...Un mondo che corre spedito verso il consumismo con i paraocchi, mentre il vino ci ricorda che per essere buono ha bisogno di prendersi il suo tempo.
Concluse le feste natalizie e in attesa di tornare a bere e mangiare forte per il cenone dell' ultimo dell'anno, eccomi con la mia eno-speranza per il 2012 che verrà. Prossimamente riprenderò con le degustazioni e a scrivere dei vini che bevo, anche se a leggere certi editoriali di fine 2011 su Bibenda, sarebbe meglio se il sottoscritto risparmiasse il suo tempo in quanto eno-blogger. Comunque non voglio star qui a rivangare la polemica su quanto ha scritto Franco Ricci e su quello che quasi tutti gli hanno risposto (una specie di vatteneaffan... giusto per sintetizzare), blogger e internauti di mezza Italia.
A me piace bere il vino, parlarne, condividerlo, conoscere i produttori, andare a visitare le loro cantine e successivamente condividere esperienze e impressioni tramite un blog. Tutto qui. E' sono felice di scrivere sulla base di un ricordo o di un qualche appunto preso alla sfuggita, perché l'ultima cosa che vorrei é diventare un tecnicista del vino, un sommelier ingessato tutto preso da dati tecnici, esami organolettici e tabelle da compilare. Il vino é solo vino e credo sia doveroso prenderlo per quello che é, con una certa dose di leggerezza e filosofia. Sarò poco professionale o attendibile nei miei giudizi, per qualcuno un blogger incopetente, può essere, ma non mi metterò mai a tavola con amici a sorseggiare del buon vino con il bicchiere in una mano e il blocchetto degli appunti o il notebook nell'altra per condividere in tempo reale le sensazioni che il vino mi da o le sue caratteristiche organolettiche, mi toglierebbe tutto il piacere e la poesia.
Quando mi verso del vino per poi appoggiare il bordo del bicchiere sotto il naso e aspirando sento entrare in circolo tutti i profumi e gli aromi del suo bouquet, trovo una via di fuga dalla triste quotidianità delle prealpi varesine in cui abito, una terra a suo modo fantastica, ma uccisa dall'industrializzazione, dai centri commerciali e dalla cultura della fabbrichetta. Il vino per me é un simbolo e una forma di ricongiungimento con uno stile di vita più rustico e tradizionale che oggi purtroppo, é sempre più difficile trovare e di cui abbiamo bisogno per tornare ad una forma di contatto tra uomo e terra.
Quando penso al vino mi immagino Maria Teresa Mascarello e Beppe Rinaldi, la family marchigiana dell'Aurora e la mediterranea Arianna Occhipinti, non di certo Antinori su una Ferrari o il Marchese Vittorio Frescobaldi che va al matrimonio reale di William e Kate. E così voglio continuare ad immaginarlo, a cospetto dei numeri, dei riconoscimenti o delle mode.
Se state pensando che interpreto la materia da sognatore e visionario, che il vino é soprattutto bussines, marketing e materia da industriali che poco hanno a che fare con la vita di campagna e la cultura rurale, beh avete la vostra parte di ragione; però mi piacerebbe che nel 2012 tutti gli eno-appassionati come me, possano continuare a vedere il vino e i suoi produttori con amore, almeno per chi, con il loro onesto lavoro di vignaioli, rappresentano una forma di resistenza culturale all'omologazione e all'industrializzazione, per vivere ancora un bicchiere di vino con sincera passione, per regalarsi un momento speciale.
Se poi per uscire da questo meccanismo economico-commerciale, devo spendere 50 euro per un Barolo fatto nel rispetto del territorio e come la tradizione delle Langhe comanda, allora ben vengano le 50 euro spese, continuerò ad avere l'utilitaria, a non fare il cambio di stagione nell'armadio e ad andare in vacanza in campeggio, ma al contempo continuerò a comprare e mettere in cantina del buon vino, con l'idea e il pensiero che ogni volta in cui tiro su una boccia, la stappo, l'annuso e la bevo, per almeno un paio d'ore penserò a qualcosa di poetico, il tempo scorrerà più lento, sarò in pace con me stesso e potrò immaginare filari di viti amorevolmente accudite, senza pensare che il giorno dopo dovrò timbrare il cartellino e tornare ad un mondo dove tutto é terribilmente brutto, tanto ammazza la bellezza, la cultura, la natura e il rispetto per le persone.
Un mondo che corre spedito verso il consumismo con i paraocchi, mentre il vino ci ricorda che per essere buono ha bisogno di prendersi il suo tempo. Buon 2012 a tutti gli eno-innamorati di questo mondo.
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