Gustoso ed appagante,
pulito e mai grasso, è l’antitesi del vino moderno. Ogni volta che bevi un
Grignolino, è un viaggio indietro nel tempo e il Marcaleone ne è un’ottima
espressione.
Siamo nel Monferrato Casalese, provincia di Alessandria... quasi al confine con quella di Asti, zona di eccellenza per la produzione del Grignolino... vino scandalo, vino dispari, vino difficile e poco redditizio ma profondamente amato (cit. Maurizio Gily riportata sulla retro-etichetta del Marcaleone). E io ci aggiungo pure, vino dimenticato... Quando ero un "bocia" mio padre lo comprava sempre... non so perché ma me lo ricordo. Arrivava "l'uomo del vino" e insieme alle damigiane di Barbera, consegnava sempre un paio di cartoni di Grignolino. Era il vino buono, quello da stappare nei giorni di festa. Oggi non lo compra più come una volta, ma se gli chiedi il nome di un buon vino, sicuramente nominerà anche il Grignolino... Profondamente amato (cit.).
Siamo nel Monferrato Casalese, provincia di Alessandria... quasi al confine con quella di Asti, zona di eccellenza per la produzione del Grignolino... vino scandalo, vino dispari, vino difficile e poco redditizio ma profondamente amato (cit. Maurizio Gily riportata sulla retro-etichetta del Marcaleone). E io ci aggiungo pure, vino dimenticato... Quando ero un "bocia" mio padre lo comprava sempre... non so perché ma me lo ricordo. Arrivava "l'uomo del vino" e insieme alle damigiane di Barbera, consegnava sempre un paio di cartoni di Grignolino. Era il vino buono, quello da stappare nei giorni di festa. Oggi non lo compra più come una volta, ma se gli chiedi il nome di un buon vino, sicuramente nominerà anche il Grignolino... Profondamente amato (cit.).
Abitudini e gusti dei consumatori sono
cambiati, si é globalizzato tutto, vino compreso e il Grignolino per anni non
se l’è filato più nessuno, dimenticato. Troppo chiaro e troppo acido, poca
polpa, pochi zuccheri e zero legno... in poche parole... fuori moda.
Ultimamente sembra esserci un ritorno di interesse, ma vini come il Grignolino,
il Ruchè o il Boca (giusto per restare in Piemonte) sono ancora poco conosciuti ai più.
Fortunatamente, grazie a vignaioli "veri", che hanno tenuto duro nel
segno della tradizione e dell'identità territoriale, oggi possiamo ancora
godere di questi vini “senza compromessi”.
Il "movimento mediatico"
generato da Mondovino, che ha aperto gli occhi a molti appassionati, ma
soprattutto la "svolta" critica di Veronelli, il fiorire di manifestazioni
dedicate ai vini veri, naturali e di territorio, la nascita della Federazione
Italiana Vignaioli Indipendenti e perché no, la voce "senza conflitto
d'interessi" di alcuni wine-blogger, hanno risvegliato l'interesse verso i
piccoli produttori e i vini autentici. Parlare di rinascita può essere
eccessivo, ma é sicuramente di buon auspicio la sfida raccolta da alcuni
giovani vignaioli, che hanno deciso di salvaguardare le tradizioni e
valorizzare, anche attraverso un'agricoltura più sostenibile, il terroir di cui
sono custodi. Crealto e il Marcaleone ne sono un esempio...
Ad Alfiano Natta, in loc. Cardona,
provincia di Alessandria, nasce quasi 50 anni fa un'azienda vitivinicola col
nome dell'ex vigneron Carlo Quarello, affascinante ed erudito personaggio, noto
a tutti in zona come "Il maestro del grignolino". Insieme al figlio
Valerio ha per molti anni condotto vigna e cantina e si è fatto conoscere ai
più con il suo Grignolino Crè Marcaleone, sfidando chi non credeva in quel vino
così di nicchia ed "anarchico" e chi lo prendeva per pazzo a non
sfruttare il fantastico terroir limoso-argilloso. (crèia significa
argilla in piemontese ed in francese!!), per la coltivazione di vitigni più
"nobili" quali Barbera e Nebbiolo che comunque, col tempo, sono
arrivati. (Crealto)
Dal 2008 questa importante eredità é stata
raccolta da quattro ragazzi genovesi, che anima e cuore hanno dato vita
all'azienda vitivinicola e agriturismo Crealto. Guardare al futuro facendo un
passo indietro, ovvero tornare ad occuparsi della terra e lavorare in campagna,
quella che i nostri genitori, "accecati"
dal boom economico hanno abbandonato negli anni 60. Una scelta che amo definire
"politica" nella sua eccezione più ampia, radicale e coraggiosa... una
scelta fatta di rischi ma anche di libertà. Se un "mondo diverso é
possibile", riappropriarsi della terra, ripopolare le campagne, combattere
il cemento con forme di agricoltura sostenibile, é un buon punto di partenza, un
buon esempio, per guardare al futuro con maggior ottimismo e speranza.
Ho chiesto ad Eleonora vignaiola e
"boss" di Crealto, insieme a Luigi, di raccontarci la loro
esperienza... "A me e Luigi lo spirito “sovversivo” non è mai mancato,
nemmeno la voglia di respirare aria di campagna e vedere solo, o quasi, verde.
Se a questo uniamo i tragici anni che hanno contraddistinto il nostro ingresso
nel mondo degli adulti, politicamente, economicamente, socialmente e
culturalmente parlando, la scelta di diventare un tassello della nuova civiltà
contadina, sembrava obbligato. La nostra passione immensa per il vino ci ha
portato a tentare il tutto e per tutto, coinvolgendo emotivamente ed
economicamente (ahimè, il rilevare un'azienda vinicola non è propriamente
“popolare”) le nostre povere famiglie, per diventare vignaioli e con l'aiuto di
Elisa ed Andrea, i cuochi di famiglia, ristoratori. E noi ripaghiamo il destino
magnanimo e la natura, che ci regala meravigliosi frutti, non trascurando mai
la componente etica nel nostro lavoro".
Oggi quattro anni dopo, posso dire (e
spero di non sbagliarmi), che i ragazzi di Crealto ce l'hanno fatta e i frutti
del loro lavoro sono sotto gli occhi (e dentro i bicchieri) di tutti. La scelta
"sovversiva" abbinata alle pratiche "natur" nella gestione
della vigna, hanno permesso al terroir di esprimersi al meglio e regalarci
vini, la cui naturalezza si sente in bocca. Utilizzo di pratiche biologiche e
biodinamiche, salvaguardia della bio-diversità del vitigno, zero fitofarmaci, zero
concimi chimici e diserbanti. Vini genuini e senza trucchi, solforosa ridotta
all'osso, utilizzo di lieviti indigeni, nessuna chiarifica, filtrazioni
limitate ed utilizzo dei legni misurato. In tutto fanno quasi 5 ettari vitati (un paio a
Grignolino) e una produzione di quasi 15.000 bottiglie (3.500 di Marcaleone), a
completamento Nebbiolo e Barbera (di cui vi racconterò in futuro). Le uve
Grignolino provengono da un vigneto impiantato più di mezzo secolo fa,
fermentano e affinano in acciaio inox (8 mesi circa), a cui si sommano 2/3 mesi
in bottiglia. Abbiamo quindi a che fare con un vino giovane e di pronta beva…
quindi niente indugi… e passiamo all’assaggio…
Alla vista si presenta
magro e dinamico, limpido e luminoso vestito di un rosso rubino scarico con
sfumature arancio. Un po’ lampone… un po’ ginger :-). Anche all’olfatto è piuttosto
scarico, persistenza, intensità e profondità non sono caratteristiche che gli
appartengono. Qui si punta maggiormente sulla freschezza e la fragranza, grazie
ad una buona dose di acidità... Inizialmente pungente e vibrante, successivamente
sottotraccia, a dar man forte alle delicate note di lampone, agrumi e una
leggera speziatura. Il segreto del Grignolino sta tutto nella beva. Nella sua
semplicità gustativa, si dimostra fin dai primi sorsi vino dalla spiccata
bevibilità. Fresco, croccante, dinamico, acidulo, vivo, reattivo, slanciato,
teso, tannico e vibrante. La sua naturalezza produttiva te la ritrovi nel
bicchiere sotto forma di leggerezza e freschezza, così come una bella tensione
minerale, che rendono la beva netta ed essenziale, a ricordarci il terroir di
provenienza ed un'autunnale cartolina dal Monferrato. Gustoso ed appagante,
pulito e mai grasso, è l’antitesi del vino moderno. Ogni volta che bevi un
Grignolino, è un viaggio indietro nel tempo e il Marcaleone ne è un’ottima
espressione.
E’ vino da gustare e
non da degustare, la sua essenza è ben rappresentata in etichetta, una bella
tavola tra amici per un vino che esce dai salotti buoni, riappropriandosi della
sua funzione alimentare e conviviale. Io l'ho bevuto con il coniglio alla
ligure (anche se in verità più di mezza bottiglia é andata mentre il coniglio
lo cucinavo..) ed é stata un'accoppiata felice, ma potete abbinarlo con molti
piatti, soprattutto carni grasse e saporite, tipo il capretto al forno, ma
anche con (alcune) tipologie di pesce e perché no, fresco durante le calde
serate estive.
Il Marcaleone é un vino
da comprare in abbondanti quantità... tenetene sempre una bottiglia a portata
di mano, una pausa rigenerante durante una giornata di lavoro nei campi... un amico
che passa a trovarti durante l'ora di cena, o più semplicemente una bella
passeggiata tra le vigne... un bicchiere di Grignolino, un "panozzo"
con il salame, un bel pezzo di formaggio... e vi rimettete in pace con il
mondo. Chiamatelo se volete (e non é un vezzeggiativo!) vino da pic-nic o da
spuntino!! Per le accoppiate eno-musicali vi consiglio i conterranei Yo Yo Mundi. Sono alessandrini (Acqui Terme) e con il loro combat-folk, ben si sposano ad un combat-wine come il Marcaleone.
Da bere senza
precauzioni, grazie ai pochissimi solfiti e ad una gradazione alcolica non
eccessiva (12.5%vol.), ma anche grazie ad un prezzo accessibile… tra le 9-10
euro in enoteca, 7 in
cantina... Considerando la futura apertura dell'agriturismo, penso di avervi
dato più di un valido motivo per passare a trovare Eleonora e soci...
Non tutti lo conoscono,
non tutti lo amano, per molti un vino minore, per alcuni é un vino anarchico e
dissidente, sicuramente "no-global" nel suo essere
"viva" espressione territoriale, nel suo essere vino "non
amologato". Se vogliamo vino "di nicchia" e anche per questo lo sentiamo un
po' nostro e "Profondamente amato" (cit.)
vado ot solo per dire che oggi ho comprato a 22 euro una bottiglia di Barbaresco Sorì Burdin 2004 Fontanabianca dopo aver letto la tua recensione
RispondiEliminasaluti Benux
Benux così mi responsabilizzi!! :-)
EliminaVedrai che ti piacerà e devo ammettere che hai fatto un buon affare a 22 euro. A me piave, é un Barbaresco bello tosto, stappalo con un po' di anticipo... inizialmente ti sembrerà forte e alcolico, ma poi vien fuori..
a me piave?... piace...
EliminaHo appena commentato anche io quel post! Io l ho comprato oggi, annata 2007...trovata al supermarket a 12 euro e venti...Salute!
RispondiEliminaquesto é davvero un prezzaccio... mi piacerebbe però fare un'indagine su annata e quant'altro.. 12 euro per un barbaresco é quasi un prezzo da imbottigliatore, a maggior ragione che il sorì burdin in enoteca viaggia sulle 30euro.
Eliminahttp://eshop.casettavini.com/store/barbaresco-docg-2007-sori-burdin-gr14-fontanabianca-p-2549.html
http://www.inarteveritas.eu/home/barbaresco-sori-burdin-2007-detail.html?category_id=6
Onestamente non mi tornano i conti... bisogna indagare, stiamo parlando di un barbaresco prodotto in 6000 unità, che affina in barrques nuove, da una cantina che ha un approcio "quasi" naturale (tanto da essere menzionata sulla guida Vini naturali d'Italia), e a conduzione familiare. 5 grappoli sulla guida AIS, 2 bicchieri gambero rosso ecc... non che ci freghi, a noi interessa il vino ma che ci fa al supermercato a 12 euro? Come fanno a starci dentro?. I conti non tornano... avevo già contattato Fontanafredda via mail per chiedere delucidazioni, quando qualcuno mi avvisò di averlo trovato sulle 17 euro presso la gdo, ma non mi hanno mai risposto.
So solo che a quanto sta scritto su Slow food, dal 2010 sono passati dalla bottiglia bordolese all'albeisa, con una veste grafica rinnovata (anche il loro sito é under costruction)... ma non mi sembra un valido motivo per venderlo a 1/3 del suo valore commerciale... davvero un mistero la svalutazione di questo vino...
Comunque... a 12 euro rimane un prezzo strepitoso, qualsiasi cosa sia successa!!
Va bè Marco, salute a te e dimmi che te ne pare... se qualcuno sa chiarire l'equivoco della svalutazione di questo ottimo Barbaresco... ci fa un piacere...
pensavo di aver fatto io un buon affare a 22, certo che a 12 è veramente assurdo poi tutto sommato Fontanabianca è un etichetta medio piccola non pensavo si trovasse anche nella GDO.
RispondiEliminaOppure la 2007 ha visto cambiare qualcosa nella produzione da giustificare questo prezzo boh.
Saluti Benux
Avevo già trovato un altra perla a 6 euro e 50..Valgella 2002 Motalli. Bottiglia singola, c'era solo quella anche in magazzino. Ho appena ricomprato la Riserva di questo Valgella di Motalli, annata 2006..qui c'è qualche bottiglia in più...si parla che in cantina costa 9 euro più iva e io l ho pagato 10,20...il Barbaresco mi sembra seguire le linee della tua degustazione..ottimo...2007 annata calda, magari pronto prima..ma visto che non ha difetti ma solo pregi chissà come è potuto succedere che un Grande Vino per le guide si trovi al supermarket ad un prezzo stracciato!!! Salut..
RispondiEliminaforse vi confondete con fontanafredda
RispondiEliminaAnonimo, non esageriamo!!! Vuoi vedere lo scontrino e la bottiglia??? Vai su facebook..
RispondiEliminaEbbene si, sono appena stato al supermercato... dovevo comprare un po' di roba... non potevo non buttare l'occhio nel reparto vini...e ho trovato il fontanabianca sorì burdin 2006... tra l'altro non l'hanno nemmeno piazzato nella zona dei vini più importanti (il classico scaffale in legno che fa molto enoteca...) ma era sullo scaffalone da 1000 e più bottiglie, tra l'altro subito dopo una serie di vini francesi, prezzo nel varesotto per il 2006, 17.5euro... una via di mezzo tra Marco e Benux, comunque siamo a metà prezzo rispetto a quello "ufficiale"... il mistero continua...
RispondiEliminala mia spiegazione plausibile è che siano rimasti con troppe annate recenti invendute e abbiamo deciso di monetizzare vendendo qualche annata recente nella GDO tramite qualche buyer, me errore madornale che svilisce il marchio perchè o sei una catina enorme (tenute san guido, ornallaia gaja ecc ) oppure rischi di sputtanarti a vendere la tua bottiglia di punta così sottocosto nella GDO.
RispondiEliminaSaluti Benux