...un vino che sa soprattutto di
vino e si riprende il suo ruolo “alimentare” di re della tavola… credo che un
"vero" amante del vino non possa chiedere di più ad un produttore…
Metti sul tavolo due biglietti per la mostra di Van Gogh a
Genova in scadenza il primo Maggio, mettici
anche il calendario e scopri che la festa dei lavoratori cade di martedì… il
che significa “stop and go” di 4 giorni da sfruttare assolutamente. Inizio ad
avere notturne visioni di farinate, focacce, trofie al pesto ed olive
taggiasche… non mi resta che sfruttare il ponte per un giretto in Liguria.
Un’occhiata alla cartina e la scelta ricade in zona Lunigiana.
Paesaggisticamente parlando ho argomenti validi per
convincere la Betta
inizialmente orientata a ponente, il Golfo dei Poeti con le 5 Terre in rapida successione, pochi km a sud-est i monti della Garfagnana, un’oretta di autostrada
verso sud e sono nella bellissima Lucca. Ok convinta. Io già penso alla viticoltura
eroica delle 5 Terre, ai Colli di Luni e al mitico Sciacchetrà. Trovo rifugio
nei dintorni di Sarzana, zona di confine tra la Liguria e la Toscana. Il tempo non
sarà clemente e dopo una piacevole giornata di “svacco solare" nel piccolo
borgo di Tellaro, saranno 3 giorni di acqua e clima autunnale. Per consolarci
ci concediamo una cena a lume di candela presso la carinissima trattoria
"dai Pironcelli" a Montemarcello e puntiamo sulla viticoltura locale.
Se ti trovi
a Sarzana e ti piace il vino bianco non puoi andartene senza esserti gustato il
Vermentino dei colli di Luni, che possiamo definire “la specialità locale”, anche perché da queste parti i viticoltori con la V maiuscola non mancano.
Memore della recente esperienza a “Vinnatur” punto deciso sulla cantina Santa
Caterina. Proprio a villa Favorita avevo
assaggiato tutti i suoi “ottimi” vini bianchi e adesso che sono qui circondato
dal Vermentino scelgo “alternativamente” di provare un rosso.
Sarebbe però riduttivo raccontarvi esclusivamente di questo
Rosso Golfo dei Poeti I.G.T. 2007, voglio soprattutto scrivere di questa
interessante realtà vitivinicola e del suo produttore, che gli appassionati di vini naturali ben
conoscono... per tutti gli altri drizzate bene le orecchie, perché qui nascono vini da non perdere.
Come dicevo siamo a Sarzana in provincia di La Spezia, su una collina denominata Santa Caterina da cui deriva il nome della cantina di Andrea
Kihlgren. Tutto nasce alla fine degli anni ottanta, grazie ai terreni ereditati dalla famiglia, un periodo non felicissimo per l'agricoltura locale, ma Andrea raccoglie la sfida, sceglie i terreni più adatti, reimpianta i vigneti e soprattutto decide di puntare su una viticoltura sostenibile e il più naturale possibile, che sappia valorizzare il territorio di appartenenza. Ovviamente si punta molto sul Vermentino, fiore all'occhiello di questa zona, ma anche al recupero di viti locali come l'Albarola e la Merla (il Canaiolo della zona), senza dimenticare altre uve meno autoctone ma che ben si adattano al territorio, come il Sauvignon e il Tocai per i bianchi, il Sangiovese, il Ciliegiolo e l'immancabile Merlot per i rossi. In totale 8 ettari vitati suddivisi in 5 poderi dalle caratteristiche differenti, dalle argille rosse della collina di Santa Caterina, ai più ciotolosi poderi Giuncàro e Ghiarètolo fino alla terrazza argillosa del podere Segalàra, che danno vita ad una produzione totale di circa 40.000 bottiglie annue. Una piccola cantina quindi, ma neanche tanto se consideriamo le dimensioni risicate delle aziende vitivinicole liguri e alla particolare morfologia del territorio.
Parlare di Santa Caterina significa soprattutto parlare di viticoltura "naturale". L'uomo che vive in simbiosi con la terra, che la accudisce, che la rispetta. Produrre vino con semplicità e naturalezza, senza ricette o la pretesa di creare un prodotto basato su un'idea pre-confezionata. La "cultura vitivinicola" accompagna il lavoro quotidiano, la semplicità delle azioni, l'essere consci che nulla é scritto e programmato, ma é tutto in divenire, da capire, da provare, da sperimentare. Un terroir che sa dare buoni frutti se assecondato e accompagnato con il buon senso che sicuramente ad Andrea non manca.
Da anni qui si lavora in biodinamica, con certificazione biologica. Sovescio e preparati biodinamici per la concimazione, inerbimento spontaneo, lieviti indigeni e trattamenti limitati all'utilizzo di rame e zolfo. Il vino buono si produce in vigna, quindi inutile manipolare eccessivamente l'uva in cantina. Nessun prodotto enologico utilizzato, solforosa ridotta al minimo e (Merlot a parte) tutti i vini vengono affinati esclusivamente in acciaio, con lo scopo di produrre vini freschi, bevibili, che sappiano esprimere il vigneto, il terroir, il clima. Vini unici e caratteriali nella loro semplicità. Metteteci anche il prezzo di vendita contenuto (tra le 10-12 euro), a dimostrare che il vino buono e ben fatto può essere anche alla portata di tutti.
Tornando al Rosso stappato, realizzato con un mix di uvaggi (Merlot, Sangiovese, Canaiolo e altri)... colorito rosso rubino
intenso, risulta piuttosto concentrato, sia al naso che al palato. Un vino non
particolarmente strutturato e complesso, ma piuttosto semplice, dove a farla da
padrone è la grande godibilità e piacevolezza alla beva. Questo è il classico
caso in cui mi scolo la bottiglia senza nemmeno accorgermene. Attenzione però...
se state pensando ad un vinello leggero, giovane, fresco e sbarazzino siete
fuori strada. Questo Rosso è un vino che
sa essere anche “tecnico” se così si può dire, ma tutte le sue caratteristiche
sono così ben amalgamate ed equilibrate, da fartelo amare dal primo all’ultimo
sorso. Il classico vino che vorreste tutti i giorni sulla tavola senza
stancarvi mai dai berlo. Un Rosso da "gustare" più che da "degustare". C’è una decisa ma mai invasiva vena alcolica (13%vol.), c’è un
buon retrogusto dolciastro che ci obbliga a versarci un altro bicchiere, c'è un tannino morbido, quasi sottotraccia, c’è
una leggera spinta acida che conferisce freschezza e dinamicità quanto
basta. Ma soprattutto c’è un palato bello pieno e rotondo, polposo e croccante, sempre presente e “sul pezzo” per tutta la (breve) durata della bottiglia. Un vino sempre vivo, ben caratterizzato da sentori balsamici, salini, mediterranei.
Non è un gran cru, ne
un vino sofisticato, ma un eccellente vino quotidiano da gustare a tavola,
bottiglia dopo bottiglia. Sicuramente da provare (come del resto tutti i vini
di Santa Caterina, soprattutto i Vermentini), perché al di la dei gusti personali di ognuno, è un
vino buono e ben fatto, un biodinamico dal prezzo contenuto, (siamo entro le 10euro) e dalla veste grafica bella e simpatica nella sua semplicità (tratta da un disegno della figlia di Andrea)… un vino che sa soprattutto di
vino e si riprende il suo ruolo “alimentare” di re della tavola… credo che un
"vero" amante del vino non possa chiedere di più ad un produttore…
L’abbinamento gastronomico è
obbligatoriamente ligure, coniglio al forno con olive taggiasche per il
sottoscritto in abbinata a questo Golfo dei Poeti Rosso, se invece optate per il Vermentino, allora gustatelo fresco in
riva al mare, con un variopinto borgo alle vostre spalle e un piattino di
acciughe davanti.
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