...una
continua e presente sensazione di rusticità. Pur avendo a che fare con
un vino nobile, si é scelto di presentare un prodotto autentico e
artigianale... un vino possente e vibrante, che sa essere (anche nelle sbavature) la perfetta sintesi del terroir e della cultura vitivinicola di provenienza.
Proseguendo il racconto sulle bevute natalizie, passo dalla "selezione del suocero" targata Asinone di Poliziano, alla scelta personale, che mi porta dritto dritto nella terra dei Lupi e più esattamente a Montemarano, dove a sede l'Az. Vitivinicola Il Cancelliere, una delle più interessanti e apprezzate realtà uscite negli ultimi anni quando si parla di Taurasi.
Ammetto di aver acquistato questa bottiglia circa un anno fa, quasi per caso... volevo comprare un sign. Taurasi e alla fine, senza raccogliere troppe informazioni, il mio sesto senso (e anche il settimo, ovvero il portafoglio e l'ottavo, ovvero mi piaceva l'etichetta!!) mi hanno spinto verso questa cantina, che avrò l'occasione di incontrare ai banchi d'assaggio della "Sorgente del Vino" di Agazzano.
Parlare de "Il Cancelliere" significa innanzi tutto, parlare di una piccola cantina a conduzione familiare, con 7 ettari di vigneti e una produzione che si aggira sulle 25.000 bottiglie. Ma soprattutto significa parlare di una realtà che sorge in una delle zone di eccellenza dell'Aglianico e che si é specializzata nell'esclusiva produzione di vini provenienti da questo vigneto autoctono. Quindi piccola produzione, ottimo terroir, cultura contadina, approccio naturale e tradizionale, a cui si aggiunge la consulenza enologica di Antonio Di Gruttola (di cui ho già parlato nella recensione del Sophia di Cantina Giardino), uno dei personaggi più eclettici e stimati nel panorama dei così detti "vini naturali". A gestire il tutto la famiglia Romano, con papà Soccorso (soprannominato Cancelliere, da qui il nome della cantina) uomo di vigna, coaudiovato dalla moglie, i figli e la cognata Rita. Proprio la qualità delle uve provenienti da quest'area particolarmente vocata e la semplice, quanto faticosa, gestione "naturale" della vigna oltre ad una gestione della cantina "senza trucchi", sono i punti di forza de "Il Cancelliere". Come si dice... "il vino buono si fa in vigna" e questa cantina ne é un'ottima dimostrazione.
Il Nero Nè 2005 prodotto in sole 3400 bottiglie é ovviamente composto da uve Aglianico in purezza, coltivate a 550 metri di altezza su suolo calcareo-argilloso, con resa di 60 ql/ha. Vandemmiata manualmente nella prima settimana di novembre, la fermentazione avviene con lieviti naturali e una macerazione di 25 giorni senza alcun controllo della temperatura. La torchiatura é manuale mentre per l'affinamento si utilizzano legni usati per circa 24 mesi. A conclusione l'imbottigliamento senza chiarifiche ne filtrazioni, con 12 mesi riposo nelle bottiglie.
Di un rosso rubino scuro e cupo, tendente all'inchiostrato, ma con una bellissima unghia porpora, leggermente denso e di buona eleganza, anche se non di grande pulizia. Il naso é eccellente, consistente e persistente, lungo e vinoso con sentore alcolico (14%vol.) in bella mostra. Devo aspettarlo qualche minuto (nonostante la stappatura della bottiglia con largo anticipo), poi esce fuori un bouquet ricco e vibrante, con note vive di frutta rossa e nera, sensazioni dolciastre cioccolatose, vaniglia, liquirizia ma anche tabacco, sentori fumè e terrosi. Non pensate però ad un naso tutto rotondità e calore, c'è una piacevole acidità di fondo che dona tonicità e freschezza al tutto. Spinge. Al palato conferma le sue caratteristiche, un vino possente e austero, di corpo e struttura, con un tanninno ancora vivo a confermare un Aglianico mai domo. Una buona iniezione di freschezza e dinamicità che vanno a favorire una beva importante, verso un finale lungo e profondo. Tutto questo trasforma un palato pieno, caldo e polposo, ricco di frutta rossa, in una beva succosa e croccante, quasi carnosa, di grande soddisfazione e appagamento. Un vino che sa emozionare.
Detto questo, quello che vorrei evidenziare del Nero Nè (almeno per questo millesimo) è una continua e presente sensazione di rusticità. Pur avendo a che fare con un vino nobile, si é scelto di presentare un prodotto autentico e artigianale, sicuramente non sempre in perfetto equilibrio e con qualche imperfezione stilistica, ma va bene così, non é di certo finezza ed eleganza l'obbiettivo ultimo de "Il Cancelliere", piuttosto regalarci un vino possente e vibrante, che sa essere (anche nelle sbavature) la perfetta sintesi del terroir e della cultura vitivinicola di provenienza. Resta comunque la sensazione di un vino dal grande potenziale, che può ulteriormente migliorare, non ho altre bottiglie delle annate succesive da poter stapapre, ma ho letto ottime impressioni in merito, mi attendo quindi di ritrovare (chissà quando..) un Nero Nè ancora più centrato, in grado di diventare, con un po' di finezza, il miglior Taurasi sulla piazza, soprattutto nelle annate migliori, visto quanto é importante il lavoro in vigna e la qualità dell'uva nel processo produttivo de "Il Cancelliere".
Davvero una realtà interessante, di quelle che ci riconciliano con il "pianeta" vino più artigianale e rurale, dimostrando ancora una volta, che i produttori naturali sanno fare anche i grandi vini e con un'idea diversa di "grande" vino, ben lontana dall'omologazione a cui certe cantine ci hanno abituato (e purtroppo anche certe scelte "discutibili" di alcuni consorzi).
Prezzo di acquisto di 20euro per questa annata, ma credo che per le successive (anche in virtù dei numerosi riconoscimenti da parte di pubblico e critica specializzata), il prezzo sia lievitato. Stappate con un bel anticipo, fatelo ossigenare per bene e fate attenzione al fondo (la mia bottiglia ne era piena anche lungo le pareti). Quindi non agitate troppo la bottiglia in fase di mescita e se l'avete coricate in cantina per un po' di tempo come ho fatto io, ricordatevi di riportarla in posizione verticale per qualche ora (meglio il giorno prima se avete già deciso che é arrivato il suo momento), per favorirne il deposito sul fondo della bottiglia. Bella presenza anche sulla tavola, nella sua bella veste grafica che paga l'occhio.
Da abbinare a piatti importanti e magari anche ad un disco importante come Ten dei Pearl Jam. Uno di quei lavori che ti prende dentro, ricco di viscerale carica emotiva, senza disdegnare la componente "energia" che in un disco rock non deve mai mancare. Un capolavoro non fine a se stesso, ma che ha tracciato la linea guida e il futuro di una delle più importanti rock band degli ultimi 20 anni. Un po' come il Nero Nè de "Il Cancelliere" energico e viscerale, probabilmente anche per lui, il futuro sarà da protagonista. Le premesse ci sono tutte.
Di nuovo Ciao e buon anno Simone. Ho goduto e apprezzato l'ospitalità della famiglia Romano (a proposito, Romano è il cognome e Soccorso è il nome proprio sia del "cancelliere" sia del nipote primogenito) in una visita in cantina nell'estate 2011. Persone splendide, vere e sincere, e i loro vini non possono non rispecchiare queste qualità. Quando assaggi vini così ti verrebbe da dare fuoco a tutte le guide "maronite", "bicchierate", "grappolate" etc. etc. Signori, questo è VINO, il resto è fuffa, lustrini, marketing, masturbazioni mentali! Il prezzo del Nero nè non è basso, ma assolutamente in linea con quello delle migliori bottiglie della tipologia, e per una volta vale assolutamente la pena. Comunque per un approccio più soft al portafogli consiglio caldamente anche il loro aglianico base, il "Gioviano", a poco più della metà del prezzo: stessa tempra e carattere del fratello maggiore.
RispondiEliminaCiao, Valerio
Grazie Valerio x le puntualizzazioni... come ho scritto tra pregi e difetti, il Nero Nè rimane un vino che sa entusiasmare e ci riconcilia con il mondo del vino più sincero.
EliminaCiao Simone,
RispondiEliminavolevo ringraziarti per le belle parole spese per il nostro lavoro!! Sarai il benvenuto nella nostra piccola cantina quando vorrai!
Per Il Cancelliere
Claudio Panetta