1980... un’
Inghilterra sconvolta dal punk, declinava nella new wave e il post-punk a tinte
dark. Quell'anno uscivano A Forest dei The Cure e Love Will Tear Us Apart dei Joy
Division... pezzi che
ancora oggi “suonano” e affasciano... Come il Colle Grimaldesco
sono perle immortali dalle scure atmosfere, che sembrano scalfire il tempo.
Ad un paio di mesi da quel Margò Rosso di Carlo Tabarrini, torno su uno stappato umbro, spostandomi virtualmente un po' più a sud, nel centro geografico della regione, dove trovo un altro Tabarrini... Giampaolo in questo caso, eclettico produttore di Montefalco, nel cuore della più importante denominzaione umbra, quel Sagrantino, che aspira ad entrare nella cerchia dei grandi rossi italiani, ma che fatica ancora a trovare un'identità precisa.
Ad inizio millennio c'era grande fermento per l'esplosione del fenomeno (anche internazionale) Sagrantino, che ha visto crescere nel piccolo comune di Montefalco numerose aziende vitivinicole, molte delle quali troppo concentrate sul lavoro di cantina e l'appeal commerciale, anziché cercare di capire come sfruttare al meglio il potenziale di quest'uva. In questo panorama si sono sicuramente distinte le cantine storiche e quei produttori che hanno saputo valorizzare soprattutto il vitigno, cercando di eccellere con vini di grande longevità e capacità evolutiva, piuttosto che sull'impatto e la potenza estrattiva, e tra questi c'è sicuramente Giampaolo Tabarrini (oltre ovviamente a Paolo Bea, che mi piace assai).
In frazione Turrita sorge la cantina, arrivata oggi con Giampaolo alla quarta generazione di vignaioli ed é proprio con il suo arrivo negli anni '90, che si inizia ad imbottigliare, ad investire nella costruzione della nuova cantina e a valorizzare i vigneti... l'esperienza di quattro generazioni proiettata nel futuro, per proporre vini fortemente legati al territorio e alle tradizioni. La cura maniacale dei vigneti, l'attenzione riposta in tutte le fasi lavorative, consentono oggi di identificare in Tabarrini, una delle più interessanti realtà vitivinicole umbre. Detto così sembra solo una questione di tecnica e applicazione, suona quasi freddo, in realtà la marcia in più dei vini di Giampaolo, é quel tocco di artigianalità che solo chi ha sempre lavorato la terra e vissuto in vigna con gioia, entusiasmo e passione, riesce a trasmettere.
I vigneti sono suddivise in diversi appezzamenti che consentono la produzione di differenti tipologie di vini. Dal bianco Adarmando, ricavato da una vecchia vigna di Trebbiano spoletino, al rosè e il "blend" rosso, ma soprattutto il Montefalco Rosso D.O.C. e il Sagrantino D.O.C.G., prodotto in ben tre versioni. L'idea di Giampaolo é stata proprio quella di valorizzare ogni singolo appezzamento, realizzando tre cru figli di tre vigne differenti. Colle Grimaldesco, Campo alla Cerqua e Colle alle Macchie. Aggiungiamoci il passito di Sagrantino e arriviamo ad una produzione annua che si avvicina alle 100.000 bottiglie, molte delle quali destinate ai mercati esteri.
Il vino che ho stappato oggi é il Sagrantino Colle Grimaldesco 2006, ovviamente uve Sagrantino in purezza, provenienti dall'omonimo vigneto esposto a sud-est su terreno argillo-limoso con presenza di ciotoli di fiume. Rese contenute sui 40-45 ql/ha, macerazione sulle bucce per oltre un mese e 30 mesi di affinamento in legno, barrique e botte grande, prima di concludere con 6 mesi in bottiglia.
Rosso rubino intenso e cupo con sfumature granata, già alla vista complesso, così come al naso, fitto, intenso, ricco e persistente, caldo, vinoso e
pungente, con sentore alcolico (15%vol) in evidenza, prima di rilevare la sua
trama scura... more selvatiche, caffè tostato, grafite, terra, accenni di
liquirizia, spezie pungenti e suggestioni minerali. Ingresso potente con astringenza iniziale,
tannino vigoroso e piacevole sensazione materica, grande struttura, ottima
persistenza, tensione gustativa senza accenni di resa e finale da concerto noise*,
con richiamo delle sensazioni olfattive. Vinone austero e di grande
complessità, energico, potente, quasi monumentale, espressione “classica” di un Sagrantino che non scende a patti
con il diavolo.
Ho stappato questa bottiglia dopo che é rimasta in cantina per tre anni e con il senno di poi, devo ammettere di essere stato impaziente, perché questo 2006, a quasi 8 anni dalle vendemmia, mi é sembrato ancora in divenire, con un tannino vigoroso e con ottime potenzialità espressive, non perfettamente bilanciate, ma che lasciano presagire la possibilità di godere di un vino più equilibrato ed elegante. Mi son fatto l'idea che dieci anni siano il tempo minimo di attesa, sempre se riuscirete a resistere alla tentazione. Bisogna saperlo aspettare e coglierlo nel momento giusto. Il Sagrantino é spesso descritto come un vino dal carattere austero, tannico, potente, longevo e complesso, tutti aggettivi che calzano a pennello per il Colle Grimaldesco, che conseguentemente mi sento di definire vino di grande espressività territoriale. Insomma se andate cercando un Sagrantino tipico, soprattutto se siete alla prima esperienza, questa é la giusta bottiglia da acquistare. Se non vi fidate del sottoscritto e siete tra quelli che entrano in enoteca con la guida del Gambero sotto-braccio, vi dico anche che questo 2006 ha preso i famigerati tre bicchieri. Quindi non avete scuse!
Sicuramente non é una bottiglia di facile approccio, soprattutto
oggi che il mercato sembra orientato verso vini di pronta beva, leggeri e
sgrassanti. Per gli altri temerari che osano sfidare il tannino del Sagrantino,
consiglio un abbinamento datato 1980, quando un’
Inghilterra sconvolta dal punk, declinava nella new wave e il post-punk a tinte
dark. Quell'anno uscivano A Forest dei The Cure e Love Will Tear Us Apart dei Joy Division (successivamente coverizzato dagli stessi Cure), pezzi che ancora oggi affascinano e mi diverto suonarli duranti i dj set.. Come il Colle Grimaldesco
sono perle immortali dalle scure atmosfere che sembrano scalfire il tempo.
In enoteca per il 2006 siamo sulle 25 euro, in linea con i prezzi della categoria. Gran bel vino, ad oggi il Sagrantino più convincente...
* Per chi non lo sapesse i finali dei concerti noise (sia
in analogico che in digitale) sono quasi sempre contrassegnati da decine di
minuti di saturazione sonora, tra chitarre in feedback e campionatori in loop ipnotici…
un lungo e lento suono perforante che sembra non finire mai e lascia una “esaltante”
sensazione di stordimento.
non posso che essere d'accordo con le note di degustazione, ne ho bevute tre settimane fà due bottiglie per il compleanno di mio figlio annata 2004 ed il tannino in questo caso sembrava essere risolto.
RispondiEliminaComunque un grande vino uno dei Sagrantini che mi è piaciuto di più.
Sono riuscito a prenderne 12 bottiglie su noto sito di aste online a sole 150 euro inclusa spedizione, penso un ottimo affare considerata la longevità di questo vino.
Saluti
Benux
direi ottimo affare!! Questo é un gran bel vino... se a qualcuno non é piaciuto, é solo perché non ama la categoria e preferisce vini meno "toste"... ma per chi ama il sagrantino con Tabarrini non può sbagliare...
EliminaInteressante! Magari se lo trovo faccio un sacrificio. Hai mai provato quello di Calcabrina? Oltre ad essere un gran vino (forse un filino troppo "duro", ma questo è anche il suo fascino), è un vero affare anche come prezzo, oltre ad avere un packaging fantastistico.
RispondiEliminaValerio
certo, lo assaggio tutti gli anni alla Terra Trema e settimana scorsa era anche a Vini di Vignaioli a Milano... ufficialmente il suo non é proprio un sagrantino.. ma in pratica si... ho qui un 2008, ma credo che aspetterò ancora un po' prima di stapparlo... sicuramente é particolare e devo ammettere che ci sono anche molte differenze di anno in anno
EliminaCiao a tutti, nemmeno a farla apposta proprio oggi nella grande distribuzione A (francese) era in offerta il sagrantino arnaldo caprai a 17euri e 50, ne ho acquistato due bocce annata 2008. Avevo degustato tempo fa il 2005 grande vino, credo che quest'ultime le lascierò riposare in cantina per un bel pò. Grande vino il Sagrantino! P.S. in una guida V ho notato che l'Az. tabarrini fa un 'altro sagrantino di lvello superiore....vero? chissà come sarà? Saluti a tutti sempre fedele.
RispondiElimina..mmm... non devi aver letto bene il post fratello... più o meno a metà strada ho scritto "....Sagrantino D.O.C.G., prodotto in ben tre versioni. L'idea di Giampaolo é stata proprio quella di valorizzare ogni singolo appezzamento, realizzando tre cru figli di tre vigne differenti. Colle Grimaldesco, Campo alla Cerqua e Colle alle Macchie..." Per scegliere il "livello" non ti resta che assaggiarli tutti e tre... ciao e grazie per la visita...
EliminaFantastico Giampaolo Tabarrini, conosciuto personalmente in azienda a settembre u.s. durante Enologica a Montefalco...capitato in una degustazione riservata a giornalisti del bere ed esporatori esteri nn mi sono perso neanche una goccia, abbiamo assaggiato anche un trebbiano adarmando del 98 da sole viti prefillossera esperienza unica..cmq tornando al sagrantino tra i tre ho preferito il campo alla cerqua che spicca per acidità, apidita e finezza della massa liquida,a mio parere esibendo un sagrantino atipico(vedasi Milziade Antano Colle Allodole)....concludo con il Montefalco rosso in cui al blend classico di sagrant sangiovese e merlot o altri internazionali, a questi ultimi si sostituisce un patriottico barbera che lega sangiovese e sagrantino in maniera sublime
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