Resoconto spannometrico da Pisogne "Gli estremi del vino" prima edizione.. Storia di una trasferta in terra camuna...
Week-end del 15-16 giugno, finalmente, quasi all'improvviso é sbocciata l'estate all’ennesima potenza, con tanta voglia di godersi un paio di giorni "easy" in trasferta. Il giusto stimolo arriva da Pisogne, paese a me sconosciuto e porta di accesso alla Val Camonica… in un paio di ore sono li, compresi 10 minuti di sosta in Val Cavallina per 2 passi nella bella piazzetta di un piccolo paese a me sconosciuto (se non ricordo male San Felice) sul lago di Endine.
Come mi racconterà Rolando "Mineral" Zorzi, l'idea della fiera é nata un po' per caso ma con grande convinzione sugli obbiettivi... mentre si sorseggiava e si discuteva di vino... Massimiliano "Piccolo Lord", Enrico "Erbanno" Togni, i ragazzi del KAG (e qualcuno che sicuramente ho dimenticato) hanno pensato di dare vita ad una nuova eno-iniziativa denominata "V**O - Gli estremi del
vino", un nome "forte" che marca il territorio, con i simboli rupestri in bella vista e che ben rappresenta lo spirito
della manifestazione e i viticoltori coinvolti. Estremi i territori su cui
sorgono le vigne, estrema é la fatica del viticoltore che se ne prende cura,
estrema é la scelta di proporre vino senza alcun vincolo, espressione del
territorio e del suo produttore, al di fuori dalle logiche che spesso il
mercato impone. Praticare la strada più impervia, ma che meglio ne
rappresenta la loro essenza di vignaioli.
Consumata la prima parte della discografia dei Ramones colonna sonora di questa trasferta... da Blitzkrieg Bop a Born to Die in Berlin, trovo dimora a Castro vicino Lovere, un bellissimo borgo
incastonato tra le montagne, il lago d'Iseo ed un "mammut" di acciaio
e cemento che si specchia sull'acqua... la siderurgia ha segnato in maniera
indelebile questi luoghi e sembra averne forgiato anche il carattere dei
suoi abitanti. Una tavolata con gli abitanti del luogo alla locale sagra del
Casoncello me ne daranno conferma. Tipologia quadrata... ma ci sono abituato, arrivo
dalla prov. di Varese, patria della Lega e con teste simili devo ragionarci ogni santissimo giorno.
Una birra per combattere la calura e foderare lo stomaco…
arrivo a Pisogne verso le tre, in una strana atmosfera di calma piatta… la
ferrovia taglia in 2 il paese, da una parte il lago che risplende sotto il
sole, dall'altra gruppi di pensionati sfoggiano magliette gialle, arancio,
verdi... storie da "palio comunale", qualcuno fa la fila per ritirare
i sacchi per la differenziata, ma nessuno sembra interessato all’evento
enologico che si svolge qualche metro più su... e quando chiedo indicazioni
devo specificare “Parco Damoli” perché “Gli estremi del vino” non sanno cosa
sia… Scovo le frecce in cartoncino... seguo le indicazioni ed eccomi al parco…
un gran bel parco... pago, mi tessero al KAG, metto il braccialetto e pam… in un pomeriggio finalmente estivo da 30 gradi, parto più o meno spedito con un paio di
nebbioli eretici della Valtellina… rossi estratti dal frigo, mentre nel banchetto
adiacente le bottiglie di spumante si auto-stappavano.
I banchi d’assaggio sono disposti nella tensostruttura, "vicini-vicini" a semicerchio, distributori da una parte e vignaioli dall'altra... al centro formaggi e altri produttori locali. C’è un’atmosfera
piuttosto tranquilla e familiare, il numero degli “assaggiatori” è quanto basta per
rendere la fiera vivibile. Tra qualche nome
noto che sovente ritrovo alle fiere (sia tra i produttori che tra il pubblico),
lo spunto di interesse mi è dato dalla “territorialità” di questa manifestazione, con buona rappresentanza di vignaioli lombardi, in particolare camuni. Decido quindi di "scoprire" questi vini, fino a quando tempo e fisico me lo consentiranno.
Non sono un animale da degustazione, mi piace un approccio alla materia meno
tecnico e più social, non posso quindi spararmi 20/30 assaggi, via uno sotto l'altro, meglio
concentrarmi su una decina di produttori e basta. Niente trans agonistico… non sopporto le sputacchiere e le uso solo per
pulire il bicchiere… capisco la volontà di assaggiare tutto, ma non mi viene
proprio di passare troppo tempo con il naso sul bicchiere per poi sciacquarmi
la bocca, sputare il tutto e prendere appunti... lo so, lo so che voi professionisti fate così,
altrimenti "la capa gira" e dopo un paio d'ore inizi a non capirci più nulla… ma rimango dell’idea che sia meglio “gustare” che
“degustare”… il vino “per me” va bevuto e se alla fine ci si “ubriaca” un po’,
vorrà dire che ci sarà dell’allegria in più…
Rimango quindi in regione, salto e saluto il resto d’Italia che già ho avuto modo di stappare, da l’Acino a
Crealto, da Nino Barraco a La Stoppa e Terpin, con il grande rammarico di essermene andato senza aver assaggiato il Proesedium
di Mattia Filippi.. i due valdostani e Occhipinti... diciamo quindi che prendo in esame il lato "sinistro" dei
banchi assaggi, con una piccola divagazione “Minerale” per assaggiare i vini
proposti da Rolando e la sua Mineralwine… Ho comprato dei vini da lui qualche mese
fa e mi sembrava il minimo conoscersi.. mi ha fatto assaggiare un bianco dell'Alto Adige, il fragrante Riesling Renano di Bergamini, l’ottimo
rosè calabro di Sergio Arcuri e lo dico da non fanatico di rosè, i due Beaujolais di Roland Pignard, da uve Gamay, vigneron biodinamico che sfoggia grande leggerezza e freschezza, oltre al super nebbiolo Breclemae dei Vigneti
di Cantalupo, tra i migliori assaggi di giornata. Condivido il pensiero di
Rolando e mi piace il suo lavoro di ricerca… vendere ciò in cui si crede e non vendere tanto per vendere... buona fortuna…
Tra i produttori come ho detto parto dal Nebbiolo di Valtellina, Boffalora con un super Pietrisco, davvero un gran Nebbiolo di montagna, Mozzi Alfio e Terrazzi Alti con il loro ottimo Sassella, teso, verticale e scattante.
Rimango in "quota" con i vini della Val Camonica, Cantina Flonno situata nel cuore del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri e il loro "giovane" e piacevole Riesling. Rocche dei Vignali con il "Coppelle" bianco mix di Riesling, Chardonnay e Incrocio Manzoni e il loro Merlot "Assolo"... 8 ettari vitati, una cooperativa di 20 soci per la "numericamente" maggiore realtà vitivinivola della Val Camonica.
Dopo 3 o 4 tentativi andati a vuoto presso il banchetto di Enrico Togni, solo l'intervento di Lorenzo in veste di sommelier, mi consente di assaggiare i suoi vini e scambiare due parole. La mia curiosità era tutta concentrata sull'Erbanno, ma purtroppo dovrò rimandare l'appuntamento. Assaggio il Merlot, una versione "sgrassata", lineare, di piacevole acidità e bella energia. Il Nebbiolo sorprende per dinamicità e finezza, freschezza e pulizia. Notevole. Enrico é un vulcano di energia, é colui che sta ridando visibilità alla viticoltura camuna e la scelta di puntare sull'Erbanno ne é la dimostrazione, un ulteriore passo in avanti per marcare una sempre più definita identità territoriale.
Un breve passo ed eccomi dal vicino di casa di Enrico, ovvero un gentilissimo Andrea Brignotti dei Cultivar delle Volte, 3 ettari di vigneto a conduzione familiare, con tanto sacrificio e ancor più passione. Assaggio i 2 Merlot, quello in purezza e il blend con un 30% di Cabernet Sauvignon. Mi racconta della sua famiglia, della sua mini-produzione di olio di cui sembra molto fiero ed esprime la necessità come viticoltore camuno, di un rilancio della valle, nel saper puntare maggiormente sull'eno-gastronomia locale, valorizzandone le realtà più piccole e radicate. Premio disponibilità.
Concludo il mio giro lombardo con la Franciacorta... Ca del Vent di Cellatica... assaggio il Curtefranca, uve Chardonnay coltivate in biodinamica, profumato e di bella acidità. Poi via con i due Franciacorta, il primo è il Pas Operé, millesimato da uve Chardonnay e Pinot Nero, ottenuto con 18 vinificazioni separate, utilizzo di barriques e 32 mesi di affinamento in bottiglia. Bollicina fine e di bella eleganza, fresco e sapido, scivola su note floreali. A seguire il Blanc de Blancs più rotondo e decisamente burroso. In entrambi i casi, una beva assai piacevole e convincente. Sperimentatori...
Concludo il mio giro lombardo con la Franciacorta... Ca del Vent di Cellatica... assaggio il Curtefranca, uve Chardonnay coltivate in biodinamica, profumato e di bella acidità. Poi via con i due Franciacorta, il primo è il Pas Operé, millesimato da uve Chardonnay e Pinot Nero, ottenuto con 18 vinificazioni separate, utilizzo di barriques e 32 mesi di affinamento in bottiglia. Bollicina fine e di bella eleganza, fresco e sapido, scivola su note floreali. A seguire il Blanc de Blancs più rotondo e decisamente burroso. In entrambi i casi, una beva assai piacevole e convincente. Sperimentatori...
Casa Caterina di Eugenio del Bono, agricoltura biodinamica anche qui, bollicine leggere e sottili, per il Blanc de Noir e il Blanc the Blancs, con un'atmosfera di pressione in meno. Entrambi profumati e vivi alla beva, lunghi, minerali e appaganti. Due spumanti eccellenti, anche se forse il Cremant mi ha intrigato maggiormente. Arrivo verso le 19.30 a quello che sarà l'ultimo banco assaggi della giornata, direi giustamente, perché é stata davvero un gran bel finale con Il Pendio, 4 ettari e 25.000 bottiglie, più la grande simpatia di Michele Loda. Assaggio i due spumanti di cui non ricordo il nome, ma entrambi mi hanno colpito per un naso particolare, ricco di rimandi speziati, nocciola e carrube.
Complesso e minerale, questa é decisamente un'altra Franciacorta. Ultimo bicchiere con bis, per il Cabernet Franc in purezza, ringrazio Lorenzo per la dritta, perché questo vino merita un applauso... ho provato a portarmene a casa una bottiglia, ma Michele ne ha pochissime e non molla l'osso. Naso fine e lungo che gioca soprattutto su una bella varietale, piccoli frutti, erbe, spezie... balsamico e vibrante, con una beva succosa, elegante e viva. Per me... n°1!!!
La giornata al "Parco Damoli" si conclude verso le 20... estraggo il telo da scampagnata e ci lasciamo andare ad un po' di sano ozio... durerà non più di un quarto d'ora, letteralmente assaltati dalle zanzare. La fame vince, mi dicono all'ingresso che la cena difficilmente si farà prima delle 21.30... faccio giusto in tempo a salutare nuovamente Rolando e con una prova di misto coraggio-incoscienza rientriamo a Castro per la sagra... .
La fiera indubbiamente é piaciuta, tralasciamo il caldo, ben venga un week-end estivo dopo una pessima primavera, bella situazione, piacevole atmosfera, bella gente. Mi é piaciuta la scelta dei vignaioli di favorire i produttori locali, accurato anche il poker dei distributori, tutti con roster di vini davvero notevoli. Mi sono piaciute le dimensioni raccolte della fiera, meglio pochi banchi assaggio ma mirati, l'affluenza buona ma senza grossi "ingorghi" e la possibilità di soffermarsi più tempo a chiacchierare con i vignaioli. Mi é piaciuto il lavoro degli organizzatori locali, delle persone coinvolte nell'evento e dei ragazzi del Kag, una bella unione che dimostra l'attaccamento alla valle e all'amore per il vino autentico. Mi è piaciuta la scelta di far pagare con sconto gli accreditati... la trovo una forma intelligente ed eticamente corretta, é giusto che anche loro (noi) contribuiscano al finanziamento dell'iniziativa, oltre a garantire la partecipazione di chi é veramente interessato e non di chi pensa solo allo "scrocco". Ovviamente, e concludo con i like, mi sono piaciuti i vini, in particolare i Franciacorta, mentre (Togni-Rebaioli a parte) il resto della truppa camuna, pur con bevute piacevoli e tecnicamente ben fatte, deve ancora trovare una propria precisa identità.
Unico appunto... anche in queste iniziative, un po' più "indie" e meno "leccate", ho notato un paio di commenti eno-snob nei confronti di assaggiatori più giovani e apparentemente meno preparati o interessati. Lo scopo principale é far scoprire e conoscere al consumatore, un modo "diverso" e "altro" di bere il vino, soprattutto a quelle persone che magari partecipano per la prima volta ad una fiera... D'altra parte mi é piaciuta la quasi "timidezza" e la disponibilità di alcuni vignaioli, nel proporre il frutto del loro lavoro.
Mi chiedo quali saranno i progetti futuri degli organizzatori... una seconda edizione sicuramente, entusiasmo ed energie positive erano palpabili e mi sembra che in valle ci sia la giusta "vibra" per andare avanti. Magari mantenendo questo profilo raccolto a poche ma mirate realtà, diversamente, cercare di far crescere nei numeri l'iniziativa, sacrificando un po' lo spirito "artigianale" e dalla forte "identità" che ha contraddistinto questa prima "fortunata" edizione.
Domenica niente fiera, sfrutto il caldo sole per un giro del lago e due passi alle Piamidi di Zone, non é certamente la mia amata Cappadocia... ma fanno la loro sporca figura, bellissismo paesaggio. Rientro accaldato attraversando le vigne della Franciacorta, passo davanti a Ca' del Bosco direzione autostrada, solo a vedere il cancellone ti impressioni, i 4 fratelli Joe, Johnny, Marky e C.J. attaccano con la cover di Substitute degli Who, batto il tempo e penso alla Franciacorta che ho gustato il giorno prima... tutta un'altra musica.
Il mio resoconto spannometrico si conclude "spero" con un arrivederci all'anno prossimo, sono arrivato in ritardo con il post come al solito, ma il tempo mi é spesso tiranno e vado un po' per le lunghe... alla fine credo di aver detto tutto quello che potevo dire e spero di aver reso giustizia alle persone e ai vignaioli che in questa iniziativa ci hanno messo prima di tutto il cuore. Gabba Gabba Hey!!
In questo scatto notiamo un tentativo di assalto a la "Beccaccia" di Michele Loda |
I franciacorta delle due aziende sono veramente ottimi,scoperti due anni fà ad Agazzano e riconfermati a Piacenza,ti chiedevo se puoi un commento sul Riesling di Bergamini.
RispondiEliminaCiao Ivano
fragrante e fresco, aromatico ma snello e con una bella vena minerale, floreale con lievi note erbacee. Ottimo rapporto qualità/prezzo!!
Elimina