...già assaggiato più
di una volta e mi sono sempre ritrovato nel bicchiere un vino che fatica
a "prendermi", ma che comunque apprezzo e rispetto per integrità e
mancanza di "ruffianaggine"...
Dopo l'ottimo Keramos della Tenute Soletta, torno in Sardegna per parlarvi di Cannonau. Nel frattempo ho intervallato e scritto di due Sauvignon bianco e nero (anche se in verità sono passate di qui anche due bottiglie di Gewurztraminer e un passito di Pantelleria che non ho avuto il tempo di raccontarvi).
Mentre il Keramos si é dimostrato un Cannonau che ...è come un tetris, dove ogni tassello si
incastra alla perfezione e mantiene in equilibrio un vino che deve essere
bevuto per essere capito in ogni sua sfumatura... oggi passo dalla cantina principe e più prestigiosa a livello internazionale della Sardegna, ovvero Argiolas e più precisamente vado a stappare il Costera 2009, Cannonau classico, sia nel suo metodo produttivo che nella sua espressione sensoriale, pur denotando alcune specifiche caratteristiche.
Non posso esimermi, vista l'importanza, dal dedicare spazio alla storia della cantina Argiolas. Siamo nel centro storico di Serdiana, pochi km a nord di Cagliari sulla statale 387; qui Antonio Argiolas ha fondato la sua cantina nei primi del '900 e qui risiede anche oggi, gestita attualmente dai nipoti. Quasi 100 anni di passione imprenditoriale per il vino e la terra sarda, tra ristrutturazioni, investimenti, ammodernamenti, ricerca, e sperimentazioni che hanno fatto di Argiolas una delle più importanti realtà vitivinicole italiane. C'è grande attenzione e ricerca, laboratori, studi universitari e progetti. Cercare di interpretare la tradizione in chiave moderna (vedi ad esempio il progetto Convisar per lo studio dei vitigni autoctoni e la creazione di vivai per la ripropagazione del Nasco, Bovale, Monica, a rischio di estinzione).
Certo la poetica idea del vignaiolo fai da te che segue tutto il processo produttivo, della piccola cantina dove si produce il vino in maniera artigianale non si sposa proprio con Argiolas, che con 230 ettari vitati e una
produzione annua di circa 2.000.000 di bottiglie, snocciola grandi numeri da
"industria del vino", ma fortunatamente qui non sono solo i numeri e il
marketing a contare. C'è la terra sarda e la sua moltitudine di vigneti autoctoni, dai più conosciuti Cannonau, Vermentino e Carignano, passando per il Monica, il Bovale, il Nasco, il Girò, il Nuragus. E poi ci sono i vini, capaci di esprimere la "Sardegna", ma anche di integrare nelle sue espressioni più famose (Turriga in primis), il carattere di questo territorio con l'eleganza, la finezza e l'appeal dei vini moderni.
Due linee produttive per una quindicina di vini commercializzati, quella tradizionale e più economica, comprendente le versioni classiche di Vermentino, Cannonau, Nuragus, Monica ecc... e la più quotata e costosa "linea prestigio", con il Turriga in cima alla lista, ma anche altri famosi blend a base di uve autoctone come il Korem, Is Solinas, Antonio Argiolas, Cerdena, Iselis, ma anche i bianchi Angialis e Is Argiolas.
Come ho scritto sopra, il vino gustato si chiama Costera, annata 2009, Cannonau D.O.C. classico, acquistabile un po' ovunque e venduto tra le 10 e le 15 euro (dipende un po' dall'enotecaro...). Abbinata della serata (forse non proprio azzeccatissima ma ci sta... pur sempre di maiale si tratta..) con un invitante carrè di costine in fibrillazione sul barbecue.
Per produrre questo Costera, vengono assemblate le uve provenienti dall'omonima tenuta, con l'aggiunta di piccole quantità di Bovale e Carignano al preponderante Cannonau (circa 90%). Fermentazione e macerazione a temperatura controllata, per una durata di circa 10-12 giorni, a cui segue la fermentazione malolattica in vasche di cemento vetrificato e 8-10 mesi di invecchiamento in piccoli fusti di rovere, prima di concludere con un breve affinamento
in bottiglia.
Alla
mescita si presenta di color rosso rubino scuro con sfumature che tendono al
granato, piuttosto spento e opaco, ma fitto e concentrato, buio e impenetrabile
come la notte. Al naso è spinto e pungente, vinoso ed intenso con sentore alcolico
in bella evidenza (14%vol.), qualche secondo in più con il naso dentro il bicchiere ed é
subito effetto “saturazione” alle narici. Non posso definirlo “austero” ma
sicuramente rimane la sensazione di un vino piuttosto chiuso e non
completamente pronto. Stesso discorso anche al palato... il vino si dimostra
tosto e strutturato, intenso e tannico, leggermente astringente. Abbiamo a che fare con un vino “bello carico” e di grande longevità, ma
probabilmente a 3 anni dalla vendemmia, non ha ancora raggiunto la perfetta
maturazione ed equilibrio. Avrebbe meritato ancora qualche annetto di riposo
in cantina.
Suppongo che Argiolas abbiano voluto esprimere in questo Costera il
carattere più rustico e verace del Cannonau, anche se lo descrivono "rotondo e di ottimo equilibrio". Detto questo, il vino è ben
centrato sul carattere e la struttura, é un vino "forte" ma non muscoloso, con piacevoli note di frutta a bacca
nera, ma anche una leggera speziatura e sentori tipici del legno, con un finale piuttosto
lungo e persistente. Di contro la beva non è mai fresca e dinamica, manca un po’ di
polpa, di morbidezza e di eleganza, come un bel fiore che però non sboccia mai.
Sò che il Costera ha molti estimatori, non so esattamente se sia per le qualità del vino o per il blasone della cantina che lo produce. Io personalmente l'ho già assaggiato più di una volta e mi sono sempre ritrovato nel bicchiere un vino che fatica a "prendermi", ma che comunque apprezzo e rispetto per integrità e mancanza di "ruffianaggine", che spesso troviamo in alcuni vini costruiti ad ok per compiacere il bevitore della domenica.
Se penso alla succosa croccantezza ed alta bevibilità di molti vini assaggiati e acquistati alle rassegne enologiche come Vinnatur, La Terra Trema, Sorgente del Vino ecc... beh penso di sapere con 10-15 euro in tasca su che bottiglia puntare... fate vobis...
bel commento come sempre
RispondiEliminaalla fine non mi e' chiaro se ti e' piaciuto oppure no. :-)
con l' ultima frase intendi che con quei soldi
si puo' acquistare un cannonau decisamente migliore?
saluti
ciao Lorenzo... ormai sei il lettore + attento... ecco devo ammetere che dal tuo commento sono riuscito a rendere l'idea... perché la risposta é "ni".... "come un bel fiore che però non sboccia mai"... questa é la sintesi.. é il Quagliarella della situazione, ha i numeri ma non esplode mai!!
RispondiEliminaCon l'ultima frase, intendo che in generale su quella cifra ci sono molti vini che alla beva mi danno molte più soddisfazioni!! Diciamo che é un vino poco allegro...
stay tuned
Io sono un fan del costera...ma apprezzo sempre le tue recensioni ...molto competenti . Grazie per il tuo tempo Daniele
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