lunedì 10 settembre 2012

AULENTE 2010 - Rosso Rubicone I.G.T. - San Patrignano

...con 7 euro in tasca e tanta voglia di un vinello fresco per pasteggiare, ho altre cartucce da sparare... 


Ecco qua un vino romagnolo. Qualcuno mi ha dato dell'enosnob per aver degustato pochi vini di alcune regioni, ingiustamente definite "minori" all'interno del panorama enologico nazionale. Il problema ragazzi é ben diverso.... Non datemi dello snob, é che ci sono troppi vini per essere bevuti e raccontati tutti... 

In tutte le regioni italiane ci sono produttori eccellenti, non é un problema pescare grandi vini anche al di fuori del Veneto, la Toscana o il Piemonte. Quindi cari amici dell' Emilia Romagna, della Puglia, della Calabria... io i vini me li compro, non lavoro in enoteca e non faccio l'eno-critico di professione. Sono un semplice appassionato e non posso (per questione di tempo e soldi) stappare una bottiglia tutti i giorni e se compro un vino "caruccio" (dipende dalle tasche ma se passo le 20/30 carte per me son già vini che costano!) allora preferisco investire su vini che da tempo voglio provare o di cui ho sentito ben parlare da chi dico io. Claro? Se poi qualcuno mi vuol pagare per assaggiare tutti i vini in circolazione, sarò ben felice di non timbrare il più il cartellino tutte le mattine e dedicare le mie giornate a scrivere e raccontarvi dei vini di tutte le regioni... anche del Molise... che purtroppo ancora non é presente in questo blog! 

Così per "recuperare" a questo "problema", l'altro giorno ho deciso di provare questo Aulente, memore di una mail ricevuta in passato in cui mi venivano consigliate alcune cantine dell'Emilia Romagna, compresa San Patrignano, di cui tra l'altro ho spesso letto un gran bene. Ecco ragazzi ve lo dico subito... so bene che questa regione non é solo Sangiovese da circolo e Bonarda spumosa per pizzerie anni ottanta, so che in questa regione si producono vini di buon livello, come non ho dubbi sulle "decantate" eccellenze della cantina di San Patrignano (il Sangiovese AVI, ma anche l'internazionale Montepirolo e il mix del Noi). 

Io però ho assaggiato l'Aulente Rosso vino che piace a molti e ha un ottimo rapporto qualità/prezzo... ma che al sottoscritto non ha entusiasmato moltissimo. Ripeto, dico questo a scanso di equivoci e con tutto il rispetto possibile per questo territorio e per il suo Sangiovese. 

Faccio un po' di ordine e partiamo dalla cantina. Non sto a dilungarmi troppo, San Patrignano come comunità di recupero dalle tossicodipendenze sapete tutti cos'è (se ne é discusso molto anni fa... nel bene e anche nel male)... però non tutti sanno che con la morte di Vincenzo Muccioli, la comunità passa nelle mani del figlio Andrea, che da appassionato di vino, decide di dare vita ad una cantina. Una bella sfida, sicuramente vinta, grazie anche all'apporto tecnico dell'enologo Riccardo Cottarella e al contributo dei ragazzi della comunità, parte attiva nel processo produttivo dei vini di San Patrignano. 

Oggi questa cantina é diventata una delle più importanti e apprezzate. Pur non avendo una grande storia alle spalle, sono state bruciate le tappe, ed ora può vantare la bellezza di 110 ettari vitati sulle collini di Coriano (terreni argilloso-calcarei), tutte in conversione biologica, con spazio al Sangiovese e ad altri vigneti di taglio bordolese. Metteteci pure che 20 ettari, sono gestiti in biodinamica, impianti fotovoltaici, progetti di riciclo (come le vecchie barrique trasformate in opere di design), la scelta di valorizzare il terroir con un vino come l'Avi, un Sangiovese di Romagna in purezza affinato in botti grandi, la volontà di autofinanziare con il vino le attività della comunità. Tutto bene quindi, vini tecnicamente ben fatti, attenzione e rispetto al territorio, impegno sociale, riconoscimenti e premi a "grappoli"... 

Ci sono quindi motivi più che validi per provare un loro vino, decido quindi di partire dalla base con l'Aulente Rosso, un Rosso Rubicone I.G.T. del 2010 da 7 euro a bottiglia. Prodotto con il 100% di uve Sangiovese, raccolte tra settembre e ottobre nelle diverse vigne (che trovandosi in posizioni diverse possono maturare in periodi differenti), con una resa piuttosto bassa (50ql/ha). L'Aulente é un vino giovane e di pronta beva, che affina per pochi mesi (circa 3) in botti grandi prima di un veloce "riposino" in bottiglia. Lo porti a casa, stappi, bevi e non ci pensi più. 

Di color rosso rubino vivo, si presenta con un discreto naso, non molto fine, ma leggermente pungente (si sente la vena alcolica, 13.5%vol.), dove si esaltano i sentori fruttati (ciliegia) e floreali (viola e rosa), con buona persistenza. Al palato c'è buona corrispondenza con il naso, fresco, dinamico, giovane, discreto per corpo, con tannini ben in evidenza ma senza esagerare. 

Tutto bene quindi, può convincere e piacere a molti, soprattutto chi ama pasteggiare con vini non troppo impegnativi e strutturati. A me però non ha entusiasmato, ho trovato nella sua spiccata acidità (che solitamente é un punto a favore) la nota dolente di questo Aulente (scusate la rima :-)). Troppo presente, troppo in primo piano, manca un po' di equilibrio, ti rimane quel retrogusto acidulo nel finale che fa un po' effetto "vino novello". Non é una critica "tecnica", ma una sensazione personale, un giudizio di cuore. Ecco a questo vino, che già di suo, é molto semplice, diciamo "senza infamia ne lode", si aggiunge a giudizio personale queste piccola pecca che non me lo ha fatto amare. Ditemi voi se non ho colto in questa acidità la grandezza dell'Aulente o se avete avuto le mie stesse "fastidiose" sensazioni.

Vino ideale per accompagnare i piatti regionali romagnoli (io l'ho bevuto con il filetto di suino), ma anche con piatti semplici e caserecci come una bella teglia di lasagne al ragù. Siccome questo é un vino che non mi ha convinto, musicalmente ci piazzo in sottofondo qualcosa di regionale e un po' fastidioso, scegliete voi se puntare su Vasco o Ligabue, a me entrambi mi mettono acidità come questo Aulente. 

Spero in futuro di rifarmi e di riuscire a bere gli altri vini di San Patrignano, per avere un'idea più completa sui vini di questa cantina (ma credo di si, mi fido dei giudizi altrui). Per il momento con 7 euro in tasca e tanta voglia di un vinello fresco per pasteggiare, ho altre cartucce da sparare...

3 commenti:

  1. Anno scorso degustai la '09 qui: http://avvinatorebloggato.blogspot.it/2011/03/san-patrignano-tra-vini-e-formaggi.html
    Nel corso della serata posso dire che quasi quasi destarono migliore impressione gli Aulente (specie il bianco), rispetto agli altri più quotati.
    Ma l'annata incide non v'è dubbio.

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  2. premetto che non l' ho mai assaggiato
    pero' non ho capito se il giudizio "non positivo" e'
    perche hai trovato a tuo avviso dei difetti
    oppure ti aspettavi un gran vino come quelli che di solito
    sei abituato a degustare e commentare?
    anche i vini da 5 euro per pasteggiare
    possono essere di qualita'
    semplicemente sono di un altra categoria , meno elaborati
    sicuramente non invecchiati ecc.

    RispondiElimina
  3. Ciao,
    come ho scritto nel post, il vino è ben fatto… e come ha scritto Rinaldo (e nella guida Slowine) l’Aulente è un vino che piace e sa stupire.
    Tecnicamente non si discute, se cerchi un vino da tavola questo può funzionare benissimo.
    Sapevo cosa aspettarmi, ma per motivi che non conosco (forse l’annata come dice Rinaldo che sicuramente è più “tecnico” del sottoscritto, forse la mia predisposizione a berlo in quel momento) ma mi è sembrato che puntasse un po’ troppo sulla “gioventù” e la freschezza, quasi da ricordarmi un vino novello… ( non parlerei quindi di difetti, ma più di una scelta stilistica).
    Mi è capitato ad esempio di bere delle Barbera giovani o dei nebbiolini d’annata passati solo in acciaio… e li ho apprezzati un sacco per la loro snellezza e facilità di beva.. questo invece no.. l’acidità non si è tramutata in bevilità ma è rimasta li… nel retrogusto e nello stomaco.
    Non è quindi una questione di “livello”, è chiaro che non posso ritrovare nell’Aulente le caratteristiche di un Sangiovese che ad esempio… si è fatto un anno in barrique… è proprio una questione di gusto e sensazioni personali.
    Mi è capitata la stessa cosa a parti invertite con il Summus di Banfi. In quel caso si trattava di un “grande” vino, acclamato dagli “esperti” e venduto a 30 e passa euro, ma anche qui poco equilibrio… troppo muscolo, legno, tannini a mille ecc… perdendo in eleganza… un vino sicuramente importante ma dalla scelta stilistica (e a gusto personale) che poco mi ha entusiasmato…. ma su WS prende sempre più di 90…. Questione di gusti e di palati…

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