L'altra Franciacorta... artigianale e rurale, ben lontana dallo stile dei grandi nomi a cui i più sono abituati e che a sorpresa mi entusiasma con un rosso di ottima leggerezza espressiva... tanto da "sverniciare" i piatti di una cucina stellata...
Metti che una sera ti prende lo schiribizzo e ti catapulti a Milano per testare "L'alta cucina naturale" dello chef Pietro Leemann, l'unico ristorante vegetariano stellato d'Europa. Mettici anche (finalmente!!) una carta dei vini di 60 pagine davvero interessante, dalla quale, senza troppo badare alla complessità dei piatti e all'enorme varietà di ingredienti, punto deciso il dito davanti a chef Leemann (il sommelier arriverà in seconda battuta con la bottiglia...) su La Beccaccia de "Il Pendio", bottiglia che cercavo da tempo senza successo, tanto che il produttore in persona, non ha ceduto alle mie richieste di sganciarmene almeno una in quel de "Gli Estremi del Vino". Non so se la bottiglia scelta vada a braccetto con la cucina vegana, ma visti i vini serviti in abbinamento agli altri tavoli, mi sono convinto di aver fatto un'ottima eno-scelta!!
Il Pendio, é un'azienda agricola fondata nel 1988 da Gianluigi Balestra ma attualmente é condotta da Michele Loda, che da ormai diversi anni gestisce con sapienza e attenzione la cantina di Monticelli Brusati. L'altra Franciacorta, se così si può dire, differente da quella distesa di vigneti pianeggianti che siamo soliti tagliare solcando l'autostrada. I vigneti sono infatti impiantati in un corpo unico a schiena d'asino, 5 ettari terrazzati a 400 metri di altitudine, in una delle aree di maggior pregio della Franciacorta. Circa 25.000 prodotte, tra le quali non possono ovviamente mancare i "Metodo Classico", proposto in ben quattro versioni, tutte dal perlagè finissimo e di grande espressività, ma quello che più colpisce é come in questa terra devota alle bollicine, sia proprio la qualità dei rossi (ma é molto interessante anche lo Chardonnay) ad avermi entusiasmato.
Il segreto della particolarità dei vini di Loda sta proprio nella scelta di realizzare vini senza segreti... lasciare che sia il vigneto in primis ad esprimersi, riducendo al minimo sia le pratiche agronomiche che enologiche, affinché sia la peculiarità di ogni singolo appezzamento e del suo terreno a caratterizzare il sorso. L'artigianalità del lavoro di Michele nella sua piccola cantina, l'utilizzo di lieviti indigeni, l'approccio natur in vigna, favoriscono la realizzazione di vini unici, piccole perle nel calderone delle produzioni massive franciacortine a cui i più sono abituati.
La Beccaccia annata 2007, prodotta in sole 2000 bottiglie é un Cabernet Franc in purezza, le cui uve sono raccolte da un piccolo vigneto ad inerbimento spontaneo esposto a sud, su un fondo pietroso e calcareo. Affinamento di ben 3 anni, con utilizzo in barriques di rovere dell’Allier caratterizzate da una stagionatura in acqua, la mancata tostatura rende meno invasivo il ruolo dei legni, evitando di ritrovare nel bicchiere i "soliti" sentori da vino barricato, permettendo al frutto di esprimere i suoi profumi originali. 4 mesi anche in acciaio inox e conclusione con almeno un anno in bottiglia.
Rosso rubino piuttosto scuro tendente al granato, naso pieno e di buona persistenza, con un intrigante mix di frutta rossa, note balsamiche, rimandi erbacei, eucalipto, sottobosco e spezie piccanti, il tutto avvolto da una leggera affumicatura. Molto espressivo. Alla beva si alza ulteriormente l'asticella, grazie ad un eccellente equilibrio tra tannini, alcool e acidità, con un frutto vivo e succoso che ti rimane li attaccato al palato dopo un finale appagante e pulito. La Beccaccia mi entusiasma per la sua leggerezza espressiva... riesce ad essere un vino assolutamente "godereccio" senza rinunciare ad una naturale eleganza, un'intrigante complessità e un tocco di austerità.
Alla fine me ne torno a casa soddisfatto più per quello che ho bevuto (con la chicca conclusiva del Pantelleria di Ferrandes abbinato al dolce..) che per quello che ho mangiato... nulla contro la stellata cucina vegana e l'idea di Leemann di mettere in relazione "corpo-mente-spirito", ma alla fine mi risultata troppo concettuale, quasi matematica... vedere un dolce servito con un colpo di gong, perché va assaporato con tutti i sensi (udito compreso) mi fa troppo radical chic milanese... e si discossa eccessivamente con il mio concetto di cucina... si esce un pò dal seminato... non me ne voglia chef Leemann... ma ancora una volta é stata la naturale semplicità, un po' rustica, molto artigianale e molto sincera di un vignaiolo come Michele Loda a prendermi il cuore e molto meno l'"alta cucina naturale" da stella Michelin. So che non é una sfida... ma Loda batte Leemann 1-0.
P.s. un tanx a Lorenzo per avermi indirizzato all'assaggio de La Beccaccia durante Gli Estremi del Vino...
Interessante! Su che fascia di prezzo ci aggiriamo? Keep up the good work ;-)
RispondiEliminaValerio
Posso garantire sulla qualità di questo vino (x quanto valga la mia parola)... se lo trovi in giro siamo sulle 25 euro...
Eliminagrazie per essere passato
Ottima la produzione de Il Pendio con i suoi Franciacorta fuori dal coro, ricchi, grassi, complessi e poi il Cabernet Franc è un vino emozionale ed emozionante se lavorato senza forzature e in purezza, anche fuori dalla Gironda naturistica, bella scelta!!!
RispondiEliminacondivido a pieno... un rosso emozionale in terra di bollicine... c'è del buono nella franciacorta "sotterranea"...
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