...Se siete tra quelli che identificano la Barbera come un vino rustico e sincero qui troverete pane per i vostri denti.
Questo é un inizio di primavera decisamente autunnale... piove, fa piuttosto freddo (per la gioia di chi mi vende il gas..), c'è una grande umidità e un'atmosfera quasi invernale. Non fosse per le azalee già fiorite e il verde sgargiante dei boschi a ricordarci che la primavera é già arrivata, saremmo ancora chiusi in casa a menare il paiolo della polenta (che da queste parti non é così strano, visto che i padani incalliti "spolentano" anche a ferragosto!). E così in attesa che arrivi il clima ideale per freschi e rigeneranti vini bianchi, continuiamo a perseverare su rossi tutti di un pezzo.
Questo é un inizio di primavera decisamente autunnale... piove, fa piuttosto freddo (per la gioia di chi mi vende il gas..), c'è una grande umidità e un'atmosfera quasi invernale. Non fosse per le azalee già fiorite e il verde sgargiante dei boschi a ricordarci che la primavera é già arrivata, saremmo ancora chiusi in casa a menare il paiolo della polenta (che da queste parti non é così strano, visto che i padani incalliti "spolentano" anche a ferragosto!). E così in attesa che arrivi il clima ideale per freschi e rigeneranti vini bianchi, continuiamo a perseverare su rossi tutti di un pezzo.
Faccio rewind nella memoria e ritorno a fine ottobre, nella bella e tradizionale atmosfera Monferrina presso la fiera del tartufo di Moncalvo. Una piazza e una "massiccia" presenza di "bancarelle" di produttori piemontesi. Da leccarsi i baffi e svenarsi il portafoglio... Tra cioccolato, dolci alla nocciola, la toma, i funghi, i ravioli al plin... ecco tra la folla spuntare anche qualche vignaiolo con relative bottiglie. Siamo in Piemonte e i produttori vitivinicoli di certo non mancano. Ovviamente c'è il tipico Ruché, ma anche la Barbera d'Asti qui é di casa e il sottoscritto non si lascia scappare l'occasione e ne acquista alcune bottiglie.
Cosi dopo la piacevole "performance" della Barbera d'Asti di Massimo Marengo, proviamo a salire di un gradino con la versione Superiore dell' az. agr. Roberto Cabiale. Questa cantina a sede proprio a Moncalvo, nel Monferrato Astigiano, la più grande area vitivinicola del Piemonte. Da oltre cento anni vengono prodotti i più conosciuti vini della zona, dalla Barbera al Grignolino, per un totale di 10 ettari vitati. Il vino stappato é un po' il cru aziendale, trattandosi della Barbera Superiore D.O.C.G. "Il Boschetto" 2008 che prende il nome dalla più antica e prestigiosa vigna del Cabiale.
Le uve vengono raccolte manualmente, diraspate e lasciate a fermentare per 10/12 giorni a temperatura costante, con una continua movimentazione per favorirne l'ossigenazione. A seguire la svinatura e la spremitura che viene eseguita con un vecchio torchio, quindi la fase di affinamento, che per questo "Il Boschetto" consiste in un anno di riposo nelle barriques e in piccole botti di rovere.
Nel bicchiere spicca un rosso rubino intenso con unghia violacea. Piuttosto consistente, disegna archi e "lacrime" che ridiscendono lentamente lungo le pareti del bicchiere, dimostrando da subito una spiccata gradazione alcolica (14%vol.). Al naso attacca deciso, con buona intensità e persistenza. Si sente la decisa spinta alcolica e il vino risulta inizialmente piuttosto chiuso e pungente, molto vinoso, ma dopo alcune rotazioni riesce ad aprirsi regalandoci sensazioni aromatiche interessanti, che spaziano dalla frutta rossa matura alle note speziate, il tutto avvolto da una costante sensazione di tostatura e legno, che appesantiscono un po' il naso, quasi a "schiacciarne" le note aromatiche. Anche al palato l'ingresso é di grande potenza e si ha da subito la sensazione di un vino tosto e poco incline alla raffinatezza. Asciutto, intenso e teso con una decisa concentrazione di alcol e tannini. Per nulla ruffiano, solo dopo alcuni brevi sorsi, si riesce ad assopire la "botta" iniziale ed apprezzarne il lato più equilibrato, con l'acidità che lascia spazio ad un palato più amabile e morbido, pieno, caldo, polposo. Il finale é lungo, persistente e leggermente amarognolo.
Un vino di grande struttura, che forse avrebbe meritato qualche anno di riposo in più per potersi esprimere al meglio. La sensazione é quella di un vino "tutto di un pezzo", ulteriormente caricato dall'affinamento in legno e piuttosto impegnativo alla beva, ma allo stesso tempo si intravedono ottime potenzialità evolutive, che potrebbero conferire a questa Barbera quel tocco di eleganza e finezza che ad oggi sembrano venire meno.
Se siete tra quelli che identificano la Barbera come un vino rustico e sincero qui troverete pane per i vostri denti, se invece preferite le versioni più beverine forse é meglio puntare su quelle affinate in solo acciaio, sicuramente più fresche e meno impegnative. Cabiale Roberto ha avuto la capacità di proporre un vino che ben rappresenta il Monferrato e il suo terroir, senza voler proporre il clasico cru dal taglio moderno e piacione.
Un vino di una certa importanza, che merita la vostra attenzione, anche in virtù di un buon rapporto qualità/prezzo (se non ricordo male 9 euro dal produttore alla fiera di Moncalvo), ma che richiede anche un acquirente che sappia aspettarlo e stapparlo al momento giusto. Ideale compagno di viaggio per piatti rustici e saporiti, soprattutto a base di selvaggina e carni in umido, piatti che come questo vino hanno bisogno di tempo per essere "cotti" a puntino.
Nessun commento:
Posta un commento