...E' come ritornare nel souk di Fes, dal colore al naso tutto rimanda a suggestioni marocchine, tra i mercati e i negozi ricchi di fascino islamico e profumi orientali.
L'ultimo stappato del nostro Natale biodinamico, non poteva non essere un vino da dolce. Inutile girarci in torno, quando si parla di vino da "festa" si pensa subito alle bollicine, soprattutto se la festa in questione é quella di Natale o meglio ancora di Capodanno. Panettone e spumante é un classico che più eno-classico di così si muore.
Allora visto che con la nostra proposta (SimodiVino+Avionblu) abbiamo cercato di consigliarvi qualche vino non "semplicemente" biodinamico, ma anche originale e ricercato, abbiamo scelto, per il vino più importante del pranzo di Natale, una bottiglia di grande livello, ovvero il Moscato Passito al Governo di Saracena, un puntino nel panorama vitivinicolo Italiano, ma di indiscutibile valore e tradizione. Lo conoscete? Io personalmente é la prima volta che lo assaggio e voglio ringraziare Andrea di Avionblu per avermi permesso di scoprire questa chicca, questa perla della viticoltura calabrese, molto spesso poco considerata, ma che in alcune eccezioni, come in questo caso, dimostra di avere tante cose da dire e tante storie da raccontare.
Adesso provo a spiegarvi perché questo Moscato passito é un piccolo tesoro da custodire. Per prima cosa la zona di produzione, delimitata al comune di Saracena, piccolo comune alle pendici del monte Pollino. Produzione limitata a poche migliaia di bottiglie e numero di produttori che si contano su una mano, vigne autoctone e soprattutto il protrarsi di una millenaria ricetta per la produzione di questo moscato, con la sua particolare bollitura, tanto da guadagnarsi la nomina di "presidio Slowfood" (uno dei pochi vini ad averla ottenuta) e il riconoscimento ufficiale dalla Regione,
quale bene culturale immateriale della Calabria.
Il vino che vado a gustarmi é quello del Feudo dei Sanseverino, piccola cantina di Saracena con circa 5 ettari vitati certificati a biologico. Oltre al loro decantato Moscato Passito al Governo di Saracena (circa 6000 bottiglie e prezzo in enoteca sulle 25 euro per 0.375L.), viene prodotto anche il Mastro Terenzio, sempre moscato, il rosso Donna Marianna (Lacrima Nera, Malvasia e Guarnaccia) e il Lacrima Nera, che come dice il nome é prodotto da uve Lacrima Nera in purezza. Roberto e Maurizio Bisconte del Feudo ci spiegano la tradizionale e antica ricetta che da vita a questo gioiello della viticoltura calabrese...
<Il Moscato di Saracena,
presidio Slow Food, affonda le sue radici nella storia millenaria della Magna
Grecia e del Medio Oriente, è sopravvissuto grazie alla comunicazione verbale e alle tradizioni
familiari. La vinificazione soffice di Guarnaccia e Malvasia si accompagna e concilia con il Moscato di Saracena che viene
raccolto anzitempo e lasciato appassire con premura e pazienza, per conferire quei tratti di colore, aroma e gusto che lo rendono
unico. La sua vinificazione è un procedimento antico, realizzato interamente a mano, facendo bollire il mosto di primo fiore
e schiumandolo per ridurlo di un terzo, aggiungendo poi al mosto cotto degli acini appassiti di uva Moscato
nella proporzione di 15-20 kg/q.; dopo 24 ore per agevolarne la fermentazione si colma la botte con un secchio di mosto
crudo>. ROBERTO E MAURIZIO BISCONTE.
Alla fine ci vorranno 5 anni e vari passaggi in botte prima di averlo sulla nostra tavola.
Insomma un vino antico che oggi si sta cercando di valorizzare e portare all'attenzione degli appassionati, ma con i piedi ben saldi in oltre 1000 anni di storia. Siccome le premesse per una beva indimenticabile ci sono tutte, decido di affiancare al Moscato Passito al Governo di Saracena i "Dolci Morsi di Nebbiolo" delle Cantine Conti, prodotti dalle sapienti mani del fornaio anarchico Daniele Marziali, anche questa una piccola chicca gastronomica per pochi fortunati, ma decisamente degna compagna di viaggio per questo vino da dolce.
Andiamo a scoprire questo tesoro nascosto... nel bicchiere si presenta con un colorito ambrato intenso e brillante, molto elegante alla vista e piuttosto fluido, considerando che si tratta di un vino passito. Appena accosto il naso al bicchiere, mi si apre un mondo. E' questo il suo punto forte, una varietale incredibilmente ricca di fascino, che regala sensazione e suggestioni davvero uniche. Volendo usare un termine più "tecnico" e meno "passionale" possiamo "semplicemente" definirlo "complesso". Grande evoluzione nel bicchiere, inizialmente attacca pungente, con accentuato sentore alcolico (14%vol.), che ricorda quello di alcuni vini liquorosi. Spinta alcolica che si manterrà viva e presente per tutta la degustazione. Poi il vino si apre, e la degustazione si trasfoma in un viaggio senza ritorno nel souk di Fes... dal colore al naso tutto rimanda a suggestioni marocchine, tra i mercati e i negozi, ricchi di fascino islamico e profumi orientali. Ok, siamo in Calabria, ma ad ogni "sniffata" la mente fugge dall'altra parte del Mediterraneo... tra l'amarognolo degli agrumi e il dolciastro dei datteri, tra le spezie orientali e "frizzanti" accenni pepati, miele e caramello, frutta secca tostata, mandorle e cannella. Emozionante. Alla beva risulta caldo, morbido e avvolgente, che, grazie ad una buona tensione alcolica ed una bella sapidità, si mantiene sempre vivo, fine e persistente, senza cali di tensione o scadere in stucchevoli sensazioni zuccherose. Il lungo finale, richiama le note olfattive e accompagna la mente verso mete lontane. Mai come in questo caso, l'abusato termine di "vino da meditazione" calza a pennello.
Un vino unico e raro, che merita di essere provato almeno una volta nella vita... Premi, titoli, medaglie e riconoscimenti sono più che meritati, per un vino che nella sua "perfezione casereccia" riesce ad entusiasmare. Per gli appassionati dei vini "che parlano" una chicca imperdibile... qui c'è tutto quello che andate cercando... storia, cultura e saperi di un territorio unico che ha vinto la sua personale battaglia contro l'omologazione. Si sta cercando di valorizzarlo e di utilizzarlo anche come "attrazione" per gli eno-turisti... con l'obbiettivo di ridare slancio ad un territorio che economicamente punta molto sulle sue specialità eno-gastronomiche... Ma a me, adesso che l'ho scoperto, e l'ho fatto mio, mi piace così com'è... piccolo e sconosciuto, un tesoro da custodire lontano dall' eno-circuito degli eno-appassionati fighetti, un vino e una tradizione che si tramanda nei gesti quotidiani delle piccole cantine di Saracena.
Abbinatelo a della pasticceria secca, magari un panforte o un panpepato se volete servirlo a termine del vostro pranzo di Natale. Se invece avete solo il panettone... beh fregatevene e stappate ugualmente questo moscato di Saracena... peccato solo che la mezza-bottiglia finisce velocemente e tutti i compagni di tavolata pretenderanno un sorso aggiuntivo.
Quindi affanc... anche la tavolata... questa é una chicca da coccolare, un regalo di Natale che dovreste fare a voi stessi... se é vero che il vino deve essere piacere e condivisione, in questo caso concedetevi un po' di sano egoismo... prendetevi la vostra bottiglietta, un dolce secco da accompagnamento, un buon libro, la giusta scorta di legna per il caminetto e... buon viaggio...
deve essere buono
RispondiEliminama che prezzo!!!