mercoledì 25 gennaio 2012

CHIANTI ROCK 2009 - Chianti D.O.C.G. - Domenico Tancredi

...mi viene in mente una Enter Sandman, un pezzo teso, graffiante, articolato, ma al contempo “pop” nel suo essere orecchiabile e di facile presa, dal suono pulito e mai stancante. Questo è per me il Chianti Rock di Domenico.


Qualche settimana fa ho pubblicato un post dal titolo “Chianti Rock viticoltura valvolare !!”, per omaggiare e sostenere la bella iniziativa imprenditoriale di Domenico Tancredi. Se avete letto il post, sapete già di che si tratta, contrariamente posso riassumere il tutto con una sola frase... da oggi il Chianti é Rock!!

Domenico coltiva 2 passioni nella vita, quella per il vino e quella per il rock'n'roll.. evidentemente potare le vigne gli piace tanto quanto sparare riff da un palco... nasce così l’idea di creare il nettare perfetto (Chianti) per tutti i metal-rockers, una bottiglia che puoi trovare in enoteca ma soprattutto nei più “sudici” pub dove si suona il metallo fino a notte fonda, un vino di cui se ne parla sui wine blog come sulle riviste musicali, che viene degustato dai sommelier, ma anche tracannato da qualche metallonzo sotto il palco.

Un’idea  semplice ma brillante e coraggiosa, soprattutto perché potrebbe sfatare alcuni tabù… da una parte la chiusura mentale degli eno-snob, che guarderanno con diffidenza un Chianti che si chiama Rock, prodotto da un giovanotto alla prima vendemmia (il 2009) e che si presenta con una chitarra elettrica sull'etichetta. Penseranno ad una trovata promozionale, o ad un gadget per qualche tv o radio rock … Dall’altra parte ecco i metallari, che saranno sicuramente attirati dalla bella veste grafica della bottiglia, ma dovranno sfatare alcune usanze e tradizioni del rock… ovvero birra a volontà e Jack Daniels… riusciremo a vedere dei capelloni con il chiodo far roteare il bicchiere e infilarci dentro il naso per l’esame olfattivo? 

Difficile, ma forse no… io sostengo a pieno il simpatico e sincero progetto di Domenico, ma avevo un interrogativo da risolvere prima di dare la definitiva benedizione a questo Chianti Rock… Tutto molto bello, ma se il vino è una “ciofega” non vai da nessuna parte, prima e ultima vendemmia, si chiude il circo.... 

Proprio con questo interrogativo avevo chiuso il post.. come sarà il vino?? Ora il gentilissimo Domenico (che ci tengo a precisare si occupa di tutta la baracca… direi un one man band.. dalla vigna fino alla vendita finale…) ha pensato di colmare questo vuoto inviandomi due bocce del suo Chianti… che dire… ne stappo una ed ecco nel bicchiere un gran bel Chianti… che abbinato ad un piatto di tagliatelle al ragù di lepre ha fatto la sua sporca figura. Tanto di cappello quindi, perché è uno dei più "gradevoli" Chianti base che mi sia capitato di bere, e stiamo parlando di un vino che tra qualche mese potrebbe ulteriormente evolvere e migliorarsi. Se state pensando ai Chianti base da 5 euro che trovate al supermercato siete fuori strada, qui l’esborso è almeno doppio (sulle 10 euro a bottiglia) ma qualitativamente (e non solo graficamente) parlando, ne vale proprio la pena (e giusto per non sbagliare mi sono comprato un cartone da 6 per le prossime cene tra rockettari...). 

Andiamo con ordine e iniziamo dall’uva… La Domenico Tancredi wines si trova a Vinci in provincia di Firenze. Qui si trova la fattoria di Faltognano, dove Domenico lavora fin da ragazzo alla produzione vinicola dell'azienda. Dopo anni di esperienza sul campo e sui libri, ecco l'ideona... vinificare un po' di Sangiovese e creare una personale versione di Chainti.  E così nel 2009 ecco la prima vendemmia e nel 2011 la commercializzazione delle prime bottiglie. 

Il Chianti Rock è quindi un Chianti D.O.C.G. prodotto con il 100% di uva Sangiovese, una scelta stilistica che personalmente condivido e che nobilita Domenico e il suo vino. Quando si parla di vino (e di rock) bisogna rispettare le tradizioni e lo stile, i tempi per il "crossover" dei Supertuscan sembrano finiti.  Difficilmente troverete una ritmica in levare o una strofa reppata in un pezzo di metal classico, tanto meno un tradizionalista del Chianti vorrà violare la purezza dell'autoctono Sangiovese (anche se la disciplinare lo consente).

La vendemmia avviene ad inizio ottobre, nessun tipo di diserbo nei vigneti e trattamenti a base di rame e zolfo. Una volta raccolte le uve avviene la vinificazione in acciaio con macerazione sulle bucce per 18-24 giorni a temperatura controllata. L'affinamento avviene in botti di rovere da 35hl. di mdia tostatura per circa un anno, a cui seguono 2 mesi di riposo in bottiglia.

Ci gustiamo il vino già dal primo sorso, il caratteristico colorito rosso rubino brillante (non troppo carico e nero) ci invita ad una beva che si rivelerà assai piacevole. Il naso è sicuramente la parte che più mi ha entusiasmato nella sua semplice piacevolezza. Senza voler esagerare e “schitarrare” troppo, all'olfatto “suona” alla grande.. Ha un bel tiro vinoso, c’è la giusta intensità e persistenza, con una vena alcolica (13%vol.) percettibile ma mai invasiva, che, accompagnata da una punta di "acida" freschezza tipica del Sangiovese, compongono il tappeto ritmico ideale per sostenere un cantato melodico e piacevole, dove le note di frutta rossa del ritornello (il dolce della ciliegia) si alternano alle note più speziate della strofa, creando nell’insieme un bel pezzo che suona teso ma con il giusto piglio pop. Alla beva si conferma vino equilibrato, fresco e amabile. Continuando con l’accostamento musicale (doveroso per il Chianti rock) mi viene in mente una Enter Sandman, un pezzo teso, graffiante, articolato, ma al contempo “pop” nel suo essere orecchiabile e di facile presa, dal suono pulito e mai stancante. Questo è per me il Chianti Rock di Domenico, il caratterino fresco e vispo del Sangiovese ci regala un vino di pronta beva, ben equilibrato e arrotondato  da un approccio "sonoro" più moderno con tannini morbidi che conferiscono, equilibrio, eleganza e morbidezza. Il finale è un ritornello ripetuto all’infinito che si conclude con le note che sfumano e costringono il nostro indice a schiacciare nuovamente il tasto del play.  

Mi ripeto, cari eno-tradizionalisti, non fatevi ingannare dalla copertina, perché all’interno c’è un cd che suona alla grande. Questa non è musica da X-Factor, è vero, originale fottuto rock’n’roll di cantina. Non sto parlando di un capolavoro che farà storia come Nevermind dei Nirvana, ma come album d’esordio vale sicuramente Bleach. 

Buona la prima quindi, alzate il volume e godetevi i frutti della viticoltura valvolare.

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