Un
vino che consiglio di provare perché é la dimostrazione di una D.O.C.
in crescita e di un terroir costellato da tanti piccoli
vignaioli che lo stanno valorizzando, a discapito di tanti produttori
falcoltosi, che vogliono fare della Maremma la nuova patria del taglio
bordolese.
Se avete “sconvolto” i
parenti abbinando agli antipasti il Sophia di Cantina Giardino, è arrivato il
momento di riequilibrare le bevute del vostro Natale biodinamico e stappare un
buon rosso che sappia far pace con il proprio “senso del gusto”. Se il Sophia
aveva oltrepassato la mia personale soglia "gustativa", con questo Montecucco Sangiovese di
Campi Nuovi rientro nella sfera di quei vini che sanno convincermi e piacermi, sia perché
prodotti in maniera eticamente rispettabile e condivisibile, sia perché sanno
essere sia particolari che assai piacevoli e soddisfacenti alla beva.
Quella di Campi
Nuovi è per me una nuova scoperta, di cui scrivo molto volentieri, una delle realtà più interessanti che mi siano capitate nel bicchiere per quanto riguarda la D.O.C. Montecucco (insieme all’Arpagone
di Prato al Pozzo e Salustri) per questa D.O.C. toscana che negli ultimi anni sembra ricevere sempre
maggiori consensi. Trattasi di un' azienda agricola di Cinigiano (Grosseto), 7 ettari vitati tra l'Amiata e il mare, gestiti dalle sapienti mani di Daniele Rosselli e Nadia Riguccini. Dopo anni di lavoro presso altre cantine e maturata la necessaria esperienza, nel 2000 danno origine alla loro nuova avventura, una scelta di vita ma anche una scelta radicale nel condurre un'agricoltura il più naturale e sostenibile possibile, per ottenere vini autentici e dal carattere marcato, in grado di esprimere quanto più possibile il connubio tra la vigna e il suo vignaiolo.
La cura dei vigneti avviene secondo il metodo biodinamico, con certificazione biologica dal 2006, vigneti principalmente a base Sangiovese con alta densità d'impianto, tutti ottimamente esposti a sud-sud ovest, su terreni di sabbie argillose e ciotoli di origine calcarea e ferrosa. La cantina che é associata alla Renaissance des Appellations, produce all'incirca 15.000 bottiglie l'anno, con la D.O.C. Montecucco grande protagonista, oltre ad un Ansonica da vendemmia tardiva.
La bottiglia che stappo e consiglio per il vostro Natale biodinamico é il Montecucco D.O.C. 2009 prodotto con uve Sangiovese in purezza. Oltre ad una gestione "natur" delle vigne, anche il lavoro in cantina punta su un percorso spontaneo e "senza trucchi". Il vino viene lasciato a fermentare naturalmente in tini tronco-conici di rovere, mentre l'affinamento avviene in botti da 20hl (assolutamente no barriques) per circa 12 mesi prima di essere imbottigliato manualmente senza alcuna filtrazione. Ne deriva un vino che riesce ad esprimere le caratteristiche dell'annata al meglio, risultando estremamente vivo e presente nel bicchiere Se possiamo definire quella del 2009 una buona annata, con frutti maturi, concentrati e ricchi di zuccheri, posso altrettanto affermare che questo Sangiovese ne é degna rappresentazione.
Già nel bicchiere spicca un rosso rubino intenso e concentrato, profondo e scuro, ma senza risultare denso e pesante, lasciando intravedere una buona dose di eleganza, pulizia e leggerezza. Al naso troviamo un vino intenso e caldo, maturo, con una interessante spinta alcolica (14%vol.) a sostenere un bouquet non molto fine o elegante, ma bello pieno e variegato. C'è forza e armonia, con note di frutta rossa matura in primis a scaldarci il cuore (amarene), accenni terrosi e leggermente salmastri (quelli che spesso capita di incontrare nei rossi biodinamici) prima di un finale vegetale e balsamico che profuma di bosco e Maremma. Al palato é un bel "groviglio" gustativo. Entra subito sul pezzo, pieno, caldo, di corpo, leggermente tannico, ma ben equilibrato da una bella sapidità, una vena minerale che dona dinamicità e ci spinge verso un finale discretamente lungo, pulito e piacevole.
Questo permette di avere a che fare con un vino avvolgente e dalla "bocca piena", ma senza mai sedersi su se stesso o eccedere in rusticità, mantenendo una buona facilità di beva, una piacevole fluidità e acidità, che danno quel tocco di finezza ed eleganza che equilibra il tutto rendendolo succoso. Se mi passate il termine lo definirei un vino sincero, per la sua capacità di essere rustico e "contadino", ma senza risultare mai pesante o inespressivo.
E' un rosso apparentemente semplice, ma che alla fine sa intrigare e ci fa tornare frequentemente sul bicchiere per coglierne le molteplici sfaccettature. Si sente che su queste uve hanno lavorato mani sapienti ed esperte. Un vino che consiglio di provare perché é l'esempio di una D.O.C. in crescita (lo dimostra anche la recente qualifica a D.O.C.G. a partire dalla vendemmia 2011), oltre che di un terroir costellato da tanti piccoli vignaioli che lo stanno valorizzando, alla faccia di tanti produttori facoltosi che vogliono fare della Maremma la nuova patria del taglio bordolese.
Prezzo di acquisto in enoteca sulle 13-15 euro, spesi decisamente bene in rapporto alla qualità del bevuto. Davvero un rosso consigliabile per il Natale Biodinamico... si farà apprezzare senza risultare mai banale, e ben si adatta ai classici secondi natalizi (tipo tacchina ripiena e polpettoni vari...) e in generale, da il suo meglio su una bella tavola imbandita.
Una chicca interessante questa di Avionblu... che posso solo consigliare. Ancora una volta la dimostrazione (o meglio la conferma) che quando si ha rispetto per la terra, si ottengono buoni frutti.
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