...apprezzabile la scelta della cantina di puntare su un vino che sa essere territoriale, senza scendere per facili scorciatoie.
E' indubbio che di Calabria-enoica si parla sempre poco, inutile nasconderlo, nonostante la millenaria storia del vino calabrese é difficile competere (anche qualitativamente) con le più importanti aree vitivinicole di altre regioni italiane. Eppure con un po' di pazienza, la giusta dose di curiosità e fatta tabula rasa di qualsivoglia forma di eno-snobbismo, ecco che da queste parti é possibile scovare cantine e vini di grande interesse. Merito di produttori come Francesco Maria De Franco ("in arte" 'A Vita), che ha ridato dignità ad un vitigno come il Cirò, spesso poco valorizzato e destinato a produzioni massive, merito di un pugno di cantina in grado di preservare tradizioni antiche e portare fino ai giorni nostri quel piccolo tesoro che é il Moscato Passito al Governo di Saracena, merito di "nuove leve" coraggiose e orgogliose come i ragazzi de "L'Acino" e di vignaioli "innamorati"alle propria terra come Lidia Matera e Sergio Arcuri.
Torno quindi con interesse e curiosità a parlare (ma soprattutto a bere) di Calabria, grazie a questa bottiglia di rosso prodotto con un mix di uve autoctone. Siamo in provincia di Reggio, area vitivinicola non conosciutissima ai più, ma dalle origini antiche. La costa occidentale della regione affacciata sullo stretto di Messina é denominata "Costa Viola", ed é caratterizzata da costoni rocciosi a strapiombo sul mare. Da qui i vignaioli osservano la vicina Sicilia e coltivano la vite, in un paesaggio unico e impervio caratterizzato dalle "armacie", i caratteristici terrazzamenti realizzati grazie ai muretti a secco. Anche in questo caso, non é fuori luogo parlare di viticoltura eroica, quasi una sfida tra l'uomo e la natura, un paesaggio plasmato per dar spazio alla viticoltura, che oggi rappresenta un importante elemento di salvaguardia territoriale. Tra questi suggestivi vigneti incastonati tra il mare e le montagne, sorgono i filari di Prunesta, Malvasia Nera, Nerello, Gaglioppo e Nocera, tipiche uve autoctone calabresi.
Proprio qui in frazione Catona nel lontano 1800 viene fondata la Casa Vinicola Criserà, gestita dalla famiglia Tramontana, attualmente gestita da quattro fratelli. Si producono oltre 300.000 bottiglie, grazie alle uve (in parti di proprietà e in parte acquistate) provenienti da varie zone della Calabria.
Come ho scritto sopra, l'area che geograficamente si affaccia sullo stretto, é quella da cui si ricavano i vini più interessanti e con una marcata identità territoriale. Una squadra articolata quella messa in campo da Criserà.. 10 vini rossi, 5 bianchi, 3 rosati e un passito... da cui Andrea "Avionblu" estrae questo Scilla 2011, che vado a stappare. Si tratta di un rosso I.G.T. ricavato dal mixaggio di uve autoctone come il Gaglioppo, il Nerello Mascalese e la Nocera, coltivate sui terreni a medio impasto che si affacciano a "gradinata" sullo stretto.
Di un rosso rubino piuttosto profondo e violaceo con riflessi vivi e brillanti, attacca subito deciso, pungente, vinoso e alcolico (13%vol.), quasi acidulo con sottofondo di note salmastre, affiancato (dopo un po' di ossigenazione) da note ciliegiose con punte speziate. La beva risulta fresca e piuttosto dinamica, leggermente allappante al palato, si distingue per un mix di sensazioni dolciastre e note minerali. Un vino che si mantiene vivo e in un equilibrio (poco perfetto...) tra la rotondità e la morbidezza dolce del frutto e un tannino ancora verde, affiancato da una acidità piuttosto spiccata. Mancano armonia e complessità, lunghezza e profondità, ma si fa apprezzare per la particolarità di alcune suggestioni "marine", per la freschezza della beva e per la croccantezza del frutto.
Non lo troverete nella top list del 2013, ma rimane un vino di buon valore per le sue peculiarità territoriali e per la sua adattabilità alimentare, può "onestamente" accompagnare qualsiasi tipo di pietanza (pesce compreso) ed essere bevuto piuttosto fresco anche nelle calde giornate estive. A me non ha entusiasmato, ma é una questione di gusti personali... insomma con 15 euro passo volentieri ad altro... ma rimane apprezzabile la scelta della cantina di puntare su un vino che sa essere territoriale, senza scendere per facili scorciatoie.
Ciao a tutti, acquistato questa estate nella grande distribuzione in calabria (e non ancora bevuto) al prezzo di 5,60 euro.Forse è questo il vero valore della bottiglia in questione....Stessa cifra ho acquistato Armacia (già bevuto l'anno scorso) altro vino della cantina mensionata, risultato buono, de gvstibvs...... Saluti.
RispondiEliminagrazie.. bella dritta... probabilmente , si potrebbe essere quello il valore reale della boccia!!
RispondiEliminaRipeto un consiglio che ti diedi qualche tempo fa: per quelle zone prova il rosso Palizzi di Altomonte, sempre nel catalogo di Avionblu ;-)
RispondiEliminaValerio
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaDe gustibus (di Andrea), ci mancherebbe ;-) Criserà non lo conosco, Altomonte invece l'ho ribevuto domenica scorsa e confermo che m'è piaciuto tanto... Continuo a seguirti con piacere, alla prossima!
EliminaValerio
Ciao a tutti, volevo dare delle news riguardo la cantina in oggetto: La casa vinicola criserà intorno a gli anni 90 imbottigliava dame da 5L e bottiglie da 1L con il tappo a corona contenenti vino rosso o bianco senza specificarne la tipologia. Con il passare del tempo (e meno male) ha deciso di investire diversamente mettendo in commercio gli attuali prodotti. E' positivo a mio parere che una cantina si impegni a valorizzare, e utilizzare dei vitigni caratteristici del posto(vedi la prunesta). Caratteristici perchè per anni hanno caratterizzato la viticoltura locale(della costa viola) quando i contadini FACEVANO IL VINO,.La prunesta veniva vinificata in purezza, e veniva fuori un vino fresco di facile beva (lo faceva il mio nonno) e di alta gradazione alcoolica che però andava consumato entro l'anno (assenza totale di solfiti).Tuttavia rimane dubbio il costo delle bottiglie, molto probabilmente dipeso dalle quantità vendute cantina-supermercato>cantina-enoteca. Una volta è accaduto che in una nota cantina delle Marche, vendevano i loro prodotti ai visitatori ad un costo superiore di quello del supermercato. Che ci vogliamo fare purtroppo è marketing. Spero di nn avervi annoiato. Saluti vi seguo sempre
Eliminaricordo bene il tuo consiglio..e lo dissi anche ad Andrea di Avionblu... ma lui ha preferito andarmi questo da assaggiare... e purtroppo non mi ha convinto a pieno...
Eliminagrazie anonimo interessante approfondimento :-)
Elimina