...essendo questo un vino “con
le palle” mi piazzo su i primi 3 album dei Korn... Un'abbinata perfetta con questo Cabernet Sauvignon, scuro e buio nel bicchiere, ma che si lascia bere
con piacere.
Pam Pam, bianco e nero, venerdì e sabato
doppietta di Sauvignon. Nel precedente post vi ho raccontato di quello bianco del
Collio, a nome Marco Felluga, degno compagno di viaggio di un’orata grigliata,
oggi passiamo al nero, perché in occasione di una cena tra amici abbiamo tirato
il collo ad una boccia di Cabernet Sauvignon 2008 della cantina Tonon.
Bottiglia sperimentale, acquistata
totalmente alla cieca solo perché mi piaceva l’etichetta. Ho i miei gusti e la
mia idea di vino, certo, ma sono ancora in quella fase di esplorazione in cui
cerco di bere il più possibile, ho sete di conoscere e scoprire sempre nuove
cantine e nuove bottiglie. Il mio personale deposito è sempre ben fornito di
vini acquistati alle rassegne e alle fiere enologiche, ma ogni tanto, mentre
passeggio con il carrello nella corsia dei vini direzione cassa, mi faccio
volentieri “fregare” come un bambino, da qualche etichetta “sconosciuta” che
attira la mia attenzione, e se l’esborso lo consente… tanto vale sperimentare…
Non vi è mai capitato di comprare un disco solo perché vi ispirava fiducia la
copertina?? Io credo di si… e se molto spesso ci sono ottimi vini (e dischi)
dalla veste grafica pessima… è altrettanto vero che un vino con una bella
etichetta difficilmente mi delude e questo Cabernet, pur senza stupire, non fa
eccezione.
Autore di questo vino é l'azienda “Vini
Tonon”, con sede a Carpesica di Vittorio Veneto nelle prealpi venete. Fondata
nel 1936 la famiglia Tonon gestisce 3 linee produttive. Una a loro nome, con
produzione incentrata sulla D.O.C.G. Valdobbiadene, prosecchi e vini frizzanti.
La linea Villa Teresa, a sua volta suddivisa in vini biologici e vini
convenzionali, che abbraccia la molteplice tipologia dei vini veneti (Cabernet,
Merlot, Pinot Grigio, Chardonnay, Prosecco ecc...) e la linea Camùl, quella dei
cru, se così si può dire, essendo la linea che tratta una piccola porzione di
vigneti, che rappresenta il fiore all'occhiello della Tonon Vini.
La bottiglia acquistata per circa 8 euro é
un Cabernet Sauvignon Piave D.O.C. della linea Camùl, annata 2008. Il famoso vitigno di origine bordolese, in Veneto si coltiva da
secoli, tanto da poter essere definito un vitigno (se non proprio autoctono)
tipico e caratteristico di questa regione. Parlare di Cabernet Sauvignon significa
parlare di un vitigno internazionale conosciuto e coltivato in tutto il mondo,
in grado di dare risultati molto differenti in base al terroir, alla resa,
all’affinamento ecc… Questa tipologia di uva ben si adatta nei “blend”, il classico e famoso
taglio bordolese ad esempio, con l’utilizzo di Cabernet Franc o Merlot, oppure il
taglio toscano “Tachis style”, "mixato" con l’utilizzo dell’autoctono
Sangiovese; ma molto spesso viene utilizzato anche in purezza. La gamma qualitativa per il Cabenet va da zero a cento e basta dare un
occhio agli scaffali di supermercati ed enoteche per farvi un'idea... noterete bottiglioni di
Cabernet da pochi euro, a costosissime bottiglie che ti vien male agli occhi
solo a guardarle.
Per questa versione della Tonon Vini il
Cabernet Sauvignon (proveniente da vigne con una resa di 80ql/ha) viene vinificato
in purezza, prima di invecchiare per 15 mesi in barriques a cui segue un anno
di affinamento in bottiglia. Diciamo che non abbiamo a che fare con un vino
giovane e da battaglia, ma neanche con un Cabernet di alto livello. Anche in questo caso vado alla ricerca del buon vino al giusto prezzo.
Nel bicchiere si presenta con un rosso
rubino scuro, intenso, concentrato e impenetrabile, dalle sfumature violacee.
Termini come dinamico, snello, limpido e trasparente non appartengono al dna
dell’uva Cabernet. E’ un vino di grande concentrazione e lo si avverte anche al
naso. Pieno, carico, intenso, parte all’attacco, vinoso e con una bella spinta
alcolica (13.5%vol.), qualche minuto di ossigenazione e qualche “rotation” per
tranquillizzarlo un po’, ed ecco una bella cassetta di frutta nera matura
(more, ribes, prugne), accompagnata da una speziatura di fondo, con note
erbacee e un leggero effetto tostatura a richiamare sensazioni di sigaro e
tabacco. Al palato è pieno, caldo e di corpo. E’ un vino robusto e tannico,
polposo e avvolgente. Tosto alla beva quindi, ma senza esagerare o risultare
aggressivo. Certo non è un vino a “tuttopasto” da bere a bicchierate, ma sa
comunque farsi piacere. L’effetto legno si fa sentire, forse anche
eccessivamente (soprattutto se non siete amanti della barriques), diciamo
pure che risulta un po’ “legnosetto”, ma al contempo, riesce a non essere
mai astringente o allappante, risultando grazie all’affinamento, morbido e
rotondo, con un bel finale lungo, persistente e “nero”.
Decisamente un vino poco estivo visto il
periodo, ma più adatto per scaldarvi durante una fredda giornata invernale, con
un bel piatto di polenta e “animalo setoloso” in salmì… Stappatelo almeno
un’oretta prima della mescita in quanto necessita un po’ di ossigeno. Rapporto
qualità prezzo adeguato. Ottimo riscontro tra i commensali, che hanno apprezzato
quanto bevuto, il che dimostra che é un vino che sa farsi piacere, mentre a titolo personale mi ha lasciato un po’ la sensazione del
classico vino “barrique” con lode ma anche con qualche infamia, con tutti i pro
e i contro che il giudizio nazional-popolare ha in merito ha questa tipologia
di vini.
Musicalmente essendo questo un vino “con
le palle” mi piazzo su i primi 3 album dei Korn. I paladini del NuMetal amati e
odiati (dai puristi del metal), hanno comunque segnato un punto di svolta nella
storia della musica pesante. La vena dark dei Cure che incastonata tra chitarre cupe e
ribassate, pesanti come il piombo, l’elettronica più scura su un cantato da
psicolabile, l’incidere sincopato del’hip hop… un crossover di rumori che
creano un “wall of sound” senza precedenti. Ma non pensate a qualcosa di
indefinibile, c’è la forma canzone, c’è la ritmica che ti fa saltare, c’è il
ritornello che ti fa cantare. Il primo omonimo album, poi Life is Peachy e la
consacrazione di Follow the leader…… Poi arriva il successo e tutto sfuma nel mainstream…
Un'abbinata perfetta con questo Cabernet Sauvignon, scuro e buio nel bicchiere, ma che si lascia bere
con piacere.
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