Quest'anno ce l'ho fatta !! Mattinata lavorativa, pranzo, doccia, borsa per "l'eno-spesa", penna, blocchetto e via, from Varese to Agazzano... seguo le indicazioni stradali che "snobbano l'autostrada", il che significa uscire a Pero e spararsi 60 km di statale... direzione Val Tidone, va bé ci metterò di più, ma é una bella giornata assolata e preferisco godermi il panorama agricolo, piuttosto che sgasare in autostrada. In verità a parte gli ultimi 20km (diciamo da Castel San Giovanni in poi..) non é che ci sia proprio da stropicciarsi gli occhi.... comunque, verso le 16, con tre edizioni di ritardo, riesco finalmente a raggiungere la rocca di Agazzano (PC) per la quarta edizione della Sorgente del Vino Live.
Giusto per chi non avesse mai sentito parlare di questa eno-iniziativa si tratta di una "mostra dei vini naturali di territorio e tradizione". Ovvero un centinaio di produttori "naturali" provenienti dalle varie regioni d'Italia pronti a raccontarci la loro esperienza di vignaioli e a farci assaporare i frutti del loro lavoro. Come è riportato sulla home page del sito Sorgentedelvinolive, "Tre giorni in cui il protagonista indiscusso è il vino, la sua storia, la sua tradizione, il suo territorio e soprattutto il suo essere “naturalmente originale” ...vini nati dalla consapevolezza di un territorio e dalla disciplina che questo richiede: attenzione all’ambiente e coltivazione naturale dei vigneti, rispetto dei tempi necessari perché un vino sia davvero punta di diamante di una determinata area geografica".
Arrivo alla rocca e c'è già un bel movimento, pago le 15 euro di ingresso, "recupero" un bicchiere e si parte...I banchi di assaggio sono dislocati su due piani all’interno delle varie stanze della rocca. Location suggestiva, anche se a volte le dimensioni piuttosto piccole delle stanze creano qualche problemino di “traffico”. Un pomeriggio non è assolutamente sufficiente per assaggiare tutto quello che meriterebbe di essere assaggiato, ragion per cui ho dato un occhio alla lista delle cantine partecipanti per decidere da chi andare. Poi come al solito, finisco all’interno di una spirale alcolica dalla quale ne uscirò (vivo e contento come sempre) alle 19.30, quando ormai la “festa” è finita da un pezzo e anche gli ultimi vignaioli rimasti si dirigono verso l’uscita.
Tra nuove cantine da scoprire, facce conosciute e qualche “famoso” esponente dei vini naturali, posso comunque ritenermi molto soddisfatto della rassegna e senza voler stilare classifiche (che avrebbero poco senso) tutti gli "assaggi" si sono dimostrati assolutamente all’altezza, sia per la qualità e l'originalità dei vini proposti, sia per la disponibilità dimostrata da tutti nel raccontarceli. E questo è un altro (a mio avviso fondamentale) punto a favore di queste rassegne enologiche. La comunicazione diretta (e acquisti diretti!) con i vignaioli. Sinergie e scambi di opinione tra produttore e consumatore. L’idea di essere ad una degustazione ma anche ad una festa, ad un momento di partecipazione collettiva. Insomma si respira un'aria più da "festival" che da "degustazione seria". Un approccio molto più "popular" e "social", magari meno tecnico, ma la cosa mi piace molto e mi fa sentire a mio agio.
Nonostante quanto scritto sopra, anche qui becchi i sapientoni che si incollano al banco assaggi e straparlano al produttore con filosofiche astrazioni e immaginifiche considerazioni sul bevuto, ti vien voglia di dargli una puntinata sugli stinchi e invitarlo a non prendersi troppo sul serio... che magari un grazie, una stretta di mano e una battuta spiritosa, possono bastare. Scusate la divagazione sul tema.. ma ne ho beccati un paio davvero insopportabili.
Passiamo agli assaggi che é meglio... il piano é poche cantine ma fatte bene, assaggiare tutto quello che hanno sul tavolo...se possibile. Parto dalle mie personali new entry, ovvero vini che non avevo mai assaggiato prima, di vignaioli che poco conosco.. Pian dell'Orino, da Montalcino, si parte con il fresco e giovane Sangiovese in purezza Piandorino, prima di passare al Rosso e alle due "eccellenti" versioni di Brunello 2005 e il nuovo 2007 (di grande prospettiva). Al banco assaggi adiacente incontro la realtà vinicola Rendondel, piccola azienda di 3 ettari in piana rotaliana. Dalle "anziane" vigne ecco in primis il Dannato, un vino che affina più in bottiglia (12 mesi) che in botte, meno concentrato e più "facile" del Beatome, il loro vino più importante. Come dire, piccoli ma belli...e grazie per l'invito in cantina...Tra i nuovi assaggi c'è anche l'interessantissima realtà calabrese dell'Acino. Ringrazio Dino (se non ricordo male) per avermi spiegato tutto senza neanche bisogno di fare domande. Buono il Chora ma ad incuriosirmi (e stupirmi) sono i due vini (rosso e bianco), ottenuti in purezza dal recupero di due vigneti particolari come il Magliocco e il Mantonico. Direi una chicca, e alla fine non posso rinunciare ad una delle 1800 bottiglie di Mantonicoz prodotte.
Da una novità ad un classico targato Valpolicella. Il giro é d'obbligo al banco assaggi di Monte dall'Ora, tanto da resistere alle visionarie considerazioni, di uno che a quanto pare "la sa lunga" o forse é un "poeta del vino". Alla fine riesco ad assaggiare tutto, dal Valpolicella Classico all'Amarone. Succosi e aromatici sono vini che convincono subito, anche a scucirmi 15 euro per una bottiglia di Valpolicella Superiore... ma solo perché l'Amarone costa troppo... vista la grafica é proprio il caso di dire "Su le mani per Monte dall'Ora". Passo nella stanza successiva e ritrovo Campi di Fonterenza. Avevo già conosciuto le due sorelle Padovani qualche anno fa a La Terra Trema, dove avevo assaggiato l'anteprima del loro Brunello. Qui ad Agazzano riprovo il Brunello (annata 2007) e il Rosso 2009, che mi colpisce per freschezza e succosità, tanto da convincermi all'acquisto.
Proseguendo con le conoscenze "milanesi" un salto da Corinna dell'agricola Il Cerchio , per una bottiglia di Ansonica ed una più chiaccherata sosta da Guido Zampaglione della Tenuta Grillo. Assaggio i suoi vini in serie e mi stupisce cogliere al palato un retrogusto particolare, difficile da spiegare (vicino al terroso), che accomuna e contraddsitingue tutti i suoi vini. Un marchio di fabbrica che li rende unici, emozionanti e mai semplici. O li ami o li odi. Io li amo e chi segue questo blog già conosce il Baccabianca.
Passo ai "pezzi forti" alle cantine "famose"... siamo in Emilia e una sosta alla Stoppa é obbligatoria. Precursori dei vini naturali, mi lancio all'assaggio dei loro Macchiona, Ageno e Stoppa. Anche qui c'è una forte identità, uno stile riconoscibile che accomuna i vini della Stoppa. Ecco come in Emilia, con uve meno "nobili", ma ben accudite, si possono ottenere eccellenti vini territoriali ed Elena Pantaleoni ce lo dimostra con successo da anni. Di fronte alla Stoppa ecco Emidio Pepe, o meglio la figlia Sofia, assaggio 3 annate del loro "mitico" e "discusso" Montepulciano d'Abruzzo. Tripla AAA per questo vino, che non può non invecchiare nella mia cantina. Prendo un 2003 e dio solo sa quando lo stapperò. Poco più avanti eccoti le sorelle Conti, diciamo le più vicine a casa mia, sia per chilometraggio, che per alcuni amici in comune (un saluto a Quilici e Bottanza); oltre che per la mia unica fede chiamata Nebbiolo. Dopo tanto chiaccherare, non posso lasciare due donne del vino come Elena e Paola, senza acquistare il loro "Rosso delle Donne", alla lettera Boca, dolce ed intrigante come solo un vino "al femminile" può essere.
Se Nebbiolo deve essere, che lo sia fino in fondo, quindi dalla prima all'ultima non mi perdo una goccia del Nebbiolo di montagna proposto da AR.PE.PE. Dal più semplice Rosso di Valtellina al Sassella Ultimi Raggi é un viaggio in crescendo. C'è feeling con il ragazzo del banco assaggi, così nessun tecnicismo e degustazione passata a parlare di sbronze e rischio di ritiro patenti!! Anche senza spiegazioni in merito, l'assaggio é stato sufficientemente convincente, tanto da farmi sganciare 40 carte per due versioni di Sassella. Rimanendo tra i grandi del vino naturale, non potevo non deliziarmi con la serie completa dei dolomitici di Elisabetta Foradori. Scherzosamente e con un cordialissimo sorriso sulle labbra, la ragazza del banco assaggi mi informa su tutto quello che assaggiamo e si rende disponibilissima nel rispondere alle mie curiosità sulla macerazione in anfora. Purtroppo nessun vino in vendita, peccato, ma detto con tanta gentilezza, mi evita la sensazione di rammarico. Sia i due bianchi che i rossi, si sono dimostrati vini di grande stile ed eleganza. Mi rimane un goccio di Taurasi Nero Nè dal Cancelliere (giusto perché ho una bottiglia in cantina e volevo provare un'anticipazione...) e mentre quasi tutti stanno sbaraccando, riesco a trovare la sala del "cibo", in tempo per assaggiare ed acquistare le ultime fette di torta alla nocciola della Pasticceria Quilico (come fanno le torte alla nocciola in Piemonte non ce né...) e un caprino "che si scioglie in bocca" dell'azienda bio Le Ramate.
Barcollante e appesantito dalle sette bottiglie di vino acquistate, torno alla macchina, mentre ormai il cielo é buio e tira un bel venticello fresco (e traditore visto il mio attuale mal di gola...). E' stata sicuramente una bellisima "festa del vino", una rassegna che ho apprezzato sia per la qualità dei produttori partecipanti, sia per la grande disponibilità degli stessi nel raccontare i loro vini e un po' se stessi. Ripensandoci é stata soprattutto una giornata molto femminile. Non solo perché ero in compagnia della Betta e tra il pubblico pagante ho notato molte donzelle (o meglio damigelle vista la location), ma soprattutto perché su tredici banchi assaggi passati in rassegna, in ben otto (9 contando Ar.Pe.Pe) ho trovato gentilissime signore e signorine... Posso quindi trarre la conclusione, che il vino naturale é femmina?? Ben venga....
Permettetemi un paio di appunti, giusto per non sembrare un parente dell'organizzatore capo... per la prossima edizione una sacca porta bicchiere. Esteticamente li appesa al collo é pessima, lo so, ma risulta di un comodo... sarà anche colpa dell'alcool, ma dovendo appoggiare il calice al tavolo per prendere appunti, o sfogliare la brochure, ho dimenticato il bicchiere in almeno 5 banchi assaggi!!
E poi un appello agli organizzatori e soprattutto alle aziende vinicole partecipanti, e non mi riferisco solo alla Sorgente del Vino ma a quasi tutte le mostre enologiche... visto che si paga l'ingresso e che alla fine anche a questo giro, in cambio dell'ambito nettare ho alleggerito il mio conto corrente di oltre 150 euro... ma un misero cestino con due grissini non potevate metterlo a libero consumo del degustatore? Ogni volta bisogna ricordarsi di portarsi qualcosa da casa, altrimenti come in questo caso, mi sono dovuto passare in rassegna 13 banchi assaggi al completo senza una briciola di pane per spezzare e rendere più piacevole la degustazione. Vi garantisco che non sono l'unico ad aver notato questa cosa...nessuno pretende la degustazione classica con tavolo, sedia, sommelier che versa ecc... non mi piacerebbe nemmeno... ma almeno un po' di pane... non costa mica così tanto....
La mia giornata si conclude nel buio delle colline piacentine, mentre mi perdo su sconnesse stradine tra le vigne in direzione Ziano Piacentino. Giusto il tempo di raggiungere la località Casa Bella, riempire la "panza" con massicce dosi di culatello e gnocco fritto, prima di ripartire in direzione Varese, mentre la Betta dorme e il sottoscritto si ripassa la discografia dei Godsmack. Il risveglio domenicale sarà easy (potere dei vini naturali..), giusto il tempo di sistemare in cantina le bottiglie (sicuro che quando le stapperò, mi ricorderò della bella giornata passata ad Agazzano), prima di ripartire con un il mio sport preferito, ovvero Chianti Classico e fiorentina...
Peccato che non sei passato da me, ennesima "donna del vino" e per la precisione del grignolino "anarchico", sul banco avevo formaggio, salame e grissini;)!! P.S. Concordo su tutto, su tutti i vini degustati e sulle persone (per esempio, come si fa a non trovare feeling con mirco di Arpepe;)). Ti aspetto a Cerea con grignolino, barbere e nebbiolo e... stuzzichini a volontà;).
RispondiEliminaEleonora
Crealto
Ammazza anche il salame... va bè pazienza... vorrà dire che una domenica vengo in gita da voi...
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