...Una giornata di sole
invernale, un tiepido calore che annuncia la primavera che verrà, é
materia viva che scalda e appaga, ma non é ancora tempo, l'aria é tesa e
tagliente, aria che gonfia i polmoni e ci fa sentire vivi, freschi,
giovani...
4 icone stampate sulla retro etichetta di questo Friulano sono sufficienti per comprendere l'essenza dei vini di Aquila del Torre. La Coccinella, simbolo della lotta integrata, di pratiche agronomiche biologiche e una ricca biodiversità, con boschi, erbe spontanee, insetti... un ripida e meravigliosa collina di 450 metri, incastonata in una verde oasi naturale, oggi riconosciuta dal WWF. La Conchiglia, simbolo dei fossili che arricchiscono il terreno su cui sorgono i vigneti... definito Flysch (stratificazione) consiste in marne e arenarie dell'epoca Eocenica. E' questa particolare caratteristica a garantire la freschezza e la mineralità dei loro vini. La Nuvola, simbolo del vento, elemento non sottovalutabile nella viticoltura, soprattutto in una terra spazzata dai venti come quella friulana. Le Alpi Giulie proteggono i vigneti dalle fredde correnti del nord, mentre sono ventilati dalle più calde correnti provenienti da sud. La Collina, simbolo del vigneto, disposto su pendio scosceso attraverso terrazzamenti a monofilare. Una forma di esposizione che garantisce uniforme insolazione e perfetta maturità alle uve. Partire da queste 4 icone e fondamentale per capire il progetto di Aquila del Torre, i suoi protagonisti e il loro vino.
Cantina con oltre un secolo di storia alle spalle, é situata a Savorgnano del Torre, in provincia di Udine, nome derivante dal torrente Torre che attraversa queste zone; enologicamente riconosciute come territorio di eccellenza per la produzione del Picolit. Aquila del Torre come la conosciamo oggi, nasce verso la metà dei novanta, quando la famiglia Ciani decide di vendere l'officina meccanica di Udine ed investire in questa Tenuta. Una scelta di vita e la volonta di chi prova a realizzare un sogno, che oggi si può dire compiuto, in virtù dei 18 ettari vitati e quasi 80.000 bottiglie prodotte, oltre ad un bad & breakfast e il progetto Oasi Picolit. Si lavora in ambito familiare e in grande armonia con la natura circostante nel rispetto della biodiversità. La conversione a biologico del 2011, é il risultato di questo "rispettoso" lavoro di salvaguardia del territorio.
Un progetto conoscitivo e formativo quello portato avanti da Claudio e Francesca, oggi aiutati dai figli, per valorizzare ed ottenere il meglio dai vigneti a base di Friulano, Sauvignon Blanc, Refosco, Picolit, Riesling, Verduzzo e Merlot. Tre le linee di vini proposti, la At che rappresenta i vini base della cantina, eleganti nella loro essenziale quanto intrigante veste grafica, la linea selezione che può vantare (unico nel suo genere) un bianco secco a base Picolit, e i due cru a base Friulano e Sauvignon Blanc ricavati da due piccole parcelle.
Oggi vado a stappare il loro Friulano At, annata 2011, 100% Tocai friulano (conosciuto oggi con il solo nome "Friulano" per non confondersi con il Tokaj ungherese), proveniente da un vigneto con circa 11 anni di età contornato dal bosco, con inerbimento spontaneo e trattamenti limitati a rame e zolfo. Vinificazione e affinamento avvengono in acciaio inox. La fermantazione é eseguita con lieviti selezionati (che diventeranno indigeni dal 2012) e la maturazione avviene sulle fecce per 9 mesi. Segue una leggera chiarifica e filtrazione, prima di andare in bottiglia e rimanerci un paio di mesi. Produzione di circa 8000 bottiglie nel 2012, gradazione alcolica di 13° e prezzo medio in enoteca sulle 13-15 euro.
Il vino come mi aspettavo si presenta di un giallo paglierino scarico scheggiato d'oro, limpido e solare, dinamico ed essenziale. Un acquerello su tela, pennellate delicate ed eleganti disegnano campi di fiori bianchi, mandorli fioriti e cestini di frutta estiva. Una giornata di sole invernale, un tiepido calore ad annunciare la primavera che verrà, é materia viva che scalda e appaga, ma non é ancora tempo, l'aria é tesa e tagliente, aria che gonfia i polmoni e ci fa sentire vivi, freschi, giovani. Le labbra si asciugano e con la punta della lingua ne avverto il sapore sapido e acidulo, di rocciosa salinità... chiudo la bocca e ne assaporo la saliva dolce e amarognola.
E' vino equilibrato e leggiadro, con una bella e vitale tensione gustativa. La semplicità dell'aria fresca in una giornata di sole invernale. Lo consiglio a chi vuole bere una bottiglia buona e ben fatta senza doversi impegnare troppo. Davvero un vino che ti fa stare bene e di cui vorresti abusare... durante un aperitivo, con un piatto di verdure croccanti, una frittatina alle erbette, una pasta con le seppie o più semplicemente... per godervi un momento di relax (e di riflessione) mentre Sufjan Stevens canta To be alone with you. Segnatevi questa nome.
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