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martedì 8 dicembre 2015

VIS 2011 - Barbera d'Asti Superiore D.O.C.G. - Crealto



Ancora Crealto, ancora un grande vino... prendetemi alla lettera, la loro Barbera affinata in terracotta è una chicca che sorprende e affascina...



Breve riassunto delle puntate precedenti… partendo dai “classici”... sul Grignolino "Marcaleone" ho già dato... e anche ridato... per me rimane il top, pochi vini mi creano una dipendenza così forte... ne servirebbe almeno un bicchiere al giorno... un po’ come il caffè della mattina... non puoi farne a meno... ti rigenera... Mi sono già espresso anche in merito alla Barbera d'Asti "La Svolta",  vino assai piacevole e piaciuto, tanto da farne oggetto per i miei regali natalizi un paio di anni fa (ed è piaciuta). Geograficamente siamo nel Monferrato Casalese, e questi due classici della tradizione piemontese sono naturalmente il cuore pulsante della produzione di Crealto. Impossibile fermarsi ai classici... in gita direttamente da Eleonora e Gigi per scoprire che i due giovani e lanciatissimi compagni di Crealto hanno deciso di darsi alle sperimentazioni, ottenendo fin da subito risultati entusiasmanti.... I loro vini a “4 mani” entusiasmano... e non poteva essere altrimenti, considerando che le collaborazioni portano la firma di volti noti della viticoltura al naturale, come Nadia Verrua per il super grignolino Crevijn e quell'estremista (in senso enologico... meglio specificare visti i tempi...) di Guido Zampaglione per il Flora, un Sauvignon da uve macerate assai gustoso. Eppur qualcosa ancor mi manca... la Barbera d'Asti sup. Vis.. pezzo unico, raro e pregiato… primo esperimento di affinamento in anfora. Si guarda al futuro per tornare alla tradizione. C'è curiosità in merito, e la volontà di assaggiare la Vis, vale il viaggio ad Alfiano Natta. 


Flashback targato settembre 2014… siamo giù in cantina, Eleonora sta preparando un paio di cartoni di vino che mi porterò a casa... Gigi nel frattempo è in fase etichettatura... Fuori è una bella e ventilata giornata di settembre... il Monferrato esplode davanti a me e la vigna del Grignolino scende ripida sotto i piedi, carica di piccoli e dolcissimi acini... si sta da dio qui su a Crealto... Un solo momento di scoramento... chiedo la Vis e la Vis è finita. Solo 671 bottiglie prodotte... un numero talmente esiguo che neanche ad andar su dal produttore riesci a trovarla!! La mia faccia deve aver espresso tutta la delusione del momento, tanto da far leva su quella buon'anima di Eleonora, che alla fine sacrifica una delle poche bottiglie che aveva tenuto per loro… "per te una ce l'ho" la infila nel cartone, ed eccomi qua. 


Bando alle ciance che i lettori eno-strippati vogliono sapere i dettagli... eccovi la pseudo scheda... allora… Vis, Barbera d'Asti sup. 2011, una bomba da 15 gradi, segni particolari  buonissima. Caratteristico/originale affinamento in giare di terracotta (vedi foto), da 250 litri. 20 giorni di macerazione a temperatura controllata in vasche di acciaio inox, poi 12 mesi in anfora e 8 in bottiglia. Diciamo che è La Svolta in versione anfora (Eleonora correggimi se sbaglio...). Non so esattamente cosa aspettarmi, mai bevuta prima una Barbera affinata in terracotta e che io sappia, forse questa Vis è anche l'unica esistente. Vado ad assaggiare, gustandomi il vino e cercando anche di capire le possibili influenze dettate da questo tipo di affinamento. 


Bicchiere di gran livello, barbera di classe mi verrebbe da dire, alla vista e soprattutto al sorso, che si contraddistingue per grande pulizia e complessità, mantenendo intatte quelle caratteristiche estrattive già riscontrate nella Barbera “La Svolta”. Quindi c'è la potenza e il calore, c'è il frutto maturo, dolce e succoso, c'è densità e materia. Si saturano le narici se prolungate la sniffata. C'è una vinosità incandescente, un mix di sentori minerali e note balsamiche, spezie pungenti, frutta rossa matura... Impressiona la beva, liscia, levigata, estremamente pulita e dalla trama tannica vellutata. Scalda, punge, riempie, tondeggia e al retrogusto ti rimane il palato pulito e un po' anestetizzato da un mix di spezie e frutta sotto spirito. Stilisticamente ineccepibile, senza perdere in tensione gustativa, dimostra fin da subito, di essere un “esperimento” ben riuscito.Una Barbera davvero stilosa.


Adesso la sparo grossa... abbiate pietà di me enologi e luminari della Barbera piemontese... ecco provo a chiudere gli occhi, immaginarmi questo vino senza etichetta alla cieca, senza averne mai sentito parlare... fare il gioco del sommelier esperto che non sono... Per la serie “prova ad indovinare di che vino si tratta”... ecco se questo sarà il mio ultimo post è solo perché un fulmine mi avrà colpito... alla cieca direi Barbera d'Alba affinamento in barriques non nuove. Probabilmente ho detto la cazzata del giorno... speriamo non legga il post Luigi... ma questa sensazione mi fa un po’ capire il lavoro dell'anfora e perché no, mettere qualche puntino sulle "i", altrimenti perdo in credibilità e passo per un pusher di Crealto, visto che continuo a parlare superpositivamente dei loro vini.


Come mi ha spiegato Eleonora, la giara è un contenitore piccolo e poroso che consente una buona ossigenazione, a cui si aggiunge la cessione di potassio dettata dalla terracotta. Risultato… un vino che alla dolcezza tipica delle uve Barbera che crescono a Crealto, denota una piacevole morbidezza e rotondità, a discapito dell'acidità. Se l'effetto ricorda quello dei vini barricati, indubbiamente la terracotta evita di trasmettere quei tipici sentori di legno e vaniglia che il legno piccolo e nuovo rilascia, permettendo così alla Vis di mantenere mineralità e terrosità.


Puntini sulle "i"... per i tradizionalisti... ok, l'anfora è un recipiente super-tradizionale e antichissimo, ma qui siamo in Piemonte e non in Mesopotamia... a cui possiamo aggiungere che ultimamente si sente parlare sempre più spesso di vignaioli (soprattutto nel panorama artigianal-naturista) che da nord a sud, affinano in anfora... Quindi anfora, perché è di moda o perché è simbolo di ancestrale tradizione?? Ma anche chi se ne frega... Crealto mi piace perché sono giovani, con valori ben saldi e uno spirito aperto anche alle sperimentazioni... e pazienza se qualche integralista tradizionalista piemontese è già in sofferenza. 


Secondo puntino sulla "i”… mi è rimasta la sensazione che con l'anfora si sia persa un po' di quella rustica e tagliente acidità che mi piace ritrovare nella Barbera d’Asti. Ne è uscito un vino così "figo" che vien meno quel contrasto tra la dolcezza e la succosità del frutto e la spiccata acidità, il tannino che raspa.... a volte anche un po' scomposta, imperfetta, grezza, ma che storicamente rende questo vitigno il più amato dai frequentatori di circoli ed osterie. Diciamo una mia suggestione, un po' romantica… un po' alla Mario Soldati... Un déjà vu se volete, mentre sappiamo bene come oggi anche da questo storico vitigno, si possono ottenere vini di alto livello qualitativo.


Scherzi a parte senza troppe seghe mentali da eno-invasati, la Vis è una bomba di Barbera... che può intrigare anche i palati più viziati e ben abituati. Conservatene qualche bottiglia ragazzi, che il primo giorno che "mi gira" salto in macchina e vengo a fare scorta. 


Come sempre i complimenti sono obbligatori... avete tutto quello che noi "bevitori" si va cercando... vini ottimi (e con la Vis anche qualcosa di unico)... un approccio agricolo pulito e rispettoso, tanta passione. Se è vero che l’uva buona nasce nei posti belli, è altrettanto vero che il vino rispecchiano l’anima del vignaiolo, quindi per fare del buon vino, ci vogliono delle belle persone.  “La tradizione l’amiamo giovane” (cit.) è una citazione che calza a pennello per i ragazzi di Crealto.


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