...dimostra di avere una certa
classe, un bel equilibrio e buona eleganza. Assai piacevole e facile alla beva,
amabile e di sicura presa.
Vi avevo già raccontato qualche mese fa
del mio giretto di 3 giorni tra Padova e i Colli Euganei, giorni invernali
piuttosto uggiosi, poco adatti a passeggiate tra le vigne, ma più indicati per
una rilassante sosta in campagna (nel paesino di Lozzo Atestino presso il
Podere dei Carraresi a due passi dal castello di Valbona, un posto rurale ma
molto carino), quattro passi per la città con visita alla cappella degli
Scrovegni (uno dei più grandi tra i capolavori di Giotto), un po’ di su e
giù tra i paesini dei colli (Arquà Petrarca, Monselice, Teolo ecc… ) e la
conferma che i paesi “termali” non fanno per me (avete mai fatto un giro all'
Hotel Ring di Abano Terme? non saprei come definirlo… un mostrificio da
pelle d’oca…). Qualche bella serata in osteria, con relativa boccia di Rosso dei Colli, e come di consueto un po’ di eno-shopping per la cantina casalinga.
Cercare qualcosa di tipico e autoctono da queste parti significa puntare su
quei vitigni internazionali che spesso “mi infastidiscono”, perché come il
prezzemolo, vengono utilizzati un po’ ovunque per tagliare le nostrane uve
“made in Italy”, senza dimenticare che viticoltori “illuminati” (da cosa?),
hanno addirittura sostituito vecchie e autoctone vigne, con queste tipologie di
uve, per creare dei blend dal carattere internazionale e quindi più vendibili
nei mercati esteri. Quando si parla di Merlot e Cabernet (a volte con
superficialità e pregiudizio) in una nazione di grande tradizione vinicola
come la nostra, si tende quindi a storcere il naso, si pensa al solito vino dal
taglio bordolese, ad agricoltori che puntano sull’internazionalizzazione
del prodotto anziché valorizzare il terroir ecc… ma questo discorso non può essere applicato
ai viticoltori dei Colli Euganei. Qui le tipiche uve bordolesi si coltivano da tantissimo
tempo, tanto da poterle considerare (se non proprio autoctone) uve
caratteristiche di questa zona, uve che con i loro vini riescono a
rappresentare il terroir e le abitudini alimentari e socio-culturali dei suoi
abitanti. Quindi se volete bere un buon vino rosso dei colli puntare su Merlot
e Cabernet è la mossa giusta.
Così, mentre me la passeggiavo per Padova, da
Prato della Valle verso il Palazzo della Ragione passando per piazza del Santo,
incrocio e mi addentro in una bella e piccola enoteca di cui non ricordo più il
nome, ma che mi è piacevolmente rimasta impressa perché ben rappresenta
l’impronta “social” che il vino ha da queste parti. Niente nomi tipo “wine
bar”, arredamento pseudo-lounge o selezione da grande enoteca di città con
sommelier in giacca… ma un piccolo locale alla mano, non troppo curato, con
zero posti a sedere e un sacco di persone che chiacchierano del più e del meno, ma soprattutto parlano di vino,
con il loro bicchiere in mano appena “spillato” dalle damigiane
e dalle botti dietro il bancone. Il vino e l’enoteca quindi come punto di
incontro, luogo di aggregazione sociale, di scambio culturale, non semplice
locale da movida serale….
E poi quella parete alta e scrostata con tutte quelle
bottiglie in vendita, una mensola a gradoni dove oltre ad una piccola sezione
dedicata ai grandi classici tosco-piemontesi, il resto è occupato dai vini
regionali e da quelli “naturali”. Ci sono i vini di Maule, Monte dall’Ora,
Occhipinti, Fonterenza ecc… ma anche il meglio dei colli Euganei, dai più
blasonati e costosi vini de La
Montecchia a Ca’ Lustra, Ca’ Orologio, il Filò delle Vigne,
Vigna Roda ecc… Roba che se entri con un paio di persone giuste, tiri fino alla
chiusura tra un bicchiere e l’altro… Se purtroppo non avete questa fortuna, non
vi resta che fare acquisti, ed è così, che dopo un non indifferente minutaggio
di indecisione, opto per il Merlot selezione Zanovello di Ca’ Lustra.. mai
provato prima, ma mi hanno parlato bene di lui… quindi… sgancio il dovuto (non
ricordo bene quanto ma tra le 13 e le 15 euro) e porto a casa la meritata
boccia.
Ammetto che la scelta non è stata facile, non sono un merlottiano e
ammetto di avere un po’ di eno-snobbismo nei suoi confronti, ma proprio per
questo volevo provare questa versione in purezza per farmi un’idea più precisa
in merito, soprattutto perché prodotto in zone dove questo vino è praticamente “autoctono”.
Andiamo sul Sassonero 2007, prodotto da Ca' Lustra, cantina di dimensioni medie
(25ha di vigneti e 180.000 bottiglie prodotte all'anno) situata nei colli Euganei
in località Faedo. Fondata da Angelo Zanovello negli anni 60, prima di essere
rilevata a metà degli anni 70 da Franco, ed iniziare il processo di crescita
che ha permesso a Ca' Lustra di diventare un punto di riferimento per la
produzione vinicola dei colli Euganei. I 25 ettari di vigneti,
sono ben dislocati su tutto il territorio dei Colli, suddivisi in numerosi
appezzamenti con caratteristiche differenti, ad ognuno dei quali é abbinata una
singola varietà di uve. Ad esempio, il nome di questo Merlot,
"Sassonero" deriva proprio dal nome della collina nei pressi di Arquà
Tetrarca, dove si coltiva l'uva Merlot, un vigneto di 4.5ha. da cui si ricavano
44.000 bottiglie. L'intera produzione varia tra vini bianchi, rossi e dolci con
il caratteristico e autoctono Fior d'Arancio, in primo piano. I vini si
suddividono in 2 linee commerciali, la più semplice "Ca' Lustra" e la
più ricercata "selezione Zanovello". Mi fa piacere segnalare il
costante impegno da parte di Ca' Lustra nel progredire sia in cantina che in
vigna, verso un'agricoltura più sostenibile a dal minor impatto ambientale possibile.
Come dicevo il vino che ho stappato oggi
si chiama Sassonero, ed é un Merlot in purezza. Come dicevo proviene da un
appezzamento di 4.5ha, con vigne di circa 12 anni di età e che vengono
vendemmiate ad inizio settembre, per una resa di circa 70-80ql/ha. La
fermentazione avviene in acciaio inox per 18 giorni con lieviti selezionati.
L'affinamento prosegue in botte per 16 mesi, con l'utilizzo di tonneaux da 500
lt. e 1000 lt. in rovere francese e di Slavonia, metà nuovi, metà di secondo
passaggio.
Elegante nel suo rosso rubino profondo, di
grande pulizia e dalla consistenza viscosa capace di disegnare archi piuttosto
alti alla prima rotazione. Al naso ci aspetta un vino intenso e carico ma
pulito. L’attacco è vinoso con sentore alcolico pronunciato (14%vol.), ma lascia
lentamente spazio ad un bouquet aperto e pieno (é un vino che necessita qualche
minuto per aprirsi) dove le note dolciastre di frutta rossa e nera (lamponi e
more ma anche amarena) prendono il sopravvento, senza tralasciare sentori
secondari più pungenti di spezie (pepe, cannella) e tabacco, con leggero
effetto tostatura, conferito dal legno, mai sopra le righe. Assai piacevole e
piacione, spinto ma al contempo fine e rotondo. Al palato, quello che ti
aspetti da un Merlot ben fatto c’è tutto. Riempie bene la bocca e si dimostra
vino di grande equilibrio. C’è il carattere “grassoccio” che lo rendono succoso
e fruttato, caldo e rotondo. Decisamente avvolgente. Ma non pensate ad un vino
denso, concentrato e carico, la trama tannica é elegante, ha una buona vena
minerale e riesce a scorrere fluido e setoso, verso un finale piuttosto lungo e
assai piacevole con retrogusto che richiama le note fruttate e speziate avvertite
all’olfatto.
Un gran bel bere, soprattutto se amate il
Merlot e i vini dall'impronta più moderna. Sicuramente dimostra di avere una certa
classe, un bel equilibrio e buona eleganza. Assai piacevole e facile alla beva,
amabile e di sicura presa. A voler cercare il pelo nell’uovo, forse questo
Merlot può risultare eccessivamente tecnico e preciso, quasi troppo ben fatto,
ma non posso negare che a livello gustativo rimane davvero una goduria per il
palato.
Che Ca’ Lustra con la selezione Zanovello
abbia voluto fare un salto di qualità mi sembra chiaro, per questo mi
ripropongo una futura sosta in quel di Faedo la prossima volta che passo dai
Colli Euganei.
A mio modesto parere per una cifra tra le
12-15 euro questo è un acquisto che merita, bella anche la veste grafica
dell’etichetta… poi i gusti son gusti e ognuno è libero di orientarsi sui vini
che preferisce. Comunque sappiate che questo Merlot ha un suo perché e non
risulta per niente scontato o eccessivamente ruffiano.
E' un ottimo vino sul tavolo dove può dare
un tocco di eleganza ai piatti locali, come il galleto o la pasta e fagioli, ma
è un vino di grande piacevolezza che si può degustare anche in serata tra un
libro e un buon disco.
Buona la prima quindi, con i vini di Ca’
Lustra…
La prossima volta quando vai a Faedo da Cà Lustra fermati da Emilio, il ristorante di fianco...fiorentine squisite!
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