...quello che entusiasma del Renosu Bianco è tutto il suo insieme, dalla sua naturalità alla sua originalità, mantenendo una piacevole semplicità nel sorso...
Cos'altro
posso aggiungere io, semplice appassionato bevitore, che non sia già
stato scritto su questa cantina, diventata punto di riferimento
indiscusso tra i produttori artigianali e "naturali"?
Esordivo più o meno così qualche mese fa, scrivendo del Renosu Rosso, oggi, mentre volge al termine il luglio più caldo che ricordo, cercherò di raccontarvi del Renosu Bianco, l'altro vino "base" di Dettori, autentico alter ego del Rosso, tanti sono i punti in comune nei due vini, al cospetto delle ovvie differenze.
C'è un'impronta stilistica comune, diciamo "marchio di fabbrica", ma sarebbe meglio usare il termine "mano del vignaiolo", visto che "fabbrica" è già di per sé un termine che stona al cospetto di un vigneron artigianale come Alessandro Dettori, diciamo un'idea di vino e di gusto che accomuna i due Renosu, nella dolcezza, nella succosità, nella gustosità della beva.
Il Bianco sfodera riflessi oro piuttosto intenso, carico di solare luminosità con leggere velature, a ricordarci che siamo al cospetto di un vino "natur" che non subisce ne chiarifiche ne filtrazioni. Consistente e piuttosto materico é un vino che si lascia pregustare già con gli occhi. Non riesci a lasciarlo troppo nel bicchiere, ti viene voglia di berlo subito, e quando l'hai svuotato, hai altrettanto voglia di riempirlo di nuovo, fino a quando sconsolato, non ti resta che osservare la bottiglia prosciugata.
Vino intenso anche se non lunghissimo, come per il rosso, denota da subito un ingresso con qualche eccesso di dolcezza, un tocco mielenso che ti si attacca piacevolmente al palato, lasciando il ricordo di un frutto (albicocca) maturo, polposo e succoso. Bevuto fresco in queste calde giornate, se ne apprezza anche il suo lato più dinamico e rinfrescante, dove il dolce caldo del sud, lascia spazio a sensazioni saline, quasi a ricordarci che il mare è li a pochi passi dai vigneti, così come i rimandi di macchia mediterranea, il profumo della resina dei pini marittimi, il timo, la salvia.
Le note "organolettiche" contano fino ad un certo punto, quello che entusiasma del Renosu Bianco è tutto il suo insieme, dalla sua naturalità alla sua originalità, mantenendo una piacevole semplicità nel sorso, per un vino dal bel equilibrio tra rotondità e dolcezza, acidità e freschezza, a cui si aggiunge un prezzo di vendita più che democratico (10 euro circa a bottiglia).
Per realizzare questo piccolo gioiello si utilizzano uve di vermentino e moscato bianco di Sennori, lieviti indigeni, nessuna aggiunta di solforosa e 2/3 anni di affinamento in vasche di cemento.
Lo definirei un vino estivo ed esplosivo, originale al naso e al palato, ma senza quegli eccessi che a volte capita di trovare in alcuni vini "triple A". Non basta un'etichetta a garantire la bontà di un vino, ma qui potete andare sul sicuro, godibile e piacevole, se mi passate il termine "facile", che non può non piacere e convincere.
Renosu Bianco e Rosso due fratelli da inserire di diritto in ogni top ten dedicata ai vini dal miglior rapporto qualità/prezzo. Dal produttore al consumatore, quasi impossibile trovare un difetto ai "fratelli Renosu". Questi sono i vini che più piacciono e che vado cercando, naturali, artigianali, gustosi, bevibili e per ogni portafoglio. Forse non dovrei dirvelo, ma personalmente ho un debole per questo Bianco (che adoro più del Rosso).
Adesso posso partire soddisfatto... dopo avervi raccontato questa bevuta... si riprende a settembre... stay tuned!!
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