lunedì 7 novembre 2011

BARBARESCO SORI' BURDIN 2006 - D.O.C.G. - Az. Agr. Fontanabianca

...Solo dopo qualche sorso riesci a prendere confidenza, a riconoscere un vino che dimostra carattere senza essere muscoloso. Decisamente avvolgente, ne apprezzo tanto l'austerità iniziale quanto la lezione di classe e finezza che riesce a trasmettere, prima di abbandonarci lentamente in un finale di grande persistenza che sembra non finire mai.


Sarà che sono ancora sotto l'effetto del Nebbiolo Grapes di settimana scorsa, ma ieri sera, quando sono sceso in cantina per prendere una bottiglia non ho avuto dubbi.. anche senza ospiti o qualcosa di speciale da festeggiare era giunto il momento di assaggiare il Sori Burdin 2006, il gran cru di Fontanabianca.

La curiosità su questo vino era tanta, ne ho sempre sentito parlare molto bene e dopo aver assaggiato alcune ottime versioni di Barbaresco al Nebbiolo Grapes, volevo capire se poteva reggere il confronto, ad esempio, con le ottime versioni di Sottimano e soprattutto capire quanto si differenzia un Barbaresco da viticoltura "naturale" rispetto ad uno "convenzionale".

Siamo al cospetto di un'altra superba espressione del vitigno più aristocratico e pregiato che abbiamo in Italia, ovvero il Nebbiolo. Il Babaresco oltre all'omonimo comune, viene prodotto a Treiso, San Rocco e Neive, dove ha sede l'azienda agricola Fontanabianca. Costituitasi nel 1969, oggi é gestita da Bruno Ferro (saremo mica parenti?!) e Pola Aldo, che da circa 14 ettari di vigneti ricavano quasi 50.000 bottiglie l'anno, suddivise nelle tipiche espressioni piemontesi come l'Arneis e lo Chardonnay per i bianchi; mentre per i rossi Dolcetto, Barbera, Nebbiolo e soprattutto Barbaresco, il vero punto di forza di questa cantina.

Trattasi di una azienda agricola medio-piccola a conduzione familiare, che punta molto sulla qualità del prodotto e la viticoltura naturale, nel rispetto del territorio e delle tradizioni, strizzando però l'occhio alle più moderne tecnologie di cantina, allo scopo di ottenere un vino che sappia coniugare il terroir e il carattere di un vino tradizionale, con un approccio e un gusto che possa comunque risultare moderno e internazionale, in grado di accontentare sia i tradizionalisti che i modernisti.

Questo equilibrio tra "tradizione" e "modernità" calza a pennello per descrivere questo Sori Burdin. Trattasi del gran cru dell'azienda, prodotto da uve Nebbiolo in purezza, provenienti da un appezzamento di 4 ettari esposto a sud, denominato appunto Bordini, il più importante vigneto dell'azienda. La raccolta dell'uva avviene manualmente a fine ottobre e terminato il processo di macerazione e fermentazione, il vino viene lasciato a riposare per 15 mesi in barriques, per poi concludere l'affinamento in bottiglia per circa un anno.
Siamo quindi di fronte ad una versione di Barbaresco più moderna, diciamo "barricata", metodo che molti vignaioli utilizzano negli ultimi anni (ma qualcuno si sta ricredendo...), al cospetto della tradizione che prevede l'affinamento in botti grandi.

Alla mescita il vino si presenta di color rosso granato con riflessi arancio, di buona limpidezza e fluidità. Al naso dimostra subito un gran carattere. Attacca intenso e vinoso, si fa sentire una decisa vena alcolica (14%vol.) che da persistenza e profondità ad un bouquet strutturato e complesso. Frutta rossa come lampone e ciliegie lasciano campo a note speziate e floreali, per concludere con sentori di cuoio, legno, vaniglia e caffè tostato. Etereo ed evocativo, per un naso da meditazione. Al palato manca un po' di equilibrio, dimostrandosi da subito un vino tosto e di grande struttura. Teso, secco, tannico, intenso, robusto, legnoso, potente. Solo dopo qualche sorso riesci a prendere confidenza, a riconoscere un vino che dimostra carattere senza essere muscoloso. Decisamente avvolgente, ne apprezzo tanto l'austerità iniziale quanto la lezione di classe e finezza che riesce a trasmettere, prima di abbandonarci lentamente in un finale di grande persistenza che sembra non finire mai.

Nell'insieme un gran Barbaresco, forse non proprio amabile o di facile beva, ma sicuramente di ottima struttura, ricco e complesso, direi quasi una versione "baroleggiante" se mi consentite il termine. Un vino di questo spessore può sicuramente invecchiare ancora qualche anno in cantina, per acquisire quella rotondità che un po' gli manca. Siamo al cospetto di un vino longevo dalle grandi potenzialità evolutive.

Pur non essendo un amante delle guide e delle valutazioni all'americana (le sensazioni che proviamo bevendo il vino sono talmente soggettive che non capisco come si possa valutarlo in centesimi, come se stessimo parlando di una scienza perfetta...come fai a dire che un'annata vale 90 e l'altra 91?? ), devo ammettere che la sfilza di bicchieri, grappoli e stelle che nel corso degli ultimi anni hanno accompagnato le recensioni di questo Sorì Burdin, sono più che giustificate, tanto da posizionare Fontanabianca tra le cantine più rinomate nella produzione di Barbaresco.

Note di servizio... temperatura di mescita (sui 18°C), ossigenazione non inferiore ad 1 ora, accompagnamento gastronomico con i piatti "robusti" della tradizione piemontese (brasati, stufati, selvaggina ecc..), ma per quanto mi riguarda meglio utilizzarlo come vino da meditazione, magari con grissini e formaggi saporiti. Il prezzo é piuttosto impegnativo, come il vino d'altronde, quindi se volete provarlo preparatevi ad un esborso tra le 35-40 euro.

Lasciamo nel cassetto considerazioni e integralismi sull'utilizzo delle barriques, una tecnica che a molti fa storcere il naso, soprattutto se utilizzata nell'affinamento dei grandi classici piemontesi, vini che più di ogni altro rappresentano la storia, la tradizione e la cultura del vino made in Italy. Personalmente faccio il tifo per le botti grandi, ma il Sorì Burdin é una bottiglia da provare assolutamente, un Barbaresco che pur con qualche eccesso di rovere, teme pochi confronti nella sua categoria. Finezza, eleganza e struttura, tutto quello che si pretende da un grande vino, aggiungeteci anche che é un vino sano, perché Fontanabianca può essere considerata una cantina "naturale"... non aggiungo altro...

1 commento:

  1. Ciao Simone, guarda che l ho comprato perchè ricordavo d' averlo visto sul tuo blog (e mi son collegato a internet dal cellulare per vedere se ricordavo bene, mentre ero nella corsia vini del supermarket ahhhh).. confido in te per la bevuta di stasera..ho trovato il 2007, decisamente a "sotto prezzo"...il vino non ha problemi, ora attendo solo di cenare per berlo..Buonaserata e salute!!

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