Una buona versione di
Morellino, ineccepibile tecnicamente, versatile nella sua versione
alimentare, vino senza grandi spunti ma facilmente abbinabile e
visivamente stiloso...
Definiamola così… “bottiglia infrasettimanale”, non solo per dare una collocazione temporale alla bottiglia stappata, ma per indicare quei vini
“minori” di cui avete buona scorta in cantina, acquistati senza grossi esborsi
economici. Bottiglie per tutte le occasioni che si recuperano dalla cantina al volo, senza troppo
pensare ad annata, abbinamento, potenziale d'invecchiamento ecc…
Capita così che in un qualsiasi ed insignificante giorno infrasettimanale, di
ritorno dal lavoro, trovate (con grande stupore) la vostra compagna (o moglie)
presa bene ai fornelli, con tanto di ricetta alla mano e grembiule di rito…
situazione a cui non sempre siete abituati e, conseguentemente, non passa inosservata... Ragion per cui, in segno di amorevole
riconoscimento per l’impegno culinario profuso, ricambiate
recuperando e stappando un’onesta bottiglia in segno di rispetto e stima nei
confronti della cuoca. Come dire... amore sei in "sbatta" per una buona cena? Ti
meriti un buon bicchiere…
Pesco così questa bottiglia di Morellino... mio suocero
me ne ha regalato un cartone da 6
a Natale, evidentemente deve aver fatto eno-spesa da
Poliziano, visto che durante il pranzo del 25 aveva tirato il collo ad un
paio di bottiglie di Asinone (di cui vi ho già raccontato a suo tempo). Devo
ammettere che questo Lohsa ben si cala nel ruolo di “rispettabile” vino infrasettimanale,
non è il bottiglione della damigiana del nonno, ma nemmeno un vino di grandi aspettative…
quanto basta per una dignitosa bevuta glu glu senza troppe menate.
Torniamo
quindi a parlare dei vini di Federico Carletti, ma questa volta non siamo alla casa madre di
Montepulciano, ma nelle Terre del Poliziano, ovvero altre tenute acquisite in
altre aree vitivinicole della Toscana sul finire degli anni 90 e
in questo caso, parlando di Morellino, non possiamo che essere in Maremma… terra
di conquista da parte di parecchi viticoltori in “grana” e
vogliosi di fare nuovi investimenti. Il progetto Lohsa nasce a Magliano, vicino a Grosseto, una proprietà di 70ha a corpo unico, con cantina ristrutturata e 27 ettari di vigneto, 18 dedicati a Sangiovese, Ciliegiolo, Canaiolo e Malvasia Nera, mentre i restanti iscritti alla denominazione Maremma, sono dedicati a Cabernet, Carignano, Petit Verdot e Alicante. Da questi uvaggi si ricavano i due blend della cantina (che sono anche gli unici due vini prodotti), il Morellino di Scansano D.O.C.G. Lohsa di cui vi racconterò, e il Maremma I.G.T. Mandrone di Losha (il supertuscan dell'azienda).
Il Morellino viene prodotto in 60.000 unità con classica fermentazione e macerazione in vasche di acciaio a temperatura controllata (15/20 giorni), a cui seguono 8 mesi di affinamento in barriques e tonneaux di rovere
francese di secondo passaggio nelle cantine in Montepulciano.
La cosa che più impressiona e affascina di questo Morellino é la vista nel bicchiere... davvero un bel vedere... un rosso rubino brillante e vivo, di grande pulizia, concentrato ma non troppo scuro o denso, dimostra dinamicità e si aggrappa alle pareti del bicchiere come Spiderman, disegnando archi e lacrime che scendono lente. Davvero bello ed elegante, un colore affascinante... quasi irreale, tanto da farmi esclamare "chissà cosa usano per ottenere un vino così perfetto". A parte i dubbi, su come possano ottenere un vino così, diciamo pure che le "figate" di questo Lohsa, finiscono qui. Non a caso l'ho definito vino infrassettimanale, proprio per le sue qualità mediocri. Un vino tanto buono quanto "corto" nelle sue caratteristiche gusto-olfattive. Una gradazione alcolica piuttosto spinta (14%vol.) rimane fine a se stessa, non riuscendo a spingere un bouquet sempliciotto, tra note fruttate e accenni di speziatura, senza eccellere in intensità e persistenza. Alla beva si dimostra assai piacevole, caldo e morbido, semplice e godibile. Di contro si fa sentire un po' troppo il legno, manca in fragranza ed esplosività, rimanendo sulle gambe e perdendo in freschezza e croccantezza, oltre al caratterino pungente, che ti aspetti da un vino a base Sangiovese che qui viene meno.
Una buona versione di Morellino, ineccepibile tecnicamente, versatile nella sua versione alimentare, vino senza grandi spunti ma facilmente abbinabile e visivamente stiloso, sia nel bicchiere che nella sua veste grafica. Diciamo un vino "medio" travestito da grande. Sicuramente consigliabile per il suo prezzo contenuto tra le 8-10 euro, ideale per una cena in cui non si sa cosa verrà cucinato. Un vino che rischia di perdersi nella marea di bottiglie per questa denominazione e per questa fascia di prezzo. Senza infamia ne lode, tra punti a favore e un po' di omologazione... va bene così... da scolare senza pensarci troppo su... gettare nel bidone del vetro la bottiglia ultimata e avanti un'altra... ricordatevi però che allo stesso prezzo ci sono tanti bei vinelli freschi e pimpanti, godibili e di grande soddisfazione... teniamo sempre d'occhio i piccoli produttori...