Prima eno-esperienza alle prese con un Bandol Rosso... se la prima volta non si scorda mai... non é detto che sia delle migliori!!
Riprendo a stappare ed inizio questo 2015 con un vino che per me rappresenta una novità, perché mai assaggiato prima. Pesco dalla cantina questo Bandol 2009, regalo di un amico dopo una vacanza estiva nel sud della Francia di un paio di anni fa (tank you). Non ho quindi termini di paragone e conoscenze approffondite in merito, posso solo dirvi che questa denominazione tipica della Provenza, una regione di grande storia e tradizione vitivinicola, comprende solo 8 comuni (compreso ovviamente Bandol da cui il nome), per circa 1500 ettari vitati e che quindi non può fregiarsi di grandi numeri, ma che può vantare una delle appellation più antiche di Francia (nel 1941).
Tale denominazione raggruppa 3 tipologie di vino, rosso, rosè e bianco. Per i rossi l'uva base é la Mourvèdre, che secondo la disciplinare deve rappresentare almeno il 50% dell'assemblaggio, che può essere completato con uve Grenache noir e Cinsault, ed in parte minore con l'utilizzo di Syrah, Calitor, Carignan, e Tibouren. L'affinamento minimo richiesto é di 18 mesi in botte. mentre rosati e bianchi sono imbottigliati già a partire dall’anno successivo. Dimenticavo... mentre per i rosati vengono utilizzate le medesime uve dei rossi, i bianchi sono prodotti con Clairette, Bourboulenc, Ugni blanc e Rolle. Clima tipicamente mediterraneo con molte ore di sole, mitigato e rinfrescato dalle brezze marine che rinfrescano e asciugano i grappoli dei vigneti, coltivati mediante terrazzamenti e muretti a secco su terreni aridi e secchi, in prevalenza calcarei e pietrosi. Tra le tre tipologie di vini prodotti, sono i rossi e soprattutto i rosè, quelli più espressivi e prodotti in maggior quantità. Detto questo, e lette alcune interessanti recensioni sui vini di Bandol, mi sono apprestato con un certo interesse a stappare questa versione in rosso del 2009, prodotta dal Domaine du Cagueloup, di Richard Prebost. Cantina con ben 40 ha vitati di cui ben 18 nella AOC Bandol, a Saint-Cyr-sur-Mer sotto il massiccio di Saint Baume.
Questo Bandol si presenta in un rosso rubino scuro e incupito, concentrato e piuttosto consistente. Naso con grande spinta alcolica (15%vol.), punge e scalda, offuscando un bouque che si articola sulle note tonde della frutta nera matura, ma anche con gli spigoli delle spezie piccanti e quelle meno scontate della macchia mediterranea arsa dal sole. Vinoso, intenso, asciutto e a tratti quasi saturante. Beva piuttosto impegnativa, riempe il palato e "pizzica" la papille gustative con il suo forte accento alcolico e una carica speziata che prevale sulla polposità e la morbidezza della frutta matura. Piacevole anche senza incuriosire, tiene botta per un paio di bicchieri, e dal terzo inizi già a sorseggiarlo con una certa fatica.
Non avendo termini di paragone, questa prima esperienza con il Bandol Rosso non mi ha certamente impressionato. Se é vero che la piacevolezza di un vino si misura con la velocità con cui si finisce una bottiglia, non essere riuscito ad andare oltre la mezza é un'indicazione significativa. Il problema é che a questo Bandol, manca tensione gustativa e acidità, manca in finezza e nerbo, in struttura e trama tannica, spegnendosi sorso dopo sorso, lanciando pochi segni di quella vitalità essenziale per rendere il vino gustoso e invogliare al bicchiere successivo.
Spero di non essere stato troppo negativo, o almeno di non aver dato questa impressione, rimane comunque un rosso che convince solo parzialmente. E' risaputo che anche in denominazioni prestigiose, bisogna saper pescare, non basta d'altronde la scritta Barolo in etichetta, per essere sicuri di avere tra le mani un grande vino.
Riprendo a stappare ed inizio questo 2015 con un vino che per me rappresenta una novità, perché mai assaggiato prima. Pesco dalla cantina questo Bandol 2009, regalo di un amico dopo una vacanza estiva nel sud della Francia di un paio di anni fa (tank you). Non ho quindi termini di paragone e conoscenze approffondite in merito, posso solo dirvi che questa denominazione tipica della Provenza, una regione di grande storia e tradizione vitivinicola, comprende solo 8 comuni (compreso ovviamente Bandol da cui il nome), per circa 1500 ettari vitati e che quindi non può fregiarsi di grandi numeri, ma che può vantare una delle appellation più antiche di Francia (nel 1941).
Tale denominazione raggruppa 3 tipologie di vino, rosso, rosè e bianco. Per i rossi l'uva base é la Mourvèdre, che secondo la disciplinare deve rappresentare almeno il 50% dell'assemblaggio, che può essere completato con uve Grenache noir e Cinsault, ed in parte minore con l'utilizzo di Syrah, Calitor, Carignan, e Tibouren. L'affinamento minimo richiesto é di 18 mesi in botte. mentre rosati e bianchi sono imbottigliati già a partire dall’anno successivo. Dimenticavo... mentre per i rosati vengono utilizzate le medesime uve dei rossi, i bianchi sono prodotti con Clairette, Bourboulenc, Ugni blanc e Rolle. Clima tipicamente mediterraneo con molte ore di sole, mitigato e rinfrescato dalle brezze marine che rinfrescano e asciugano i grappoli dei vigneti, coltivati mediante terrazzamenti e muretti a secco su terreni aridi e secchi, in prevalenza calcarei e pietrosi. Tra le tre tipologie di vini prodotti, sono i rossi e soprattutto i rosè, quelli più espressivi e prodotti in maggior quantità. Detto questo, e lette alcune interessanti recensioni sui vini di Bandol, mi sono apprestato con un certo interesse a stappare questa versione in rosso del 2009, prodotta dal Domaine du Cagueloup, di Richard Prebost. Cantina con ben 40 ha vitati di cui ben 18 nella AOC Bandol, a Saint-Cyr-sur-Mer sotto il massiccio di Saint Baume.
Questo Bandol si presenta in un rosso rubino scuro e incupito, concentrato e piuttosto consistente. Naso con grande spinta alcolica (15%vol.), punge e scalda, offuscando un bouque che si articola sulle note tonde della frutta nera matura, ma anche con gli spigoli delle spezie piccanti e quelle meno scontate della macchia mediterranea arsa dal sole. Vinoso, intenso, asciutto e a tratti quasi saturante. Beva piuttosto impegnativa, riempe il palato e "pizzica" la papille gustative con il suo forte accento alcolico e una carica speziata che prevale sulla polposità e la morbidezza della frutta matura. Piacevole anche senza incuriosire, tiene botta per un paio di bicchieri, e dal terzo inizi già a sorseggiarlo con una certa fatica.
Non avendo termini di paragone, questa prima esperienza con il Bandol Rosso non mi ha certamente impressionato. Se é vero che la piacevolezza di un vino si misura con la velocità con cui si finisce una bottiglia, non essere riuscito ad andare oltre la mezza é un'indicazione significativa. Il problema é che a questo Bandol, manca tensione gustativa e acidità, manca in finezza e nerbo, in struttura e trama tannica, spegnendosi sorso dopo sorso, lanciando pochi segni di quella vitalità essenziale per rendere il vino gustoso e invogliare al bicchiere successivo.
Spero di non essere stato troppo negativo, o almeno di non aver dato questa impressione, rimane comunque un rosso che convince solo parzialmente. E' risaputo che anche in denominazioni prestigiose, bisogna saper pescare, non basta d'altronde la scritta Barolo in etichetta, per essere sicuri di avere tra le mani un grande vino.
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