Un progetto che attraverso il vino vuole
racchiudere e portare sulle nostre tavole storia, cultura, personaggi e
tradizioni della viti-cultura sarda.
Ed eccomi arrivato alla fine, ultima bottiglia stappata delle cinque dedicate alla rassegna "La mano dell'enologo". Ho assaggiato vini diversi tra loro, non solo per le differenti provenienze, tipologie di uve e territori, ma anche per le diverse impronte dei loro enologi. Sono partito da un grande classico dal respiro internazionale come il Montevetrano firmato da Cotarella , passando per i "vulcanici" vini di Salvo Foti e quelli "cosmici" di Mattia Filippi, per concludere oggi con Piero Cella e la sua "creazione" Quartomoro di Sardegna "micro-azienda in evoluzione".
Come per i Vigneri anche in questo caso, parlerò solo in un secondo momento del vino stappato, perché tutto quello che c'è dietro mi sembra più importante del risultato finale... l'idea, il progetto, il territorio, la cultura che il vignaiolo vuole esprimere attraverso i suoi vini, sono il punto focale del progetto.
Per raccontare di Quartomoro dobbiamo partire da Piero Cella, enologo-vignaiolo innamorato della vite e della Sardegna... qui ha imparato il mestiere di famiglia, prima di collaborare con l'uomo che ha "rilanciato" il vino sardo, Giacomo Tachis, per poi firmare i vini di alcune importanti cantine, dal taglio moderno di Mesa, ad un pezzo di storia come Contini (di cui ho già scritto, in merito alla sua superba Vernaccia), prima di tuffarsi insieme a Luciana Basso in una nuova e ambiziosa avventura che coinvolge tutta l'isola dei quattro mori.
Quartomoro di Sardegna é una piccola cantina con sede ad Arborea in provincia di Oristano (paese che diede i natali a mia madre..), qui Piero sperimenta, unisce tecnica e tradizione, lavoro e passione, con lo scopo ultimo di ottenere vini, espressione della terra e della cultura sarda, nel rispetto dell'ambiente e della biodiversità che questo territorio unico sa esprimere, intervenendo il meno possibile sia in vigna che in cantina. Conoscenze, esperienza, passione e dedizione confluiscono nel progetto Òrriu che "ha l’ambizione di recuperare la tradizione vinicola della Sardegna intrecciandola al presente"... un intreccio tra passato e presente, tra uomini e territorio, tra lavoro e cultura.
Si vogliono quindi andare a scovare e valorizzare "le perle viticole"... un'idea definita "Memorie di Vite", un viaggio in terra sarda alla ricerca delle vigne più vecchie, dei vitigni autoctoni, dei vignaioli autentici... un viaggio nella memoria storica attraverso i racconti dei contadini più anziani. Un progetto che attraverso il vino vuole racchiudere e portare sulle nostre tavole storia, cultura, personaggi e tradizioni della viti-cultura sarda.
Si vogliono quindi andare a scovare e valorizzare "le perle viticole"... un'idea definita "Memorie di Vite", un viaggio in terra sarda alla ricerca delle vigne più vecchie, dei vitigni autoctoni, dei vignaioli autentici... un viaggio nella memoria storica attraverso i racconti dei contadini più anziani. Un progetto che attraverso il vino vuole racchiudere e portare sulle nostre tavole storia, cultura, personaggi e tradizioni della viti-cultura sarda.
Sempre in continua evoluzione e ricerca, Piero vinifica 5 quintali per tipo di uva, provenienti dai vecchi vigneti delle aree più vocate, vigne ad alberello senza irrigazione, vigne a piede franco gestite sempre dallo stesso contadino. Il Carignano di S. Antioco (CI), il Cagnulari di Usini (SS), il Bovale spagnolo di Terralba (OR), il Nuragus del Basso Campidano (CA), ma anche il Moscato, la Malvasia di Bosa, il Cannonau di Mamoiada, il Monica di Dolianova, la Vernaccia e il Vermentino. Un vero e proprio viaggio da nord a sud con l'obbiettivo ultimo di proporre vini unici ed espressivi. Qui "la mano dell'enologo" é decisamente essenziale, é l'uva che deve parlare, quindi il raccolto non é mai tardivo, si utilizzano lieviti neutri, l'uso della solforosa é limitato, la maturazione avviene solo in acciaio inox (circa 6 mesi) con imbottigliamento precoce e filtrazione leggera.
Nella vasta (quanto numericamente limitata) proposta di Quartomoro spicca sicuramente il brut metodo classico, che ha ottenuto anche alcuni importanti riconoscimenti, mentre il vino che oggi vado ad assaggiare é denominato semplicemente CGN (così come gli altri vini NRG, BVL, CRG ecc...) dove la sigla della piccola ed essenziale etichetta, sta ad indicare la tipologia di uva utilizzata. Nel mio caso CGN sta per Cagnulari, vitigno tipico della regione del Coros, nel nord dell'isola, in provincia di Sassari. Particolare la bottiglia "panciuta" in vetro scuro e il tappo metallico a corona, un design innovativo e dal gusto moderno, per una versione aggiornata delle bottiglie di una volta.
Stappo con almeno un’oretta di anticipo...
ero un po’ prevenuto, temevo di ritrovarmi nel bicchiere un vino in stile
“Tanca Li Cati” stappato qualche mese fa e prodotto da quell’anarchico di un vignaiolo che
é Gianfranco Manca. Vino torbido e dalla marcata acidità volatile… ed invece quando ho stappato
nessuno scherzo, a dimostrare che
l’esperienza sul campo di un enologo come Piero Cella ha la sua importanza, anche
quando si producono vini “figli” della vigna e senza trucchi in cantina. Già
alla vista il vino risulta snello, non
troppo concentrato e di bella pulizia nelle sua tinta rubino pastello. Una piacevole sensazione di semplicità.
Anche al naso fila via liscio, la classica "puzzetta" che ogni tanto ritroviamo nei vini "natur" é presente ma in maniera molto lieve, quasi sottotraccia, fino a scomparire del tutto nel bicchiere del giorno dopo. Spesso in Sardegna troviamo vini dalle tinte forti,
potenti, concentrati, ricchi di zuccheri e dalla gradazione alcolica elevata... questo CGN invece punta sul carattere ma anche su una buona eleganza e leggerezza, quasi non ti accorgi dei suoi 13.5%vol. Si beve con grande piacere soprattutto a tavola, grazie ad un'ottima attitudine alimentare, alla sua scorrevolezza e alle sue note varietali, dove la protagonista é prima di tutto l'uva fresca, contaminata da tutto quello che gli sta intorno, erbe, fiori, terra... quasi a ricordare la semplicità dei vini di una volta, del buon bicchiere quotidiano.
Un vino interessante nella sua essenzialità... che merita sicuramente l'attenzione degli appassionati... sia per chi va alla ricerca di un vino originale e non omologato, sia per chi ama i vini di territorio. Di sicuro merita un plauso Piero Cella, abile enologo che ha voluto rimettersi in discussione per la sua amata Sardegna. Potete trovare il CGN qui per poco più di 15 euro... non sono poi molte per un viaggio nella viticoltura sarda meno conosciuta. Applauso. Lunga vita al progetto di Quartomoro sempre in evoluzione.
Un vino interessante nella sua essenzialità... che merita sicuramente l'attenzione degli appassionati... sia per chi va alla ricerca di un vino originale e non omologato, sia per chi ama i vini di territorio. Di sicuro merita un plauso Piero Cella, abile enologo che ha voluto rimettersi in discussione per la sua amata Sardegna. Potete trovare il CGN qui per poco più di 15 euro... non sono poi molte per un viaggio nella viticoltura sarda meno conosciuta. Applauso. Lunga vita al progetto di Quartomoro sempre in evoluzione.
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