mercoledì 16 aprile 2014

RÒCHE D'AMPSÈJ 2006 - Roero Riserva D.O.C.G. - Az. Agr. Matteo Correggia

...al di la del suo taglio "modernista", rimane vino integro e di grande espressività territoriale. E' comunque impossibile immaginare il Roero di oggi senza pensare a Matteo Correggia, indissolubilmente legati dalla storia.


Allora cari amici eno-rockers, avrete notato qualche mese fa la foto di Eddie "Pearl Jam" Vedder sul palco con in mano una bottiglia di vino...  nulla di strano, i fans della band sanno bene che Eddie é solito portarsi una bottiglia sul palco per tenersi "su di giri". Non fosse che... in quel di Chicago, il nostro eroe mette in bella mostra una bottiglia di Roero di Correggia. Inutile dire che per tutti i rockers della mia generazione (diciamo quelli che si aggirano sulla quarantina) la devozione per la band di Seattle é senza ritegno ... e se Eddie beve Correggia, io non posso essere da meno... anzi caro il mio Eddie... ti dirò di più... io il Roero base me lo sono già bevuto e ti sorpasso alla grande con la riserva Ròche D'Ampsèj!!! 

Scherzi a parte, anche alla cantina di Canale sembrano vendemmiare con Even Flow a palla nell' I-Pod, dato che la foto di Eddie che impugna il Roero é la prima immagine che visualizzerete connettendovi al loro sito, o forse in virtù del prossimo live dei PJ in quel di San Siro, anche questa foto aiuta a un po' il marketing aziendale. 

Passando a questioni più serie... Sorseggiato con un certo entusiasmo il Roero base durante un'ottima cena presso l'Osteria del Sass di Besozzo, mi appresto con non poche aspettative, a stappare il vino principe di Correggia, ovvero il caposcuola Ròche D'Ampsèj, vino che in tempi non sospetti é riuscito ad attirare l'attenzione della critica enologica verso i nebbioli prodotti a nord del Tanaro, allora come oggi, troppo spesso offuscati dal blasone dei rossi di Langa.

Dobbiamo fare un passo indietro di circa 30 anni, quando Matteo Correggia nel 1985, eredita l'azienda agricola di famiglia con l'obbiettivo di valorizzare i vigneti e realizzare vini unici ed espressivi. Una svolta di stampo "modernista" per la cantina di Canale, che ha incontrato le critiche dei puristi, ma non ha scalfito l'animo e il coraggio di Matteo, che nel frattempo iniziava a raccogliere anche consensi internazionale e a zittire chi sosteneva che il Roero non era un territorio adatto alla produzione di grandi vini rossi. Destino avverso quello di Matteo, quando nel 2001 mentre rientrava dalla campagna, perde la vita in un incidente di lavoro, velando così di tristezza e malinconia, la storia di un vignaiolo "avanti" e della sua cantina, diventata un punto di riferimento per molti viticoltori del Roero. Forza e volontà, il coraggio e l'orgoglio di una famiglia che nel nome di Matteo, si é rimboccata le maniche, affinché nulla andasse perso. I suoi vini, oltre ad una bella e dinamica cantina, sono ancora oggi la dimostrazione dell'importanza del lavoro svolto da Matteo e dall'encomiabile entusiasmo, con cui oggi Ornella Costa, affiancata da Luca Rostagno e un team di grande competenza, lavorano. 20 ettari vitati e 130.000 bottiglie commercializzate, tra cui alcune etichette conosciute a tutti... Ròche D'Ampsèj in primis ma anche l'interessante Nebbiolo "La val dei Preti" e la Barbera "Marun". 

Una cenetta casalinga per festeggiare i dieci di aMMore con la mia compagna, sono la giusta occasione per stappare il Ròche D'Ampsèj 2006, vino che da tre anni riposava in cantina, in attesa del momento giusto per essere onorato. Posso quindi definirlo (vista la situazione), un atto di amore!. Nebbiolo in purezza, allevato a controspalliera nella ripida vigna del Parco delle Rocche, un terreno sabbioso-argilloso, con esposizione da sud-est a sud-ovest. Le uve sono vendemmiate tra fine settembre e metà ottobre, con una resa di 40hl per ettaro. 6-8 giorni di macerazione e affinamento di 18 mesi in barriques nuove, con assemblaggio in inox e due anni conclusivi in bottiglia. Circa 11.000 esemplari per l'annata 2006 e prezzo in enoteca che si aggira tra le 30-35 euro.

Granato scuro, impenetrabile e profondo... così alla vista come al naso, persistente e possente grazie anche ad una spiccata gradazione alcolica (14.5%vol) che scalda un ventaglio olfattivo segnato sia dai caratteristici e territoriali sentori del Nebbiolo, sia dalle tipiche note figlie del lungo affinamento in barriques nuove. Complesso e teso, concentrato e compatto, esprime sentori di frutta rossa matura, note balsamiche, fiori appassiti, punte speziate, tabacco e tostatura. Non originalissimo ma ricco di sfaccettature, ha soprattutto il merito di non allentare mai la tensione, con un giusto equilibrio tra frutto e legno. Al palato é pieno, materico e tannico, compatto e persistente, avvolgente e tridimensionale, ricco di nerbo, si fa apprezzare più per il carattere possente e complesso che per eleganza, riuscendo comunque ad emozionare con un finale di bella pulizia, lunghissimo ed espressivo al retrogusto.

E' un vino ricco di stoffa fatto per durare nel tempo, che affascina anche chi come il sottoscritto, predilige il Nebbiolo da botte grande. Sicuramente un po' più di eleganza e finezza non gli avrebbero guastato (a gusto personale), ma al di la del suo taglio "modernista", rimane vino integro e di grande espressività territoriale. E' comunque impossibile immaginare il Roero di oggi senza pensare a Matteo Correggia, indissolubilmente legati dalla storia.

10 commenti:

  1. Ciao a tutti, ho bevuto della codesta cantina la barbera Marùn, che vino!!, mai più bevuto una barbera così....Grandi vini Matteo Correggia. Ciao a tutti, ti seguo sempre e Buona Pasqua.Saludos

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  2. Caro Simone,
    non ho bevuto Correggia ma la settimana scorsa ho provato il Roero Riserva Roche dra Bossora 2007 di Taliano, prodotto alla sinistra del Tanaro, anch'esso vino modernista, 24 mesi di barrique, 12 mesi di vetro, ecc...purtroppo anche apprezzandone, come per il tuo assaggio, la stoffa non è stato un sorso che mi ha emozionato nè per eleganza nè per scorrevolezza.
    Un vino decisamente caldo con i suoi 14,50°, sfaccettato, di buona sapidità ma che alla lunga mi ha stancato nella bevuta sia perchè non mi ha trasmesso naturalità (eppure Taliano è una piccola realtà in Roeso), ma neanche quell'aristocrazia che i Nebbiollo dell'Alto Piemonte sono in grado di trasmettere e tra le righe del tuo post ho percepito questa stessa mia impressione anche se velata.
    Unica differenza, io la riserva di Taliano l'ho pagata 13,50 euro e quindi mi è brucita meno la tasca, con 30 euro comprerei un buon Gattinara di Nervi o un Boca delle sorelle Conti o un Barolo di Fenocchio, ma te come me amiamo non bere sempre uguale!!!

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  3. Sarebbe carino lanciare sondaggi tipo: con 30 (o 20 o 10 o quello che volete) euro quali vini (in questo caso base nebbiolo) comprereste? Che ne pensi Simone? Secondo me ne uscirebbero delle belle... Per ricollegarmi a Claudio Tenuta, con 21 euro ho appena acquistato un barolo di Giovanni Canonica ;-)

    Valerio

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    1. ottimo acquisto direi... dove l'hai trovato?

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    2. Ho chiesto via mail direttamente al produttore ;-)

      Valerio

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  4. Sarebbe un sondaggio in cui si potrebbero sparare troppe bocce buone ma sarebbe un pò sterile come cosa...

    Canonica ottimo acquisto, anche lui ha ritoccato i prezzi in su, ma è un bere naturale buonissimo!!!

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    1. Magari 1 o 2 volte l'anno, giusto in prossimità delle festività, potrebbe essere pure utile per orientarsi su acquisti, regali etc. Di più in effetti la cosa perderebbe di valore. Su Canonica: si può bere subito, o è una di quelle bocce da dimenticare in cantina? L'annata in questione è la 2010 (credo appena imbottigliata)

      Valerio

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    2. 21 euro per un Barolo "artigianale" e dissidente come il Paiagallo é davvero un prezzo "popular" hai fatto un ottimo acquisto... non so quante bottiglie hai preso, ma se ne hai solo una, forse é meglio aspettare qualche annetto... per i sondaggi... mah... potrebbe essere una buona idea... magari metto un riquadro sulla destra e un post aperto dove tutti possono mettere una bottiglia... datemi tempo che sono in ristrutturazione casa fai da te... stay tuned... adessso fatemi pensare a cosa stappare stasera...

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    3. ciao Valerio,
      visto che chiedivi quando poter bere il Barolo di Canonica... ecco la risposta che mi ha dato Giovanni Canonica (annata 2010) : "Credo che tra 2/3 anni il mio barolo inizierà a essere giusto e da li fino ai 20 dovrebbe andare bene".

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  5. Io ho bevuto due bottiglie di questo vino un 2011 e un 2009.per i miei gusti molto meglio il 2011....spettacolare davvero un profumo fantastico tannini giusti davvero davvero uno dei più buoni che io abbia mai bevuto

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