non credo di essere il solo a trovarmi in questa situazione!!. Non so bene come spiegare questa cosa... sarà che l'Italia in queste giornate ama passare il tempo con le gambe sotto il tavolo, ma é in questo periodo che si chiude un occhio davanti al portafoglio che si svuota e ci si lancia in qualche eccesso eno-gastronomico, sia in quantità che in qualità. 

Così alcune sere fa (il 20 dicembre per esattezza) ho deciso di festeggiare l'inizio delle ferie invernali pescando dalla cantina una bottiglia che se la dormiva nella sua cassetta di legno da almeno un paio d'anni e non vedevo l'ora di stappare. Ed eccomi qui, mouse nella mano destra e bottiglia "Albeisa" vuota nella sinistra, per raccontarvi del Barolo "Ginestra Casa Matè" di Elio Grasso, vignaiolo di Langa che non ha certo bisogno di presentazioni...

L'azienda agricola situata in quel di Monforte d'Alba, località Ginestra é una splendida cascina di Langa immersa tra i vigneti e i boschi che li circondano; terra particolarmente vocata per la produzione del Barolo che annovera alcuni tra i cru più prestigiosi da cui si ricava una materia prima di eccellente qualità. 

L'avventura di Elio nel mondo agricolo inizia negli anni 80, altri tempi per l'enologia italiana e anche per il Barolo. In quest'ottica va vista la scelta di abbandonare una sicura e fruttuosa carriera di avvocato per tornare nella cascina di famiglia a fare il contadino. Perché così vuol essere definito... contadino ancor prima di produttore, a testimonianza del forte legame con il mondo rurale in cui é nato e che ne fa un agricoltore langarolo e un vignaiolo vecchio stampo.

Alla guida della cantina insieme ad Elio troviamo il figlio Gianluca, con l'aiuto delle rispettive moglie, per conduzione familiare nella gestione di vigne e cantina, che vanta 18 ettari vitati e una produzione di 80-90 mila bottiglie, di cui 35.000 a marchio Barolo, suddivise in 3 cru. Il "Ginestra Casa Maté" e il "Gavarini Chiniera", prima vendemmia targata 1978 di stampo più tradizionalista che portano la firma di Elio, a cui si é aggiunto nel 1995 il Rüncot Riserva, Barolo in stile "boys", dal taglio più modernista attraverso l'utilizzo delle barriques, voluto da Gianluca e che sicuramente si smarca dallo stile "monfortino" di Elio. Il resto della produzione vinicola parla ovviamente di rossi langaroli, con Dolcetto d'Alba, Barbera d'Alba e Nebbiolo, a cui si aggiunge l'unico bianco a base Chardonnay. 

La bottiglia di cui scrivo oggi é il loro Barolo "Ginestra Casa Maté", annata 2005 (grande annata 4 stelle...), probabilmente il vino che meglio rappresenta il carattere di Elio e il terroir di Monforte. 14.000 bottiglie prodotte grazie alle uve ricavate da un vigneto con circa 40 anni di età, allevato a 300-350 metri su terreno calcareo-argilloso con esposizione a sud. In vigna vengono utilizzati esclusivamente rame e zolfo, con concimazione a base di letame naturale. La vendemmia manuale viene eseguita nella seconda decade di ottobre, mentre la vinificazione avviene in serbatoi di acciaio per un paio di settimane a temperatura controllata con rimontaggi giornalieri. Due anni di affinamento in botti di rovere di Slavonia da 25 ettolitri, a cui seguono 8-10 mesi in bottiglia prima della commercializzazione.

Il vino si presenta vestito di un rosso granato piuttosto cupo, "nebbioleggia" nel bicchiere con bella eleganza. Naso piuttosto fine ma persistente e di grande complessità aromatica, di non facile interpretazione. Una sensazione calda e vinosa, con leggera punta alcolica (14%vol.) che sorregge un bouquet dove piccoli frutti rossi sotto spirito rimangono in secondo piano, dominati da sensazioni eteree di fragranti profumi floreali, come violetta e rose appassite, accompagnate da spezie dolci e piccanti, a cui si sommano note terrose e argillose sfumate di cuoio e tabacco. Non di grande intensità, ma la finezza e la complessità di un grande Nebbiolo non tradiscono le aspettative. Ottima corrispondenza gusto-olfattiva... la beva gioca più sulla finezza e meno sull'eleganza. Domina infatti una trama tannica importante, con leggera astringenza iniziale, che non impedisce al sorso di essere avvolgente e materico, ottimamente bilanciato da buona acidità e sapidità, che conferisce una piacevole tensione gustativa che ci introduce verso un finale di grande persistenza.

Mi aspettavo un Barolo classico, come tradizione comanda e non sono rimasto deluso. Leggermente sgraziato, con un tannino non proprio vellutato e una struttura importante che gli avrebbe permesso ancora parecchi anni di riposo in cantina. Vino nobile e di razza é la perfetta espressione di una giornata tardo autunnale passata tra i filari di Monforte... é la perfetta espressione del carattere schivo, tenace e fiero dei contadini di Langa. 

Prezzo in enoteca tra le 50-60 euro, in linea con i più rappresentativi Barolo che possiamo trovare sugli scaffali. Sicuramente esborso importante ma meritevole (se possibile) di un sacrificio economico, soprattutto per chi ama vini che sanno essere espressione diretta del territorio di provegnenza. Ed essendo quello di Monforte un terroir di grande importanza... ne consegue un vino di gran carattere.

Un grande Barolo nel segno della tradizione.

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