...Dimenticatevi il Nero
d’Avola da due euro del supermercato, dimenticatevi il Nero d’Avola
supersicilian style, nero e legnoso, dimenticatevi anche quello fresco e
leggerino, quasi estivo e da abbinare al pesce… il Patrono di Ramaddini
è il perfetto punto di congiunzione tra tutte queste versioni.
Ho
deciso ti stappare questa boccia per innalzare un calice di benvenuto al nuovo
arrivato nella comunità, ovvero Emiliano, primo figlio dei miei amici Gaia e Stefano, che circa un
anno fa, di ritorno dalla loro vacanza siciliana, mi hanno omaggiato con alcune
bottiglie del Feudo Ramaddini.
Non é quindi la prima volta che ospito nel blog i vini della cantina di Marzamemi, vi ho già raccontato del super passito di Noto "Al Hamen" dello Chardonnay "420 Quattroventi", eviterò quindi di riscrivere le info relative al produttore. Ci troviamo in una zona di eccellenza per la produzione di uve Nero d'Avola, e questo Patrono 2008 sembra darne conferma.
Devo fare una premessa prima di partire in quarta… non sono un superfans del genare e quindi difficilmente lo acquisto… sono un po’ stufo, quasi nauseato (esagerato...) da tutte queste bottiglie di Nero d'Avola (spesso pessime...) che si presentano davanti ai miei occhi un pò ovunque. Supermercati, discount, autogrill, lounge bar, enoteche da strapazzo… il Nero d’Avola, negli ultimi anni ha saturato gli scaffali.. vi é mai capitato di fare un aperitivo o a bere qualcosa in enoteca con persone che di vino capiscono quanto me di fisica quantistica? Un occhio alla carta e tutti concordano nel prendere una boccia di Nero d’Avola… Volete un vino da un euro alla bottiglia per sgorgare il lavello?? State tranquilli che al centro commerciale un Nero d’Avola in offerta lo trovate sempre… non so quante milionate di bottiglie ne vengono prodotte attualmente, ma questo vino siciliano è ovunque, tutti lo bevono e anche i più disinteressati in materia, tra le poche tipologie di vino che conoscono sicuramente menzionano il Nero d’Avola. Ovvia conseguenza bisogna saper scegliere, ci sono bottiglie eccellenti, ma tanta abbondanza porta spesso ad un abbassamento della qualità generale. Quindi occhio c'è Nero d'Avola :-) e Nero d'Avola :-(
Solitamente quando stappiamo una bottiglia di questo vino, troviamo nel bicchiere un vino concentrato, scuro, denso, caldo, di corpo ed alta gradazione alcolica… insomma il classico vinone affinato in legno che vuol darsi un tono… poi scopri alcuni produttori (mi viene in mente Cos) che preferiscono valorizzare il lato più “mediterraneo” di quest’uva, un Nero d’Avola che alla cieca faticheresti a riconoscere... giovani, freschi, dinamici, beverini.. quasi due stili di interpretare la materia opposti... poi ti capita tra le mani il Patrono e capisci che non esistono solo questi estremi, ma c’è chi è riuscito ad assemblare in un'unica bottiglia entrambe le versioni.
Al Feudo Rammaddini producono il Patrono partendo da uve Nero d'Avola in purezza, coltivato a controspalliera/cordone speronato su terreno calcareo, un terroir unico per questa tipologia di vitigno, che si snoda dall'altopiano di Noto verso Pachino e il mar Mediterraneo. Le uve vengono vendemmiate e selezionate a fine settembre, con macerazione sulle bucce per 8 giorni a temperatura controllata, a cui segue un anno di affinamento in tonneau di rovere e 3 mesi di riposo in bottiglia. La vendemmia del 2008 a cui fa riferimento questa bottiglia, ha prodotto 5.000 bottiglie e commercializzate nel 2010, prima uscita sul mercato per questo Patrono.
Andiamo quindi ad assaggiare una "prima" del Feudo Ramaddini e se il buon giorno si vede dal mattino... non possiamo che accogliere con entusiasmo questo esordio e attenderci sviluppi futuri davvero interessanti.
Nel bicchiere "scivola" con buona fluidità, intenso e di buona concentrazione, ma al contempo dinamico e pulito, con un bel colore rosso rubino tendente al porpora. Al naso sale lento, ma dopo due o tre "annusate" decise (che é tengo il naso tappato??) sprigiona una bella intensità, una vena decisa e acuta che denota pulizia, freschezza e finezza, dove a spiccare, oltre ad una marcata vinosità di fondo, sono le note di frutta a bacca rossa, sottobosco e ciliegia sotto spirito, grazie anche ad una spinta alcolica (13.5%vol.) presente ma mai invasiva. Secondariamente si fa sentire il lavoro del legno, il bouquet vira su toni più morbidi e ci regala sentori vanigliati e speziati, con "suggestioni" di macchia mediterranea. Al palato attacca fresco e acido, quasi astringente, quasi un effetto "vino novello" per rendere l'idea, ma é un vino che sa evolvere e che si fa scoprire sorso dopo sorso, già al secondo bicchiere inizi ad entrare in sintonia con il bevuto, a gustarti un vino importante che gioca ad alternare freschezza e bevibilità, ma é anche ben strutturato, morbido nel tannino e dalla spiccata sapidità. Ritornano i sentori e le note di frutta rossa già avvertiti al naso, oltre ad un bel finale pieno, amarognolo e minerale.
Dimenticatevi il Nero d’Avola da due euro del supermercato, dimenticatevi il Nero d’Avola supersicilian style, nero e legnoso, dimenticatevi anche quello fresco e leggerino, quasi estivo e da abbinare al pesce… il Patrono di Ramaddini è il perfetto punto di congiunzione tra tutte queste versioni. Ha il carattere e la struttura del vino importante, ha l’affinamento in barrique con i sentori gusto-olfattivi che ne derivano, il tannino morbido e un buon corpo, ma ha anche una spiccata capacita di risultare snello, succoso, croccante e amabile.
Gli manca ancora qualcosina per diventare eccellente, queste caratteristiche dovrebbero essere maggiormente amalgamate ed equilibrate, il che garantirebbe maggior eleganza e qualche spigolo in meno, ma come ho scritto sopra siamo alla prima vendemmia con uve provenienti da piante relativamente giovani, ed essere in grado di produrre un vino così territoriale è già un ottimo punto di partenza.
Gastronomicamente è piuttosto trasversale, oltre ai “carnivori” abbinamenti da vino rosso, il suo lato più dinamico e succoso lo rendono ottimo con i tipici e “consistenti” piatti della gastronomia siciliana, anche una saporita pasta con le acciughe, una caponata o una parmigiana “bella spessa” e con le melanzane rigorosamente fritte (non la versione light che facciamo qui al nord per intenderci…).
Bottiglia regalata, quindi non ho indicazioni precise sul prezzo… ma credo che un prodotto di questo livello in negozio, può tranquillamente essere venduto intorno alle 15 euro… se poi lo trovate a meno o riuscite a recuperarlo direttamente in cantina, allora ci scappa anche un buon affare.
Abbinamento musicale assolutamente poco territoriale... per questo Nero d’Avola, piazziamo su il mitico “Hai paura del buio?” degli Afterhours. Band milanese quindi, che poco ha "terroir" siculo, ma è la band preferita dalla mamma del neo-nato Emiliano, e visto che abbiamo stappato in suo onore… anche la musica è tutta per lui. Metteteci anche che il rock-pop di Agnelli & company, come questo Patrono sta giusto nel mezzo… tra incazzature rock (Male di miele, Dea, Lasciami leccare l'adrenalina...) e ballate metropolitane (Voglio una pelle splendida..), muscoli, ma anche cervello, capaci di essere a loro modo, sempre se stessi e sempre sul pezzo.
Dopo 3 assaggi rimane la certezza che Feudo Ramaddini é un’ottima cantina, anche se é giovane e deve ancora dimostrare tutto il potenziale del suo terroir, ma i primi passi sono stati mossi nella giusta direzione.
Personalmente ritengo davvero interessante questa versione di Nero d’Avola, più centrato rispetto allo Chardonnay, anche se il fiore all’occhiello del Feudo, rimane il “dorato” Passito di Noto “Al Hamen”.
Non é quindi la prima volta che ospito nel blog i vini della cantina di Marzamemi, vi ho già raccontato del super passito di Noto "Al Hamen" dello Chardonnay "420 Quattroventi", eviterò quindi di riscrivere le info relative al produttore. Ci troviamo in una zona di eccellenza per la produzione di uve Nero d'Avola, e questo Patrono 2008 sembra darne conferma.
Devo fare una premessa prima di partire in quarta… non sono un superfans del genare e quindi difficilmente lo acquisto… sono un po’ stufo, quasi nauseato (esagerato...) da tutte queste bottiglie di Nero d'Avola (spesso pessime...) che si presentano davanti ai miei occhi un pò ovunque. Supermercati, discount, autogrill, lounge bar, enoteche da strapazzo… il Nero d’Avola, negli ultimi anni ha saturato gli scaffali.. vi é mai capitato di fare un aperitivo o a bere qualcosa in enoteca con persone che di vino capiscono quanto me di fisica quantistica? Un occhio alla carta e tutti concordano nel prendere una boccia di Nero d’Avola… Volete un vino da un euro alla bottiglia per sgorgare il lavello?? State tranquilli che al centro commerciale un Nero d’Avola in offerta lo trovate sempre… non so quante milionate di bottiglie ne vengono prodotte attualmente, ma questo vino siciliano è ovunque, tutti lo bevono e anche i più disinteressati in materia, tra le poche tipologie di vino che conoscono sicuramente menzionano il Nero d’Avola. Ovvia conseguenza bisogna saper scegliere, ci sono bottiglie eccellenti, ma tanta abbondanza porta spesso ad un abbassamento della qualità generale. Quindi occhio c'è Nero d'Avola :-) e Nero d'Avola :-(
Solitamente quando stappiamo una bottiglia di questo vino, troviamo nel bicchiere un vino concentrato, scuro, denso, caldo, di corpo ed alta gradazione alcolica… insomma il classico vinone affinato in legno che vuol darsi un tono… poi scopri alcuni produttori (mi viene in mente Cos) che preferiscono valorizzare il lato più “mediterraneo” di quest’uva, un Nero d’Avola che alla cieca faticheresti a riconoscere... giovani, freschi, dinamici, beverini.. quasi due stili di interpretare la materia opposti... poi ti capita tra le mani il Patrono e capisci che non esistono solo questi estremi, ma c’è chi è riuscito ad assemblare in un'unica bottiglia entrambe le versioni.
Al Feudo Rammaddini producono il Patrono partendo da uve Nero d'Avola in purezza, coltivato a controspalliera/cordone speronato su terreno calcareo, un terroir unico per questa tipologia di vitigno, che si snoda dall'altopiano di Noto verso Pachino e il mar Mediterraneo. Le uve vengono vendemmiate e selezionate a fine settembre, con macerazione sulle bucce per 8 giorni a temperatura controllata, a cui segue un anno di affinamento in tonneau di rovere e 3 mesi di riposo in bottiglia. La vendemmia del 2008 a cui fa riferimento questa bottiglia, ha prodotto 5.000 bottiglie e commercializzate nel 2010, prima uscita sul mercato per questo Patrono.
Andiamo quindi ad assaggiare una "prima" del Feudo Ramaddini e se il buon giorno si vede dal mattino... non possiamo che accogliere con entusiasmo questo esordio e attenderci sviluppi futuri davvero interessanti.
Nel bicchiere "scivola" con buona fluidità, intenso e di buona concentrazione, ma al contempo dinamico e pulito, con un bel colore rosso rubino tendente al porpora. Al naso sale lento, ma dopo due o tre "annusate" decise (che é tengo il naso tappato??) sprigiona una bella intensità, una vena decisa e acuta che denota pulizia, freschezza e finezza, dove a spiccare, oltre ad una marcata vinosità di fondo, sono le note di frutta a bacca rossa, sottobosco e ciliegia sotto spirito, grazie anche ad una spinta alcolica (13.5%vol.) presente ma mai invasiva. Secondariamente si fa sentire il lavoro del legno, il bouquet vira su toni più morbidi e ci regala sentori vanigliati e speziati, con "suggestioni" di macchia mediterranea. Al palato attacca fresco e acido, quasi astringente, quasi un effetto "vino novello" per rendere l'idea, ma é un vino che sa evolvere e che si fa scoprire sorso dopo sorso, già al secondo bicchiere inizi ad entrare in sintonia con il bevuto, a gustarti un vino importante che gioca ad alternare freschezza e bevibilità, ma é anche ben strutturato, morbido nel tannino e dalla spiccata sapidità. Ritornano i sentori e le note di frutta rossa già avvertiti al naso, oltre ad un bel finale pieno, amarognolo e minerale.
Dimenticatevi il Nero d’Avola da due euro del supermercato, dimenticatevi il Nero d’Avola supersicilian style, nero e legnoso, dimenticatevi anche quello fresco e leggerino, quasi estivo e da abbinare al pesce… il Patrono di Ramaddini è il perfetto punto di congiunzione tra tutte queste versioni. Ha il carattere e la struttura del vino importante, ha l’affinamento in barrique con i sentori gusto-olfattivi che ne derivano, il tannino morbido e un buon corpo, ma ha anche una spiccata capacita di risultare snello, succoso, croccante e amabile.
Gli manca ancora qualcosina per diventare eccellente, queste caratteristiche dovrebbero essere maggiormente amalgamate ed equilibrate, il che garantirebbe maggior eleganza e qualche spigolo in meno, ma come ho scritto sopra siamo alla prima vendemmia con uve provenienti da piante relativamente giovani, ed essere in grado di produrre un vino così territoriale è già un ottimo punto di partenza.
Gastronomicamente è piuttosto trasversale, oltre ai “carnivori” abbinamenti da vino rosso, il suo lato più dinamico e succoso lo rendono ottimo con i tipici e “consistenti” piatti della gastronomia siciliana, anche una saporita pasta con le acciughe, una caponata o una parmigiana “bella spessa” e con le melanzane rigorosamente fritte (non la versione light che facciamo qui al nord per intenderci…).
Bottiglia regalata, quindi non ho indicazioni precise sul prezzo… ma credo che un prodotto di questo livello in negozio, può tranquillamente essere venduto intorno alle 15 euro… se poi lo trovate a meno o riuscite a recuperarlo direttamente in cantina, allora ci scappa anche un buon affare.
Abbinamento musicale assolutamente poco territoriale... per questo Nero d’Avola, piazziamo su il mitico “Hai paura del buio?” degli Afterhours. Band milanese quindi, che poco ha "terroir" siculo, ma è la band preferita dalla mamma del neo-nato Emiliano, e visto che abbiamo stappato in suo onore… anche la musica è tutta per lui. Metteteci anche che il rock-pop di Agnelli & company, come questo Patrono sta giusto nel mezzo… tra incazzature rock (Male di miele, Dea, Lasciami leccare l'adrenalina...) e ballate metropolitane (Voglio una pelle splendida..), muscoli, ma anche cervello, capaci di essere a loro modo, sempre se stessi e sempre sul pezzo.
Dopo 3 assaggi rimane la certezza che Feudo Ramaddini é un’ottima cantina, anche se é giovane e deve ancora dimostrare tutto il potenziale del suo terroir, ma i primi passi sono stati mossi nella giusta direzione.
Personalmente ritengo davvero interessante questa versione di Nero d’Avola, più centrato rispetto allo Chardonnay, anche se il fiore all’occhiello del Feudo, rimane il “dorato” Passito di Noto “Al Hamen”.
il nero d'avola come la barbera e' un grande vino
RispondiEliminapurtroppo inflazionato e declassato per colpa
di produttori e discount che propongono
bottiglie a pochi euro con un liquido al loro interno che di nero d'avola non ha niente.
questo rovina soprattutto produttori che fanno invece un prodotto di qualita'
e' un vino che va scelto con attenzione
concordo 100%!!
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