...mi
racconta la sua storia, fatta di scelte importanti e anche di
sacrifici, la scelta di dire no all'agricoltura industriale e tornare a
fare il contadino, ad essere un vignaiolo artigiano.
Ho avuto il piacere di conoscere e stringere la mano ad Eugenio Rosi a Vini di Vignaioli il novembre scorso... prima lo incrocio dalla Dalzocchio, mentre assaggio un po' di annate del suo Pinot Nero e poi lo ritrovo al fianco di Crealto. Mentre "sgranocchio" una sorsata di Grignolino anarchico, Eleonora mi consiglia di assaggiare un vino particolare che si chiama Ciso, indicandomi il suo banchetto. Non mi resta che mettermi in coda e attendere il mio turno... Eugenio si accorge della mia paziente attesa e per ripagarmi mi dedica un po' di tempo raccontandomi la sua storia e facendomi assaggiare tutti i suoi vini. Lo sguardo, le mani, le parole, esprimono tutta la passione e le energie profuse da anni su e giù tra i filari delle montagne trentine. La sua storia é segnata da passi importanti e sacrifici, nel dire no all'agricoltura industriale, per tornare a fare il contadino, ed essere un vignaiolo artigiano e indipendente.
Oggi con circa 6ha vitati, riesce a produrre 20.000 bottiglie l'anno, con l'autoctono Marzemino come vitigno principale. Siamo in Vallagarina, a Calliano... dove é situata la cantina di affinamento. Qui Eugenio mette in opera le sue conoscenze enologiche... sperimenta, elabora, mixa... come un vero artigiano nella sua bottega. Estro e lavoro, un po' visionario e molto contadino, Rosi è riuscito in breve tempo a realizzare vini caratteriali, valorizzando i vigneti con l'agricoltura naturale e un lavoro di cantina artigianale e senza trucchi. Ma anche il ritorno all'appassimento delle uve per il Marzemino, l'utilizzo di vecchie botti in ciliegio, fermentazioni naturali, bianchi vinificati in rosso, assemblaggi di annate diverse, solforosa ridotta all'osso, nessuna filtrazione. Eugenio è membro de "I Dolomitici" (vignaioli trentini uniti nei valori per preservare la viticoltura autentica e artigianale) e con il suo lavoro ne rappresenta l'essenza, diventando uno dei più apprezzati vignaioli trentini del nuovo corso.
Il vino che vado ad assaggiare si chiama Anisos (vino disuguale), annata 2009, vino bianco prodotto con uve Chardonnay, Pinot Bianco e Nosiola, coltivate in zone ed altitudini differenti, con la percentuale di Nosiola in continuo aumento anno dopo anno. Si tratta di un bianco macerato, con fermentazione spontanea a contatto con le bucce per un periodo variabile dai 4 ai 12 giorni. L'affinamento dura circa un anno in piccole botti di rovere da 5hl, così come quello in bottiglia.
Nel bicchiere si presenta subito con le tonalità dei vini macerati, un giallo concentrato dalle sfumature ocra, leggermente velato e non particolarmente snello. Siamo comunque lontani da certi "iperconcentrati" macerati aranciati. Sia al naso che al palato apre su note "piene" e dolciastre, frutta a pasta bianca, che mi ricordano le pere e le mele della Val Venosta, dolci e succose, che un coltivatore Trentino mi consegna con il suo furgoncino. Ma è solo un punto di partenza, giusto quel tocco per convincerci fin da subito... poi ne vien fuori la complessità e il carattere affilato, accenni di agrumi gialli (limone e pompelmo) avvolti da sentori di frutta secca, ma soprattutto suggestioni "alpine", grazie ad una importante vena minerale, roccia di montagna e fiori di campo. Tra il dolce e l'amarognolo, in una piacevole tensione gustativa. Anche la beva prosegue su questo binomio/contrasto. Inizialmente tondeggiante e succoso, ad avvolgere e riempire il palato, prima di evolvere verso un finale più pungente e amarognolo, che abbandona la frutta per virare su note erbacee e minerali.
Un grande vino bianco, soprattutto per la sua completezza, sia gusto-olfattiva, sia nella beva sempre piacevole e snella, mai pesante e di grande appagamento. Eugenio riesce "naturalmente" a proporre un vino gustoso e ricco di nerbo, appagante e vibrante, dimostrando che si possono proporre bianchi macerati di grande slancio e freschezza, senza dimenticare quel tocco di artigianalità, che lo rendono (oltre che eccellente), "vero" e mai omologato.
Bravo Eugenio, mi avevi convinto all'acquisto della bottiglia con quell'assaggio a Fornovo, ed ora che è vuota, non posso che affermare di aver avuto delle buone sensazioni quel giorno, che dopo tanti assaggi (e si ho assaggiato tutti i vini di Rosi ma partendo dai rossi!! satanici...) il mio stupore per l'Anisos non era solo figlio delle suggestioni dovute alle parole e al fascino da vignaiolo di Eugenio. Era buono allora come oggi... ecco, per quanto la definizione di "vino buono" possa essere soggettiva nella descrizione di un vino (e quindi poco utile per il lettore), mi sento di definire l'Anisos con una sola parola... buonissimo.
Non so a quanto gira in enoteca, me l'ha venduto per 15 euro al banco assaggi, quindi dovremmo essere sulla ventina in negozio... il consiglio é comunque di assaggiare tutti i vini in sua compagnia (prossimamente scriverò anche del suo Marzemino... forse uno dei migliori nella categoria). Eugenio sa bene che il vino é convivialità, condivisione, ed esperienza comune, ha scelto di fare il vino per stare in campagna... la sua tana è una "cantina aperta"... quindi fatevi sotto... per un'esperienza che ricorderete a lungo, un viaggio nel mondo del vino artigianale e autentico. Tanti piccoli e bravi produttori si sono messi in luce dalle montagne trentine e come avevo scritto per un altro produttore della zona (Mattia Filippi)... anche per Eugenio il legame terra-uomo-cielo é più forte che mai.
Bevuto qualche giorno fa' ma un po' distratto dalla compagnia (piacevole :-)) ne ho comperato una bottiglia da degustare con calma. Condivido gran parte delle note di degustazione e sono curioso di assaggiare anche il marzemino. Vito
RispondiEliminail Marzemino di Rosi é forse il migliore che abbiamo in Italia... cmq da top five. Ho in cantina il suo Marzemino 2009... é li che mi fissa da un paio d'anni e non so quanto riuscirò a resistergli... quindi mi sa che tra qualche mese scriverò anche del suo Poiema.
RispondiEliminaGrazie per essere passato Vito...