Siete in centro per lo struscio del sabato pomeriggio sotto i portici (ahhhh che odio...), passi davanti alla vetrina della Feltrinelli... dai una sbirciatina e ti becchi il faccione di Fabio Volo e quello di Gordon Ramsay che ti puntano. Quattro passi più avanti ecco l'enoteca... vetrina ingolfata di magnum Ca del Bosco Prestige e rossi toscani... di quelli "super" da vendere nelle cassette di legno... mano in tasca ed impatto tattile con un bigliettone da 50 euro... ci pensate un attimo poi spingete la porta ed entrate... é il momento di fare acquisti! Avete due possibilità... ma se state leggendo questo post so già dove siete entrati... con 50 euro si compra una bella bottiglia ed un winelover non può resistere inerme di fronte ad un'enoteca... neanche ad una di quelle spocchiose del centro... se siete astemi beh... probabilmente state girovagando tra gli scaffali della Feltrinelli, ma dubito che un astemio finisca su un blog dove si parla esclusivamente di vino.. Male, anzi molto male, perché molti degli appassionati che si sono imbucati in enoteca, molto probabimente si sono persi "Grandi Vini d'Italia" l'ultima fatica editoriale di Federico Graziani e Marco Pozzali, il duo che l'anno scorso si é guadagnato il rispetto dell'Italia enoica con la guida "Grandi vini di piccole cantine" e quest'anno si ripresentano con una nuova fatica.
Prima di
raccontarvi del libro vorrei motivare la personale scelta di dedicare un post a “Grandi
vini d’Italia”, visto che su questo blog scrivo soprattutto di eno-esperienze,
che tradotto nel concreto, significa scritture notturne dedicate alle bottiglie
scolate dopo una giornata di lavoro, a cui si aggiungono gli scritti sulle scorribande domenicali tra fiere e cantine.
Premesso che da appassionato di vino mi piacciono quasi tutti i libri che
trattano l’argomento, negli ultimi anni un po’ di letture
interessanti le ho affrontate (non solo Grandi vini di piccole cantine, ma anche
Vini e Terre di Borgogna del duo Favaro Gravina, la dedica di Gian Arturo Rota e Nichi Stefi a Veronelli, Vino (al) Naturale di Alice Feiring, la guida al Vino
Critico di Officina Enoica e soprattutto Non è il vino dell’enologo di Corrado Dottori),
tutti libri che molti di voi ben conoscono e di cui si è scritto e dibattuto su diversi
blog, motivo per cui mi sono limitato alla lettura, senza postare nulla.
L’altro giorno invece
sono capitato sul sito grazianipozzali.it, e ho notato nei link, che di questo libro si é
scritto soprattutto in merito alla
presentazione di Milano, non ricordo wine-blogger che gli hanno dedicato la
giusta attenzione dopo averlo letto. Vuoi vedere che molti “colleghi” letto il titolo, hanno
pensato al solito “mapazzone” stile guida, con i soliti grandi nomi che già conoscono a memoria e l’hanno
snobbato?? Chi può dirlo… comunque ve ne pentirete… Se é pur vero che chi "mastica" vino conosce già il 90% delle bottiglie inserite tra le imperdibili 100, sappiate che per prima cosa il libro non
è propriamente una guida o almeno non va inteso in quanto tale… e quindi seconda tirata
di orecchie hai colleghi blogger, molti dei quali intenti a scrivere sull' odierna inutilità delle guide, ma altrettanto scaltri nel pubblicare la lista dei "Tre Bicchieri" (evidentemente favorisce il click dell'internauta), ma purtroppo nessun post per Grandi Vini d'Italia.
Eviterò di scrivervi il palmares dei due autori (vi rimando al loro sito) e passo al libro. Per prima cosa é costoso, ma tant'è... le bottiglie migliori si sa, spesso costano... graficamente molto ben fatto, piacevole da sfogliare, copertina rigida, carta patinata, foto d'autore (by Francesco Orini), bello averlo tra le mani. Nonostante la suddivisione in sezioni risulta scorrevole, passionale e coinvolgente nella lettura. Il contenuto?? Trattasi di un viaggio dentro l'Italia del vino.. ingresso dal traforo del Monte Bianco e arrivo a Pantelleria per una siesta rigenerante da Ferrandes, dopo aver scollinato tra le vigne di tutta Italia. 10 grandi bottiglie per ognuna delle dieci sezioni ad esse dedicate... una carta dei vini che accompagna il lettore nella storia, la cultura, i territori e gli uomini del vino. Niente mappatura geografica, niente classifiche e punteggi centesimali, ecc... ma suddivisione "dinamica" incentrata sul carattere dei vini, sulle loro peculiarità, sulle similitudini climatiche e territoriali, che da al lettore un punto di vista originale rispetto ad altri scritti sul vino, indubbiamente molto più passionale ed emotivo, che guarda oltre all'aspetto "organolettico".
Eccoli i grandi 100... si parte con i 10 vini della Gioia e quindi bollicine... per passare a quelli della Montagna, con Trentino Alto Adige, Valle d'Aosta e Valtellina a comporre la lista. Quelli del Vento, incentrati sui vigneti spazzati dalla bora in Friuli, con l'aggiunta (se non altro per via del nome) del Costa del Vento di Massa (uno dei miei bianchi preferiti..). Ripercorriamo i chilometri di coste della nostra penisola con i vini del Mare, li dove le vigne si stagliano tra il blu del cielo e quello del mare; i vini del Sole, accesi, calorosi, vitali, forti. Con il Fuoco andiamo alla scoperta di vini dal carattere unico, figli dei vulcani e dei terreni vulcanici, Etna e Vesuvio, ma anche Soave e Gambellara. Ovviamente i vini della Terra, i grandi classici dei più importanti luoghi del vino... Langhe e Montalcino, Valpolicella e Chianti Classico. Strettamente collegati alla terra, i vini della Tradizione, quelli con cui si identificano l'appartenenza, la storia, la cultura e le tradizioni di un luogo. Il vino é frutto dell' indissolubile rapporto tra la vigna e il suo vignaiolo, non potevano quindi mancare i vini degli Uomini e il panorama vitivinicolo italiano così ricco di sfaccettature, ha numerose facce da mostrare, produttori speciali e ricchi di personalità che hanno giocato un ruolo importante nell'enologia nazionale. Qualunque sia stato il tuo "viaggio" alla fine non ti resta che metterti davanti al caminetto a raccontare gli aneddoti, ricordare i luoghi, i profumi e i sapori, esprimere sensazioni e pensieri... qui entrano in gioco i vini da Meditazione, degna conclusione di questo viaggio dentro al vino.
I
grandi imprescindibili classici non mancano... Sassicaia c'è...
Monfortino c'è... Le Pergole Torte c'è... e molti altri ancora. Anche i
grandi vignaioli non mancano... Rinaldi, Mascarello, Valentini,
Quintarelli e molti altri ancora... sul resto della selezione possiamo discuterne per giorni (in Italia siamo tutti allenatori!), personalmente é piaciuto ritrovare
vini e produttori che anch'io ho inserito nelle mie top ten annuali,
dalla Vernaccia di Contini ai grandi bianchi di Franco Terpin, al classico Montevetrano fino al 5 Terre di Forlini Cappellini e finalmente, vorrei aggiungere, qualcuno rende merito a questo "eroico" vignaiolo. Non aggiungo altro per non togliervi il piacere della scoperta...
Grandi vini d’Italia è un libro “longevo” che scalfisce il tempo... tra 10, 20 o 30 anni molti di questi vini saranno ancora i più grandi d'Italia. E' un libro di quelli da tenere sulla mensola insieme alle impolverate bottiglie che hanno scalfito la nostra esistenza, da sfogliare nel ricordo di alcune memorabili bevute o ancora meglio per sognare un giorno di riuscire ad assaggiare tutte quelle che ci mancano. Per i neofiti poi, questa diventerà molto più di una guida, una vera e propria bibbia della storia e della cultura vitivinicola italiana. Senza star qui a stilare la solita personale e faziosa lista sui vini che mancano e quelli che sono di troppo, devo dire che la scelta è stilata con rigore e senza pregiudizi, senza faziosità.... vini nobili e costosi, vini “naturali e vini di vignaioli, autoctoni o internazionali, barriques o botte grande, vinificati in bianco o bianchi macerati, poco importa... tutti possono coesistere purché ne siano rappresentazione culturale e territoriale.
Libro vivo e pulsante, si legge a "garganella" pagina dopo pagina, giusto il tempo di "svuotare" una buona bottiglia.. difficile non leggerlo in un solo sorso come si fa con i migliori romanzi, difficile non ri-leggerlo per meglio coglierne le sfumature come si fa con i migliori vini. Poco importa se molte di queste bottiglie le conoscete a memoria, la capacità di scrittura di Graziani-Pozzali é quella di un grande vino, emotivo, coinvolgente, passionale in grado di farti viaggiare con la mente a chilometri di distanza, tra filari, cantine e vignaioli.
Vorrei avere almeno la metà della capacità di sintesi e scrittura di questi due... leggete in quattro righe, come riescono a rendere "perfettamente" l'idea di quello che per me é il più grande rosso che abbiamo in Italia... "...prova sublime di raffinatissimo sapere artigiano. Naso fitto e ricco, eleganza, volume al palato, toni, accenti, sensazioni intime indescrivibili, tocchi minerali, lavanda, nuance ferrose, terra, vita, respiro trattenuto. Un Barolo dell'anima" su Barolo Monprivato Ca' d'Morissio Riserva.
Grandi vini d’Italia è un libro “longevo” che scalfisce il tempo... tra 10, 20 o 30 anni molti di questi vini saranno ancora i più grandi d'Italia. E' un libro di quelli da tenere sulla mensola insieme alle impolverate bottiglie che hanno scalfito la nostra esistenza, da sfogliare nel ricordo di alcune memorabili bevute o ancora meglio per sognare un giorno di riuscire ad assaggiare tutte quelle che ci mancano. Per i neofiti poi, questa diventerà molto più di una guida, una vera e propria bibbia della storia e della cultura vitivinicola italiana. Senza star qui a stilare la solita personale e faziosa lista sui vini che mancano e quelli che sono di troppo, devo dire che la scelta è stilata con rigore e senza pregiudizi, senza faziosità.... vini nobili e costosi, vini “naturali e vini di vignaioli, autoctoni o internazionali, barriques o botte grande, vinificati in bianco o bianchi macerati, poco importa... tutti possono coesistere purché ne siano rappresentazione culturale e territoriale.
Libro vivo e pulsante, si legge a "garganella" pagina dopo pagina, giusto il tempo di "svuotare" una buona bottiglia.. difficile non leggerlo in un solo sorso come si fa con i migliori romanzi, difficile non ri-leggerlo per meglio coglierne le sfumature come si fa con i migliori vini. Poco importa se molte di queste bottiglie le conoscete a memoria, la capacità di scrittura di Graziani-Pozzali é quella di un grande vino, emotivo, coinvolgente, passionale in grado di farti viaggiare con la mente a chilometri di distanza, tra filari, cantine e vignaioli.
Vorrei avere almeno la metà della capacità di sintesi e scrittura di questi due... leggete in quattro righe, come riescono a rendere "perfettamente" l'idea di quello che per me é il più grande rosso che abbiamo in Italia... "...prova sublime di raffinatissimo sapere artigiano. Naso fitto e ricco, eleganza, volume al palato, toni, accenti, sensazioni intime indescrivibili, tocchi minerali, lavanda, nuance ferrose, terra, vita, respiro trattenuto. Un Barolo dell'anima" su Barolo Monprivato Ca' d'Morissio Riserva.
Non conosco personalmente Federico e Marco, non mi hanno regalato il libro, non sono stato invitato alla serata di "gala" per la presentazione e nessuno mi ha chiesto di scriverne (bene) in merito. Non sono nemmeno un giornalista, ho semplicemente scucito 45 euro per acquistarlo in Feltrinelli e vi consiglio di fare altrettanto (su internet gira a qualche euro meno) perché nella vostra biblioteca enoica ci sta proprio bene. Merita ed é doveroso dedicargli un post... come si fa con le bottiglie migliori...
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