...una indiscussa e difficilmente spiegabile componente di
rustica autenticità, un tocco rurale, una piccola imperfezione che rendono il
vino vero, vivo e sincero...
Essere (o essermi autodefinito) un indie wine blogger che posta “racconti di eno-esperienze”, significa dover fare tutto da solo, come e quando posso... si cerca di dedicare molto tempo alla causa, ma spesso i minuti sono contati... bisogna guadagnarsi i "piccioli" per comprare le bottiglie di cui scrivere (e non mi piacciono quei post formato web di quattro righe e scritti in 5 minuti). Poi altre mille cose da fare... il tempo che vola e finisce che arrivi sempre dopo rispetto al resto dei wine blog in rete...
Insomma mantengo nel mio piccolo lo spirito "indie" del blog autogestito "come-meglio-posso"... come anche scrivere con un certo entusiasmo (ma soprattutto ritardo) della bottiglia in questione e soprattutto di Fonterenza, solo anni dopo aver conosciuto e scoperto i vini delle sorelle Padovani (un Terra Trema di qualche anno fa, tra imigliori assaggi) e quando ormai tutti i blogger italiani (e non solo) hanno già dedicato ampio spazio a questa realtà.
Essere (o essermi autodefinito) un indie wine blogger che posta “racconti di eno-esperienze”, significa dover fare tutto da solo, come e quando posso... si cerca di dedicare molto tempo alla causa, ma spesso i minuti sono contati... bisogna guadagnarsi i "piccioli" per comprare le bottiglie di cui scrivere (e non mi piacciono quei post formato web di quattro righe e scritti in 5 minuti). Poi altre mille cose da fare... il tempo che vola e finisce che arrivi sempre dopo rispetto al resto dei wine blog in rete...
Insomma mantengo nel mio piccolo lo spirito "indie" del blog autogestito "come-meglio-posso"... come anche scrivere con un certo entusiasmo (ma soprattutto ritardo) della bottiglia in questione e soprattutto di Fonterenza, solo anni dopo aver conosciuto e scoperto i vini delle sorelle Padovani (un Terra Trema di qualche anno fa, tra imigliori assaggi) e quando ormai tutti i blogger italiani (e non solo) hanno già dedicato ampio spazio a questa realtà.
Ripasso dal loro banco assaggi qualche anno dopo in quel di Agazzano (Sorgente del Vino vecchia location...), dove questa volta rimango impressionato dal loro olio di oliva, oltre ad avere conferme sulla qualità dei loro vini, un grande Brunello 2007 e un "fresco" Rosso, davvero accattivante, che ho deciso di portarmi a casa... (anche perché avevo già fatto spesa da Monte dall'Ora, sorelle Conti, Emidio Pepe, Ar.Pe.Pe e altri che non ricordo più... quindi Brunello over budget!!)
Dopo circa un anno e mezzo di rilassante riposo in cantina finalmente stappo il Rosso di Montalcino 2009 e riesco a dedicargli il giusto spazio sul blog... Visto che sono arrivato ultimo sull'argomento e probabilmente sapete già tutto su Fonterenza e il lavoro di Francesca e Margherita Padovani non mi dilungherò troppo.. Dico solo agli ignari lettori spesso confusi di fronte alle innumerevoli cantine di Montalcino, che questa é una delle realtà più interessanti e meritorie della vostra attenzione.
Riassumendo in breve... la famiglia Padovani possiede un podere in quel di Montalcino (in fraz. Sant'Angelo in Colle), ma vive a Milano.. fino a quando sul finire degli anni 90, Margherita decide di trasferirsi definitivamente in Toscana, raggiunta qualche anno dopo da Francesca... inizia così l'avventura vitivinicola dei Campi di Fonterenza... che ad oggi può vantare 4 ettari vitati e una produzione di quasi 20.000 bottiglie.. Una bella sinergia quella creatasi tra le sorelle, il podere e le vigne... vignaiole autodidatte che hanno inizialmente puntato sull'agricoltura biologica per passare successivamente alla biodinamica, un approccio "naturale", che ha permesso di sfruttare al meglio le potenzialità di un territorio unico, riuscendo a proporre vini espressivi e territoriali. A farla da padrone é ovviamente il Sangiovese, che caratterizza in purezza i rossi della casa, ad esclusione del duo "Lupo" e "Lupetto" a base Cabernet Sauvignon.
Passando alla bottiglia... annata 2009, 100% sangiovese grosso, imbottigliato ad agosto 2011. Resa di 45ql/ha e produzione di 5700 bottiglie e 180 magnum. Vinificazione in contenitori troncoconici di rover, con affinamento di 20 mesi in rovere di slavonia da 20 e 37 hl.
Rosso rubino intenso dai riflessi quasi violacei, non troppo scuro e concentrato, dimostra una buona dinamicità. Naso deciso e di buona persistenza anche se non travolgente… é un soffio teso e lungo, l'alcool (13.5%vol) scalda il motore senza esibirsi troppo. Naso e palato viaggiano in simbiosi (e quando un vino sa essere un tutt'uno é gran cosa...), con due componenti sugli scudi fino all’ultimo bicchiere… una terrosità di fondo che profuma di sottobosco e autunno, ed un frutto, fresco, croccante, succoso e ciliegioso… quasi un contrasto nell'amalgama di sensazioni e suggestioni gusto-olfattive che rendono il bicchiere ricco di sfaccettature… note speziate ed erbacee, geranei e garofani, vena minerale... un vino che non perde mai tono… struttura e persistenza, complessità… mai sulle gambe. E' gagliardo grazie ad una tensione sempre viva, territoriale, leggermente rustico ma con una sua eleganza... chiamiamola personalità, credo sia questa la parola giusta, per un Rosso che può dare più soddisfazioni di alcuni "Brunello" che si trovano sugli scaffali.
E' uno dei migliori assaggi fatti per la categoria e a
grandi linee, vale quanto già affermato in merito al Nude di Cantina Giardino un paio di post fa.
I così detti vini “naturali”, “veri”, “autentici” o “senza trucchi” che dir si voglia, hanno
una marcia in più… e questi ne sono due esempi... il connubio tra un grande terroir che da vita a
frutti sani e ricchi, nelle mani di vignaioli coraggiosi e competenti, non può che dare vita ad un grande vino, non
solo organoletticamente (cosa che magari possiamo dire anche di un vino “arricchito
in cantina”), ma per una indiscussa e difficilmente spiegabile componente di
rustica autenticità, un tocco rurale, una piccola imperfezione che rendono il
vino vero, vivo e sincero... in grado di comunicare la passione e la dedizione
del suo vignaiolo… possono sembrare solo suggestioni… ma quando le ritrovi nel
bicchiere si avvertono e fanno la differenza… E' il motivo per cui bottiglie
come queste, mi entusiasmano più di alcuni blasonati e costosi vini da tre
bicchieri… avranno forse il bouquet pirotecnico e un corpo da culturista, ma alla fine
non prendono il cuore e ti rimane solo il portafoglio scarico e un grosso
cerchio alla testa.
Non aggiungo altro a parte ricordarvi l'esborso di 15 euro per aggiudicarmi la bottiglia al banco assaggi, ma credo che oggi in enoteca possa tranquillamente aggirarsi sulle 20 euro... prezzo importante per la categoria... ma con i Campi di Fonterenza siamo in cima alla lista...
Non aggiungo altro a parte ricordarvi l'esborso di 15 euro per aggiudicarmi la bottiglia al banco assaggi, ma credo che oggi in enoteca possa tranquillamente aggirarsi sulle 20 euro... prezzo importante per la categoria... ma con i Campi di Fonterenza siamo in cima alla lista...
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