Uno sguardo al passato per affrontare il futuro. Il 2015 enoico a Simo diVino parte da qui, con i doverosi auguri di buon anno. Come ho già fatto negli anni passati, mi diverto a riassumere in un piccolo "The best of....", le più interessanti "stappate" dell'anno appena trascorso prendendo in considerazione solo le bottiglie recensite su questo blog. Non si tratta di una classifica e non ha pretese esaustive, non ho tenuto conto di assaggi volanti, fiere mercato e tavolate gogliardiche. Diciamo che si tratta di una selezione dei vini assaggiati dalla prima all'ultima goccia, vini di cui ho potuto farmi un'idea precisa e per molti di essi parlarne anche con i produttori. Probabilmente non si tratta nemmeno dei più buoni in assoluto (diciamo a livello organolettico), ma quelli che per un'insieme di motivazioni mi hanno maggiormente convinto e coinvolto. Eccovi i 10 che hanno segnato l'anno appena trascorso. Alcuni di voi li conoscono molto bene, per tutti gli altri qualche buon consiglio per gli eno-acquisti del 2015 !!. (clicca sul nome del vino per leggere la recensione completa!!)
Cosa aspettarsi da un Tocai che passa 140 mesi sui lieviti? Tiratura limitata per un vino in stato di grazia, un sorso
pazzesco che è l’arma in più di questo Brazan e che ben rappresenta l'anima de "I Clivi". Da un vino così complesso, intenso,
strutturato, ti aspetteresti una beva piuttosto impegnativa, da sorseggiare in degustazione più
che da “sgargarozzare” a tavola… Invece mentre tutto quel "popò" di roba che troverete nel bicchiere vi
rimarrà inchiodata alle papille gustative per interminabili
secondi di piacere, il vino scivola via pulito, grazie ad un’acidità naturale e
una mineralità
levigata, che conferisce una leggerezza e una bevibilità disarmante...
Non vincerò il premio "originalità 2014", ma devo essere onesto con il mio palato ed inserire questo vino
“contenitore” nella top ten. Qui trovate tutto
quello che
vorreste trovare in un vino bianco... ricco, pieno, variegato ed
intenso. Parla e non sussurra… sa essere carico e solare, maturo e
materico, come
ti aspetteresti da un vino del sud... il frutto é pieno e ricco, bilanciato da
una ventata nordista... quindi tensione, mineralità, acidità rinfrescante,
note floreali ed erbacee, sapidità marina e aromi mediterranei.
Vino di grande bevibilità, verticale, fluido ma anche di grande piacere
gustativo, croccante e masticabile. E’ un continuo susseguirsi di
suggestioni
dolci/amare di bella intensità e profondità. Piacevole, pulito,
appagante, preciso, incisivo e a tratti rinfrescante.
Per me questa é una delle scoperte più interessanti del 2014. Ecco un esempio di come deve essere un bianco macerato. Un'esplosione
complessa e assai piacevole che appaga i sensi a 360° tra profumi
vegetali, spezie piccanti, note sapide, frutta polposa e dolciastra,
senza dimenticare un tocco ossidativo che piace. Una fusione d'insieme
caleidoscopica, pieno e tondeggiante, ha buon corpo e struttura, senza
perdere in allungo, nerbo e sapidità. Come spesso accade le sorprese più sorprendenti, spesso arrivano dalle denominazioni meno conosciute.
Anche quest'anno un bianco ligure sugli scudi. Un grande vino che bisogna saper aspettare, perché dimostra grandi
capacità
evolutive. E
allora ecco
saltar fuori le suggestioni liguri che volevo. Varietale, con
la delicatezza e
l’eleganza dei vini che amano farsi scoprire per non lasciarti indifferente. Il
giallo inizia ad attenuarsi per lasciar spazio al verde della macchia
mediterranea, dei pini marittimi e della resina, del timo e della
salvia, alloro, basilico e lavanda,
fino al cedro, il pompelmo e il lime. Il sorso sale di tono, e pur
mantenendo una bella
pulizia e una piacevolissima sensazione materica, acquista tensione
gustativa, con acidità leggera e mai sopra le righe, mineralità e
sapidità fini e ben integrate che conferiscono al sorso
allungo e scorrevolezza verso un finale lungo e tipicamente amarognolo
che sfocia nella frutta secca.
Il più grande vino che abbiamo in Italia non può mancare in una top ten di fine anno, soprattutto se la firma é illustre come quella di Giovanni Canonica. Vigneron tradizionalista e dissidente, perché
alla tradizione contadina e piemontese è legato, lontano da qualsivoglia
concetto di marketing. Il sorso "ruspante" é ancora saturo di giovanil furore, ma se é vero che il 2010 barolista é anno di grazia, ne goderemo assai in futuro (fortunatamente ho fatto scorta). Il
sorso é incredibilmente teso e pulito, si beve con gusto grazie ad una
"ruvida" scorrevolezza dettata dalla sua grana "imperfetta" che
conferisce un tocco fortemente artigianale, contadino e anarchico. Nel complesso mondo del Barolo, il Paiagallo è una piccola
(grande) chicca che non può mancare sul tavolo di ogni appassionato che sa bere con il cuore.
L'altra
Franciacorta... artigianale e rurale, ben lontana dallo stile dei
grandi nomi a cui i più sono abituati e che a sorpresa mi entusiasma con
un rosso di ottima leggerezza espressiva... tanto da "sverniciare" i
piatti di una cucina stellata... Un
intrigante mix di frutta rossa, note balsamiche, rimandi erbacei,
eucalipto, sottobosco e spezie piccanti, il tutto avvolto da una leggera
affumicatura. Un eccellente equilibrio tra tannini, alcool e
acidità, con un frutto vivo e succoso che ti
rimane li attaccato al palato dopo un finale appagante e pulito. La
Beccaccia mi entusiasma per la sua leggerezza espressiva... riesce ad
essere un vino assolutamente "godereccio" senza rinunciare ad una
naturale eleganza, un'intrigante complessità e un tocco di austerità.
> CAMPORENZO 2009 - Valpolicella Classico Superiore D.O.C. - Monte Dall'Ora
Quella di Monte Dall'Ora é una di storia contadina e "dissidente", di quelle che fanno innamorare noi che di vino scriviamo e il loro Camporenzo é un vino di quelli che ti prendono "emotivamente", costringendomi a mangiare solo per il piacere di accompagnare questo rosso buonissimo. Un Valpolicella vivo e vigoroso, al naso come al palato, dove si contraddistingue per un ingresso discreto, quasi fresco, prima di esplodere energico e succoso, ricco e materico, gustoso, con una trama tannica ben integrata, che scivola via grazie ad una interessante vena acido-sapida che rendono il sorso vivo e mai sulle gambe, verso un allungo finale di grande appagamento. E' un vino che da grandi soddisfazioni... non so bene come spiegare questo concetto, bisogna berlo per capirlo, ma é una cosa che capita solo con i vini "naturali".
> SASSELLA ROCCE ROSSE RISERVA 2001 - Valtellina Superiore D.O.C.G. - Ar.Pe.Pe
Questa non vuole essere una classifica, ma se lo fosse, ecco a voi il vincitore. Un perfetto pezzo "folk" di razza pura e cristallina... un caleidoscopico ventaglio di sfumature aromatiche e suggestioni che ne fanno un vino di grande espressività territoriale e grande eleganza, dalla beva "tridimensionale". Vino per palati fini, che richiede attenzione e che deve essere capito... Se devo dirvela proprio fuori dai denti... se non capite la grandezza di questo Rocce Rosse forse non siete in sintonia con questo blog e vi meritate un "vino frutto" consigliato da Luca Maroni!!
> CAMPORENZO 2009 - Valpolicella Classico Superiore D.O.C. - Monte Dall'Ora
Quella di Monte Dall'Ora é una di storia contadina e "dissidente", di quelle che fanno innamorare noi che di vino scriviamo e il loro Camporenzo é un vino di quelli che ti prendono "emotivamente", costringendomi a mangiare solo per il piacere di accompagnare questo rosso buonissimo. Un Valpolicella vivo e vigoroso, al naso come al palato, dove si contraddistingue per un ingresso discreto, quasi fresco, prima di esplodere energico e succoso, ricco e materico, gustoso, con una trama tannica ben integrata, che scivola via grazie ad una interessante vena acido-sapida che rendono il sorso vivo e mai sulle gambe, verso un allungo finale di grande appagamento. E' un vino che da grandi soddisfazioni... non so bene come spiegare questo concetto, bisogna berlo per capirlo, ma é una cosa che capita solo con i vini "naturali".
> SASSELLA ROCCE ROSSE RISERVA 2001 - Valtellina Superiore D.O.C.G. - Ar.Pe.Pe
Questa non vuole essere una classifica, ma se lo fosse, ecco a voi il vincitore. Un perfetto pezzo "folk" di razza pura e cristallina... un caleidoscopico ventaglio di sfumature aromatiche e suggestioni che ne fanno un vino di grande espressività territoriale e grande eleganza, dalla beva "tridimensionale". Vino per palati fini, che richiede attenzione e che deve essere capito... Se devo dirvela proprio fuori dai denti... se non capite la grandezza di questo Rocce Rosse forse non siete in sintonia con questo blog e vi meritate un "vino frutto" consigliato da Luca Maroni!!
> MONTEPULCIANO D'ABRUZZO 2003 - D.O.C. - Emidio Pepe
Annata 2003, contraddittoria per via di un'estate particolarmente calda che ha consegnato hai posteri vini decisamente "cotti"... Non é il caso di questo Triple A del mitico Emidio Pepe, prodotto con la stessa artigianalità di sessant'anni fa. Bicchiere dopo bicchiere ci svela le sue molteplici sfaccettature... così a random... fiori appassiti, ciliegia e frutta rossa macerata, spezie piccanti, noce moscata, cuoio, erba bagnata, respiro animale, note minerali, balsamiche e una piacevole sensazione di calore. Spirito "giovanile" nonostante gli undici anni di età e una piacevole freschezza che rendono il vino snello e incredibilmente bevibile. Struttura e longevità sono impressionanti, tannicità e morbidezza sono ben equilibrati, carnoso e potente, compatto, ma con quel filo di acidità che snellisce il tutto e rende "semplicemente" straordinaria la beva. E' come se il tempo da queste parti si fosse fermato e racchiuso in un Montepulciano d'Abruzzo tutt'altro che moderno.
> CHIANTI CLASSICO 2010 - D.O.C.G. - Monteraponi
Annata 2003, contraddittoria per via di un'estate particolarmente calda che ha consegnato hai posteri vini decisamente "cotti"... Non é il caso di questo Triple A del mitico Emidio Pepe, prodotto con la stessa artigianalità di sessant'anni fa. Bicchiere dopo bicchiere ci svela le sue molteplici sfaccettature... così a random... fiori appassiti, ciliegia e frutta rossa macerata, spezie piccanti, noce moscata, cuoio, erba bagnata, respiro animale, note minerali, balsamiche e una piacevole sensazione di calore. Spirito "giovanile" nonostante gli undici anni di età e una piacevole freschezza che rendono il vino snello e incredibilmente bevibile. Struttura e longevità sono impressionanti, tannicità e morbidezza sono ben equilibrati, carnoso e potente, compatto, ma con quel filo di acidità che snellisce il tutto e rende "semplicemente" straordinaria la beva. E' come se il tempo da queste parti si fosse fermato e racchiuso in un Montepulciano d'Abruzzo tutt'altro che moderno.
> CHIANTI CLASSICO 2010 - D.O.C.G. - Monteraponi
Non
é un vino tirato, ma una semplice quanto ricca rappresentazione di un
territorio, di un luogo, dove le viti sono abbracciate dagli ulivi e dal
bosco. Così solare nel suo frutto succoso e dolce, nei profumi estivi
di macchia mediterranea e prati in fiori; così intrigante nella sua
texture piacevole e pulita al palato, quasi snella, ma dalla suggestioni
polverose e terrose, una grana fatta di elegante rusticità. La beva di
incantevole piacevolezza, senza grassezze e forzature, nessuna
pesantezza... ha un tiro verticale e minerale, un allungo teso e
vibrante, una ventata di fresca acidità sostenuta da un tenore alcolico
che scalda, su una trama tannica smussata e perfettamente integrata. Bravo Michele Braganti, i suoi vini sanno parlarti
di un luogo, hanno carattere, vibrano, sanno dimostrarsi
rustici ed artigianali con l'eleganza e l'equilibrio di chi sa fare il
proprio mestiere molto bene.
OUTSIDER 2014
Concludo
menzionando una serie di vini che per i più svariati motivi hanno
saputo convincere il mio palato, ma che ho dovuto escludere dalla lista, per non sforare... Devo partire ovviamente da Alfiano Natta dove ha sede Crealto, già protagonista nelle passate top ten di fine anno con il loro Marcaleone (ribevuto un'altrettanto sublime 2011!!). Quest'anno sono i primi degli esclusi con ben due vini a dir poco entusiasmanti realizzati a quattro mani e che potete scoprire qui. Il Crevijn é un zero solfiti realizzato mixando le proprie uve di Grignolino, con quelle di Cascina Tavijn, mentre il Flora, é un quasi "orange" realizzato macerando in maniera meno "strong" le uve di Sauvignon fornite da Tenuta Grillo. Proseguendo con i bianchi, convince sempre un best seller della viticoltura naturale come il Fontanasanta Manzoni Bianco di Elisabetta Foradori, così come é splendida la semplicità espressiva del Friulano di Doro Princic, autentico vignaiolo di Cormos. Tornando ai rossi, sugli scudi la leggerezza scarnificata del nebbiolo di montagna, marca distintiva del Sassi Solivi della Cooperativa di Triasso e Sassella, a cui si contrappone la gustosissima surmaturazione del Poiema di Eugenio Rosi, da anni é probabilmente il miglior marzemino in circolazione. Rimanendo in regione, colpisce il Pigeno il Blauburgunder di Stroblhof, vino fine, pulito e preciso, mai banale. Scendendo in direzione sud vi segnalo le ultime due "figate" del 2014... un toscano natur di alta classe che può far impallidire molti costosi e chiaccherati "super" della zona, come il Montecucco Riserva Arpagone di Prato al Pozzo, e il Sagrantino Colle Grimaldesco di Giampaolo Tabarrini, tra le più belle bevute di sempre all'interno di una denominazione con cui fatico ad entrare in sintonia.
Ora se ne avete le forze... riavvolgete il nastro e sfoderate la vostra playlist....
Leggi la top ten dell'anno scorso:
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