Quella di Monte
Dall'Ora é una storia contadina e "dissidente", di quelle che fanno
innamorare noi che di vino scriviamo... così come Carlo e Alessandra si
sono innamorati del colle su cui ora sorge la loro splendida azienda
agricola.
Non me ne vogliano i credenti, ma in occasione del venerdì santo che precede la Pasqua, mi sono ...mmm... come dire... assolutamente dimenticato del digiuno ecclessiastico e ho sfoderato un paio di bistecconi di manzo alti 4 centimetri e cucinati decisamente al sangue... sono un umile peccatore... e che Dio mi perdoni.. Una cosa però é certa... pentito non lo sono assolutamente, tanto che a bistecca ultimata mi sono ammazzato di formaggi e mi sono alzato da tavola decisamente appanzato... Il motivo di tanta ingordigia?? Semplice, mentre cucinavo i bistecconi ho stappato un Valpolicella Classico che sostava in cantina da qualche anno, un vino di quelli che ti prendono "emotivamente", costringendomi a mangiare solo per il piacere di accompagnare questo rosso buonissimo. E' come entrare in uno stato di "trance" agonistica... il piatto è vuoto, mi sono rifocillato il giusto... poi guardi la bottiglia e vedi che ne hai ancora una buona metà da bere... ma é troppo buono per tenerti un paio di bicchieri per il giorno dopo. Allora inizi a versarti un bicchiere, poi la mossa fatidica... metti sul tavolo i formaggi e in men che non si dica entri in un vortice... pane, formaggio e vino rosso... pane, formaggio e vino rosso... non ne sei mai sazio... almeno fino a quando magicamente, uno dei tre elementi si esaurisce ed interrompe l'incantesimo... per quanto mi riguarda non c'è combinazione migliore al mondo... pane, formaggio e vino rosso.
Uno di questi tre elementi (ovviamente il vino) é il Valpolicella Classico Superiore 2009 "Camporenzo" di Monte Dall'Ora, che si presenta vestito di un rosso rubino intenso che sfuma quasi nel violaceo, impenetrabile nel suo cuore scuro e concentrato. Un vino che ha il grande pregio di esprimere con grande naturalezza un intreccio gusto-olfattivo, fatto di note e sensazioni che lo rendono "passionale" e mai stancante. Qui trovate tutto quello che andate cercando in un rosso ben fatto senza mai risultare banale o scontato... il "fruttone" rosso che conferisce dolcezza al naso e al retrogusto c'è... le note speziate più pungenti che richiamano il pepe e i chiodi di garofano ci sono, il calore avvolgente dell'alcool con i suoi 13.5%vol. c'è, così come delle note di nocciole tostate e un leggero soffio animale. Ma soprattutto abbiamo a che fare con un Valpolicella vivo e vigoroso, al naso come al palato, dove si contraddistingue per un ingresso discreto, quasi fresco, prima di esplodere energico e succoso, ricco e materico, gustoso, con una trama tannica ben integrata, che scivola via grazie ad una interessante vena acido-sapida che rendono il sorso vivo e mai sulle gambe, verso un allungo finale di grande appagamento.
Insomma mi ha entusiasmato, ma il tutto acquisisce ancor più valore se consideriamo la storia e il progetto portato avanti da Carlo Venturini e sua moglie Alessandra in frazione Castelrotto, comune di San Pietro in Cariano, nel cuore della Valpolicella. Quella di Monte Dall'Ora é una di storia contadina e "dissidente", di quelle che fanno innamorare noi che di vino scriviamo.... così come Carlo e Alessandra si sono innamorati del colle su cui ora sorge la loro splendida azienda agricola.
Oltre 15 anni fa, sono iniziati i lavori di recupero di quest'area abbandonata, con la ristrutturazione della casa, della cantina e delle "marogne", i caratteristici muretti a secco che sostengono il terreno sul quale sorgono le vigne, ricavate dai cloni di vecchie piante della zona, che circondano la casa. Un progetto coraggioso e "sovversivo", perché non dimentichiamolo, la Valpolicella é letteralmente esplosa grazie all'Amarone, vino di successo commerciale ma non di tradizione, che ha "convinto" molti produttori ha dimenticarsi della proprie radici per una rincorsa all'oro, attraverso una produzione sempre più incline al gusto dei mercati internazionali, in anni in cui era unanime l'esaltazione dei vini potenti, fruttati e iperconcentrati. In contro tendenza Monte Dall'Ora ha investito sul proprio futuro partendo dal passato e dalla valorizzazione del territorio, attraverso prodotti autentici, artigianali, sostenibili e mai figli dell'omologazione. Agricoltura biodinamica e spontaneità in cantina, il rifiuto della chimica e l'esaltazione della biodiversità, tra erbe spontanee, alberi di ciliegio, ulivi, boschi... tanto lavoro e tanta passione... queste le "armi" che in poco tempo, hanno reso Monte Dall'Ora un punto di riferimento nel panorama vitivinicolo della Valpolicella.
Su questa collina terrazzata, composta da terreno calcareo piuttosto friabile e quindi ideale per la coltivazione della vite, si trovano, con esposizione sud-est i vigneti, tutti coltivati a pergola veronese e costituiti dalle autoctone varietà veronesi, Corvina, Corvinone, Rondinella, Molinara, Dindarella, Oseleta. Da una vigna a parte denominata Camporenzo e situata sulle colline sopra San Pietro in Cairano, si ricavano le uve per la realizzazione del Valpolicella Classico Superiore, che porta il nome della vigna. In percentuale Corvina 40%, Corvinone 30%, Rondinella 20%, Oseleta e Molinara 10% per comporre il classico blend veronese, con vendemmia ad inizio ottobre e fermentazione spontanea con lieviti indigeni per 10/12 giorni in acciaio. Affinamento per 4 mesi in legno di piccola capacità di secondo/terzo passaggio.
E' un vino che da grandi soddisfazioni... non so bene come spiegare questo concetto, bisogna berlo per capirlo, ma é una cosa che mi capita solo con i vini "naturali". Pur nelle loro marcate diversità, il Camporenzo di Monte Dall'Ora mi ha coinvolto così come aveva fatto il Chianti di Pacina... pur non essendo dei "mostri" da un punto di vista organolettico, sono vini di cui ti innamori, vini di una vitalità artigianale che ti costringono a leccarti le labbra e alla fine con 15 euro, ti bevi una bottiglia che da molte più soddisfazioni di alcune blasonate etichette vendute a prezzi ben più ingombranti... vini che andranno bene per esaltare il vocabolario tecnico di un sommelier durante una degustazione, ma che non emozionano quando ti "scoli" una bottiglia intera, indiscussa protagonista sulla nostra tovaglia a quadretti bianco rossi.
Anche per questo sono sempre più convinto che i vini "naturali" hanno letteralmente una marcia in più, per la loro indiscussa capacità di esprimere in un sorso, il territorio così come il carattere del suo vignaiolo.
Ho assaggiato tutti i loro vini a Sorgente del Vino Live quando ancora si teneva ad Agazzano, dove tra l'altro ho acquistato questa bottiglia, vini ottimi e convincenti, sia nei tradizionali Valpolicella e Recioto, sia il Ripasso e le due versioni di Amarone, possenti, alcolici, strutturati ma estremamente eleganti e bevibili.
Come riportato sulla retro etichetta di questo Camporenzo a firma Carlo Venturini.... "Camporenzo, il rispetto per la natura, l'espresione di un territorio e la passione di un vignaiolo". In una sola frase tre punti fondamentali che riassumono l'essenza di Monte Dall'Ora.
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