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lunedì 8 giugno 2015

FALERIO 2013 - Colli Ascolani D.O.P. - Aurora Vini



...vino generoso che ama farsi bere e non degustare, a cui piace riprendersi quel ruolo di vino quotidiano che un po’ si è perso, adatto a tutti i palati e a tutte le tasche. 


Più che il solito post dedicato a vino e cantina, quella odierna assume i connotati di una segnalazione al consumatore (stile “garantito da me” di Ziliani per intenderci), o meglio ancora di una risposta “pratica” (fatti mica chiacchere…) alla infelice uscita dell’industriale del vino Zonin, che con le sue dichiarazioni da imprenditore vitivinicolo, poco ha da spartire con il termine vignaiolo, scatenando l’ira di parecchi appassionati e piccoli produttori, che inferociti non si sono trattenuti dall’invadere i social network disgustati dalle affermazioni di Zonin e (aggiungo io) più in generale del modo di pensare di quella categoria di industriali che rappresenta. 


Volevo anch’io unirmi al coro, dire la mia, ma poi mi sono trattenuto, meglio non perdere tempo… lasciare che Zonin si beva il suo vino e buttarmi sul Falerio di Aurora, proprio perché vini e cantine come queste, sono la prova concreta e materiale che il signor Zonin ha sparato una bella cazzata (per chi non si fosse aggiornato... Il “piccolo” oggi è diventato un handicap che impedisce al nostro Paese di crescere e competere). 


Cercherò di essere rapido e conciso, perché ho già scritto di Aurora, che scoprii ad una delle prime edizioni de "La Terra Trema". Questo stesso blog é nato scrivendo dei vini di Aurora dopo aver passato alcuni giorni da loro alcuni anni fa, ed essermi praticamente “innamorato” di tutti e tutto… la loro storia, il progetto, le persone, il paesaggio, i vini e anche l’olio… tutto troppo bello. Molto più di un’azienda agricola, una “comune” di amici e famiglie che hanno scelto l’agricoltura come alternativa di vita a quello che era il contesto economico e sociale degli anni 70. Tra i primi nelle Marche a praticare agricoltura bio, quando ancora non era una moda, ma solo perché i 30 ettari intorno alla loro cascina dovevano innanzitutto dargli sostentamento, garantire cibo e magari un reddito minimo a tutti… 


Naturale quindi avere rispetto per quella terra che oggi, con il sempre più crescente interesse per il mercato bio e i vini naturali, ha permesso ad Aurora di diventare una delle più interessanti realtà vitivinicole marchigiane e di farsi capofila di un nuovo  progetto a nome “Terroir Marche”, un consorzio di vignaioli che vuole promuovere e valorizzare la coltivazione e la trasformazione biologica e biodinamica della vite.


All’incirca 10 ettari vitati in quel di Offida. Il pecorino Fiobbo per i bianchi e il Piceno Superiore (da uve montepulciano e sangiovese) per i rossi sono a mio giudizio i loro vini migliori, ma è tutta la produzione dal Barricadero scendendo fino al Falerio a convincere. Proprio quest’ultimo che rappresenta un po’ il vino “base” della casa, è davvero una piacevole sorpresa. Prodotto attraverso un mix di uve locali con predominanza di trebbiano e aggiunta di passerina e pecorino (ad esempio per questo 2013 in percentuale, 60-20-20) con fermentazione spontanea in acciaio e maturazione in vetro. Vino dinamico e disinvolto, di poche pretese “organolettiche” ma di grande soddisfazione alla beva.


Mi è piaciuto proprio per questa sua snellezza e piacevolezza, vino più da bere che da annusare… ideale per invitare a cena un paio di amici e abusarne in quantità smodate senza alcuna contro indicazione. Bello fresco in queste calde giornate di inizio estate è una bontà. Ti vien voglia di far piazza pulita di tante costose e complesse bottiglie stipate da anni in cantina e sostituirle ogni primavera con il Falerio di Aurora per dissetarti tutta l’estate. Paglierino e dal profumo primaverile, ha nella beva assassina e disimpegnata il suo punto di forza. Pulito e fluido, dal retrogusto sapido e leggermente agrumato, con una piacevole nota acida ben integrata e mai fastidiosa, ma soprattutto senza eccessi fruttosi e bananosi. Non è un vino di grandi pretese sia chiaro, ma un vino generoso che ama farsi bere e non degustare, a cui piace riprendersi quel ruolo di vino quotidiano che un po’ si è perso, adatto a tutti i palati e a tutte le tasche. 


Un gruppo di amici che lavorano a regime biologico, manualmente, con rese che non superano i 60ql/ha e su vigneti con quasi 30 anni di età e senza aggiunta di porcherie, il tutto alla superdemocratica cifra di 6 euro, praticamente allo stesso prezzo di qualsiasi “insignificante” e massiva bottiglia di vino da supermercato (Zonin compreso!!). Ecco la dimostrazione che le piccole cantine sono la gioia e la fortuna della viticoltura italiana e di noi “bevitori con passione”. Noi che sudiamo tutti i santi giorni per far crescere economicamente il nostro paese, ma cerchiamo i vini buoni dei bravi vignaioli... gente che si merita il nostro sudore che non abbiamo intenzione di versare, per far crescere il conto in banca all'ennesimo industriale!! 

Uno dei miglior bianchi in assoluto under 10 euro. Non resta che sperare nella nuova generazione, affinché il sogno di Aurora possa avere ancora lunga vita. 

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