lunedì 10 marzo 2014

CÔTE DE NUITS VILLAGES 2009 - Appellation Côte de Nuits-Villages Contrôlée - Louis Latour

Approccio alla Côte de Nuits con un classico della storica maison Louis Latour... per neofiti...


Bevuta interessante e per certi versi difficoltosa, in quanto vittima di un'influenza stagionale che ha pregiudicato le mie già discutibili capacità olfattive. Poco importa, cose che capitano, ma non sarà certo qualche linea di febbre e il naso intasato, ad impedirmi di stappare una bottiglia di vino!!  Lasciamo perdere le disgrazie e andiamo ad approffondire quanto di interessante mi ha trasmesso questa bottiglia, perché non mi capita spessissimo di postare bevute d'oltralpe, essendo ancora piuttosto concentrato nello scandagliare il suolo italico, così ricco di vitigni e produttori interessanti. 

Per onestà intellettuale devo ammettere di essere ancora all'ABC del vino francese, ma il mito della Borgogna é tale da non poter lasciare indifferente alcun appassionato, me compreso, corro quindi il rischio di scrivere qualche sciocchezza, ma voglio condividere questa eno-esperienza in maniera costruttiva, affinché possa essere di aiuto a me e a chi avrà il piacere di leggere questo post. Parliamo di una regione che rappresenta il fulcro dell'enologia mondiale, perché quando si parla di storia, tradizione, cultura e soprattutto terroir, la Borgogna ne rappresenta l'apice assoluto. I più grandi vigneons sono qui, le bottiglie più blasonate e mitizzate si producono qui. Anche chi si interessa con "disinteresse" al vino francese, almeno una volta nella vita avrà letto o sentito parlare di Côte d'Or, Côte de Nuits e Côte de Beaune, di paesi (e vini) che si chiamano Marsannay, Vougeot, Vosne-Romanée, Volnay, Chambolle-Musigny, Montrachet ecc.... probabilmente anche ad un astemio nomi come Romanée-Conti, Leroy, Rousseau non suonano del tutto sconosciuti. 

La Borgogna quindi é terra eccezionale, perché Pinot Noir e Chardonnay come si producono qui, non si fanno in nessun'altra parte del mondo. E questa se vogliamo é l'unica cosa semplice da capire, ovvero l'uvaggio utilizzato... uno per i rossi e uno per i bianchi, ai quali per correttezza dobbiamo aggiungere l'Aligotè, anche se presente in percentuali minori. Il resto é piuttosto difficile e complesso... non é semplice districarsi tra una lista infinita di nomi e di bottiglie, figlie di parcelle anche piccolissime, i "climats", le "maison", i "negociants", i "domaines", le "appellations". Insomma c'è da lavorare, studiare e da spendere (visti i prezzi delle bottiglie) per entrare e fare chiarezza tra i vini e le terre di Borgogna... soprattutto ci sarebbe l'esigenza di farci un giro, passarci un po' di giorni, per lasciarci il cuore tra quei vigneti, quei muretti a secco, quelle nebbie e quelle atmosfere francesi, dove tutto profuma di vino, giusto per non rischiare di perdere le suggestioni e l'emotività al cospetto delle sue ferree regole.

Come avrete capito da questa mia introduzione dedicata alla Borgogna lo stappato di oggi é un vino che proviene da li, anche se l'ho acquistato un anno e mezzo fa in quel di Parigi, mentre mi annoiavo in aereoporto durante uno scalo di ritorno da Città del Messico. Tra le poche bottiglie di Borgogna presenti questa era quella che sembrava più interessante, se non altro perché si tratta di un "appellation villages", il che é già una garanzia in più... l'ho pagata infatti 21 euro, la più cara tra le presenti e considerando i costi dei vini di questa regione, capite bene la pochezza della scelta. Mi é sembrata comunque una dignitosa bottiglia per iniziare a bere qualcosa della Côte de Nuits. 

Iniziamo a fare chiarezza dicendo che le denominazioni sono fondamentalmente quattro. Si parte dalla denominazione regionale, i vini base per intenderci, poi si sale alla denominazione del villaggio, come nel caso della mia bottiglia, dove é indicato Côte de Nuits Village, quindi uve provenienti da quel comune specifico. Dopo si sale vertiginosamente (anche nei prezzi) con le denominazioni riservate ai singoli vigneti, i Premiers Crus che sono comunque legati al nome del village e i Grands Crus, la classificazione più alta e che recano in etichetta il proprio nome.

La maison produttrice di questo Pinot Noir é Louis Latour e se sono riuscito a trovarla nell'enoteca dell'aereoporto, é proprio perché Latour é uno dei più grandi produttori della Borgogna con quasi 50 ettari vitati e appezzamenti dislocati in tutta la regione, tra cui anche diversi Grands Cru. Vi rimando a Wikipedia per maggiori informazioni in merito a questo famoso produttore di Beaune.  

Passando al bevuto... bicchiere color rubino scarico che tende al granato, fluido e pulito, con buona trasparenza ed eleganza. Naso piuttosto tenue, arriva lento e fine con note sottili e leggermente pungenti. Direi molto french, niente grassezze e saturazioni olfattive, ma tocco magro e dinamico che gioca su un frutto non troppo maturo, che lascia una piacevole sensazione di fragranza... diciamo pure che il ventaglio espressivo non é poi così "espressivo". Accenno di lamponi, ma soprattutto una speziatura che conferisce al bouquet sensazioni pungenti, aroma floreale di rosa e rimandi di incenso. Meglio alla beva, snello, di grande pulizia e precisione stilistica, si "scola" letteralmente con grande piacere, grazie ad vena acida sottile che mantiene una buona tensione gustativa, anche se il finale non é lunghissimo. 

Direi una buona base di partenza, anche se indubbiamente viene meno in questa versione, l'eleganza "fragile" che ho ritrovato nelle poche bottiglie "importanti" che ho avuto il piacere di assaggiare, trovandomi un vino fine ma con un tocco leggermente "dark" che gli toglie un po' di vivacità e succosità... insomma liscio e godibile, invitante, ma meno rinfrescante di quanto mi aspettassi. Comunque una piacevole eno-esperienza.. consigliabile a chi piace lo stile "Borgogna".

p.s. Pensando al vino "monumentale" del prossimo post... decisamente una spanna (ma anche due o tre) sopra questo Côte de Nuits e mi é costato solo 4 euro in più... direi Italia-Francia 1-0 e palla al centro... almeno in attesa che la "grande" Borgogna trovi spazio in questo blog...

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