...quasi un perfetto pezzo "folk" di razza pura e cristallina... così amabile, così abbinabile, così "facile" da apprezzare, grazie ad un caleidoscopico ventaglio di sfumature aromatiche e suggestioni che ne fanno un vino di grande espressività territoriale e grande eleganza, dalla beva "tridimensionale".
Pochi di voi lo sanno,
perché è la classica pagina di presentazione che nessuno legge, ma se cliccate
su “SIMOdiVINO PERCHE'...” giù in basso
chiudo con questa frase “Mentre il mondo corre spedito verso il consumismo con i paraocchi, il
vino ci ricorda che per essere buono ha bisogno di prendersi il suo tempo.”.
Il vino (ma soprattutto i grandi vini) come molti di voi sanno, ha bisogno del suo tempo per raggiungere la piena maturazione ed insegna a noi “bevitore”, che nella vita é necessario rallentare il ritmo. Al di la di tutte le cose che si possono dire e scrivere sul vino, questo è uno dei suoi aspetti (quasi terapeutico) che più mi coinvolge. Il piacere della lentezza, la necessità di staccare la spina e prendersi il proprio tempo. E' un rito lento e che richiede attenzione... stappare, aspettare che il vino si ossigeni e poi goderselo piano piano, bicchiere dopo bicchiere, mentre il tempo si dilata, ci si rilassa e a volte ci si emoziona... cervello libero e il mondo fuori che corre, sclera e scazza.
Il bello di essere appassionati di vino significa (almeno per me) riuscire anche a godere di questi momenti, quasi intimi. Nel corso della sua vita dalla vendemmia alla bottiglia svuotata, ci sono vini e cantine che fanno dell’elogio all’invecchiamento una vera e propria filosofia. Tutto deve essere fatto con calma e senza fretta, nei giusti tempi e con le giuste attese… l’affinamento nelle grandi botti, il riposo in bottiglia, la permanenza in cantina, la bevuta… tutto scorre e si evolve con lentezza… ci vuole pazienza... anche perché più cresce l'attesa, più crescono le emozioni...
Lo stappato di oggi il Sassella Riserva Rocce Rosse è sicuramente uno di quei “grandi” vini, che ottimamente interpreta quanto scritto sopra e i suoi mentori, al nome di Ar.Pe.Pe. sono indiscutibilmente una di quelle cantine che hanno trovato “nell’elogio all’invecchiamento” (ma non solo) la giusta strada per portare al consumatore vini di indiscussa qualità e personalità.
Avevo già scritto ed
elogiato Ar.Pe.Pe. in occasione del post dedicato all’altro Sassella della casa, ovvero
quel Stella Retica (e a questo punto mi mancano ancora il Vigna Regina e l'Ultimi Raggi per chiudere il cerchio ) che già mi aveva entusiasmato per il suo giovanil furore, ma il Sassella Rocce Rosse é
indubbiamente un ulteriore passo in avanti verso la perfezione, tanto da convincere quel "mostro" di Luca Gardini ad inserirlo
nella sua personale top 100 mondiale.
Nel precedente post paragonai "musicalmente parlando" Ar.Pe.Pe. ai Nirvana, proprio per l'affinità con la storia di quella band, ovvero essere apprezzati dai più, essere diventata una cantina di successo senza snaturarsi o svendersi, senza la necessità di declinare nel "pop", rimantenendo sempre fedeli alla "linea Retica" e alla sua uva regina, il Nebbiolo (Chiavennasca), che qui si é voluto valorizzare mantenendo fede alla tradizione vitivinicola della valle. Non é un caso se la produzione di Ar.Pe.Pe. non comprende lo Sforzato (detto anche l'Amarone di Valtellina, giusto per rendere l'idea...) ma ben 4 versioni di Sassella... Insomma solo vini di grande personalità ed espressione territoriale... nel segno della tradizione...
Il vino é il frutto della vigna e del suo vignaiolo, essenza che ho ritrovato racchiusa in questo incredibile Rocce Rosse, un vino che deve essere bevuto perché nessuna parola può rendergli giustizia. Mi sono innamorato di questa bottiglia e mi rammarica non averne una giusta scorta in cantina.
Quindi Sassella Riserva annata 2001, uva Chiavennasca in purezza da viti con oltre 50 anni di età su suoli poveri di roccia granitica. L'uva viene vendemmiata verso fine ottobre con rese piuttosto basse di 40 hl/ha, ma solo nelle grandi annate, quando il frutto raggiunge livelli qualitativi eccelsi, l'uva viene destinata alla produzione del Rocce Rosse, mentre nelle altre annate viene utilizzata per produrre il Stella Retica. La macerazione in vasche di cemento ha una durata di almeno 30 giorni sulle bucce e un affinamento di ben quattro anni in botti grandi di castagno a cui seguono ulteriori tre anni di bottiglia. Come leggo sulla retro etichetta, il vino é in commercio da gennaio 2012... un vero e proprio investimento sul futuro per Ar.Pe.Pe, un affinamento lunghissimo che consente al vino di trovare (con la dovuta calma), il suo perfetto punto di equilibrio.
Nebbioleggia nel bicchiere
vestito di un rosso granato con sfumature rubino, piuttosto luminoso, pulito,
fluido, esile, elegante. Olfatto in progressione di ottima persistenza e stabilità,
profumi eterei ricchi di suggestioni che ci portano con la mente ai luoghi in
cui sono allevati i vigneti, ma con un tocco aggiuntivo di eleganza e
perfezione stilistica. Qui trovi il carattere della Chiavennasca, ma anche la freschezza delle Alpi, i profumi dei campi, la sapidità della roccia e la proverbiale sapienza di chi da generazioni abita la montagna. Scordatevi l'alcolicità di alcuni Sfurzat o le asperità di altri rossi di Valtellina che ho avuto modo di assaggiare in passato. Il Rocce Rosse é perfettamente in equilibrio tra austerità, mineralità, acidità, morbidezza e dolcezza, senza mai perdere tensione gustativa e slancio. Gli aromi come dicevo sono complessi, evocativi, terziari e se vogliamo soggettivi. In ordine sparso ho ritrovato (soprattutto nel retrogusto) la dolcezza accattivante delle fragoline di bosco, le punte speziate dei chiodi di garofano, le viole appassite e il geranio, un ricordo di incenso e di terra. Bocca elegante e leggera, asciutto e vellutato, tannino fine, trama sottile e ottima persistenza gustativa con un tocco fumè bilanciato da una piacevolissima freschezza, che rendono il vino incredibilmente scorrevole. Raramente, senza varcare il traforo del Monte Bianco, si riescono a trovare vini complessi e longevi quanto snelli e bevibili, tanto da rendere insufficiente una sola bottiglia.
Posso affermare che con questo Sassella, Ar.Pe.Pe. ha trovato la quadra perfetta, la qualità delle uve, un terroir importante, un affinamento nel castagno che mantiene il vino incredibilmente fresco ed equilibrato... direi quasi un perfetto pezzo "folk" di razza pura e cristallina... così amabile, così abbinabile, così "facile" da apprezzare, grazie ad un caleidoscopico ventaglio di sfumature aromatiche e suggestioni che ne fanno un vino di grande espressività territoriale e grande eleganza, dalla beva "tridimensionale". Siamo solo all'inizio, ma si prenota già un posto nella top ten di fine anno. Vino per palati fini, che richiede attenzione e che deve essere capito... per tutti gli altri, amanti dei vini stramaturi e iperconcentrati potrebbe dire poco... ma se devo dirvela proprio fuori dai denti... se non capite la grandezza di questo Rocce Rosse forse non siete in sintonia con questo blog e vi meritate un "vino frutto" consigliato da Luca Maroni!!Siccome spesso lo chiedete... ve lo dico... Rocce Rosse 2001, pagato 25 euro alla fiera mercato di Agazzano (vecchia sede di Sorgente del Vino live) ma in enoteca vi serviranno tra le 5 e le 10 euro in più. Non un vino da tutti i giorni, ma direi che é una cifra più che adeguata per il valore della bottiglia... anzi pensando ai costi di certi "compagni" in terra di Langa.. devo dire che il rapporto qualità/prezzo del Rocce Rosse é ottimo.
Wow! Fai proprio voglia di andare a cercare disperatamente questo vino. Sinceramente come dici tu mi affascina moltissimo tutto quello che sta dietro una bottiglia. Dallo studio dell'enologo, al lavoro sui campi, all'affinamento. Ci vuole pazienza per avere un prodotto speciale capace di dare emozioni. Li pagherei volentierissimo 25 ma anche 40 euro per un prodotto così!!!! Grazie della dritta
RispondiEliminaVai sul sicuro... tutti parlano bene dei vini di Ar.Pe.Pe. e non é un caso... il Rocce Rosse é uno dei suoi vini meglio riusciti..
RispondiEliminaAnche il base, Rosso di Valtellina, a poco più di 10 euro non scherza. Adoro quest'azienda.
RispondiEliminaSi ne ho bevute un paio di bottiglie... validissimo rapporto qualità/prezzo... e grandissima beva... si fa decisamente scolare!
EliminaLeggo soltanto ora la risposta, nessuna notifica all'orizzonte. Comunque ti devo dire una cosa: la grafica del tuo sito (non solo) è veramente una figata!
Eliminagrazie...
Eliminain effetti ho sempre fatto lavoretti di grafica soprattutto per concerti, feste, manifestazioni ecc... lo stile arriva un po' da li... tutta robba fatta in casa...
Quanto scrivi Simone!!! ;-)
RispondiEliminaQuoto in toto il post.
Claudio Tenuta
buongustaio....
Eliminahttp://grappolidappunti.blogspot.it/ Condivido perfettamente!!!!!! Anche io nel mio piccolo e amatoriale quaderno/blog d'appunti gli ho dedicato un post :-)
RispondiEliminagrazie Alfredo per essere passato.. bono vero?
RispondiEliminaOTTIMO DIREI!!!! Adesso voglio provare anche gli altri!
EliminaAh comunque passo sempre sul tuo blog ;-)
Arturino....il sarto della Valtellina
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