PREMESSA
Maledetta primavera… in un solo colpo Vinitaly-ViniVeri-Vinnatur, un’enorme calamita nel cuore del Veneto che attira gli eno-appassionati italiani in un girone dantesco percorribile (al volante) in meno di un’ora. Un triangolo delle Bermuda alcolico in cui ognuno di noi, peccatori e peccatrici nel nome di Bacco, vorrebbe perdersi.
Il fulcro è a Verona, il Vinitaly concentra l’attenzione mediatica di tutti, un po’ come Sanremo per la musica o i Mondiali di calcio… anche i meno interessati non vogliono perdersi l’evento nazional-popolare da assimilare in massa. Da giorni posta e social network sono invasi da post e messaggi di aziende vinicole (tra cui alcune rispettabilissime, direi tra le mie preferite...), pronte a ricordarci che quest’anno ci sono anche loro, perché c’è il Vivit, capannone dedicato ai produttori bio… e penso che l’idea stessa di “produttore naturale” rinchiuso nel capannone “X” tra tanti prefabbricati in cemento armato, con uno stand fieristico degno del Motorshow mi sembra un ossimoro.
Comunque, non voglio andare oltre e prolungarmi in merito alla diatriba interna tra i produttori naturali, su quanto sia eticamente corretto partecipare al Vinitaly. Dico solo che é come vedere Il Teatro degli Orrori sul palco dell’Ariston a San Remo, sono un gruppo che ha qualcosa da dire e meriterebbero un palcoscenico così importante, sarei quasi orgoglioso di loro nella speranza che molti "ciechi" possano aprire le orecchie verso certa musica, ma mi farebbe strano vederli in quel contesto li... che ci azzecca Pierpaolo Capovilla con il festival di Sanremo?? Quello che vado a cercare e voglio ritrovare in un vino e nel suo vignaiolo, é soprattutto un approccio culturale e se vogliamo politico, una scelta etica e consapevole, al di là del marketing o dei grandi numeri, che i signori del Vinitaly snocciolano ogni anno davanti ai nostri occhi, per dimostrare la loro grandezza. Nonostante l’invasione di mail e messaggi, io il Vinitaly “non me lo cago di striscio”, sono un appassionato e non mi interessa essere parte di quel calderone, solo perché il mondo (e il business) del vino è concentrato alla fiera di Verona.
Il fulcro è a Verona, il Vinitaly concentra l’attenzione mediatica di tutti, un po’ come Sanremo per la musica o i Mondiali di calcio… anche i meno interessati non vogliono perdersi l’evento nazional-popolare da assimilare in massa. Da giorni posta e social network sono invasi da post e messaggi di aziende vinicole (tra cui alcune rispettabilissime, direi tra le mie preferite...), pronte a ricordarci che quest’anno ci sono anche loro, perché c’è il Vivit, capannone dedicato ai produttori bio… e penso che l’idea stessa di “produttore naturale” rinchiuso nel capannone “X” tra tanti prefabbricati in cemento armato, con uno stand fieristico degno del Motorshow mi sembra un ossimoro.
Comunque, non voglio andare oltre e prolungarmi in merito alla diatriba interna tra i produttori naturali, su quanto sia eticamente corretto partecipare al Vinitaly. Dico solo che é come vedere Il Teatro degli Orrori sul palco dell’Ariston a San Remo, sono un gruppo che ha qualcosa da dire e meriterebbero un palcoscenico così importante, sarei quasi orgoglioso di loro nella speranza che molti "ciechi" possano aprire le orecchie verso certa musica, ma mi farebbe strano vederli in quel contesto li... che ci azzecca Pierpaolo Capovilla con il festival di Sanremo?? Quello che vado a cercare e voglio ritrovare in un vino e nel suo vignaiolo, é soprattutto un approccio culturale e se vogliamo politico, una scelta etica e consapevole, al di là del marketing o dei grandi numeri, che i signori del Vinitaly snocciolano ogni anno davanti ai nostri occhi, per dimostrare la loro grandezza. Nonostante l’invasione di mail e messaggi, io il Vinitaly “non me lo cago di striscio”, sono un appassionato e non mi interessa essere parte di quel calderone, solo perché il mondo (e il business) del vino è concentrato alla fiera di Verona.
TRASFERTA
Fatta la dovuta premessa… via per una doppietta Villa Favorita-Cerea.. Poi succede che trovare un posto decente ed economico per dormire da quelle parti è quasi impossibile (tutto pieno per il Vinitaly mi rispondono), che sabato mattina mi incastrano al lavoro e quasi mi tocca rinunciare al più “caldo” week-end enologico dell’anno. Ma sono i primi giorni di primavera, c’è voglia di gita fuoriparta… non demordo e decido per la “sbatta” in giornata… 230km per andare e altrettanti per tornare, la passione richiede anche sacrifici, è così per il rock’n’roll ed è così anche per il vino..
Per la prima volta (permettetemi un ringraziamento agli organizzatori) ho in mano due accrediti.. ma in giornata riesco a fare solo una rassegna.. uno sguardo ai siti internet, ecco la lista dei produttori partecipanti… voto Cerea, c’è Rinaldi, voglio assaggiare e se possibile portarmi a casa una bottiglia del suo Barolo e poi il Sagrantino di Bea, il Don Chisciotte di Guido e Crealto che ad Agazzano aveva anche “il salame”… Poi penso che è primavera e splende il sole, già il nome Vinnatur fa molto primavera, un occhio al sito, vedo le foto della gente in “ripiglio” sul prato, la villa con il parco, il servizio ristoro con tanto di cestino e copertina per il pic-nic.. ok, sarà per l’anno prossimo l’appuntamento con Viniveri, vado a Vinnatur, le premesse per un vero festival del vino naturale ci sono tutte.
Per la prima volta (permettetemi un ringraziamento agli organizzatori) ho in mano due accrediti.. ma in giornata riesco a fare solo una rassegna.. uno sguardo ai siti internet, ecco la lista dei produttori partecipanti… voto Cerea, c’è Rinaldi, voglio assaggiare e se possibile portarmi a casa una bottiglia del suo Barolo e poi il Sagrantino di Bea, il Don Chisciotte di Guido e Crealto che ad Agazzano aveva anche “il salame”… Poi penso che è primavera e splende il sole, già il nome Vinnatur fa molto primavera, un occhio al sito, vedo le foto della gente in “ripiglio” sul prato, la villa con il parco, il servizio ristoro con tanto di cestino e copertina per il pic-nic.. ok, sarà per l’anno prossimo l’appuntamento con Viniveri, vado a Vinnatur, le premesse per un vero festival del vino naturale ci sono tutte.
Sono un appassionato e non un addetto ai lavori, l’ho sempre detto e mi piace questo status, riuscire ad avere un punto di vista esterno del movimento. Da 12 anni organizzo festival di musica alternativa (rock, indie, hip hop, reggae, drum’n’bass, metal, rockabilly, punk, electro fino alle dancehall fai da te nei boschi per intenderci..) e una cosa la so bene… E’ il festival in se a determinare il successo dell’iniziativa. Una bella location, qualche idea stimolante, organizzazione efficiente, creare un’atmosfera che fa sentire il pubblico a proprio agio… questo serve a rendere piacevole un’iniziativa ancor più di quanto è famosa la band che salirà sul palco.
E in questo Vinnatur e i suoi organizatori sono eccellenti (a parte qualche difficoltà nel cercare i produttori piantina in mano.. ma é il meno), la location è fantastica e si respira proprio una bella atmosfera. Si esce dall’autostrada a Montebello Vicentino verso le 11, belli tranquilli, a Verona sud già decine di auto in coda direzione fiera, dopo pochi km in campagna ecco sulla sinistra il viale che porta a Villa Favorita, 100 metri di strada con due file di cipressi ai lati di toscana memoria, in fondo ecco la villa veneta circondata dai vigneti.. ma dove si parcheggerà? Proprio li tra un filare e l’altro.. insomma Vinnatur già dal parcheggio. Ingresso 20 euro, non pochi 5 in più della Sorgente del Vino di un mesetto fa, ma qui c’è anche il porta bicchiere, la penna, la guida con la piantina e una breve descrizione di tutti gli espositori, oltre ad un sacchetto con il pane su ogni banco d’assaggio per favorire la degustazione. E poi c’è l’area esterna, un bel prato verde dove tra un bicchiere e l’altro è possibile prendersi una pausa e un po’ di sole, magari una sigaretta e un panino. Io, vista la situazione, mi sono organizzato con bag, telo e pic nic casalingo... un po’ di spirito punkabbestia ci vuole anche in una villa. Poi scopro che gli organizzatori hanno pensato proprio a tutto, ed ecco un bel servizio ristoro dove con 25euro puoi recuperare cestino e coperta per il tuo pic-nic sul prato. Bella idea.
Considerando l’interessante area esterna in futuro sarebbe bello un momento post-degustazione, diciamo un dopo-festival a degustazione ultimata, con un po’ di musica e di aperitivo, dove vignaioli e appassionati posso chiacchierarsela, interagire e farsi un brindisi insieme… butto lì un’idea per la prossima edizione...
L’affluenza è buona, almeno quanto basta per rendere animata la villa senza il rischio di creare eccessivo “traffico” ai banchi d’assaggio. Pubblico trasversale in tutti i sensi, ma vorrei soprattutto sottolineare una consistente rappresentanza di under 40, anche tra i produttori. Buon segno di crescita e consapevolezza del movimento.
E in questo Vinnatur e i suoi organizatori sono eccellenti (a parte qualche difficoltà nel cercare i produttori piantina in mano.. ma é il meno), la location è fantastica e si respira proprio una bella atmosfera. Si esce dall’autostrada a Montebello Vicentino verso le 11, belli tranquilli, a Verona sud già decine di auto in coda direzione fiera, dopo pochi km in campagna ecco sulla sinistra il viale che porta a Villa Favorita, 100 metri di strada con due file di cipressi ai lati di toscana memoria, in fondo ecco la villa veneta circondata dai vigneti.. ma dove si parcheggerà? Proprio li tra un filare e l’altro.. insomma Vinnatur già dal parcheggio. Ingresso 20 euro, non pochi 5 in più della Sorgente del Vino di un mesetto fa, ma qui c’è anche il porta bicchiere, la penna, la guida con la piantina e una breve descrizione di tutti gli espositori, oltre ad un sacchetto con il pane su ogni banco d’assaggio per favorire la degustazione. E poi c’è l’area esterna, un bel prato verde dove tra un bicchiere e l’altro è possibile prendersi una pausa e un po’ di sole, magari una sigaretta e un panino. Io, vista la situazione, mi sono organizzato con bag, telo e pic nic casalingo... un po’ di spirito punkabbestia ci vuole anche in una villa. Poi scopro che gli organizzatori hanno pensato proprio a tutto, ed ecco un bel servizio ristoro dove con 25euro puoi recuperare cestino e coperta per il tuo pic-nic sul prato. Bella idea.
Considerando l’interessante area esterna in futuro sarebbe bello un momento post-degustazione, diciamo un dopo-festival a degustazione ultimata, con un po’ di musica e di aperitivo, dove vignaioli e appassionati posso chiacchierarsela, interagire e farsi un brindisi insieme… butto lì un’idea per la prossima edizione...
L’affluenza è buona, almeno quanto basta per rendere animata la villa senza il rischio di creare eccessivo “traffico” ai banchi d’assaggio. Pubblico trasversale in tutti i sensi, ma vorrei soprattutto sottolineare una consistente rappresentanza di under 40, anche tra i produttori. Buon segno di crescita e consapevolezza del movimento.
VINNATUR PERCHE'...
Come sempre l’approccio e lo scambio di informazioni tra vignaiolo e degustatore risulta fondamentale per questo tipo di iniziative. L’apertura, il piacere di raccontarsi, di discutere, di illustrare il frutto del proprio lavoro e cercare di trasmetterlo anche al più cittadino dei degustatori. L’etica, la cultura e i valori che contraddistinguono un certo modo di intendere la natura e di essere contadini.
Il piacere di chiacchierare con Del Prete (i pugliesi hanno sempre una marcia in più!) che alla mia domanda su quanta Malvasia nera e quanto Negroamaro utilizzasse per il suo Torre Nova mi risponde “Noi siamo contadini e il vino lo facciamo in campagna non in cantina”… e ancora …“io a villa Favorita ci vengo volentieri, è bello e c’è sempre bella gente con cui parlare, chi viene qui sa cosa cerca e come comportarsi, qui c’è il vero vino biologico, perché bisogna inviare i campioni per essere accettati”. Parole semplici di un contadino che racchiudono l’essenza della rassegna.
In Vinnatur e nel suo statuto si identificano quei produttori che agiscono nel rispetto del territorio, che ritroviamo espresso nei loro vini, limitando al minimo gli interventi e la tecnologia in cantina, oltre ad evitare l'utilizzo di sostanze invasive e di natura chimica in vigna. Per approfondire l'argomento e leggere lo statuto, date un occhio al sito di Vinnatur.
Il piacere di chiacchierare con Del Prete (i pugliesi hanno sempre una marcia in più!) che alla mia domanda su quanta Malvasia nera e quanto Negroamaro utilizzasse per il suo Torre Nova mi risponde “Noi siamo contadini e il vino lo facciamo in campagna non in cantina”… e ancora …“io a villa Favorita ci vengo volentieri, è bello e c’è sempre bella gente con cui parlare, chi viene qui sa cosa cerca e come comportarsi, qui c’è il vero vino biologico, perché bisogna inviare i campioni per essere accettati”. Parole semplici di un contadino che racchiudono l’essenza della rassegna.
In Vinnatur e nel suo statuto si identificano quei produttori che agiscono nel rispetto del territorio, che ritroviamo espresso nei loro vini, limitando al minimo gli interventi e la tecnologia in cantina, oltre ad evitare l'utilizzo di sostanze invasive e di natura chimica in vigna. Per approfondire l'argomento e leggere lo statuto, date un occhio al sito di Vinnatur.
PRODUTTORI
Pronti via che si va ad assaggiare.. parto dal primo piano, nella bellissima sala centrale mi imbatto in TERPIN FRANCO, i bianchi del Friuli sono sempre eccellenti. Rigorosi, minerali, longevi, strutturati, territoriali, ma alla fine mi "prendo bene" con il suo Collio Ribolla Gialla del 2007, il più rotondo, morbido e solare del lotto. Rimango sui bianchi del nord e mi delizio con il Vermentino dei Colli di Luni di Andrea Kihlgren della cantina SANTA CATERINA, agricoltura biodinamica che da origine a vini freschi, dinamici, aciduli. Buono il Giuncàro mix di Sauvignon e Tocai. Prezzi contenuti (alla faccia di chi sostiene che i vini biodinamici costano..) e primo posto per la simpatica veste grafica delle etichette.
Non siamo a "La Terra Trema" ma voglio assegnare la Roncola d'Oro di Vinnatur 2012 a FERDINANDO PRINCIPIANO. Chi segue il blog dirà che sono scontato, conoscendo il mio debole per il Nebbiolo, ma devo ammettere che il cru Barolo Boscareto 2006 é una spanna sopra tutto e tutti. Il costo é impegnativo (se non ricordo male circa 55 euro in cantina ma prendetela con le pinze), ma questa é la dimostrazione che anche i produttori naturali possono fare vini di gran classe e finezza che rasentano la perfezione. Ho assaggiato e conosciuto tutti i vini prodotti grazie al paziente e simpatico racconto della signora Principiano. Tutti ottimi e a parte il loro grande Barolo, voglio segnalarvi il Nebbiolo base, solo acciaio e una piacevolissima bevibilità (credo sia più difficoltoso scolarsi una lattina di Coca Cola che una bottiglia di questo Nebbiolo). Dalla nostra Borgogna scendo giù a Brindisi per incontrare i rustici e ruspanti rossi del signor NATALINO DEL PRETE, un personaggio autentico… dovevate vederlo mentre tentava di spiegare i suoi vini a 4 americani che prendevano appunti.. Tre generazioni di vignaioli e una simpatia rurale che solo i pugliesi riescono a trasmettere (chi é stato almeno una volta nella vita in Salento capirà). Non sono un fanatico dei suoi vini, ma ne apprezzo l'autenticità e il carattere.
Rimango a sud ed eccomi in Sicilia da COS, diciamo una grande cantina con la mentalità dei piccoli. Faccio il giro dei rossi con due versioni di Cerasuolo, il Phitos vinificato in anfore é delicato, profumato e fresco, più rotondo e "piacente" invece il Cerasuolo affinato in legno (il mio preferito), leggero e succoso. Sorprende anche il Nero di Lupo, dal nome di aspetti il classico Nero d'Avola concentrato e legnoso, invece eccoti un vinello giovane, zero legno, fluido, dinamico, minerale, da bere fresco con un bel trancio di tonno sul piatto. Pochi km, giusto il tempo di salire lungo le pendici dell'Etna e beccare FRANK CORNELISSEN. Devo ammettere che sono i vini più particolari della giornata, fatico ancora a dire se mi sono piaciuti o no tanto sono particolari. Vini dalla forte personalità, macerazioni lunghe con il particolare utilizzo di plastica ecologica oltre all’ invecchiamento in anfore sotterrate e sigillate con pietra lavica. Più che tradizionalista direi estremista!!.
Mi rifaccio il palato alla TENUTA MONTIANI. Tramite amici avevo già avuto modo di portarmi a casa e raccontarvi il loro Felix 2008 un Sangiovese in purezza che deve prendersi il suo tempo prima di esprimersi al meglio. Davvero un vino ben fatto sottile, piacevole ed elegante, niente retrogusti terrosi o salmastri, ma soprattutto niente logo Gallo Nero sulla bottiglia, a quello è stato preferito un bel gallo multicolore e questo la dice lunga sulle sensazioni "positive" che Tenuta Montani vuole e riesce a trasmettere. Mi sento in sintonia con il Felix, ancora una dimostrazione che anche al "naturale" il Sangiovese da grandi soddisfazioni. Fresco, beverino e gioioso anche il loro vino "da tutti i giorni" Le Terrazze del Merendero, da bere senza nessuna cautela. Continuo la risalita ed ecco un vino del terroir vicentino, finalmente conosco il gentilissimo Alessandro della cantina PIALLI, 100% Tai rosso, Colli Berici Style. Ammetto grande ignoranza in materia, io stesso scopro oggi il Tai rosso ed è un vero peccato che non sia molto conosciuto. I vini Pialli dimostrano che siamo al cospetto di un vitigno dalle grandi potenzialità. Assaggio le due anteprime 2008 e 2009 ancora in evoluzione e un po’ scomposte ma già di grande prospettiva. Succosi, carichi, concentrati a me sono già piaciuti così… figuriamoci quando saranno pronti. Una gran bottiglia è il Gregorio, sempre Tai rosso in purezza invecchiato in botti vecchie e strausate, ne esce fuori un vino di grande spessore e consistenza dalla gradazione alcolica elevata. Gran bel vino, ideale per chi cerca una bottiglia “importante” senza ricadere sui soliti nomi. Diciamo medaglia d’argento dopo il Barolo di Principiano. Alessandro è giovane e mi aspetto grandi cose dai suoi vini. Bella scoperta e speriamo di poterne parlare più diffusamente in futuro.
Quando ormai è tardo pomeriggio abbandono il campo di battaglia, il tempo di una “paglia” sulla scalinata di ingresso e torno tra i filare a recuperare la car. Sono pronto a ripercorrere i 230km del viaggio di ritorno mentre un caldo sole di inizio primavera tramonta.
In zona Garda necessito di un caffè, sosta in un autogrill affollato da giovani su di giri e signori in assetto da scampagnata domenicale. Ecco il popolo del Vinitaly. Un ragazzotto con occhi a “fessura” e dal passo barcollante mi urta, istintivamente mi giro e chiedo scusa, il ragazzo in dialetto veneto (lo capisco bene perché i miei sono veneti) mi dice “fa niente tanto sono ubriaco”. Mi convinco sempre più che quella fiera non fa per me. Diciamo che se Vinnatur può essere un festival di gruppi indie-rock al Vinitaly suonano i Kiss mascherati con i lancia fiamme e i fuochi d’artificio. Il resto del viaggio è affollato e rallentato, ascolto un vecchio cd degli Helmet, l’ultimo di Bugo e Profondo rosso degli Assalti Frontali. Arrivo a casa giusto in tempo per il 2-0 di Alex Del Piero.. e rileggere qualche appunto preso a Vinnatur. In passato macinavo km per i rock festival, oggi lo faccio per gli eno-festival, ma lo spirito che mi muove rimane sempre lo stesso.
In zona Garda necessito di un caffè, sosta in un autogrill affollato da giovani su di giri e signori in assetto da scampagnata domenicale. Ecco il popolo del Vinitaly. Un ragazzotto con occhi a “fessura” e dal passo barcollante mi urta, istintivamente mi giro e chiedo scusa, il ragazzo in dialetto veneto (lo capisco bene perché i miei sono veneti) mi dice “fa niente tanto sono ubriaco”. Mi convinco sempre più che quella fiera non fa per me. Diciamo che se Vinnatur può essere un festival di gruppi indie-rock al Vinitaly suonano i Kiss mascherati con i lancia fiamme e i fuochi d’artificio. Il resto del viaggio è affollato e rallentato, ascolto un vecchio cd degli Helmet, l’ultimo di Bugo e Profondo rosso degli Assalti Frontali. Arrivo a casa giusto in tempo per il 2-0 di Alex Del Piero.. e rileggere qualche appunto preso a Vinnatur. In passato macinavo km per i rock festival, oggi lo faccio per gli eno-festival, ma lo spirito che mi muove rimane sempre lo stesso.
Complimentoni, bell'articolo! Anch'io quest'anno sono andato per la prima volta a Villa Favorita(di domenica), meraviglioso! Lunedì invece sono andato per l'ultima volta al Vinitaly...Mentre il treno andava in direzione di Verona dovevo ascoltare quella vocina che da dentro urlava: "fermati a Montebello!Scendi!Sei ancora in tempo!". Ahimè, non le ho potuto dar retta e ho dovuto subirmi una giornata orrenda!
RispondiEliminaGrazie Simone. Per il momento, il più bel post dedicato all'evento, nonostante arrivi da un "non addetto al settore" (che brutto termine)!! Ottimi spunti di riflessione e consigli! (l'anno scorso abbiamo fatto una specie di post-festival con musica live..) a presto :)
RispondiEliminaAlessandro - VinNatur
Grazie a voi per la bella giornata... e per l'accredito... spesso non me lo concedono perchè "non sono un addetto ai lavori"... comunque avrei scritto le stesse identiche belle parole anche senza accredito come ho fatto per Sorgente del vino, La terra trema ecc... Si vede e si sente nell'aria quando un'iniziativa è organizzata con cuore e passione...
RispondiEliminaDomenica a Villa Favorita. Splendida manifestazione, splendida cornice, produttori disponibili e cordiali, organizzazione ineccepibile, utile catalogo, vini degustati con la dovuta calma e serenità. La giornata assolata ma fresca ha aiutato. Bell'esperienza e mai e poi mai ho rimpianto vivit e il suo carnaio.
RispondiEliminaNicoletta
Concordo in tutto anche se vivit in se aveva riunito un bel po' Di cantine interessanti. Di sicuro non potranno mai avere l'atmosfera che ha villa favorita ma non spariamoci contro... Il vino si dove anche vendere! Roberto
RispondiEliminaConcordo, vendere e fare soldi non é peccato... l'importante é non perdere la propria identità.. e quello spirito che da sempre li contraddistingue..
EliminaGran bella intro con il riferimento al Teatro degli orrori...quante sudate mi son fatto con loro.
RispondiEliminaLo scorso anno c'era un po' di rock'n'roll-indie sul prato. Poi ogni lunedi' sera, solo per gli intimi, del gran jazz...
ciao, bell'articolo, grazie.
Francesco Maule
Ciao! Ti sei perso di nuovo il grignolino...il salame no perchè non c'era;). Comunque parlo come se fossi stata a Villa Favorita che conosco da visitatrice, in quanto le due fiere hanno senz'altro in comune la qualità dell'organizzazione e soprattutto il livello degli espositori: concordo su tutto, in particolare sul fatto che sono finiti i tempi in cui il vino naturale era un' incognita dal punto di vista sensoriale, posso dirti che a cerea in 3 giorni ho assaggiato 2/3 dei vini presenti, il 99% erano perfetti e questo conta non poco. Avevo amici al Vivit e ho capito la scelta di andarci, ma credo che per il visitatore sia stata un delusione non avere lo scambio di idee possibile a Vini Veri e a VinNatur. Spero di conoscerti presto, mi piace molto quello che scrivi! Saluti, Eleonora Crealto
RispondiEliminaGrazie per l’apprezzamento, essendo un blog autogestito mi serve ogni tanto avere qualche giudizio esterno su quello che scrivo, anche perché trattandosi di un hobby extralavorativo (e non è l’unico) non ho moltissimo tempo da dedicargli. Qualcuno mi accusa di essere troppo prolisso, che non va bene per internet, ma ogni bottiglia ha la sua complessità e la sua storia da raccontare, non si può scrivere di vino limitandosi all’esame organolettico…
EliminaCome vedi non mi sono dimenticato di Creato, forse mi è rimasta impressa la storia del salame di Agazzano, comunque prima o poi avrò modo di assaggiare i vostri vini..
Oops... Creato al posto di Crealto...
Eliminano no continua cosi'
RispondiEliminache troppo prolisso !!
mi piace il tuo romanticismo nella degustazione
se tutto fosse solo ridotto a un' analisi organolettica
il racconto perderebbe patos
il tuo blog aiuta a conoscere e apprezzare il vino
la cosa più importante é che almeno qualcuno riesca a cogliere lo spirito di questo blog... molti dei siti dedicati al vino spesso si perdono in tecnicismi da esperti che trovo un po' fini a se stessi.. una buona bottiglia di vino deve per prima cosa emozionarmi... grazie Lorenzo per il sostegno.. lo scopo del blog é coinvolgere gli appassionati più che i sommelier...
RispondiEliminaBel reportage, spesso i commenti dei non addetti ai lavori sono i migliori. E tu ce lo confermi. Poi i sommelier vanno al Vinitaly o vengono da noi per trovare i difetti. Ti aspettiamo il prossimo anno.
RispondiEliminaMario Plazio
Complimenti!
RispondiElimina"....in un solo colpo Vinitaly-ViniVeri-Vinnatur, un’enorme calamita nel cuore del Veneto che attira gli eno-appassionati italiani.... Un triangolo delle Bermuda alcolico....Il fulcro è a Verona..."
Raramente poche parole permettono di visualizzare correttamente le molteplici realtà delle manifestazioni veronesi.
A luci del palco definitivamente spente mi è piaciuto leggere il resoconto del "tuo viaggio" a Villa Favorita. Da produttore associato e da membro del Consiglio Direttivo di VinNatur ti ringrazio per il tempo che hai voluto dedicare a noi, al nostro lavoro e ai nostri vini. Mi permetto di "sottolineare" che sempre più spesso l'anima del vino, quella vera, la si incontra nella sensibilità delle persone che amano la terra, la vite e il vino. Persone che spesso sono dedite ad altro nella vita ma che per noi sono i Veri Addetti ai Lavori. Un abbraccio. Stefano Legnani
ottimo articolo, complimenti.
RispondiEliminaCarlo Tabarrini Cantina Margò.
Simone, è stato un piacere conoscerti di persona, complimenti per l'articolo. Ci sentiamo presto!
RispondiEliminaAlessandro Pialli
Grazie a te per avermi fatto scoprire il Tai Rosso e la realtà dei Colli Berici, che effettivamente conosco poco.
EliminaNon sono un esperto ma un appassionato, quindi ho fame (anzi sete) di assaggiare e scoprire sempre più realtà vitivinicole e i suoi produttori. Credo sia la strada migliore per diventare esperti di vino “consapevoli”, molto più di qualsiasi corso da sommelier (tra l’altro molto caro..).
Il blog non serve per insegnare qualcosa ad altri, ma come nel nostro caso, per interagire, imparare e creare una rete di contatti e condivisione.
Quando scopro qualcosa di nuovo, poco conosciuto e di ottima qualità come il tuo vino, personalmente mi entusiasmo..
Un saluto e buon lavoro in vigna…