Ancora Sardegna, ancora Sella and Mosca, una tra le maggiori cantine dell'isola di cui abbiamo già parlato nella recensione dell'ottimo Tanca Farrà. Anche in questo caso parliamo di un buon vino, anche se personalmente lo ritengo leggermente inferiore rispetto al Tanca Farrà.
Il Carignano del Sulcis é un vino tipicamente sardo, per la precisione della Sardegna occidentale, nella regione del Sulcis, dove vengono coltivate le caratteristiche uve Carignano. Per produrre questa tipologia di vino la disciplinare prevede un utilizzo di uve Carignano per almeno l'85%, mentre per il restante 15% si può utilizzare il Monica, il Pascale e l'Alicante.
In questa versione Sella& Mosca vengono utilizzate uve di Carignano al 100%, che dopo la vendemmia di inizio ottobre, vengono vinificate per 10-15 giorni. Il vino viene riposto ad invecchiare per un anno in barriques francesi e a riposare per altrettanto tempo in bottiglia.
Di colore rosso rubino scuro con riflessi violacei, (uno di quei classici vini del sud che potremmo definire "neri") non lascia filtrare la luce, ma dimostra comunque una buona fluidità. Al naso una discreta vena alcolica (13% vol.) e vinosa, sorregge un persistente bouquet fruttato, con note di frutti rossi come amarene e lamponi. Secondariamente si può notare l'effetto di un anno in barriques, il contatto con il legno conferisce infatti aromi di spezie, vaniglia e legno. Al palato buona corrispondenza, un vino caldo, rotondo e morbido con tannini soffici, di buon corpo e piacevole bevuta con le papille gustative addolcite dal sapore di frutta rossa matura.
Un Carignano del Sulcis senza i picchi di eccellenza che riscontriamo in un Terre Brune Santadi, ma che costa anche tre volte meno, quindi direi adeguato rapporto qualità-prezzo (per questa bottiglia si viaggia tra le 8-12 euro. Aggiungeteci che essendo prodotto da una mega cantina come Sella & Mosca risulta anche facilmente reperibile presso la grande distribuzione.
Per chi ama vini piacevoli e non spigolosi, per chi apprezza il retrogusto dolciastro e la rotondità, questo Terrerare é un buon acquisto, anche perché ha un tono da vino importante e di corpo, ma senza quella robustezza che qualcuno non gradisce (diciamolo é piaciuto di più alle girls..).
Per questo ben si adatta a svariate tipologie di piatti, carni alla griglia ma anche bianche, primi piatti (gnocchetti sardi), pecorino ecc.. Un vino da bere giovane o con qualche anno di invecchiamento.
Nel complesso un'altra buona bottiglia dall'isola dei nuraghi, l'ideale per non presentare in tavola il solito Cannonau.
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