...questo rimane un Barolo "minore" e non solo per chi pasteggia a colpi di Monfortino. E per questo deve essere giudicato, un ottimo approccio alla materia per chi non può permettersi grossi esborsi economici e non vuole ricadere sul solito, Terre di Barolo da autogrill.
Circa un paio di anni fa notai in enoteca a La Morra il Barolo di Veglio Angelo. Mi aveva colpito soprattutto per il prezzo, circa 15 euro a bottiglia. Decisamente poco per un Barolo, considerando che mi trovavo in una "turistica" enoteca di centro paese e che non siamo al cospetto di un produttore da grande distribuzione.
Inizialmente diffidente, decisi di non acquistarlo, ma qualche mese dopo mi ricapita sotto il naso in confezione doppia, abbinamento Barolo Bricco dei Gania 2006 e Barolo Foje d'Autun 2004. Segno del destino quindi, quando una bottiglia mi ricapita troppo spesso sotto il naso, ti scatta un meccanismo strano in testa e sei costretto ad acquistarla. Il prezzo poi (25 euro per tutte e due) non poteva che essere convincente. Ragion per cui a scatola chiusa, senza averne mai sentito parlare prima, acquisto le due bottiglie.
Circa un anno fa ho stappato il 2006, giusto per la curiosità di assaggiarlo giovane, mentre ho preferito lasciare ancora un annetto in cantina il 2004, considerando l'eccellenza dell'annata e la longevità di questi vini, ho preferito aspettare ancora un po'. Oggi però é giunta l'ora "X" anche per questo Foje d'Autun e devo ammettere che mentre il 2006 era risultato piuttosto mediocre, il 2004 ha decisamente una marcia in più, risultando decisamente più maturo e piacevole.
Vado quindi a raccontarvelo... Cantina Veglio Angelo, attualmente gestita da Franco, quinta generazione della famiglia Veglio, che gestisce questa cascina di langa in borgata Gancia (La Morra) dal 1856. L'attività imprenditoriale prende piede soprattutto negli ultimi 30 anni, grazie all'aumento delle esportazioni (il 95% delle bottiglie prodotte vengono esportate) e ai continui investimenti per l'ampliamento della cantina. La produzione vinicola é legata al territorio, ed oltre alle due citate versioni di Barolo, propone i classici piemontesi come la Barbera, il Nebbiolo, il Dolcetto, il Freisa e per i bianchi lo Chardonnay.
Il Barolo che vado a bere é prodotto in 38.000 unità attraverso una selezione di uve provenienti da vari vigneti (ad inerbimento spontaneo) situati nelle vicinanze di Alba, per una superficie di circa 5 ettari. Le uve raccolte manualmente vengono lasciate a macerare sulle bucce dai 5 ai 12 giorni, prima di invecchiare per 3 anni in botti di legno di varie capacità. Tutto il processo produttivo avviene all'interno dell'azienda vitivinicola. Direi che per un Barolo da 15 euro in enoteca é già positivo sapere che il vignaiolo segue tutto il processo produttivo (molto spesso alcuni vini "importanti" low cost sono opera di aziende imbottigliatrici...). Bevo in abbinamento a dell'ottimo manzo in umido...
Caratteristico colore del Barolo rosso rubino scarico tendente al granato, buona fluidità e trasparenza, non troppo concentrato ed effetto "lacrima" sulle pareti del bicchiere. Al naso risulta abbastanza intenso e persistente, inizialmente vinoso e chiuso con decisa vena alcolica in evidenza (14%vol.), successivamente si apre (faticosamente) e risulta più etereo, trasmettendo un intreccio di sentori floreali e speziati, senza dimenticare le più aromatiche note di frutta a bacca rossa. Buone sensazioni ma la complessità olfattiva che ti aspetti dal re dei vini made in Italy é ben altra cosa. Al palato si fa apprezzare in primis per vena alcolica e tannicità, poi viene fuori il suo lato più fine, lasciandoci buone sensazione gustative che rispecchiano quanto avvertito al naso, ma soprattutto dimostrandosi un vino austero e robusto, equilibrato da una piacevole sensazione di finezza e morbidezza, prima di spegnersi lentamente con un finale lungo e armonico.
Manca un po' in complessità ed eleganza, risultando meno articolato ed intrigante, rispetto ai grandi Barolo che tutto il mondo ci invidia, ma sicuramente molto più apprezzabile della versione 2006 precedentemente degustata (molto più chiusa e quasi astringente), differenza probabilmente dovuta al maggior livello di maturazione di questo 2004, meno "difficile" e più amabile alla beva (anche questo 2004 avrebbe meritato ulteriore riposo in cantina). Sicuramente rimane un vino dall'ottimo rapporto qualità/prezzo.
Ripeto a scanso di equivoci, che questo rimane un Barolo "minore" e non solo per chi pasteggia a colpi di Monfortino. E per questo deve essere giudicato, un ottimo approccio alla materia per chi non può permettersi grossi esborsi economici e non vuole ricadere sul solito, Terre di Barolo da autogrill. In alternativa rimane un ottimo "low cost" per innaffiare il vostro brasato al Barolo.
Temperatura di servizio tra i 18-20°C, ossigenare non meno di un'ora e accompagnare a piatti della tradizione piemontese, soprattutto con il brasato o equivalenti carni in umido che sono sicuramente la morte sua. Se siete dei filosofi amanti dei vini da "caminetto e libro" allora lasciate perdere e investite su bottiglie più "importanti", perché questo, a mio modesto parere, é un Barolo da pasto.
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