Enoracconti vacanzieri... assaggio di Zilavka... il più conosciuto e apprezzato vino bianco dell'Erzegovina... C'è sempre una prima volta!
Dopo quasi un mese di meritata astensione vacanziera da SimodiVino, ritorno a gettare inchiostro digitale, sicuro che nessuno di voi abbia sofferto la mancanza di new-post in questo agosto ormai alle spalle. Comunque, giusto per la cronaca, vi informo che quest'estate non mi sono concesso un vero e proprio viaggio da backpacker come faccio solitamente, ma mi sono rilassato rimanendo in continente, (più o meno...) comodamente auto munito e indirizzato verso est. Con partenza obbligatoria dal Collio Friulano, ho girovagato in quello che fu il regno di Tito e in seguito di una guerra troppo vicina a noi, nel tempo e nei chilometri, per non subirne ancora un fascino macabro e doloroso. Riflessioni e revisioni storiche, che sembrano non scalfire il turista da spiaggia e da barca a vela. (tanto per intenderci la cosa più bella vista nell'affollata Dubrovnik, é stata la mostra fotografica permanente sulla guerra dell'ex Jugoslavia... ed eravamo dentro in 4 gatti...).
Comunque il bello del viaggio "on the road by car" é la libertà di poterti muovere dove, come e quando ti pare e non dover rinunciare a qualche acquisto eno-gastronomico. Quindi preparatevi, perché i prossimi post saranno dedicati (con un po' di malinconia) a quanto raccolto durante le vacanze estive. Ad eccezione del Collio Sloveno, zona stupenda e di cui ben si conoscono le qualità dei vini proposti, poco sapevo in merito al vino di Bosnia, Croazia, Grecia... e la prima nota positiva é stata osservare una buona quantità di aree vitate incontrate da nord a sud, sia nelle zone collinari e impervie a ridosso sul mare, sia in alcune distese pianeggianti a fondo valle.
Ebbene, qui la cultura del vino é ben radicata e ha radici antiche, mentre oggi dopo una dittatura e una guerra, si cerca di rilanciare l'immagine di un intero movimento che, tralasciando alcuni vini autoctoni, sembra puntare molto sui vitigni internazionali, le scritte "barrique" (ben esposte in etichetta) e la modernizzazione delle cantine. Sembra stiano vivendo ora, con alcuni anni di ritardo rispetto all'Italia, la corsa ai mercati internazionali, alle bottiglie importanti, ai riscontri delle guide... e anche i prezzi dei vini più blasonati, sono al livello dei nostri Barolo o Amarone. Insomma si inizia anche qui a puntare su vini di qualità.
Passando al bevuto, tralascio la decina di bottiglie acquistate e consumate in loco, vini sotto le 10euro principalmente a base Grasevina e Plavac Mali i due vitigni più diffusi in Croazia, che non hanno lasciato spazio a grandi soddisfazioni e ottimi ricordi.
Con il vino di oggi parto con quanto scaricato qui in cantina e la prima bottiglia proviene dalla Bosnia Erzegovina. Ho fatto un giro a Mostar e dintorni, e anche qui si osservano parecchi appezzamenti vitati nelle zone pianeggianti. Mi ero un po' informato preventivamente, avevo letto dei vini autoctoni bosniaci e della sua tradizione vitivinicola, ma oserei dire "alla cieca", sono entrato in un negozio dove ho adocchiato una buona quantità di bottiglie e dopo un buon quarto d'ora di ricerca, sono riuscito a trovare un vino bosniaco prodotto con uve autoctone.
Zilavka a bacca bianca e Vranac a bacca rossa, sono le due principali uve autoctone bosniache, il fiore all'occhiello della viticoltura di questa regione e così ho tirato su questa bottiglia di Zilavka della cantina Vukoje, che é un vitigno tipico della regione dell'Erzegovina per intenderci, quindi a sud-ovest, verso il mare e il confine croato, terra dai suoli ricchi di pietre e argilla sabbiosa, con un clima caratterizzato da estati molto calde. Come spesso capita quando si acquista alla cieca in un'enoteca standardizzata e si annaspa tra decine di etichette sconosciute, ho iniziato con la ricerca di una chicca e ho concluso con l'acquisto del un bianco più costoso tra i presenti, sperando
così di portarmi a casa un vino di qualità.
Scoprirò in seguito che Vukoje é una della cantine più conosciute e premiate a livello internazionale, che può vantare tecnologie moderne e una cospicua produzione. Comunque il vino in questione mi é costato 12 euro e 50, ha una gradazione di 12.7 gradi e insieme al vitigno Zilavka viene impiegato in piccole percentuali anche il vitigno Blatina.
Nel bicchiere si presenta tecnicamente ben fatto, vestito di un giallo paglierino con riflessi verdognoli, pulito, limpido. Pungente e amarognolo, non spicca per complessità, pur rilevando una discreta struttura. Si segnalano le sensazioni più "cariche" di frutta a pasta gialla, ma sono soprattutto le note verdi a primeggiare, salvia e rosmarino, lime e pompelmo, accompagnate da una mineralità spiccata. La beva é pulita e scorrevole, quasi sgrassante, ma non pensate ad un vino beverino. Nota "stonata" una vena acida piuttosto pungente, eccessiva e non perfettamente integrata. Mi piacciono i bianchi verticali, minerali e di spiccata acidità, ma in questo caso anziché sostenere e dare piglio alla beva, la rende scorbutica, perdendo in piacevolezza.
Poco altro da dire.. avrà anche meritato riconoscimenti in mezza Europa, ma per quanto mi riguarda, poco entusiasmo, per un vino che ha dalla sua soprattutto il carattere. Come sempre questo blog é un libro aperto a tutti... chi ne sa più di me e vuole integrare con le proprie esperienze e conoscenze, é come sempre il benvenuto... stay tuned...
Nessun commento:
Posta un commento