...un
pigato diverso dalle versioni fresche e dinamiche a cui
siamo abituati durante gli estivi aperitivi in riviera. Questo é un gran pigato... Un'altra bella rappresentazione enoica di questa terra.
Non
posso negare un particolare amore per la Liguria e i suoi vini. E' un
territorio unico e per molti aspetti davvero pazzesco.. mi affascina un
casino. Nonostante in questi anni si parli soprattutto del Rossese (che
mi piace assai), sono ancora dell'idea che il punto di
forza delle viticoltura ligure siano soprattutto i vini bianchi. Da
Ventimiglia fino a Sarzana, pur con le loro sfumature e diversità, sono
molteplici i produttori che riescono "eroicamente" a dare vita a vini di grande suggestione e complicità territoriale. Il pigato a
Ponente, 5 Terre e vermentino a Levante, ovunque andate si pesca bene
(ma anche qui, bisogna saper pescare...). Il
vino di oggi é un pigato della riviera ligure di ponente, che
ho già bevuto in altre occasioni e che si é sempre contraddistinto per
un sorso molto fresco, sapido e a tratti pungente. Con U Baccan invece
il registro cambia un po'... anche perché stiamo parlando di una delle
massime espressioni per questo vitigno...
Partiamo
dalla cantina... proprietario Riccardo Bruna, oltre quarant'anni passati tra i
filari e la cantina di Ranzo, praticamente una vita dedicata al pigato,
vitigno che come pochi, é stato in grado di valorizzare, con un'impronta
personale, espressiva e fortemente territoriale. Per i vacanzieri che
conoscono solo "l'icasinata" Liguria del lungomare, sappiate che ci
troviamo a nord di Albenga (dai fighetti.. poco prima di Alassio...),
non lontani dal Piemonte. Chi ha avuto l'intelligenza di
non fermarsi in spiaggia ma girare anche l'entroterra ligure, sa che qui é tutta
un'altra musica. Io la chiamo la montagna del mare, perché é come essere
in montagna, ma non come qui da noi che siamo vicini alle Alpi... si respira aria di mare, in un
paesaggio di pini marittimi, ulivi e macchia mediterranea, orti,
alberi da frutto e vigneti terrazzati.
Come quelli di Bruna, 7 ettari divisi in 5 appezzamenti nella Valle Arroscia, tra Ranzo e Ortovero, su terreni di argille con presenza di minerali e fossili. Ovviamente pigato in abbondanza e il rossese, ma spazio anche a granaccia, barbera e syrah. In totale siamo sulle 50.000 bottiglie, di cui 2/3 costituite dalle 3 versioni di pigato. Insomma avrete capito che Bruna rappresenta una delle cantine di riferimento quando per queto vitigno. Attualmente a dar man forte a Riccardo ci sono la figlia Francesca con il marito Roberto e Annamaria.
Come quelli di Bruna, 7 ettari divisi in 5 appezzamenti nella Valle Arroscia, tra Ranzo e Ortovero, su terreni di argille con presenza di minerali e fossili. Ovviamente pigato in abbondanza e il rossese, ma spazio anche a granaccia, barbera e syrah. In totale siamo sulle 50.000 bottiglie, di cui 2/3 costituite dalle 3 versioni di pigato. Insomma avrete capito che Bruna rappresenta una delle cantine di riferimento quando per queto vitigno. Attualmente a dar man forte a Riccardo ci sono la figlia Francesca con il marito Roberto e Annamaria.
U
Baccan é niente meno che Riccardo, perché in gergo dialettale significa
"il capo". Ma é termine che ben si addice anche al vino perché questo é
"il capo" tra i pigato proposti da Bruna (e non solo!). Il vino é ottenuto da una
severa selezione di uve (resa di 36 hl/ha) da piante con oltre 50
anni di età. Macerazione sulle bucce per 36 ore con rimontaggi,
fermentazione con lieviti indigeni. Affinamento in acciaio con batonnage
delle fecce fini per 10 mesi. 4 mesi conclusivi in bottiglia.
Produzione limitata a 2800 bottiglie. Gradazione alcolica 13.5%vol.
Di
color
giallo intenso tendente all’oro, carico e brillante, pulito, elegante.
Il
primo bicchiere mi lascia un po’ spiazzato… tonalità “yellow” a
dominare,
decisamente poco “green”, tra miele e suggestioni tropicaliste, beva
importante, ha struttura e buon corpo, è materico, pieno e
piacevolmente ruffiano (forse il contributo di un 2009 piuttosto
caldo?). Ma
questo è un grande vino, e come spesso accade, mai farsi impressionare
dal
primo bicchiere… bisogna saperlo aspettare, perché dimostra grandi
capacità
evolutive, che ritrovo soprattutto nel bicchiere del giorno dopo. E
allora ecco
saltar fuori le suggestioni ligure che tanto aspettavo. Varietale, con
la delicatezza e
l’eleganza dei vini che amano farsi scoprire per non lasciarti indifferente. Il
giallo inizia ad attenuarsi per lasciar spazio al verde della macchia
mediterranea, dei pini marittimi e della resina, del timo e della
salvia, alloro, basilico e lavanda,
fino al cedro, il pompelmo e il lime. Il sorso sale di tono, e pur
mantenendo una bella
pulizia e una piacevolissima sensazione materica, acquista una bella
tensione
gustativa, un’acidità leggera e mai sopra le righe, mineralità e
sapidità fini e ben integrate che conferiscono al sorso
allungo e scorrevolezza verso un finale lungo e tipicamente amarognolo
che sfocia nella frutta secca.
Il mio punto di riferimento tra i bianchi di Liguria è Forlini Cappellini, che con il suo bianco 5 Terre, è 100% “mineral wine”, super sapido, marino, ricco di nerbo… L' “U Baccan” invece é meno "nervoso e viperino", l’impronta del mare è meno accentuata, è meno vigorosa, a ricordarci che i vigneti di pigato di Bruna si trovano sui monti dell’entroterra, a 20 km dal mare, e conseguente fa sentire meno la sua influenza. Personalmente, dopo un inizio fin troppo “grasso” per i miei gusti, mi è piaciuto molto nella sua evoluzione, con complessità, equilibrio e anche eleganza... senza perdere in bevibilità. Un bel mix, perfettamente in equilibrio.
Il mio punto di riferimento tra i bianchi di Liguria è Forlini Cappellini, che con il suo bianco 5 Terre, è 100% “mineral wine”, super sapido, marino, ricco di nerbo… L' “U Baccan” invece é meno "nervoso e viperino", l’impronta del mare è meno accentuata, è meno vigorosa, a ricordarci che i vigneti di pigato di Bruna si trovano sui monti dell’entroterra, a 20 km dal mare, e conseguente fa sentire meno la sua influenza. Personalmente, dopo un inizio fin troppo “grasso” per i miei gusti, mi è piaciuto molto nella sua evoluzione, con complessità, equilibrio e anche eleganza... senza perdere in bevibilità. Un bel mix, perfettamente in equilibrio.
Il
prezzo
di vendita (difficilmente sotto le 20euro in enoteca) giustifica la
qualità superiore di questo pigato (come dire… non sempre il prezzo fa
la
qualità… ma spesso ci si azzecca…). Gran bel vino, che poteva
tranquillamente riposare ancora un po' in cantina. Insomma un pigato
molto diverso dalle versioni fresche e dinamiche a cui siamo
abituati durante gli estivi aperitivi in riviera. Un'altra bella rappresentazione enoica di questa terra.
Decisamente un Pigato polputo e masticoso, per alcuni tratti è più intrigante scoprirlo al naso che al palato, per quella spiccata orizzontalità sulla verticalità che a tavola potrebbe stancare, il segreto, secondo me, per chi ama più i sorsi spigolosi è abbinarlo alla giusta pietanza che necessiti di ricchezza e persistenza più che di taglienza acida!
RispondiEliminaottimo pigato....tra i migliori assieme ad Aschero , Selvadolce e Vis amoris (hai provato le bolle di pigato metodo classico?)....splendida la tua descrizione della "mia" riviera...saluti
RispondiEliminaMirko