La Nosiola dimostra ancora
una volta di essere un vitigno da cui ricavare vini molto interessanti ed
espressivi, Pravis d’altra parte è la dimostrazione che si può crescere e
diventare una cantina importante e moderna pur mantenendo viva artigianalità e
territorialità…
Non é poi così lunga la strada che ci porta da Bolzano a Trento, dal maso Griesbauerhof alla cantina di Pravis nel comune di Lasino in località Biolche, a nord del Lago di Garda e alle pendici del Monte Bondone. Siamo nella suggestiva Valle dei Laghi, in un incanto di monti, laghetti e castelli (ho avuto la fortuna di passarci qualche anno fa...). In questo scenario da cartolina nel 1972 viene fondata la cantina Pravis, frutto dell'impegno e dell'amore per il vino di 3 amici, compagni di università e ora soci di quella che a tutti gli effetti é una delle più grandi realtà vitivinicole private del Trentino.
Oltre 30 ettari di vigneti sparsi per la valle in tanti appezzamenti sparpagliati a diverse altitudini, con microclimi e terroir differenti tra loro. Questo ha permesso di diversificare la produzione (circa 200.000 bottiglie) figlie di svariate selezioni di uve, da gli immancabili internazionali (Muller Thurgau, Cabernet, Merlot, Sirah, Riesling ) ai vitigni autoctoni come la Nosiola, il Negrara, la Franconia, la Schiava, la Vernaccia e quel Groppello di Revò (di cui ho già scritto in passato nella versione di El Zeremia), antico ed eroico vitigno della Val di Non, salvato "dall'invasione delle mele".
Pravis la vedo un po' così....una combinazione perfetta tra qualità e quantità, uno sguardo rivolto al passato, nella gestione familiare, nel mantenere vivo un approccio rurale, nel proporre vini figli della tradizione... uno sguardo al futuro con il coinvolgimento della seconda generazione, la cantina nuova, la ricerca e la penetrazione nei mercati esteri. I tre moschettieri portano i nomi di Gianni Chistè in vigna, Domenico Pedrini in
cantina, e Mario Zambarda all’imbottigliamento e
vendite. 3 persone, 3 famiglie, un luogo e un sogno che si realizza.
Nella svariata selezione di vini proposti da Pravis, vado ad assaggiare il loro bianco "L'Ora", una Nosiola del 2010 un po' particolare, in quanto le uve vengono leggermente appassite sui graticci, un sistema tradizionale nella metodologia enologica trentina. Il vino che prende il nome dalla brezza "dorata" che soffia dal Garda, é una Nosiola in purezza, ricavata da una selezione dei vigneti in località Monti di Calavino a 400m. di altitudine, su terreno calcareo e con una resa ridotta a soli 30ql/ha. Come ho scritto sopra le uve raccolte già mature vengono lasciate ad appassire per un mesetto sui graticci, mentre la vinificazione avviene in barriques di acacia, con fermentazione e maturazione sui propri lieviti per circa 8 mesi. Affinamento di un anno sempre in barriques di acacia e di qualche mese in bottiglia prima della commercializzazione.
Questo lo definirei un vino d’oro… tutto richiama al metallo prezioso e così anche
esteticamente la bottiglia risulta particolarmente accattivante. Si chiama
L’Ora che è un brezza “dorata” e se non fate attenzione a leggere bene il nome
è facile confondersi con L’Oro, il colore del vino è ovviamente giallo oro e la
scelta della bottiglia trasparente, va proprio ad evidenziare il colore del vino
e la sua brillantezza, ulteriormente valorizzata dall’etichetta e dai suoi
colori bronzo. Quasi un “concept” dove tutto è intelligentemente collegato.
Devo ammettere, di essere rimasto piuttosto spiazzato
durante la beva di questa Nosiola. Una serie di indizi, dal colore,
all’appassimento delle uve fino all’affinamento in barriques, mi lasciava
presagire un vino molto più denso, carico, polposo e invece….
Già nel bicchiere
sfoggia dinamicità, lucentezza, trasparenza e pulizia dando una bella
sensazione di leggerezza. Il naso esprime un ventaglio aromatico variegato e
non scontato… senza mai spingere troppo riesce ad esprimere note piuttosto fini
che sanno pungere ma con eleganza, il caratteristico sentore di nocciola tostata è
accompagnato da frutta acerba (tipo la susina gialla quando è ancora un po’
indietro dolce e aspra insieme), la mela verde, l’erba e i fiori di campo…… alla
beva mantiene una bella freschezza e una certa agilità, pur essendo un vino di
buona struttura e complessità. C’è corrispondenza gusto-olfattiva e anche al palato dimostra un interessante amalgama, mineralità e sapidità non mancano, ritorna quella vena acida che ricorda la mela verde e il
limone con deciso sentore alcolico (13.5%vol.) ma placate da sentori più dolciastri (nocciola e miele di
acacia), per un vino di importante struttura e decisamente appagante, che riesce a non
appesantire troppo (come a volte capita con certi bianchi troppo carichi),
mantenendo una bella “vibra” fino all’ultimo bicchiere.
Sicuramente una versione di Nosiola particolare, che richiede maggior
attenzione e costringe a soffermarsi sul bicchiere per coglierne l’essenza. Per
quanto mi riguarda, quando si fatica a descrivere un vino e a trovare i termini
corretti per descriverne l’insieme è un buon segno, perché dimostra
personalità, espressività e originalità… non c’è cosa più triste di quei vini
omologati che non ti sorprendono mai nel bicchiere… che già sai cosa aspettarti
prima di stappare… e immancabilmente così sarà. Questo è sicuramente un pregio per L’Ora di
Pravis, riproporre una Nosiola come tradizione comanda e ricavarne una versione
che ben ne esprime le particolarità.
Poi a gusto personale, ci sono versioni di altre cantine che preferisco (penso
all’Anisos di Eugenio Rosi ), per quanto ottima questa bottiglia mi ha lasciato
la sensazione di un vino importante a cui però manca ancora qualcosa… probabilmente
anche a causa dell’annata piuttosto recente. Come dicevo è un bianco di
struttura e non necessità di essere bevuto giovane, ma può dare il meglio di
sé dopo qualche anno… la sensazione è che 2 o 3 anni di cantina gli avrebbero
consentito una più completa maturazione e maggior equilibrio tra le componenti, smussandone
un po’ “l’effetto” frutta acerba e ingentilirlo un po’.
Comunque ottima bottiglia, un po’ costosetta (la trovi qui per 17 euro), ma
la differenza rispetto alle solite bevute si sente, quindi merita il prezzo del
biglietto e anche esteticamente fa la sua bella figura “dorata”... il consiglio é di accapparrarvi questo 2010 e attendere qualche annetto prima di tirargli il collo.
La Nosiola dimostra ancora
una volta di essere un vitigno da cui ricavare vini molto interessanti ed
espressivi, Pravis d’altra parte è la dimostrazione che si può crescere e
diventare una cantina importante e moderna pur mantenendo viva artigianalità e
territorialità…
leggo oggi che questa bottiglia é stata eletta Vino Slow nella guida Slow wine 2014...
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