...il vino é diretto e
sfoggia fin da subito la sua carta di identità... una materia importante
arricchita ed equilibrata da un'insieme di sentori e suggestioni che
parlano a più non posso di Sicilia e Marsala. Vino non perfetto, ma
indubbiamente vivo, vero e viscerale...
Ripreso il ritmo "bevi e stappa" post vacanza con l'ottima Malvasia di Borgo del Tiglio, pescata dalla cantina, riprendiamo anche Passaggi Etilici, ovvero Simo diVino che assaggia per voi i vini che Andrea di Avionblu mi mette a dispozione... Ad inizio agosto stop di un mesetto per pausa estiva, con la ripromessa di riprendere le degustazioni al mio ritorno... e così é stato... Immaginando che l'inizio di settembre porta ancora con se, atmosfere tipicamente estive... ho chiesto ad Andrea di mandarmi il Grillo di Barraco, perché il mare e il sole della Sicilia sono intrinsechi in questa bottiglia... il che fa ancora molto estate e spazza via i primi grigiori autunnali prealpini. Sapevo cosa aspettarmi, perché il simpatico Nino e i suoi vini non mancano mai alla fiere dedicate, quindi ho già assaggiato il suo Grillo in riferimento alle annate precedenti e avevo proprio voglia di scrivere un post dedicato a questo vignaiolo, che con merito si sta guadagnando il rispetto e la stima degli eno-appassionati.
Ripreso il ritmo "bevi e stappa" post vacanza con l'ottima Malvasia di Borgo del Tiglio, pescata dalla cantina, riprendiamo anche Passaggi Etilici, ovvero Simo diVino che assaggia per voi i vini che Andrea di Avionblu mi mette a dispozione... Ad inizio agosto stop di un mesetto per pausa estiva, con la ripromessa di riprendere le degustazioni al mio ritorno... e così é stato... Immaginando che l'inizio di settembre porta ancora con se, atmosfere tipicamente estive... ho chiesto ad Andrea di mandarmi il Grillo di Barraco, perché il mare e il sole della Sicilia sono intrinsechi in questa bottiglia... il che fa ancora molto estate e spazza via i primi grigiori autunnali prealpini. Sapevo cosa aspettarmi, perché il simpatico Nino e i suoi vini non mancano mai alla fiere dedicate, quindi ho già assaggiato il suo Grillo in riferimento alle annate precedenti e avevo proprio voglia di scrivere un post dedicato a questo vignaiolo, che con merito si sta guadagnando il rispetto e la stima degli eno-appassionati.
Per molti eno-fanatici attenti alla rete e appassionati di vini "naturali", questo non é sicuramente un nome nuovo, ma non si sa mai che da queste parti, passi qualche neofito abituato ai bianchi di Firriato e Donnafugata comprati al supermercato e di cui si legge un gran bene su Vini d'Italia (visto che siamo in periodo di anteprime "3 bicchieri"). Quindi drizzate bene le orecchie (anche se dovete leggere) perché in Sicilia c'è molto altro da bere... e in questo caso il termine "Slowfoodiano" del buono-pulito-giusto ci calza a pennello.
Se la Sicilia é un triangolo l'azienda agricola di Barraco si trova proprio sulla punta, in provincia di Marsala.. qui dal 2004 si inizia a fare sul serio, lavorando sui vigneti di famiglia. Circa 7 ettari più un paio in gestione, accuditi con metodi naturali e artigianali, al fine di ottenere vini fortemente complessi e territoriali, in grado di esprimere al meglio il carattere dell'uva. La filosofia di Antonino Barracco é proprio questa, approccio artigianale e rurale alla materia per dare sfogo a vini "liberi", figli del territorio e dell'annata... tecnica e ricerca rimangono in secondo piano, finezza ed eleganza non sono obbiettivi primari, meglio una beva imprecisa, magari spigolosa, ma sicuramente verace e non omologata, perché la qualità del prodotto non si misura con la ripetitività, la precisione e la scienza applicata, ma é figlia della particolarità, della variabilità e dell'imprevidibilità che la natura esprime.
Per questi motivi Barraco punta sui vitigni autoctoni e vinifica le uve in purezza. Grillo, Catarratto e Zibibbo, più Nero d'Avola e Pignatello per i rossi... una piccola produzione di 15.000 bottiglie senza trucchi, una condotta "natur" in vigna, fermentazioni spontanee senza controllo delle temperature, utilizzo di lieviti indigeni non selezionati, solfiti ridotti al minimo necessario ed imbottigliamento senza chiarifiche ne filtrazioni, per ottenere vini artigianali, personali e dalla forte identità.
Per questi motivi Barraco punta sui vitigni autoctoni e vinifica le uve in purezza. Grillo, Catarratto e Zibibbo, più Nero d'Avola e Pignatello per i rossi... una piccola produzione di 15.000 bottiglie senza trucchi, una condotta "natur" in vigna, fermentazioni spontanee senza controllo delle temperature, utilizzo di lieviti indigeni non selezionati, solfiti ridotti al minimo necessario ed imbottigliamento senza chiarifiche ne filtrazioni, per ottenere vini artigianali, personali e dalla forte identità.
Il vino che vado a stappare oggi é il Grillo 2011, vinificato in purezza grazie alle uve selezionate da un vigneto ultra trentenne situato su una duna di sabbia ad un kilometro dal mare. La raccolta manuale avviene a fine agosto, quando le uve sono belle mature, poi fermentazione e maturazione in acciaio fino a giugno, con ulteriore affinamento in bottiglia fino a novembre.
Nel bicchiere giallo oro dalle sfumature bronzo, piuttosto luminoso e concentrato. Il naso é a dir poco esplosivo, bouquet articolato e variegato, leggermente alcolizzato (14.5%vol), scalda il naso attraverso sentori particolari e originali.. la rotondità del frutto a pasta gialla va a braccetto con le note agrumate, ma soprattutto spiccano atmosfere mediterranee, suggestioni marine, note salmastre, con sottofondo minerale e finale con effetto tostato che rimanda alle nocciole e alla frutta secca. La Sicilia, racchiusa in una sniffata!! Yeah!! Al palato é vino generoso, ricco di materia... polposo, caldo e ricco di alcool, ok, ho pensato che non arriverò a fine bottiglia, vino pesantuccio, ma é solo un impressione che dura pochi secondi, la beva si snoda su note ossidative che danno freschezza e slancio. Ritorna il naso... salmastro e sapido, note saline e vegetali... finale lungo ed affascinante con retrogusto di nocciola tostata...
Se nel precedente post dedicato alla Malvasia di Borgo del Tiglio, ho esaltato la capacità di Manferrari nel plasmare vini complessi e longevi, ma con doti di finezza ed eleganza di grande classe. Con il Grillo di Baracco invece si lavora d'istinto, la complessità e la corrispondenza territoriale non sono per nulla plasmate, il vino é diretto e sfoggia fin da subito la sua carta di identità... una materia importante arricchita ed equilibrata da un'insieme di sentori e suggestioni che parlano a più non posso di Sicilia e Marsala. Vino non perfetto, ma indubbiamente vivo, vero e viscerale...
Personalmente (ecco adesso qualche super esperto mi scomunicherà dalla lista dei wine blogger) a me questo Grillo, mi ha ricordato certi vini affinati per mezzo di lieviti flor, tipo la buonissima Vernaccia di Oristano di cui ho scritto qualche mese fa (o lo Sherry che fa più figo...), sia per le caratteristiche
ossidative e il calore alcolico, sia per le caratteristiche note di nocciole tostate e frutta secca.
Il Grillo di Barraco poteva rischiare di finire nel calderone dei vini siciliani super-maturati, tutta polpa, zucchero e alcool, invece questo 2011 riesce ad "esplodere" letteralmente nel bicchiere e Nino ha il merito di riuscire a mantenere in buon equilibrio il tutto. Poteva essere un "mapazzone" ed invece é un percorso in crescendo, da cui, cancellati i timori iniziali, ne esco decisamente esaltato.
Andate a trovare Nino al suo banco assaggi (o meglio ancora in cantina), così oltre a questo Grillo, potrete assaggiare anche il Vignammare, altro bianco da uve Grillo in purezza, ma stilisticamente molto differente da questo. Nel frattempo cliccate qui e iniziate a portarvi a casa questa versione del 2011. Ad ognuno il suo stile, ma anche se siete fanatici della finezza, lasciatevi trasportare da questo vino che é comunque un'esperienza...
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