Il nome di questa cantina non lascia spazio a dubbi... la storia e la tradizione della viticoltura di Ghemme passa attraverso i vini della famiglia Arlunno.
Enologicamente
viene identificato come "Alto Piemonte", perché sta su a nord del
Monferrato, sopra Vercelli e Novara. Vini nordici per gran parte d'Italia. Per
il sottoscritto che vi scrive da Varese provincia, sta invece a sud-ovest,
ovvero dall’altra parte del Ticino, poco più di trenta chilometri per entrare
in un territorio che eno-gastronomicamente parlando, è da sempre molto
più interessante del varesotto. Poco più di mezz’ora ed eccomi immerso
tra i campi e le colline del novarese, basta uscire a Romagnano Sesia,
"fare il fondo" alla distilleria Francoli (proprio attaccata
all'uscita) e muoversi in direzione nord verso Maggiora, non per vedere il
mondiale di motocross ma per iniziare un eno-tour in direzione sud che in in
una ventina di km, vi permetterà di attraversare città del vino come Boca,
Gattinara, Ghemme, Sizzano e soddisfare la sete di buon nettare. Vi
consiglio però di non spegnere il motore del vostro mezzo e proseguire in
direzione sud-est per attraversare la pianura e le nebbie autunnali, perdersi
tra campi e risaie e sostare in piccole osterie rurali che
sembrano essere fuori dal tempo.
E’
proprio il suo essere “old style”, rurale e poco incline al turismo di massa, a
rendere quest’area ancora piuttosto sottovalutata, rispetto ai più blasonati
Monferrato o alle Langhe… Qui non si rimane bloccati lungo la strada da turisti
intenti a fotografare le colline vitate, ma é molto più probabile dover
procedere a rilento a causa dei trattori al lavoro... Sembra tutto più discreto,
riservato, un'atmosfera paesana... forse meno eccitante ma più autentica...
Eppure anche qui i paesaggi mozzafiato e i posti del cuore non mancano.
Passare da Ghemme a Gattinara non é proprio come andare da Barolo a La Morra, ma
una volta giunti a Gattinara chiedete della Torre delle Castelle saliteci,
ammirate le colline di nebbiolo e poi mi saprete dire.
In
un sabato assolato tra due settimane di pioggia intensa, é bastato attraversare
il Ticino all'altezza di Oleggio e dirigersi attraverso i campi e le risaie
verso Briona, per imbattersi in una autentica chicca... la Badia di Dulzago, un
complesso abbaziale del XII sec., un piccolo borgo rurale ormai quasi diroccato
(gli abitanti si contano sulle mani), ma all’interno della quale potete
trovare caloroso rifugio all’Osteria San Giulio.
Ambiente casalingo e piatti della tradizione fatti come tradizione comanda. Qui
grazie al cielo, la nouvelle cuisine non sanno neanche cosa sia… si
spende poco, si mangia abbondante e rustico, come essere a pranzo dalla nonna
(inteso come complimento). Se volete gustare la caratteristica Paniscia
novarese, qui siete nel posto giusto… ma non perdetevi anche i salumi, l'anatra
e l'ottima trippa. Anche la carta dei vini nel suo piccolo è ben assemblata e
senza ricarichi eccessivi, con prevalenza di vini piemontesi, in particolare
della zona Alto Piemonte. Per non sbagliare vado sul più classico degli
abbinamenti territoriali, diciamo quasi un km zero, prodotto da una delle più
conosciute cantine di Ghemme, che indubbiamente ha scritto la storia
enologica di questo territorio e che porta il nome degli “Antichi Vigneti di Cantalupo”,
azienda vitivinicola condotta magistralmente dalla famiglia Arlunno e che
affonda le proprie origini nel 1500.
E'
solo negli anni '70 con l'istituzione della D.O.C. di Ghemme, la nuova cantina,
e l'acquisizione di alcuni vigneti, che l'azienda prende l'attuale fisionomia,
con Alberto Arlunno che grazie alle sue conoscenze e al suo entusiasmo, guida
quella che a tutti gli effetti é una cantina simbolo di questo territorio.
In
totale sono ben 35ha i vigneti di proprietà dislocati in diverse zone, da cui
si ricavano 200.000 bottiglie, numeri che iniziano a farsi importanti, pur
mantenendo un approccio alla materia nel segno della tradizione e dell'identità
territoriale. L'uva maggiormente coltivata é il Nebbiolo, il mitico Spanna (che
belle le bottiglie vintage di Spanna!!), a cui si aggiungono i vigneti di altre
uve tipiche della zona, come l'Uva Rara, la Vaspolina, e l'Erbaluce, ma anche
Greco, Arneis e Chardonnay.
A
rendere l'Alto Piemonte un territorio ad alta vocazione enologica c'è
sicuramente la composizione di terreni poveri di origine morenico glaciale,
composto da ciotoli e ricco di minerali. L'aria che soffia dalle Alpi alle
spalle, mantengono il clima fresco e ne determina il carattere dei vini. Tra le bottiglie proposte spiccano sicuramente i Ghemme D.O.C.G., con i tre cru
(Collis Breclemae, Collis Carellae, Signore di Bayard) sugli scudi. Grandi vini
per finezza ed eleganza.
Io
mi sono dovuto "accontentare" del loro Agamium (il nome latino di Ghemme), un
Nebbiolo in purezza che rientra nella D.O.C. delle Colline Novaresi. Le uve
provengono dai vigneti Carella, Baraggiola, Valera, con una resa di 60 ql/ha, sono vendemmiate nella seconda decade di ottobre. Dopo un breve periodo di macerazione affinamento in piccole botti di rovere da 9hl.
I
grandi nebbioli sono altra cosa, per complessità e profondità, austerità,
finezza, longevità… qui risulta tutto piuttosto lineare e senza grosse
sorprese, ma se amate il vitigno e cercate una bottiglia per accompagnare
ottimamente il pasto, questo Agamium, che é sicuramente vino ben fatto, farà il caso vostro (e metteteci anche l'ottimo rapporto qualità/prezzo,
siamo sulle 10 euro). Classico rubino non troppo carico tendente al granato, ha
naso lineare e molto piacevole. Frutto di sottobosco, lampone e mirtillo in
evidenza, pieno e maturo senza mai scadere nell’effetto dolciastro da
confettura, é sorretto da una fine nota alcolica e soprattutto dalle sensazioni
floreali di violetta e geranio, oltre ad una speziatura leggera. La beva è
semplice ed onesta, molto pulita e piacevole, con tannino ormai integrato, buon corpo e struttura. L'affinamento in legni piccoli assicura rotondità, ma é la spalla
acida che rinfresca e pulisce il palato, a rendere questo vino assai
piacevole nell'accompagnare e "sgrassare" i piatti della tradizione
locale.
Se
volete spendere e volare alto, prego puntare sui cru di Ghemme,
alternativamente l'Agamium é una buona alternativa low cost, per avvicinarsi ai
vini della famiglia Arlunno, mentre l'osteria San Giulio, é il giusto posto per
scoprire la cucina locale. Ottima combinazione.
Ciao Simo, ti consiglio di provare anche il loro Colline Novaresi 'Abate di Cluny' 2007, di uve leggermente surmature. Ma forse l'hai già fatto! :)
RispondiEliminaE invece no.... all'occorrenza se mi capita sotto tiro... lo proverò...
RispondiEliminaanche se ovviamente punto di più al Ghemme.... ciao e grazie..
Speriamo che non venga troppo sdoganato l'Alto Piemonte, perché si beve un gran bene ancora a prezzi non da aristocratici ma da terrestri con emozioni forti.
RispondiEliminaProprio ieri in una degustazione a Caserta di Alto Piemonte, grazie ad alcuni giovani amici distributori (the great gig in the wine) sono spiccati nell'assaggio, come già conosciuti ma di grande piacevolezza da riprovare, i Gattinara di Iaretti, i Boca di Barbaglia ed Erbaluce e Carema di Ferrando, meno convincente, oggi, Clerico con il suo Lessona dal taglio troppo grasso e modernista, ma che bel bere gastronomico in quelle terre!!!
Claudio Tenuta
Speriamo.. anche perché é qui a poco più di mezz'ora da casa!! Pensa che proprio quel giorno di cui ho scritto sopra, in preda ad una crisi enoico-compulsiva mi sono fermato all'enoteca regionale di Gattinara e ho comprato il Gattinara riserva di Paride (che personalmente preferisco al Pietro) e il boca di Barbaglia. Ferrando conosco di fama ma non ho ancora assaggiato nulla. Adoro il Boca delle Sorelle Conti che sicuramente avrai già bevuto...grande vino...
EliminaCiao Simo, senza scomodare i grandi ghemme o gattinara ti consiglio vivamente di provare i nebbioli (DOC Colline Novaresi) di Francesco Brigatti, Gilberto Boniperti e Tiziano Mazzoni (quest'ultimo produce due grandi ghemme)..a presto e continua così..
RispondiEliminaLele
grazie Lele x i consigli... c'è sempre bisogno di vini meno impegnativi e più glu glu... anzi a volte per pasteggiare li preferisco... ciao :-)
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