...Sedetevi sotto le palme di San Benedetto in una bella giornata di fine maggio, stappate il Donna Orgilla... sorseggiatelo a secco, mentre guardate il mare, ascoltate Brunori che canta Guardia 82' e ricordate le adriatiche vacanze degli anni 80.
Si sa che durante il cenone del 31 dicembre le bevute sono più di "quantità" che di "qualità", ma quest'anno, giusto per dare un calcio alla crisi, non ci siamo di certo fatti mancare una dozzina di ottime bottiglie, tra Barbarsco, Gattinare, Bolgheri Superiore, Bramaterra, Sassella, Carmignano ecc... Tra tanto rosso per l'aperitivo ci siamo concessi una piccola divagazione in bianco, giusto per rendere onore a questa boccia di Pecorino dell' agricola Fiorano.
Un gradito ritorno su queste pagine, dopo avervi raccontato in passato del loro Rosso Piceno Sup. "Terre di Giobbe"; ma soprattutto un piacere berlo, dopo aver incontrato (con il mio amico Stefano) Paolo "il milanese delle Marche" alla rassegna La Terra Trema di Milano, dove ogni anno é presente con i suoi ottimi vini biologici (e anche della grappa bianca da uve Montepulciano in purezza, eccezionale...) che molto gentilmente mi ha lasciato una delle ultimissime bottiglie di Pecorino rimaste in cantina, tanto gli é andato a ruba quest'anno. Lo volevo proprio assaggiare e tornarmene a casa con una bottiglia, dopo aver letto le lodi tessute da molti e il riconoscimento come "vino slow" nella guida 2012 di Slow Food.
Giusto un'annetto fa sono stato ospite proprio da quelle parti, precisamente presso l'Aurora vini, dove ho potuto apprezzare i loro prodotti tra cui il "Fiobbo", eccellente versione di Pecorino di Offida. Volevo quindi testare il Donna Argilla di Fiorano (che si trova a meno di 5km da Offida) e capire se riesce a tenere testa alla versione degli amici di Aurora vini. Non voglio certo mettere in competizione le due cantine, posso però affermare che tra caratteristiche similare e alcune differenze, le due versioni di Pecorino si equivalgono.
Allora, con Fiorano siamo a Cossignano in provincia di Ascoli Piceno, in un fantastico contesto collinare che si snoda verso San Benedetto del Tronto e il mare Adriatico. Quest'area vitivinicola é famosa ai più (soprattutto negli ultimi anni) sia per la produzione di vini bianchi come il Pecorino e la Passerina, sia per il Rosso Piceno. Nella bella casa colonica dei Fiorano (che funziona anche come agriturismo) vengono prodotti i classici vini della zona (tra cui il loro cru Ser Balduzio che attualmente riposa in cantina), su 5 ettari di terreno vitato a regime biologico, da cui si ricava il nettare necessario per produrre all'incirca 30.000 bottiglie l'anno. Di queste quasi un terzo sono a denominazione Pecorino di Offida D.O.C.G. prodotto al 100% con le autoctone uve Pecorino, per 1,2 ettari complessivi su terreno argilloso. Raccolta manuale delle uve, pigiatura soffice, macerazione per 18 ore e fermentazione spontanea. Maturazione per 4 mesi su fecce fini e affinamento di 6 mesi in bottiglia.
Nel bicchiere é fluido e di buona trasparenza, di colorito giallo paglierino dai riflessi verdognoli. Il naso é ottimo, una bella e potente vena alcolica (13,5% vol.) sorregge un bouquet ampio e pieno, strutturato in sentori primari di frutta bianca matura e note più agrumate, lasciando spazio in seconda battuta a note floreali più fresche e una pungente vena minerale. Dopo un naso così il palato é proprio come te lo aspetti. Complesso, articolato, aromatico. Un ingresso sapido e asciutto lascia presto il passo ad un palato pieno, rotondo, polposo, prima di far uscire il suo carattere più acido, minerale e teso. Il finale é di buona persistenza e dall'ottimo rilascio aromatico, che lo rendono un vino piacevole e fresco.
Proprio qui sta il successo di questo Pecorino. Come il Fiobbo di Aurora (giusto per tornare sul paragone iniziale) siamo al cospetto di un grande bianco che sa esprimere alla grande il terroir e l'idea di vino dei loro produttori. Ma mentre per l'Aurora questo significa un Pecorino di buona beva ma comunque molto intenso, rustico e territoriale, a Fiorano hanno optato per una versione più elegante, dove il carattere é reso docile da una costante vena minerale piuttosto fresca, che dona raffinatezza, leggerezza e facilità di beva, lasciandoci comunque la sensazione di avere a che fare con un vino di spessore e non un bianchino da circolo.
Possiamo solo fare i complimenti a Fiorano e ringraziare tutte quelle persone che hanno convinto Paolo a mollare Milano e le dentiere per fa il vignaiolo nelle Marche... eri un predestinato...
Riassumendo pollice su per questo Pecorino, tutte le critiche positive, i premi delle guide e soprattutto i complimenti guadagnati sul campo, fanno di questo vino una bottiglia consigliatissima. Difficile da trovare perché va a ruba. Il prezzo é contenuto sulle 10-11 euro, il rapporto qualitativo é massimo, il vignaiolo è bravo e simpatico, l'attenzione per la terra é massima con regime di coltivazione biologica certificata... parliamo quindi di buona e sana bevuta.
Sedetevi sotto le palme di San Benedetto in una bella giornata di fine maggio, stappate il Donna Orgilla, servitelo fresco sui 10 °C in abbinata ad un buon piatto di spaghettoni al pesce, senza sugo però in bianco, con olio di oliva, prezzemolo e un po' d'aglio; oppure sorseggiatelo a secco, mentre guardate il mare, ascoltate Brunori che canta Guardia 82' e ricordate le adriatiche vacanze degli anni 80.
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