martedì 3 giugno 2014

AUSTRI 2006 - Langhe D.O.C. - San Fereolo

...un temporale improvviso in un' afosa giornata estiva... un soffio di vento teso e vibrante, prima di rilassarsi (finalmente) in un lungo finale notturno ed impenetrabile. Le due anime della Barbera portate agli estremi. 


C'é "Un Posto a Milano" che si chiama Cascina Cuccagnia e in un bel week end di primavera ha ospitato la versione "on-tour" di Vini di Vignaioli. Un successo annunciato e l'ora abbondante di fila per riuscire ad entrare, ne é la dimostrazione... Arrivando da Varese, Milano é quasi dietro l'angolo, ma a conti fatti tra traffico, parcheggio introvabile e attesa all'ingresso, é stato quasi più veloce andare a Cerea per Vini Veri. Comunque ci sta... il vino é come il rock'n'roll... é un connubio di emozioni e sacrifici, sia per i protagonisti sul palco (o su e giù tra i filari) sia per noi, pubblico pagante e sudante (in passato anche "pogante") a ridosso delle transenne. 

Appena riesco a mettere piede in una delle salette adibite agli assaggi, non mi resta che porre il calice ancora lustro a Nicoletta Bocca, che decide di "sporcarmelo", partendo dai bianchi siciliani riposti sul tavolo adiacente al suo che portano la firma di Francesco Guccione (tra i migliori assaggi di giornata)... E poi via... é tutto un crescendo "gustativo" a marca San Fereolo, fino alla conclusiva stretta di mano, ma solo dopo aver "barattato" il frutto delle rispettive fatiche.... 14 "metalmeccaniche" euro per il sottoscritto, una bottiglia di Austri 2006 per Nicoletta. 

Oggi mentre stappavo, ho ricordato quel un sorso "esplosivo" di Barbera, ma ad interessarmi é soprattutto la storia di chi il vino lo produce, e quella di Nicoletta Bocca é indubbiamente tratta da un gran bel romanzo, uno di quelli che vorresti vivere in prima persona.   Preferisco usare parole come rispetto e stima, per esprimere quella forma di invidia che nutro, per chi riesce a mattersi in gioco e dare "forma e sostanza" alle proprie passioni. Ho già speso parole di elogio per i ragazzi di Crealto, che hanno lasciato Genova e il mare per diventare protagonisti nella terra del Grignolino Casalese, e con la stessa ammirazione scrivo oggi di Nicoletta, in partenza da Milano nei primi anni novanta per diventare "Capitano" alle porte delle Langhe con il suo Dogliani.

In Borgata Valdibà sorge San Fereolo, azienda vitivinicola che vanta oggi 12 ettari vitati e una produzione di circa 45.000 bottiglie. Non un corpo unico, ma un insieme di parcelle sparse nel territorio di Dogliani e acquisite nel corso degli anni. Predominano le uve piemontesi per eccellenza, Dolcetto in primis, con viti che arrivano a 70 anni di età, senza dimenticare la Barbera, il Nebbiolo e i due "intrusi" Riesling e Gewurztraminer, che assemblati danno vita all'unico bianco della casa. 

Una zona ad alta vocazione vitivinicola, d'altronde siamo a due passi da Monforte d'Alba, ma qui non c'è la "corsa all'oro" che ha portato ad una "quasi" monocultura della vite... il paesaggio é molto più selvaggio, rustico e rurale, i vigneti sono incastonati tra i boschi, i noccioli, i campi... regna la biodiversità e l'approccio natur all'agricoltura (dal 2006 biodinamica) é la logica conseguenza di chi da cittadina e bevitrice ha saputo calarsi nel ruolo del vigneron (e del contadino) partendo da zero, sapendo osservare e ascoltare. Nicoletta arriva al vino senza pretese imprenditoriali, senza la volontà di imporsi, ma con l'umiltà di chi affronta una nuova avventura tra incertezze ed interrogativi. Un approccio culturale al vino, necessario per capire, per riflettere, per andare in profondità... per mettere a frutto le conoscenze acquisite e le esperienze fatte nel corso degli anni. Sono passati più di ventanni da quel fatidico 1992, anno zero di San Fereolo, e credo che Nicoletta possa ritenersi orgogliosa nel ritrovare nei suoi vini, tutta l'energià é la vitalità di questi luoghi e del suo mentore.

Di Barbera scrivo oggi... Austri 2006, con un saldo (5%) di Nebbiolo e la denominazione Langhe DOC per questioni cartacee... Assemblaggio di uve derivanti da 4 differenti parcelle, con predominanza del vigneto Austri (da cui il nome), situato a 400 metri di altezza su terreni di medio impasto a prevalenza calcarea. Allevamento a Guyot e resa di 35/40 ettolitri per ettaro. Uve vendemmiate ad inizio ottobre, con vinificazione in tini di legno senza aggiunta di lieviti selezionati, additivi enologici e nessun controllo delle temperature. Affinamento nei legni, con prevalenza di botti di Slavonia ma anche tonneaux. Produzione di circa 8.000 bottiglie.

Appena verso il bicchiere si incupisce di un rubino notturno ed impenetrabile, una calma solo apparente, perché appena avvicino il naso, rimango colpito da un vino vitale ed energico, esuberante, quasi esplosivo. Vena alcolica su di giri, anche troppo (14.5%vol.), a spingere un mix di piccoli frutti neri  e poi china, grafite, cacao amaro, torrefazione… terrosa, vegetale e selvatica. Il sorso si è rilevato molto più potente ed austero rispetto alle sensazioni avute durante l’assaggio milanese. Possente e ancora (a gusto personale) troppo alcolizzato, si distende leggermente con il tempo, rimanendo comunque ruvido e implacabile. E' materico e ricco di frutta viva e polposa, calda e corposa, dalla trama tannica serrata. Poi, un temporale improvviso in un' afosa giornata estiva... si rialza, scattante e spigolosa, di acidità rinfrescante, un soffio di vento teso e vibrante, prima di rilassarsi (finalmente) in un lungo finale notturno ed impenetrabile. Le due anime della Barbera portate agli estremi. 

Si ha quasi la sensazione di avere a che fare con un vino dalla longevità infinità, come se ad oggi questo 2006 non abbia ancora raggiunto un equilibrio perfetto. Evolverà sicuro, ma credo che il suo animo contrastato difficilmente troverà pace.

Al naso rimandi quasi "modernisti", nella sua potenza estrattiva, ma poi la bevi energica e scalpitante, mai doma e ti innamori del suo essere "semplicemente" bohémien. Da consigliare a Zack de la Rocha... questo Austri suona come i suoi Rage Against The Machine tensione ed energia che scalfisce il tempo.... Voto:7

Nessun commento:

Posta un commento

PIACIUTO L'ULTIMO POST?? ALLORA LEGGITI ANCHE QUESTI >>

Clicca sulla foto per accedere al post....

3 PACCHE SULLA SPALLA!! STAPPATI 2015.... ECCO LA PLAYLIST!!

3 PACCHE SULLA SPALLA!! STAPPATI 2015.... ECCO LA PLAYLIST!!
Il solito grande classico di fine anno... puntuale come il mercante in fiera, eccovi la playlist di questo 2015...

GATTINARA RISERVA 2006 - D.O.C.G. - Paride Iaretti

GATTINARA RISERVA 2006 - D.O.C.G. - Paride Iaretti
...ritroverete in questo sorso di Gattinara un vino autentico… Il collegamento imprescindibile di vigna, uomo e terra.

VIS 2011 - Barbera d'Asti Superiore D.O.C.G. - Crealto

VIS 2011 - Barbera d'Asti Superiore D.O.C.G. - Crealto
Ancora Crealto, ancora un grande vino... prendetemi alla lettera, la loro Barbera affinata in terracotta è una chicca che sorprende e affascina...

LA TERRA TREMA 2015 - 9°edizione

LA TERRA TREMA 2015 - 9°edizione
"Per noi acquistare una bottiglia di vino, significa acquistare consapevolezza e sapere, oltre che la gioia di godere di un vino come poesia"

PINOT NERO 2010 - Toscana I.G.T. - Voltumna

PINOT NERO 2010 - Toscana I.G.T. - Voltumna
Se avete passato uggiosi pomeriggi a consumare i vinili di Joy division, The Cure, Siouxsie and the Banshees, Bauhaus... non potete rimanere indifferenti al pinot nero di Voltumna.

VB1 VERMENTINO 2010 - Riviera Ligure di Ponente D.O.C. - Tenuta Selvadolce

VB1 VERMENTINO 2010 - Riviera Ligure di Ponente D.O.C. - Tenuta Selvadolce
Uno dei migliori assaggi della Riviera Ligure di Ponente... uno di quei casi in cui è il vino nel bicchiere che parla (...anche al posto del vignaiolo...)

ALTEA ROSSO 2012 - Sibiola I.G.T. - Altea Illotto

ALTEA ROSSO 2012 - Sibiola I.G.T. - Altea Illotto
Serdiana prov. di Cagliari, a pochi metri da dove nasce il vino status symbol dell'enologia sarda, troviamo una bella realtà di bio-resistenza contadina...

RIBOLLA GIALLA 2013 - I.G.P. delle Venezie - I Clivi

RIBOLLA GIALLA 2013 - I.G.P. delle Venezie - I Clivi
Una ribolla che è un soffio di vento... lontani anni luci dai bianchi "tamarrosi" a pasta gialla, tropicalisti, dolciastri, bananosi e polposi.

BARBARESCO CURRA' 2010 - D.O.C.G. - Cantina del Glicine

BARBARESCO CURRA' 2010 - D.O.C.G. - Cantina del Glicine
...piccola, artigianale, familiare, storica… un passo indietro nel tempo... la bottiglia giusta per l'autunno che verrà...

FIANO DI AVELLINO 2012 - D.O.P. - Ciro Picariello

FIANO DI AVELLINO 2012 - D.O.P. - Ciro Picariello
Niente enologo, niente concimi, approccio artigianale e tanta semplicità affinché il vino possa esprimere al meglio il territorio. Se dici Fiano, Ciro Picariello è un punto di riferimento assoluto.

DOS TIERRAS 2011 - Sicilia I.G.T. - Badalucco de la Iglesia Garcia

DOS TIERRAS 2011 - Sicilia I.G.T. - Badalucco de la Iglesia Garcia
...una fusione eno-culturale vincente, un vino che intriga, incuriosisce e si lascia amare, un vino del sole e della gioia, della bellezza territoriale e popolare che accomuna Spagna e Sicilia.

RENOSU BIANCO - Romangia I.G.T. - Tenute Dettori

RENOSU BIANCO - Romangia I.G.T. - Tenute Dettori
...quello che entusiasma del Renosu Bianco è tutto il suo insieme, dalla sua naturalità alla sua originalità, mantenendo una piacevole semplicità nel sorso...

CINQUE VINI, TRE SORELLE, UN TERRITORIO > TUTTI I ROSSI DEL CASTELLO CONTI... IL POST DEFINITIVO

CINQUE VINI, TRE SORELLE, UN TERRITORIO > TUTTI I ROSSI DEL CASTELLO CONTI... IL POST DEFINITIVO
Conosco e bevo "Castello Conti" da alcuni anni, e provo una profonda ammirazione per i loro vini e per il lavoro "senza trucchi" di Elena e Paola. Da una recente visita con degustazione presso la loro cantina di Maggiora, é nata una sorta di collaborazione appassionata, che mi ha permesso di gustare l'intera produzione di rossi del Castello, che oggi in questo mega-post ho il piacere di raccontarvi alla mia maniera...

ACQUISTI IN CANTINA... A VOLTE I CONTI NON TORNANO !!

ACQUISTI IN CANTINA... A VOLTE I CONTI NON TORNANO !!
da "Le vie del vino" di Jonathan Nossiter... < - In cantina questo Volnay, che qui é a 68 euro, ne costa più o meno 25. Quindi non sono i De Montille ad arricchirsi. Ma quando arriva a Parigi o a New York, il vino costa almeno il doppio che dal produttore. - Quindi per noi che abitiamo in Francia val la pena di andare a comprare direttamente da lui. - Si in un certo senso, il ruolo dell'enoteca in città è quello di aprirti le porte per farti scoprire il tuo gusto personale, e di esserti utile quando hai bisogno di qualcosa rapidamente. Poi spetta a te stabilire una relazione diretta con il produttore >

NON STRESSATECI IN ENOTECA !!

NON STRESSATECI IN ENOTECA !!
...Anche se sono un po’ più giovane e indosso il parka con le pins non significa che entro per mettermi sotto il giubbotto le bottiglie di Petrus fiore all’occhiello della vostra enoteca, quindi evitate di allungare il collo o sguinzagliarmi alle spalle un commesso ogni volta che giro dietro allo scaffale.