...pieno
e ricco, tannico ma vellutato, di grande estrazione e concentrazione,
maturo e polposo, con lunghezza e profondità invidiabile, per un sorso
appagante e di grande pulizia, con una vena acida che snellisce ed
equilibra un vino, a cui di certo non manca eleganza.
Un grande vino quindi?
Aspettavo l'arrivo delle ferie natalizie per aver qualche oretta in più da dedicare al blog, prima di mollare tutto per i tre canonici giorni di grandi abbuffate (e bevute..). Invece come spesso accade, aspettative tradite, risucchiato in questi giorni da vorticosi avvenimenti natalizi, tra regali, impacchettamenti, feste all'asilo, aperitivi e cene di auguri ecc.... Volevo raccontarvi questo "pezzo da novanta" da cui mi apettavo molto, ma come purtroppo spesso capita quando vado ad affrontare vini importanti, blasonati e tri-bicchierati, le aspettative (anche se solo parzialmente) rimangono tradite..
Ovviamente prendete questa mia definizione con le pinze, perché sia chiaro, non sono rimasto deluso dal vino in questione, però spesso con i vini "riserva", che si contraddistinguono per lunghi affinamenti, vigne più vecchie e dalle rese più basse, e quindi vini più complessi con costi più elevati, che spesso doppiano la versione "base". Mi capita però che bevuti a tavola per accompagnare una cena, nella loro grandezza soddisfino meno dei loro fratelli minori, sicuramente meno nobili, ma dal rapporto qualità/prezzo più onesto, tanto che alla fine ti chiedi se ne sia valsa la pena spendere il doppio per la "riserva", che colpisce più "organoletticamente" che "emotivamente". Magari un giorno ne scriverò più approfonditamente... ho poco tempo e passo quindi a raccontarvi questo Roero, il vino di punta della cantina Monchiero Carbone.
Non nego un certo interesse per i nebbioli prodotti alla sinistra del Tanaro, il che mi ha spinto all'acquisto di alcune riserve decantate come il Ròche d'Ampsèj di Correggia, e questo Printi del 2007, tribicchierato dal Gambero nel 2011. La cantina di Canale (circa 17ha e 150.000 bottiglie l'anno), prende il nome da Marco Monchiero e la moglie Lucetta Carbone, fondatori negli anni '90 di questa importante realtà vitivinicola, oggi diretta con scrupolo dal figlio Francesco, che negli ultimi anni ha elevato l'azienda tra le più importanti realtà del roerino. Traguardo raggiunto soprattutto grazie all'alto livello qualitativo dei suoi vini, così come i prestigiosi vigneti di uve barbera e nebbiolo, accudite naturalmente; come quelle provenienti dalla collina calcarea "Frailin", 2.5 ettari da cui in purezza si ricava la riserva Printi, prima annata targata 1997.
Le uve vengono raccolte nella
metà di ottobre, cui segue una lunga e lenta fermentazione per dar modo
al vino di arricchirsi di tutte le componenti naturali racchiuse
nell’acino. Alla svinatura il vino viene messo in barriques di
diversi passaggi dove conclude la fermentazione malolattica e dove
rimane per almeno 24 mesi. Due ulteriori anni di maturazione in bottiglia. Gradazione alcolica del 14.8%vol. e acquistato in enoteca per 22euro.
Ad accompagnare un piattone di spezzatino in umido, trovo un bicchiere vestito di un rosso rubino intenso, vivo, impenetrabile, ma anche brillante ed elegante. Olfatto sferico e al contempo molto territoriale, inizialmente fortemente vinoso, si apre ad un frutto maturo e concentrato, coadiuvato da spezie dolci e un gradevole impatto balsamico, che conferisce complessità ed eleganza, sorretto da una spinta alcolica su sottofondo tostato che conferisce calore ed intensità. Davvero piacevole perdersi con il naso nel bicchiere. Il palato é pieno e ricco, tannico ma vellutato, di grande estrazione e concentazione, maturo e polposo, con lunghezza e profondità invidiabile, per un sorso appagante e di grande pulizia, con una vena acida che snellisce ed equilibra un vino, a cui di certo non manca eleganza e precisione stilistica.
Un grande vino quindi? Organoletticamente si, é un vino completo e di alto livello, un vino che riesce a nebbioleggiare, pur consegnandoci un'impronta meno serrata e più aperta al gusto internazionale. Personalmente, non mi ha però colpito al cuore, preferisco i nebbioli dalla textur più sgranata, più sottili e verticali, meno avvolgenti e più spigolosi, dove é meno avvertibile il lavoro di lima delle barriques. Questione di preferenze, certo, per questo spesso mi chiedo, se valga la pena investire sulle prestigiose "riserve", quando forse a metà prezzo puoi berti un vino meno complesso ma forse più coinvolgente e territorialmente identificabile.
Detto questo, posso rassicurarvi sulla grandezza del vino, che può impreziosire tavole importanti. Se siete in cerca di un vino da regalare a Natale può fare il caso vostro... importante, elegante, di sicura presa e non troppo scontato per chi non é avvezzo ai vini di questo territorio, ed é abituato ai soliti nomi.
Detto questo, posso rassicurarvi sulla grandezza del vino, che può impreziosire tavole importanti. Se siete in cerca di un vino da regalare a Natale può fare il caso vostro... importante, elegante, di sicura presa e non troppo scontato per chi non é avvezzo ai vini di questo territorio, ed é abituato ai soliti nomi.
Posso solo aggiungere... i miei più sentiti auguri di felice Natale a tutti i lettori di Simo diVino... pochi ma buoni...
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