...per chi va alla ricerca di una bevuta particolare e non omologata, per chi ama vini che sanno esprimere le caratteristiche culturali e territoriali
di un luogo, oltre che simbolo del lavoro di vignaioli devoti, che al
cospetto del business e del turismo da spiaggia, continuano un sapiente
lavoro agricolo sotto il sole cocente delle Baleari.
Allora vediamo un po'... su la mano tutti quelli che sono stati almeno una volta ad Ibiza... direi parecchi... e adesso su la mano quelli che sono stati ad Ibiza e si sono accorti che oltre al bel mare e alle discoteche ci sono anche dei produttori di vino... mmm... decisamente meno... scusa scusa... come dici? Tu sei andato ad Ibiza apposta per fare la Ruta del vino? Ma dai che non ci crede nessuno... comunque sappiatelo amici eno-appassionati... visto che in vacanza ad Ibiza ci andate in molti... se riuscite ad alzarvi dopo le nottate da bagordi, una valida alternativa alla playa può essere un bel tour eno-turistico tra le bodegas dell'isola.
Pur senza grandi numeri, la produzione vinicola di queste isole é radicata nel tempo, anche se solo negli ultimi 20 anni é iniziata una fase di rinnovamento delle cantine, con investimenti che hanno permesso ai vignaioli locali di fare mercato anche al di fuori dell'arcipelago e dei confini nazionali. Ad Ibiza le cantine si contano sulle dita di una mano, con una produzione che spazia dai vini bianchi ai rossi senza dimenticare i rosati, sia utilizzando uve tipiche della zona che uvaggi internazionali. Già in passato, in uno dei miei primi mini-post, ho dato spazio ad un vino delle Baleari (il Joven Barrica di Terramoll), oggi invece andiamo alla scoperta della cantina Can Maymó e del suo particolare (per noi) / tradizionale (per loro) vino rosso.
Siamo nella zona settentrionale dell'isola, nel villaggio di San Mateo dove nel 1995 Antonio Costa ha dato vita a questa bodega a conduzione familiare. E' partito dai vigneti più vecchi, con le autoctone uve Monastrell e Malvasia, prima di impiantare quelli più giovani di Moscatel, Chardonnay, Tempranillo, Syrah e Merlot per circa 5 ettari di proprietà e una produzione che si aggira sui 18/20.000 litri. Quasi la metà del vino non viene "esportato" ma tenuto in cantina a disposizione della popolazione locale, che da tradizione, passano direttamente dal produttore ad acquistare il loro vino. Sono 5 le tipologie proposte... un bianco, un rosato da uve Monastrell e 3 rossi, un Merlot e un blend barricati, oltre al Tinto Tradicion che vado a stappare.
Questo é il vino tipico dell'isola e rappresenta il fiore all'occhiello della cantina. Viene ricavato dall'uva Monastrell, vendemmiata a metà agosto dal vigneto San Mateo, il più vecchio con oltre 30 anni di età. La caratteristica principale, che rende il Tinto Tradicion un vino unico e caratteristico di questa zona, consiste nell'applicazione di un'antica ricetta che prevede la macerazione con il "tomillo", pianta aromatica selvatica dell'isola. Questa erba tipica denominata "Frigola" altro non é che il nostro timo. Per ottenere questo particolare vino "al timo" si esegue una fermentazione a temperatura controllata in acciaio inox, a cui seguono 6 mesi di affinamento direttamente in bottiglia.
Devo ammeterlo... sono curioso... se é vero che c'è sempre una prima volta... ecco la mia prima volta con un vino aromatizzato al timo. Verso e ritrovo una tinta rubino scuro, impenetrabile e concentrato. Mi aspettavo un vino piuttosto "caldo", marmellatoso, figlio di uve stramature e di un clima piuttosto caldo. Invece il vino è piuttosto snello, ama farsi "scoprire" fin dai primi sorsi. Un vino semplice e di pronta beva, figlio di un affinamento breve che non lascia spazio ad una varietale complessa, ma vuole esprimere fin da subito la sue peculiarità, ovvero l'uvaggio e quella sottile fragranza di timo. Asciutto, fluido, di discreta struttura e corpo, con leggera punta alcolica (13%vol.), tannino pimpante e beva tonificante. E' vino che non lascia grandi tracce, ma sa essere comunque piacevole.
Nell'insieme un vino discreto, caratterizzato da questo aroma di macchia mediterranea in sottofondo, che lo rende a suo modo particolare e pur non impressionando, ha il merito di proporsi come emblema della cultura e della tradizione vitivinicola di Ibiza.
Consigliatissimo per chi va alla ricerca di una bevuta particolare e non omologata, per chi ama vini che sanno esprimere le caratteristiche culturali e territoriali di un luogo, oltre che simbolo del lavoro di vignaioli devoti, che al cospetto del business e del turismo da spiaggia, continuano un sapiente lavoro agricolo sotto il sole cocente delle Baleari.
Per gli amanti degli abbinamenti (visto che ogni tanto me li chiedete) mentre date vita ad un'infuocata grigliata pomeridiana a base di carne, pompate a gran volume To Get Down, di Timo Mass. Mai abbinamento poteva essere più azzeccato, abbiamo il Timo nel nostro vino e nelle casse dello stereo, alla fine siamo ad Ibiza, ed un dj di grido non ci sta di certo male. Se il vino al timo vi ha incuriositi, lo potete trovare qui a meno di 15 euro.
P.S. Ma non notate una strana somiglianza tra il logo a forma di "m" di Can Maymo e la nostrana Cantina Margò?
Allora vediamo un po'... su la mano tutti quelli che sono stati almeno una volta ad Ibiza... direi parecchi... e adesso su la mano quelli che sono stati ad Ibiza e si sono accorti che oltre al bel mare e alle discoteche ci sono anche dei produttori di vino... mmm... decisamente meno... scusa scusa... come dici? Tu sei andato ad Ibiza apposta per fare la Ruta del vino? Ma dai che non ci crede nessuno... comunque sappiatelo amici eno-appassionati... visto che in vacanza ad Ibiza ci andate in molti... se riuscite ad alzarvi dopo le nottate da bagordi, una valida alternativa alla playa può essere un bel tour eno-turistico tra le bodegas dell'isola.
Pur senza grandi numeri, la produzione vinicola di queste isole é radicata nel tempo, anche se solo negli ultimi 20 anni é iniziata una fase di rinnovamento delle cantine, con investimenti che hanno permesso ai vignaioli locali di fare mercato anche al di fuori dell'arcipelago e dei confini nazionali. Ad Ibiza le cantine si contano sulle dita di una mano, con una produzione che spazia dai vini bianchi ai rossi senza dimenticare i rosati, sia utilizzando uve tipiche della zona che uvaggi internazionali. Già in passato, in uno dei miei primi mini-post, ho dato spazio ad un vino delle Baleari (il Joven Barrica di Terramoll), oggi invece andiamo alla scoperta della cantina Can Maymó e del suo particolare (per noi) / tradizionale (per loro) vino rosso.
Siamo nella zona settentrionale dell'isola, nel villaggio di San Mateo dove nel 1995 Antonio Costa ha dato vita a questa bodega a conduzione familiare. E' partito dai vigneti più vecchi, con le autoctone uve Monastrell e Malvasia, prima di impiantare quelli più giovani di Moscatel, Chardonnay, Tempranillo, Syrah e Merlot per circa 5 ettari di proprietà e una produzione che si aggira sui 18/20.000 litri. Quasi la metà del vino non viene "esportato" ma tenuto in cantina a disposizione della popolazione locale, che da tradizione, passano direttamente dal produttore ad acquistare il loro vino. Sono 5 le tipologie proposte... un bianco, un rosato da uve Monastrell e 3 rossi, un Merlot e un blend barricati, oltre al Tinto Tradicion che vado a stappare.
Questo é il vino tipico dell'isola e rappresenta il fiore all'occhiello della cantina. Viene ricavato dall'uva Monastrell, vendemmiata a metà agosto dal vigneto San Mateo, il più vecchio con oltre 30 anni di età. La caratteristica principale, che rende il Tinto Tradicion un vino unico e caratteristico di questa zona, consiste nell'applicazione di un'antica ricetta che prevede la macerazione con il "tomillo", pianta aromatica selvatica dell'isola. Questa erba tipica denominata "Frigola" altro non é che il nostro timo. Per ottenere questo particolare vino "al timo" si esegue una fermentazione a temperatura controllata in acciaio inox, a cui seguono 6 mesi di affinamento direttamente in bottiglia.
Devo ammeterlo... sono curioso... se é vero che c'è sempre una prima volta... ecco la mia prima volta con un vino aromatizzato al timo. Verso e ritrovo una tinta rubino scuro, impenetrabile e concentrato. Mi aspettavo un vino piuttosto "caldo", marmellatoso, figlio di uve stramature e di un clima piuttosto caldo. Invece il vino è piuttosto snello, ama farsi "scoprire" fin dai primi sorsi. Un vino semplice e di pronta beva, figlio di un affinamento breve che non lascia spazio ad una varietale complessa, ma vuole esprimere fin da subito la sue peculiarità, ovvero l'uvaggio e quella sottile fragranza di timo. Asciutto, fluido, di discreta struttura e corpo, con leggera punta alcolica (13%vol.), tannino pimpante e beva tonificante. E' vino che non lascia grandi tracce, ma sa essere comunque piacevole.
Consigliatissimo per chi va alla ricerca di una bevuta particolare e non omologata, per chi ama vini che sanno esprimere le caratteristiche culturali e territoriali di un luogo, oltre che simbolo del lavoro di vignaioli devoti, che al cospetto del business e del turismo da spiaggia, continuano un sapiente lavoro agricolo sotto il sole cocente delle Baleari.
Per gli amanti degli abbinamenti (visto che ogni tanto me li chiedete) mentre date vita ad un'infuocata grigliata pomeridiana a base di carne, pompate a gran volume To Get Down, di Timo Mass. Mai abbinamento poteva essere più azzeccato, abbiamo il Timo nel nostro vino e nelle casse dello stereo, alla fine siamo ad Ibiza, ed un dj di grido non ci sta di certo male. Se il vino al timo vi ha incuriositi, lo potete trovare qui a meno di 15 euro.
P.S. Ma non notate una strana somiglianza tra il logo a forma di "m" di Can Maymo e la nostrana Cantina Margò?
Beh, direi proprio di si...
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